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Gli Spiriti della Memoria - tra Passato e Futuro

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Presentazione

Prima che l’autore del libro iniziasse  a parlare su quel che  sarebbe proseguito  come  una  piacevole passeggiata all'interno del libro ,Mimmo Dastoli, per l’associazione Kalokrio che aveva promosso l’incontro , ha introdotto  l’evento presentando i convenuti e  soffermandosi sui temi da dove l’associazione ha mosso la sua iniziale attività con i primi interessi storici, locali e culturali . Per giungere alle attività sinora svolte  le tappe percorse sono state tante , ha sostenuto , ma quante restano ancora da coprire sono davvero molte e occorrerà necessariamente passare ad altri il testimone degli interessi e della passione così da continuare ad alimentare un credibile riscatto collettivo che oggi può ancora mirare  verso  un futuro diverso.

 

 

Da dove siamo partiti a dove siamo arrivati e a  quale meta si potrà mirare.

In queste occasioni, ha proseguito Franco Casalinuovo della stessa Associazione, oltre al piacere del ritrovarsi con la gente può succedere che  fra gli intervenuti sia la circostanza per consolidare qualche vecchia amicizia o conoscenza .Perché l'amicizia vuol dire anche comunione di pensiero, che non é una cosa solamente intellettuale e di interessi ma è comunanza dei sentimenti e del volere e quindi anche dell'agire. E dell’agire comunitario si è soffermato sulla collaborazione tra le associazioni della Fascia Pedemontana Contessa che condividono interessi e obiettivi  comuni non solo culturali ma che si interessano di  Ambiente e Paesaggio , Territorio ,Economia  locale e altro .

Mimmo Dastoli , di Kalokrio , ha dato corso come si scriveva ,  alla piacevole serata introducendo,oltre alle  proprie, anche  le considerazioni e  i proponimenti  che  il lavoro del Dott.Notaris racchiude  nella parte conclusiva del Libro  e che nel corso del suo intervento “ ripone anche l’attenzione su  una storia lunga  nel tempo per certi versi vissuta  da oppressi   , nel passato e magari nel presente  , per via degli … Invasori o Dominatori che si sono succeduti in tutte le epoche e che nel corso dei secoli hanno ostacolato l’autodeterminazione  del popolo meridionale “. E se il presente non è gratificante almeno  una parte di meridionali  ha cominciato a  camminare sulle proprie idee .

Qualche commento del moderatore Dastoli sull’Istmo , fa intervenire l’altro dell’associazione il quale riprende che … “ Descrivere l’Istmo  e tutta la storia che racchiude,  non è facile prosegue Casalinuovo. Intanto nessuna coordinata sarà capace di rendere la sua reale, primordiale  bellezza. Perché nessuna coordinata potrà parlare del mare Jonio di Squillace, tanto  azzurro e piatto d’estate  quanto  imprevedibile  nei mesi invernali  come non si parlerà del mare di Curinga, torbido  a gennaio, colorato dalle fiumare in piena  o delle onde che si inseguono in cavalloni spumeggianti sul Pontile abbandonato al degrado del tempo.

Questo solco di terra tra Jonio e Tirreno lo  videro i Greci, poi i Romani , altri popoli  lo pretesero e ne furono tutti affascinati e avidi di possederlo. Per secoli, poi ,  queste nostre terre custodirono e ancora oggi nascondono non pochi segreti  mentre i loro guardiani  continuano ad essere  la terra calda o salmastra  , le ginestre , i rovi e i gelsomini e i suoi scoscesi corsi d’acqua. Nient’altro.

Ho avuto difficoltà , esordisce  di riflesso l’autore del libro  ,  a dare un titolo perché testi del genere “ stentano o  non possono avere un titolo “. In questo caso gli spiriti  sono quelli che hanno retto la penna nella mia mano  motivandomi a  proseguire . E“ gli Spiriti appena sfocati “ sono stati quelli che hanno voluto che io andassi quel giorno a rivedere quei luoghi …dove  ho capito che gli spiriti della Fontana ,di alcuni maestosi alberi o dei Trapassati avevano un ‘anima. Poi l’improvvisa modernità li ha cacciati da ogni luogo e adesso sono “ attaccati ” anche nella loro solitudine e cosi noi non riusciamo più a vederli , a sentirli, a dialogare con loro. Poi legge una delle prime pagine  , quelle che saranno  determinanti per gli Spiriti della Memoria ai quali seguiranno le riflessioni della Prof.ssa Mutone sul senso del  “ viaggio “ che l’autore compie accompagnato da questi spiriti .Ispiratori come nella mitologia che si sofferma a narrare destando l’attenzione dei presenti.Belle le sue citazioni. I riferimenti e le riflessioni che fai ,osserva rivolgendosi all’autore , sono colme di contenuti per non essere semplicemente viaggiatori in questi luoghi dell’Istmo; di fatto la scrittura è un atto creativo che ci serve per esprimersi e comunicare.

Uno degli interventi della Prof.ssa Carmen Mutone

Il sindaco ha consentito lo svolgimento dell'evento   con la solita disponibilità  dei mezzi necessari e introducendo con il saluto ai convenuti ha piacevolmente commentato l'iniziativa ed il lavoro del Dott. Notaris che aggiunge un valore al territorio  e a quanti come lui tengono nella memoria collettiva gli eventi del Passato. Ha informato sul proponimento di istituire anche una memoria locale con l'allestimento di un Museo dove possano trovare  " pace " tanti arnesi e attrezzi che per lunghissimi periodi sono stati gli attrezzi di lavoro che hanno consentito il mantenimento dignitoso di una comunità laboriosa . Ha sostenuto che i progetti sono fatti ,come si diceva, di tanti tasselli e che  messi insieme potranno diventare un lavoro finito. Sulle "tracce " di un futuro per quanti abiteranno questo paese nessuno saprà l'evoluzione ma  " ...non ritengo denigrante appartenere alla Terronia se Terronia sta a significare venire dalla terra dove si lavora con fatica ..."

Dastoli e Casalinuovo di Kalokrio  e l'intervento del Sindaco , Dott. Serratore


Una pagina iniziale del libro

Alla fine, seppur con le scarpe infangate e le braccia scorticate dalle spine, arrivai lì dove un
tempo c'era la fontana.

Stentai a raccapezzarmi perchè del posto di cui avevo memoria non esisteva più nulla. Era vero ciò che qualche amico mi aveva raccontato. I lavori per la costruzione della strada provinciale che passa al di sopra della valle e la costruzione del parco eolico sulla collina prospiciente, nel territorio di Girifalco, avevano provocato la canalizzazione delle acque piovane nel burrone, accentuando la violenza delle piogge degli ultimi due inverni e riversando una quantità enorme di fango e rifiuti di ogni
genere nella piccola valle.

La fontana era scomparsa. A stento si intravedeva la volta della galleria, da cui si originava il canale. Il fango aveva ostruito il regolare deflusso delle acque che in alcuni punti ristagnavano creando un piccolo pantano maleodorante.

Un tempo ,almeno , si manteneva in noi più esercizio della memoria quando le  nostre mamme ci dicevano  …  “ Non andare ca ‘nce nu spirdu ! “ Ed era il tramandare famigliare già ai figli , seguita la  Dott.sssa Mutone , perché la comunità custodiva l’eredità delle persone morte , dei luoghi , dei fatti  . Si nominava l’Artigiano morto , il Contadino  , il Benemerito ,  ma anche la persona  del malaffare . La vita è un susseguirsi di eventi . Nascita , vita e morte… custodita dalla comunità dove la comunità era sempre presente. Presente al Matrimonio , al Parto , al Lutto . Non si era mai soli. C’era un apparato sociale di Mutua Assistenza .


“ Gli alberi che io ricordavo giacevano a terra, simili ai corpi dei caduti sui campi di battaglia. Solo il vecchio platano aveva resistito a tanta furia, anche se il suo tronco mostrava tutte le ingiurie della stoltezza degli uomini e del tempo, e la sua chioma, un tempo imponente, era ormai una pallida
macchia di colore che fingeva di adornare rami per la maggior parte ormai spogli. Solo le sue radici si ostinavano caparbiamente a tenerlo ancorato alla vita. Mi commosse la sua vista e mi piacque pensare che a volte serve tanto coraggio e orgoglio per rimanere aggrappati a un luogo e riuscire a
resistere al tempo e alla stupidità degli uomini. ……………

Il solo canto sgraziato delle gazze, (le piche) nemesi tragica di un'antica superbia, sembrava intonarsi
in quel panorama di morte.

Un velo di malinconia offuscò il mio sguardo. Pensai che forse sarebbe stato meglio non essere venuto, almeno ne avrei conservato integro il ricordo, che ora rischiava di rimanere sepolto per sempre sotto una coltre di fango. Decisi di tornare sui miei passi, non senza un sussulto di rabbia per lo scempio consumato nella più totale indifferenza degli abitanti del paese. Fu in quel preciso istante, mentre tentavo di districarmi fra rovi e felci, che mi parve di avvertire un qualcosa di simile ad un lungo sospiro, tale che le radici del Platano sembrarono vibrare e per un breve lasso di tempo,ruppe quel silenzio irreale….”

Cosa scaturisce dal Platano !  Il Platano è il luogo di partenza da dove inizia il viaggio e poi sul finire si incontra  “ Il grande Vecchio “ senza identità che è il Tempo. I Giovani ! … I giovani ignorano che questa  è la terra di Bernardino Telesio , di Gioacchino da Fiore e non è colpa della scuola  ma prima di noi adulti  che non parliamo in casa con i nostri  figli come succedeva una volta.Noi abbiamo avuto una buona fortuna  a sentire gli adulti ,cioè ascoltare e imparare. Essi ci hanno donato e tramandato  un grande patrimonio. Erano queste alcune considerazioni di Carmen Mutone  mentre Dastoli, che si inserisce tra le sue parole ,  sostiene che …

“ E’ il nostro libro perché è come dare voce alle pietre . Valle di Caria , un Museo a Cielo aperto.. Balzano un sito che nasconde un lontanissimo passato dell’uomo Erectus. Vogliamo dare voce a questo passato lontanissimo ,bistrattato dalla cultura ufficiale  perché per lo  “ Scrivere Ufficiale “ siamo periferia  della periferia  e quindi scrivere un libro  e presentarlo non è niente facile in questo lembo di Sud .

Hanno tutti una propria Storia antica i due luoghi citati . Caselle di Maida , e La Caria ,tra Cortale e Girifalco, …Lacconia che insieme agli altri luoghi ,citati nel libro , cèlano un trascorso lontanissimo appartenuto al Paleolitico.

Al periodo neolitico appartengono, invece,altre storie o  nuovi ritrovamenti . Durante il Neolitico il fiume Pesipe aveva una eccezionale importanza, perché la sua valle costituiva non solo una via fluviale che si allacciava all'Amato, ma anche una magnifica via d'accesso alla contrada Caria di Girifalco della quale si parla diffusamente nel Libro di Notaris .  Cioè il Pesipe era un corso d’acqua  navigabile come il Lamato e , tranne che per un breve tratto fra Girifalco e Borgia , le merci transitavano da un mare all’altro per la via d’acqua.

Quanto a Caselle, erano gli anni ’60 quando a  Casella di Maida, vengono  ritrovati dei reperti appartenuti alla "Pebble Culture" cioè Cultura dei Ciottoli, la più antica industria litica che si conosca; questi reperti sono tra i più antichi d'Europa ( 700-500.000 anni ) e appartengono al Paleolitico . Al periodo neolitico appartengono, invece altri reperti litici d'ossidiana.

Durante il Neolitico ,ancora , il fiume Pesipe aveva una eccezionale importanza, perché la sua valle costituiva non solo una via fluviale che si allacciava all'Amato, ma anche una magnifica via d'accesso alla contrada Caria di Girifalco della quale si parla diffusamente nel Libro e che, come scrive Notaris , era un luogo strategico per lo svolgersi di tanti scontri armati avvenuti in quel passato lontano. Ne sono testimonianza i tanti reperti ritrovati ma poco considerati dai sovraintendenti tanto che in gran parte restano custoditi , pare , in casa di privati.

L'arco di quasi un millennio,pertanto ,  racchiuso nell’età del bronzo (1600 a.C.) e gli inizi della colonizzazione greca  (700 a.C.), costituisce un intero ciclo a se stante. Nella zona di Balzano, nel 1911, furono rinvenute molte cuspidi di lancia della prima età del ferro mentre nel 1963 vennero alla luce le gradinate di un tempio greco e  in seguito comparivano  una notevole quantità di frammenti ceramici della prima età del ferro. La circostanza avvalora l'ipotesi di un Tempio Greco edificato dove prima sorgeva un abitato italico, luogo sacro prima della venuta dei Greci .  Notaris, nel suo intervento, parla di quest’ area con molta attenzione e padronanza e quando gli si domanda su Terina risponde sulla discussa collocazione che potrebbe essere poco distante dal mare,prospiciente e avanti a Balzano, in contrasto al luogo  dove viene tuttora ipotizzata la presenza. Spiega le sue considerazioni e segue  un dialogare interessante, movimentati da questi spiriti , che nell’ultimo periodo hanno lacerato l’intero tessuto sociale cioè  il legame tra  gli uomini e questi luoghi  che per via della consistente emigrazione  si è andato affievolendo sin quasi a scomparire.

Tutto questo a causa del crollo dell’economia  artigianale  , della decadenza della antiche attività agro-silvo-pastorali , dello spostamento delle popolazioni residenti in quei luoghi ,  dai paesi di montagna e di collina verso le coste, del grave annullamento delle culture locali. Su questi temi  si sono soffermati tutti i convenuti all’incontro  al quale hanno preso parte , come diceva Dastoli nell’introdurre la serata, anche  il Sindaco di Jacurso  Serratore , la prof.ssa Mutone  e Don Giuseppe Gigliotti – Parroco a Jacurso.

Le vie sono diverse ma convergono, riprende Franco Casalinuovo, verso un unico obiettivo: riannodare il legame reciso tra uomini e luoghi; fare in modo che gli abitanti dei paesi tornino a essere conoscitori delle loro culture e dei loro paesaggi, che i forestieri siano accolti e accuditi come ospiti e amici e convinti a farsi abitanti prima ancora che turisti; custodire, proteggere e valorizzare con rispetto beni culturali e paesaggio; che la gente si faccia custode della propria Storia e Identità per riscoprire gli antichi mestieri , le antiche attività agricole ed artigianali e possibilmente praticarle , se redditizie,  in modo moderno ma esercitate con la sapienza antica . Cambiare radicalmente la mentalità della politica locale è un altro tassello necessario verso quel mosaico finale necessario per  dar vita ad una nuova politica dal basso che veda protagonisti anche  i singoli cittadini, i pochi  operatori agricoli rimasti  “ nella terra “, gli uomini e le donne promotori di nuovi interessi , i detentori di antichi saperi e ovviamente tutte le organizzazioni con una identità sociale.

In un dialogo intrecciato e piacevolmente gradito ,si ascolta   il Dott.Notaris  parlare dei Bruttii e dei Bruzii. Ho appreso che  "Era un nostro popolo indipendente che dalla Sila procurava alberi maestri e la miglior pece del Mediterraneo ai naviganti ", riferisce Dastoli,   e Cosenza era il quartier generale, che in latino vuol dire "Consentia", il luogo del consenso, del "patto di alleanza".

E Annibale dove lo mettiamo ?Son le esclamazioni della Prof. Mutone . Annibale ? "Fu ospitato dai Brettii, i montanari della Sila" replica la Prof.Mutone . Temuti dai Greci e invisi ai Romani, furono duramente puniti quando Annibale se ne tornò in Africa. I loro terreni vennero requisiti. I loro diritti aboliti. Nelle legioni fu consentito loro di svolgere solo le mansioni più infami. "Di sé non hanno lasciato quasi nulla, tranne la pessima reputazione tramandata dai Greci e dai Romani".… Invasori e dominatori che si sono succeduti in tutte le epoche, hanno oppresso la popolazione calabra. Questa la verità …mentre qualche altro commento si pronuncia  nella considerazione che …  Greci, Romani, Cartaginesi, vandali, Goti , Bizantini, Eruli, Normanni … e poi  Spagnoli , Francesi, napoletani e infine i meridionali stessi , quelli del malaffare  che hanno dominato e dominano tutt'oggi con la loro prepotenza e spavalderia.

A Sibari è morto Erodoto, il più grande storico dell'antichità, ma gli italiani lo sanno ? Non lo sanno in tanti . Erodoto “ desaparecido”   come Pitagora dimenticato da Crotone e Archimede ignorato a Siracusa. I più grandi pensatori greci sono vissuti qui, ma a una parte dell'Italia chi lo dice !

Ripartire dal Passato o Meglio, forse dal Presente

Sino a prima dell’annessione al Regno Sabaudo  questo Meridione  era una terra  senza emigrazione , con solidi Istituti Bancari  , una buona economia  e risorse ingegneristiche da primato . Tanto , però, non può rimanere solo un rimpianto  , continuare a vivere di assistenzialismo  ed essere  così accecati dall’autocommiserazione da non guardare, o ancor peggio, da non voler vedere, la grande ricchezza culturale e paesaggistica che abbiamo tra le mani. Proteggiamo i nostri tesori, anziché spendere altro tempo da vittime. Magari  proviamo a guardarci attorno in un altro modo in questo  migliaio di chilometri quadrati dove stare liberi, unire energie ed esperienze, superare pregiudizi reciproci è già un obiettivo  almeno da percorrere . Per noi che oggi facciamo parte integrante della Terza età,  sembra camminiamo su di un tappeto di foglie morte, dove è sepolta la storia e gli avvertimenti tragici e meno tragici del nostro Paese anche perché si sta vivendo  un brutto periodo sia in termini di salute che di  economia . Arriveranno i fondi sperati ma pare che anche stavolta si continuerà a mangiare  “ l’Erba Trastulla “ (1).

La questione meridionale , infatti , anche stavolta pare non rientrare nei piani di questo governo considerando che , da quanto è consentito intravedere,  le parole Sud o Meridione nel contratto di Governo compaiono appena sei volte nello striminzito riferimento al Sud composto di appena otto righe ! E’ facile spulciare , tramite Internet ,  questa risorsa di informazione.  A meno che il Sud sia già ripartito e il popolo Meridionale non se ne sia  ancora accorto .

Dai trastulli e dalle pochezze della politica meridionale  si intuisce , però, che per l’ennesima volta il Sud si faccia ancora dimenticare  e noi  popolo si continuerà a masticare “  l’Erba Trastulla “ di cui altre volte si è stati abituati . Intanto sono scappati ancora 1 milione e 883 mila meridionali. Soprattutto Giovani e Laureati. Nel corso degli incontri tra le nostre Associazioni emerge  però , sempre e chiaramente , che il passato potra restare  solo uno stimolo e che il presente dovrebbe perseverare  nell’obiettivo di vestire addosso al popolo meridionale un abito nuovo per scardinare  un atteggiamento ancora dominante sempre in attesa di interventi  statali per ridurre la disparità con le aree produttive del Nord.

Mancano a queste pretese ,tuttavia, il riconoscimento degli innumerevoli errori di chi ha amministrato male le Regioni , le inefficienze degli apparati dirigenziali, il triste fenomeno della corruzione e soprattutto il largo e frequente malcostume civico. Un paniere troppo pesante e frenante.

Per ottobre si ipotizza l’appuntamento tra le associazioni da tenersi nel nostro Comune conclude Dastoli ma niente presuppone che possa realizzarsi osservando le disposizioni purtroppo restrittive dovute all’andamento epidemico. Intanto l’Associazione ha partecipato al convegno di Squillace e all’altro di Stalettì dove in entrambe le circostanze le Associazioni del circondario si sono ritrovate . Nell’ultimo , tra economia locale e  risorse , hanno fatto le proprie  considerazioni  Dastoli di KaloKrio e Notaris di Borgo Antico.Un modo di interpolare le idee tra i territori dei due mari.

 

Stalettì

“Sviluppo turistico del promontorio di Copanello” è il tema del workshop che si è tenuto sabato 19 settembre al “Blanca Cruz” di Caminia di Stalettì. L’iniziativa, ad ingresso gratuito, è stata organizzata da Giovanni Gatti, del Museo naturalistico “Libero Gatti” di Copanello, in collaborazione con Massimo Stirparo, della società “Blanca Cruz – Baia dell’Est”. All’interessante seminario, oltre allo stesso Gatti,  ha partecipato Paola Caruso, della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone

La Fagiola di Jacurso - Produzione A.Ciliberto

 

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