il turismo che vorremmo
Il TURISMO CHE VORREMMO
Andando nei paesi più affranti,come il nostro,sperduto in un territorio senza richiami storico-artistico,quelli in cui non bastano mille curve per toccarli,si può praticare una forma di turismo nuova e affascinante.
Il Turismo della Clemenza
Si potrà incontrare in questo paese qualche impiegato nella più antica fabbrica del mondo,quella del Passare il Tempo s.n.c.(società in nome collettivo - le persone che vi abitano) e se si presta adeguata attenzione si apprenderanno storie che ormai intendono ascoltare ; storie sicuramente più vere e più belle delle oscene vanità proposte dai soliti buffoni televisivi.
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Ma in questi luoghi , nel nostro Jacurso come in tantissimi altri,non bisogna venire solo d’estate,quando il paese si trasforma quasi in un villaggio turistico.
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Quando si cammina per le stradine strette,e i piccoli vicoli dove le persone che abitano di rimpetto possono toccarsi quasi,quando bensì ai tanti che li hanno abbandonati (eravamo 1.800 alla fine degli anni ’40 ,ora siamo scarsi 700) e a quelli che vi vagano senza letizia e senza attese,si consideri il disagio di ogni residenza.
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Il silenzio che si vive per un’ora o per un giorno è assai diverso dal silenzio di chi lo vive tutti i giorni. La calma del paese nasconde il malessere di chi è rimasto e sente che è tutto un mancare ed uno sfinirsi sulle solite faccende .Il paese è l’inferno che patisce senza mai guarire. Allora chi verrà dovrà avere una forma di attenzione particolare: bisognerà avere uno sguardo lento,dilatato,verso chi per secoli sono rimasti identici a se stessi e che ora sono in fuga.
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Dov’erano case (Home) lentamente apparecchiate,unite,strette,mai spaiate,ora un vuoto silenzioso fa cadere tetti e mura. Gli antichi insediamenti erano solo un grumo di casupole e pagliai,erano miseria e sudiciume,ma il tutto formava un paese,una comunità,piccola o grande che fosse aveva una sua identità,un suo sapore,perché le persone prima che abitavano la casa abitavano un luogo. Una volta i luoghi emettevano delle sostanze che poi inconsapevolmente gli abitanti respiravano.
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Una sorta di inalazione piacevole,come se ogni paese fosse un luogo termale,e vi filtrava da sotto un gas invisibile che aiutava ad abitare o invitava a fuggire,ma che comunque dava a tutti vita.
Una volta si era tutti tristi o tutti allegri insieme ,oggi la tristezza o l’allegria diventano sentimenti personali. E,soprattutto,la tristezza non trova più consolazione proprio nei luoghi che sono ritenuti grembo e focolare di tutti. Andare in questi luoghi ,in questi paesi,assume quasi il valore di una preghiera laica.
Andare per consolare piuttosto che andare per consolarsi.
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Questo tipo di turismo è meno faticoso dei cosi detti divertimenti ed è un insolito gesto di salute morale.