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Alla Ricerca del Futuro

 

Fanno parte di quel mondo vissuto anche i frammenti  poco conosciuti di quelle migrazioni contadine che non sono state ancora   raccontate  e, insieme, l’abbandono delle campagne che a Jacurso , subito dopo la fine del secondo conflitto, hanno contribuito a  lacerare la piccola economia che, unita a quella artigianale, riusciva a reggere la gestione della vita sociale nella piccola comunità locale  . Le storie   che seguono  fanno parte  o meglio adesso sono diventati i cocci di quel mondo vissuto malamente cioè faticoso del quale adesso si vuole  raccontare qualche frammento.

Gli anni ’40 restano per, tutti, gli anni infelici dovuti alla  condizione  limitata  delle libertà e per  l’epilogo della guerra che a Jacurso , come dappertutto, aveva incentivato la  miseria e portato lutti in quasi tutte le famiglie della comunità. Infelici soprattutto in questo lembo di meridione  a causa dello stato di ” devastazione “  in cui si trovava già la popolazione peggiorandola  in tutto il territorio nazionale. A fare una classifica come quella odierna, stilata dal Sole 24 ore , sulla condizione  meridionale sappiamo  essere sin da allora confinati alle ultime posizioni e oggi Crotone, ultimissima , chiude alla peggio  come al tempo dei  Fatti di Melissa .

Qualità della vita , occupazione , salari , sanità , istruzione , sicurezza , reddito , tempo libero, servizi , viabilità ,edilizia …inquinamento .... appare necessario  rendere odierno al 2020  questo  divario prodotto da tanti fattori ma essenzialmente dall'azione politica  e amministrativa, locale e nazionale , laddove riesce concretamente a penalizzare la qualità della vita , a livello individuale e collettivo, consentendo un divario vistoso che fa crescere altrove servizi , lavoro e occupazione .

Anche per questo motivo abbiamo ritenuto di scrivere qualcosa che ci accomuna su quel territorio i cui mali stanno quanto ai nostri del Lametino e come tutti gli altri di questa terra abbandonata ma bella per tutti  dalle piane alle zone interne.

All'ingresso della chiesa , sistemato  in buona attenzione , Fa Peccato Grave chi si scrive al Partito Comunista

Mali che arrivano dal lontano 1860 e continuano tali  anche per via della  nostra pesante assuefazione e delle troppe irresponsabili complicità politiche .Viene da chiedersi da dove si potrà riprendere la condizione meridionale se , come già si è scritto, le emergenze del Sud sono state relegate in appena otto righe nel documento programmatico dove Sud o Meridione restano ripetute appena quattro volte. Oppure gli investimenti / provvedimenti  da spalmarsi in percentuale tra Nord e Sud con l’occasione irripetibile dei fondi europei.

Comandanti locali , maschili e femminili , a Jacurso, con i figli/e del popolo

In una pagina, riletta volutamente da poco, Carlo Levi scriveva che ,…” tutti coloro che  hanno oblio del loro ... passato sono condannati a riviverlo.. e peggio o meglio scriveva il nostro conterraneo Costabile… che a volte è necessario interrompere le letture... per non disperarsi quanto a lui  succedeva .

Rifacciamo ,allora , qualche passo indietro appena per dire che anche a Jacurso  la gente soffrì la dittatura quanto altrove mentre adesso si sta crepando di troppa democrazia ovunque  cioè di libertà senza cogliere più il sapore  che potrebbe delimitare l’eccesso e quindi la fine. In modo più amaro gli anni in cui la guerra si portava via la meglio gioventù mentre  pochi erano gli scaltri  che riuscivano a vivere  differentemente  arrampicando dove altri non potevano o non sapevano come.

In cerca dove affondare la zappa in contrasto con una parata di potere  e  lustrini

Abbiamo ascoltato più voci per poter scrivere di questo ma , osservando  documenti e poche  fotografie  “Ferrania “,  si potrebbe  estrarre da queste il senso della vita e l’evoluzione che ha interessato pochi e intraprendenti  concittadini in quel periodo. Indagando in quelle foto gli sguardi , osservando gli  occhi, scrutando l’atteggiamento o il modo di vestire, per chi vorrebbe approfondire , potrà individuare la superbia o l’arroganza  in  contrasto  con  il tono dimesso nello sguardo rassegnato e vuoto che si coglie sulle foto appiccicate ai documenti per l’espatrio in cerca di fortuna. E su quelle fotografie Ferrania si potrebbe   idealmente tracciare  lo stato delle cose che a Jacurso  sono veramente capitate , accadute e  cioè le condizioni  che hanno segnato  la differenza  tra chi partiva e chi restava .

il referendum e i guai dei contadini con le alluvioni

La  riorganizzazione della società locale in quel periodo indefinito , per chi non ebbe  l’occasione di viverlo o di conoscerlo  , non è stata per nulla facile mentre che in ogni famiglia si ricuciva  e si metteva   qualche quiete alle difficoltà giornaliere e alle offese della guerra. L’ordine pubblico, la spesa alimentare  e la disoccupazione pressocchè  totale ,   come in tutta la Calabria , erano diventati un problema al punto che la popolazione stava attanagliata dalla miseria e dalla fame mentre  il tenore di vita si era ridotto con l’aggravarsi per la  mancanza di tutto. Tra  questi tormenti si teneva nel ’46 il referendum al quale sarebbero seguite  le elezioni amministrative .

Il Referendum Istituzionale  sancì la scelta Repubblicana ma a Jacurso l’abitudine al re e il condizionamento  a cui si era assoggettati,  portò alla scelta monarchica mentre nel circondario si affermava   un orientamento opposto e di ispirazione Repubblicana.  Il risultato di Jacurso con 95 voti repubblicani e 835   monarchici sancisce chiaramente il soverchio controllo e la debole spinta libertaria che alberga in ogni essere umano anche in ambiti dove gli spazi diventano difficoltosi.

Non considerando   quanta democratica possa essere stata altrove la libertà di voto abbiamo sentito nella trasmissione orale di chi ha vissuto referendum e amministrative che a Jacurso le persone influenti rimanevano tali, anzi  , non si erano per nulla messe da parte.  E in un popolo senza conoscenza e abbisognevole  anche di una firma per compiere un atto ,  si votava dove “ ti ‘mbuttavano “. E poi non è che ai giorni  del  duemila sia cambiato granchè.

Il risultato   fu dunque  per  volontà  “ conservatore” con una preponderante adesione non all’idea monarchica ma alla lista della Monarhia . Solo una sparuta  preferenza per  quella repubblicana frutto di quei pochi aspiranti socialisti e comunisti che erano riusciti a “ cogliere “ 96 voti tra famigliari  e parenti. Per  quanto è stato possibile ricostruire e valutare, non sono state certamente scelte di pensiero libero ( almeno quelle orientate per la monarchia ) mentre diversamente  si potrebbe dire per la forma repubblicana. Onde lasciare una libera interpretazione  non c’è miglior modo che  riportate le situazioni  nei comuni vicini.

L'assemblea costituente  e  le tessere per il pane , burro , olio...


Il Movimento dei contadini e la riforma sulle terre incolte.

All'inclomani clella seconda guerra mondiale, con il progressivo rientro dei reduci (migliaia di contadini che rìtornavano a casa), le campagne del Mezzogiorno divennero inevitabilmente il teatro di acuti conflitti sociali. Soprattutto nelle tradizionali aree latifondistiche, nel Crotonese , nel , Puglia e Sicilia la presenza di crescenti masse di braccianti disoccupati dava luogo a movimenti di occupazione delle terre, dapprima spontanei e poi sempre più organizzati.

Il socialista catanzarese Fausto Gullo, senza neppure aspettarselo, nel 1944 venne nominato Ministro dell’agricoltura nel Governo provvisorio Badoglio e, senza neppure volerlo, passò alla storia come ministro dei contadini. Fu fausto Gullo a proporre e fare approvare le Leggi  sulle  “terre incolte”:

La ricostituzione degli organi elettivi comunali, lo svolgimento del referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente merita pertanto di essere adeguatamente ricordato e , nello stesso modo,   lo sforzo di quelle migliaia di persone che, tra il 1945 e  il mese di giugno del 1946 , a livello nazionale si adoperò per il  ripristino delle libertà popolari..

In provincia di Catanzaro la Repubblica ebbe 119.187 voti pari al 40,45%, mentre la Monarchia 175.496 voti pari al 59,55%.

I  vicini comuni di  Cortale ,Maida , Curinga, San Pietro a Maida , Caraffa , Borgia Parlemiti votarono Repubblica

Successive al  Referendoum si erano tenute le elezioni Amministrative e si potrà scrivere , senza entusiasmo  anche perché le due liste presentate stavano a rappresentare ancora  quelli del re e  quelli della Repubblica. Concretamente il vecchio apparato  e il gruppo nascente di socialisti e di oppositori a vario titolo.

La data di svolgimento fu demandata alla determinazione dei singoli prefetti, e variò sia da comune a comune che al periodo. Si trattò delle prime elezioni dopo la caduta del fascismo e ovviamente si dovevano tenere in un condizione ove governava la confusione   mentre si tentava alacremente ,tra sospetti e impreparazione,   di riorganizzare l’apparato democratrico.

Temporaneamente i comuni erano stati affidati  a sindaci  pro tempore o meglio commissari e con giunte provvisorie nominate dai vincitori del conflitto.  Tra le carte datate a quegli anni ci siamo imbattuti nella  strana sigla a noi sconosciuta :  AMGOT che abbiamo appreso stava a significare  in italiano Amministrazione militare alleata dei territori occupati  ( Allied Military Government of Occupied Territories )  e dalla lingua si capisce chi al Sud si stava impicciando per la riorganizzazione politica cioè il controllo dello Stato

Al Nord tale adempimento veniva assolto  dal CLN , il  Comitato di Liberazione Nazionale

Temporaneamente , a Jacurso , la reggenza amministrativa fu affidato a Francesco Panzarella  e , più tardi , per le amministrative di marzo  furono presentate due liste  di opposte aspirazioni  rappresentate dal Gallo ( i progressisti )  e la Spiga di netta composizione conservatrice . Si affermò  la Lista “ Spiga di Grano “ del  sindaco Giuseppe  Dattilo  (Colonnello Medico ) che incontrò inevitabilmente le difficoltà già sulla ordinaria amministrazione .Tentarono di “ tirare “ con fatica sin quando  si decise di lasciare dopo appena due anni  “ per impossibilità ad  amministrare “ .

A parte le complessità correnti di governo  , mancava di tutto , cioè tutto. Dopo il primo mese invernale,pensate che non era più disponibile   il carbone per il già ridotto sollievo di fornire un braciere   a Scuola e Municipio  in quanto mancavano i mezzi finanziari  per pagare il dovuto  ai fornitori locali  e così per le altre necessità come la ”  corrente elettrica “  o  la carta , penne , inchiostri all’ufficio municipale ed anche difficoltà al Cimitero e ai bisogni materiali  per la pulizia e l’igiene dell’abitato…. Il  Servizio sanitario in particolare era delegato al buon cuore del Medico locale ma mancavano i fondi per gestire la normalità.Neanche una provvidenza per i medicinali mentre il servizio di assistenza al parto non era negato dalla Molinelli o dalla Pappaianni (Levatrici ) per senso di responsabilità.  Poi ogni famiglia  sapeva sbrogliare quanto doveva con il buon cuore.  E la gente normale di jacurso ? Si pativa la fame , che oggi è difficile dirlo. Da un decennio era arrivata  “ la corrente elettrica” . Una lampadina e , per chi aveva due piani di casa , un foro  tra “ due scandali “ per far salire o scendere il filo col portalampade. Una di quelle donne ci ha detto di aver venduto due galline per pagare la “Luce “ alla Società Elettrica delle Calabrie. La scandala era una tavola grezza di castagno inchiodate sulle travi di legno sulle quali si posava il pavimento o la mattonata ,come allora lo intendevano.

Di piccola statura , grintoso , affabile .Veniva da lontano ed aveva un carisma negato agli altri politici  comizianti dai jacursani

La  condizione dei contadini, già precaria, era divenuta insostenibile . Vessati e sfruttati dai proprietari al punto di abbandonare la condizione di coloni , mezzadri o fittavoli. Rifacciamo appena un passo indietro nel tempo per datare con più accortezza le condizioni  dell’agricoltura e riparlare delle proprietà terriere che ancora si mantenevano dai retaggi dei feudi.

Siamo nel Governo provvisorio Badoglio e il socialista catanzarese Fausto Gullo, senza neppure aspettarselo, nel 1944 venne nominato Ministro dell’Agricoltura e, senza neppure volerlo, passerà alla storia come Ministro dei  contadini. Fu Fausto  Gullo, consapevole delle proprietà meridionali detenuti dai Baroni, a proporre e fare approvare il DDL sulle “terre incolte”: "Le associazioni di contadini, possono ottenere la concessione di terreni di proprietà privata    ,  che   risultino   incolti   o insufficientemente coltivati, …”

La Calabria fu la prima regione a organizzarsi e anche i nostri contadini ci credettero davvero tanto che  un centinaio di contadini nostrani  mossero per occupare latifondi incolti come quelli di Arcomanno e altri  serpai di spine e di rovi selvatici. Erano latifondi che i Borboni avevano assegnato originariamente ai Comuni in quota per il cinquanta per cento ma che aguzzi e scaltri  Baroni e Commendatori locali  avevano abusivamente arraffato per intero.

A volte con la complicità di quanti , scesi dal dismesso carro del fascio , si erano trasbordati nelle nuove  istituzioni salendo sull’ ultimo torpedone che in seguito veniva chiamata la Balena Bianca. A melissa ,nel Crotonese iniziarono le lotte contadine e in quel territorio , da Jacurso ,si portavano nelle terre di quei Baroni giovani uomini e donne  durante la mietitura e altri lavori. Dormivano in pagliai o locali abitualmente ricovero di animali . Testimonianza di chi in quei posti si portò per più di una stagione. «Per capire quello che avvenne a Melissa bisogna ricordare le drammatiche condizioni di quelle popolazioni di contadini . Mancavano dalla tavola del contadino e dei braccianti di jacurso la carne, il vino, lo zucchero.,Inesistenti i contratti. E per poter trovare lavoro, a migliaia erano costretti a trasferirsi nel crotonese e a dormire come si scriveva sopra. Anche nella mangiatoia degli animali.

La presenza dei Feudo aveva bloccato la crescita civile, sociale ed economica. I contadini mossero all’attacco del latifondo, con il sacrificio di tante vite umane, avendo individuato nella sua esistenza e nella sua conseguente distruzione la chiave per aprire la porta verso la libertà e il progresso. Dei fatti di Melissa si conosce l’esito delle lotte contadine. I poliziotti ,  ritenuti dai contadini che manifestavano di intervento per la loro salvaguardia  erano stati disposti dallo stato con ben altri compiti… quando alle loro spalle avvertirono le raffiche …..

In questo periodo una figura che è difficile scordare appartiene ad un uomo con i tratti somatici tipici della calabria. In tanti ricordiamo, come era abituale , venisse   a jacurso in particolari momenti , diciamo caldi per quei tempi, come il periodo delle elezioni , più politiche che amministrative, quando la gente ancora si notava per le strade quindi non mancava la socialità che non c’è più.

Veniva ancora,infatti , il furgone bleu dell’Istituto Luce. Quel furgone che poteva alzare   la “ cappotta “  e da dentro si faceva fuoriuscire il priettore. Eravamo avidi di conoscenza o meglio di curiosità e sentivamo l’importanza di  essere “ testimoni “ per come si alzava il grande telo bianco o quelle  “ruote “ dove c’era il film. Perché si pensava che c’era il Cinema. E un po si restava delusi quando non era quello che aspettavamo: spatate , pistolettate , indiani con le frecce…ma si rimaneva contenti  di vedere qualcosa. Non mi sono mai soffermato a racimolare l’idea di quegli anziani che , per essere cronometraggi di istruzione , conoscenza e propragranda cioè documentari facevano vedere un’italia che non era la nostraterra. Trattori , fabbriche , dighe …operai. Ma si tenevano ancora , anche , i comizi.  Quell’uomo a cui ci eravamo abituati non arrivava col furgone ma  arrivava da catanzaro col postale delle quattro e mezza e portava sempre una borsa che di trasferte ne aveva fatte tante.Ma non era di catanzaro dove invece cambiava solo postale. C’era qualcuno o più di uno ad aspettarlo come Catozza,Gervasino …Pintimalli e questi ci tormentavano un po perche il parroco di allora , Don Adolfo Guzzo, in chiesa aveva affisso una specie di avvisso che diceva : E’ scomunicato e Apostata …chi è iscritto al Partito Comunista… E quelli erano Comunisti….quelli che mangiavano i bambini . Le mamme cattoliche dell’Azione Cattolica , ci mettevano timori e dubbi . Ma noi avevamo capito che quello era una persona importante anche se stringeva la mano a tutti e si faceva parlare e si faceva accompagnare umilmente sino in Piazza san Giovanni.. Ed in quell’incerto periodo,dove si diventava  più scaltri e consapevoli ,  c’eravamo anche noi che stavamo crescendo.

Lo aspettavamo che era diventato un simbolo del Comunismo e sapeva parlare alla gente ,trascinava e si faceva applaudire per le cose che interessavano sentire  e che localmente nessuno sapeva dire. Era pasquale Poerio e veniva , pensate , dal crotonese coi postali . Una vita dedicata ai deboli del tempo . I contadini . Il Comizio finiva tardi e qualcuno dei compagni sapeva ospitarlo cioè fargli consumare la cena e pernottare perché poi sarebbe ripartito la mattina presto per Catanzaro col Postale delle cinque. Quando la politica era un valore e non un mestiere poteva succedere anche questo e noi ragazzini riuscivamo a cominciare  a capire.

Si è già visto come  la storia secolare della Calabria ci ricorda che a lungo il popolamento della regione, dopo la fine dell’epopea della Magna Grecia, sia avvenuto attraverso la risalita verso i borghi isolati e nascosti delle colline e dei boschi montani per sfuggire ai pericoli derivanti dalle scorrerie turche sulle coste e al clima insalubre delle aree malariche che infestavano le pianure. In quel periodo,“ nero “ per tanti Jacursani considerando il malessere patito, le pianure vennero debellate dalla malaria portando indubbiamente  condizioni migliori alla gente dei campi ma  altrettanto benessere a poche persone di Jacurso  che , attorno al potere locale e provinciale , avevano saputo cogliere il modo per vivere  un periodo di agiatezza indiscussa .

La nostra zona  è sempre stata una stretta area  protesa nel mare da entrambe le latitudini  Est e Ovest , e per lungo tempo soprattutto una regione di aree interne, di paesi di montagna, di borghi arroccati nell’entroterra. Da Nord a Sud  . Dalla Calabria Ultra a quella Citra. Serrastretta , Cicala, Soveria , Tiriolo nella Zona Reventino- Pre Sila  o Cenadi, San Vito e lo stesso Jacurso nell’area delle Serre.

La migrazione oltreoceano e tra Svizzera e Nord Italia ha prodotto già dopo la guerra e negli anni della sofferenza maggiore ( anni 50 )  lo spopolamento del meridione ma la migrazione del mondo rurale del secondo dopoguerra ha accentuato decisamente il percorso inverso per quanti avevano tentato di resistere nei piccoli comuni portando  l’incremento delle aree urbane più popolose come Nicastro , Vibo o Catanzaro dove i nostri abitanti hanno pensato di trasferirsi come prima  tendenza per la frequenza scolastica dei figli e certamente per i servizi e una discreta qualità di vita sociale.

 

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Francesco casalinuovo   jacursoonline   ass. cult. Kalokrio

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