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Solidarietà verso le Famiglie meno Abbienti".

Riservata ai disoccupati e a quanti non beneficiano di contributi o ammortizzatori sociali...e aspettando gli aiuti destinati dal Governo, infatti, il primo cittadino ha deciso di devolvere la sua indennità per provare a dare un po' di respiro a chi vive sull'orlo della miseria e delle difficoltà alimentari.


" La semplicità e l'umiltà degli uomini rende grandi le persone. Nonostante non ami plausi e riconoscimenti, vogliamo testimoniare la sensibilità del nostro Sindaco, sempre protesa all'altruismo, che con generosità ha voluto devolvere la sua indennità per l'acquisto di beni di prima necessità a favore delle famiglie che in questo momento sono in difficoltà. Un esempio da buon padre di famiglia che gode della tavola imbandita non vedendo i propri figli soffrire. "

Jacurso la disoccupazione è tangibile e alcune  famiglie vivono di lavoro sommerso , esiguo , precario e  comunque inadeguato alle esigenze  . A queste si aggiungono le famiglie del Marocco che da anni ormai vivono nelle nostra collettività e che , da quanto  appare , si fanno vedere  integrate con la collettività e  in particolare con i vicini  i quali  non chiudono loro  la porta a richieste  di necessità.

Una goccia nel mare, si potrà dire , che però rappresenta un segnale, come sottolinea lo stesso Sindaco. «In questo momento tutti dobbiamo fare la nostra parte - le parole di Serratore  - e io lo farò mettendo a disposizione la mia indennità mentre , se occorre , sarò il primo a lasciare un contributo per queste  famiglie disagiate che non hanno avuto , alcune ,  neanche la possibilità del reddito di cittadinanza  e che, nel dovuto anonimato, sono state contattate per questo segno di attenzione.

La situazione, già a livello nazionale, sappiamo quanto  rischia di sfuggire di mano e il timore è che presto l’Italia si troverà a fare i conti non solo con l’emergenza sanitaria del Coronavirus ma anche con  gli effetti negativi sull’economia e dunque sul lavoro. Nel nostro Meridione , ormai insabbiato nella Sanità e nel Reddito da lavoro ,  i più colpiti sono e saranno i giovani e chi esercita un  lavoro precario mentre  i poveri – questo il rischio – diventeranno sempre più poveri. E ci sono già i primi casi che fotografano, in maniera inequivocabile, un’Italia senza soldi, stremata, che rischia di non potersi più permettere nemmeno di andare a fare la spesa. Sarà il momento opportuno anche  per sostenere quanto il sistema sanitario dovrà essere Nazionale come la sua sigla - SSN - e quanto è vero di una Italia Unita  o  ancora con le terre irredenti  del Sud ancora da mungere.

«In un periodo di grave depressione economica, non potevo stare insensibilmente a guardare - ha detto il primo cittadino -.Di nostro diciamo che  fare politica è amare il proprio paese e la propria gente, prima ancora del proprio portafogli  o dell’immagine da anteporre ed ecco perché riteniamo di condividere questo piccolo evento con la prospettiva  che nel settore del sociale possano essere pensate dall'Amministrazione  le opportune politiche  che mai come in questo periodo  hanno necessità di essere attivate. Non sarà facile a farsi . Chiediamo a chi può di lasciare , ad esempio  e in qualche  modo,   anche solo un euro, per chi non ha possibilità di spendere neanche quello.   Al primo Municipio , sopra quella che fu la lapide sulle sanzioni,  per ammonire  delle difficoltà alimentari che stavano per avverarsi e che si avverarono, una scritta eloquente oggi ricorda inconsapevolmente quel periodo pur citando questo momento di salute pubblica preoccupante.

Ebbene ! A Jacurso  come altrove, fu una comunità, quella di allora, capace di ubbidire , rispettare le disposizioni e patire la fame dignitosamente . Oggi  siamo ancora quella comunità ma certamente  senza memoria storica e  " Ce la faremo ..." solo se, nel momento del bisogno che adesso si rinnova , sapremo  aiutarci e sostenerci l'uno con l'altro senza annoiarci e senza diffondere dubbia operosità. Tutti insieme   Ce la faremo,   forse . Tutti insieme uniti ne usciremo migliori ma  pur con le dovute cicatrici. »


tessera del Pane

Durante "la guerra" fu vissuto un periodo di privazioni sia fisiche che alimentari.Al calar della sera e con le prime tenebre era necessario stare in casa quasi al buio senza più di una candela accesa. Quanto alla nutrizione si pativa la fame e la miseria era una condizione di povertà quasi normale .Oggi i ragazzi in questo periodo stanno in casa , sul letto con il cellulare in mano.

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franco casalinuovo    jacursoonline  ass. cult   Kalokrio

 

 

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