Le acque del Pilla
Le acque del Fiume Pilla
Le sorgive e l’uso delle acque-
dal testo originale del 22 agosto 1851
Una sorgente di acqua bastantemente voluminosa nell’està e abbondantissima nell’inverno,ha la sua origine nella montagna detta Parisi in territorio di Cortale e di Jacurso in diversi fondi di particolai, i quali nella maggior parte corrispondono una prestazione annuale alla Cassa comunale di Jacurso ed alla Badia di San Nicola a Maida,e per essa alla famiglia Cefaly di Cortale,perché dichiarati coloni inamovibili con ordinanza del Commissario particolare del 1811. Tali acque che sono il complesso di tanti parziali rigagnoli,dei quali trentatre sono i principali che confluiscono per accrescimento di volume e si riuniscono al cosi detto Passo dei Munghi ,per antichissima consuetudine,arrivate in quel punto ,si fanno divergere dal corso naturale prendendo la direzione che sovrasta al Vallone ed incanalandosi per un acquedotto scavato nel terreno ,si fanno aggiungere al così detto Passo dell’Acquaro .Ivi si ripartiscono ed un ramo va per Jacurso e l’altro, attraversando la pianura soprastante al torrente Antoninella, mercè un corso difficile e tortuoso ,si intromette nel Giardino dei cappuccini di Maida ,ed indi per un antico acquedotto di fabbrica che comunica col diruto Castello dell’ex feudatario passa per l’interno del paese per condotti ,parte coperti e parti scoperte,e va ad animare tre molini posti l’uno dopo l’altro,un tempo del feduatario ed ora di particolari,dopo di che le acque si scaricano nei sottoposti giardini,ed irrigano circa novanta moggia (1) di terreno di antica costumanza,pari a trecentonovantasei moggia legali. L’altro corso di acqua che mena a Jacurso,serva ad animare nell’inverno l’antico molino dell’istesso ex feudatario,e di altri dei signori Bilotti,Romeo,Buccafurni e Chiriaco,nonché ad irrigare nell’estate circa 150 moggia di terreno di antica costumanza,pari a 660 Moggia legali .Per antico costume,e fin dai tempi del fedualismo le acque anzidette nell’està,come più scarse,sono si addette tutte intere per cinque giorni la settimana ad animare i tre molini del feudatario di Maida dopodicchè passavano ad irrigare i giardini sottostanti ,e per due giorni cioè il Mercoledì e il Sabato,per i bisogni di Jacurso previo però compenso,che per il mercoledì veniva corrisposto al feduatario,e per esso ai mugnai di Maida, e per sabato,per due terzi al Comune di Maida e per un terzo a Jacurso. E come che due soli giorni di acqua la settimana non erano sufficienti ai bisogni di Jacurso,quei naturali erano costretti a comprare un così detto tegolo (2) al giorno dai mugnai di Maida,ed altro dai particolari di Maida stesso e delle volte qualche nottata dai medesimi mugnai.
Un tanto abuso che faceva rivivere i tempi del fedualismo ,diè luogo a positive contestazioni giuridiche in via contenziosa tra due Comuni ed a delle verificazioni sopralluogo affidati dal Consiglio di Intendenza da prima ai funzionari ,che per varie cause non potettero espletarle,onde definirsi la natura e proprietà delle acque, poiché mentre da Maida si sosteneva per diversi lati l’antico diritto non senza affacciarsi proposizioni di prescrizioni,per parte di Jacurso si eccepiva essere le acque medesime di esclusiva sua proprietà,perché proveniente dai fondi comunali,commessi ed infiteusei,e posti nel medesimo territorio. Intanto sopravvenute le vicende del 1848 una mano di faziosi del Comune di Jacurso invasa da sentimenti di sbrigliatezza di quei tempi e sedotta di alquanto interessi,permettevasi togliere interamente le acque a Maida dal punto di comunicazione ,e devastare i camini; locchè diè luogo a reazioni ,a reclamo, e rientrato l’ordine a misure repressive fu per tale causa e per fare finire ogni ulteriore reclamo o via di fatto ,che l’incarico delle disposte verificazioni venne affidato al R. Giudice di Cortale D.Cesare Francia cui fu pure commesso un triplice ordine; di portare a compimento le operazioni disposte nel più breve termine,di fare rimettere le cose al pristino stato e di proporre un provvisorio temperamento.-----Visti i bisogni dei due Comuni ed intesi i decurioni rispettivi.
1) Moggio-unità di misura agraria -1 Moggio=3.364,86 mq
2) Tegola -unità di misura per l'acqua irrigua
Fine prima parte,segue