Il Calvario del Venerdì Santo
Auguri !
Ogni paese di Calabria aveva il suo “ Calvario “.
E , nell’immaginario della fede, doveva rappresentare il Golgota .
Ma non oggi . Quando la settimana Santa era vissuta con viva partecipazione da tutti gli abitanti del paese .Quando , nessuno, o quasi, tralasciava di partecipare ai riti religiosi, propri di questa ricorrenza .
Non sono mancati gli uomini illustri a Jacurso ma per la maggiore abbiamo avuto Medici e Magistrati e , per la stragrande, gente del popolo . Artigiani e contadini davano forma, pertanto, alla popolazione e benchè anche in queste ricorrenze il duro lavoro della terra tenesse tutti impegnati per l’intera giornata, si riusciva a trovare il tempo per recarsi in Chiesa e partecipare alle funzioni religiose. Le campane “ suonavano “ tre volte , dicono gli anziani , e al primo avviso si tornava in paese.
I crocicchi delle strade di campagna non mancavano di icone ed anche jacurso “ aveva “ il suo Calvario. Per impostazione , dovendo rappresentare il Golgota, doveva stare sulla parte alte dell’abitato e possibilmente dove l’abitato si arrendeva alla campagna.
Sul fondo ,in secondo piano, si nota la sagoma del calvario.
Lo Stretto era il posto mirabilmente giusto ed unico ! Era la tipologia di questo manufatto costituito da un semplice muro in pietra sormontato da tre Croci. Così ancora si incontra in tanti Comuni del circondario mentre nel nostro abitato è venuto a mancare , negli anni settanta , avendo dovuto cedere il posto ad altra opera moderna. Trattandosi di edilizia "minore", tutto si è compiuto senza che nessuno intervenisse per salvare quella testimonianza di fede oltre che memoria storica per tante generazioni.
Dove, in uno scenario naturale e fortemente emotivo, si rappresentava “La Pigghiata “ , dove tanta gioventù “ si incontrava “ per giocare o amoreggiare. Dove quel monumento di Vita rappresentava la sentinella per i contadini che a pochi metri raggiungevano la casa del Medico e li si fermavano per darsi “una rigistrata e mettere le scarpe” .
E insieme al Calvario , in quel periodo di scempio , tanti piccoli capolavori di arte popolare finirono di essere. Demoliti alcuni trafugati altri.
In animo si stà ripercorrendo , la nostra , l’associazione kalokrio e il sostegno di altri cittadini , la voglia di rimetterlo in vita lì e lì com’era. Non sembra tutto semplice ma i “lavori “ sono in corso e potrebbe essere come si è fatto per le icone.
Gli elementi costitutivi del Calvario sono diverse ma “ noi “ avevamo quella più semplice. Un muro in pietre con pochi accorgimenti decorativi , qualche fila di mattone in alto e in basso una semplice base a ridosso di una “ gambitta “ che quasi sempre, più in basso, diventava lavatoio per le donne del posto.
Durante la rappresentazione del Venerdi Santo questo monumento rappresentava qualcosa di sacro e la processione si fermava in questo luogo con una intensa simbologia religiosa mentre le Tocchite battevano il suono cupo e pesante del legno..
Le tocchite " ufficiali " . Tantissimi anni di battiti. Da don Vito Provenzano a... oggi
Un’ambientazione suggestiva e altamente simbolica , per come apprendiamo dagli antichi, era costituita ,inoltre, dai tantissimi lumini accesi in tutto lo slargo antistante. Tanti bicchieri ,metà acqua e una riga spessa di olio a inumidire uno stoppino che durava acceso quanto bastava.
E non va dimenticata la settimana precedente. La Domenica delle Palme , quando era tradizione portarle , benedette, e spargerle nei campi.
Un rametto di palma veniva messo al capezzale del letto per portare la pace in casa ed altri venivano appesi sull’uscio.
Quando c’era un temporale, le nostre nonne, invocando Santa Barbara, bruciavano alcuni rametti benedetti e buttavano il pane della Cena per farla calmare, mentre i nostri nonni portavano le palme benedette,come si è detto , anche in campagna e le spargevano per i campi affinché fossero abbondanti i frutti della terra.
LE PALME DEI BAMBINI
I più piccini, in braccio alle loro mamme, portavano a benedire una Palma particolare.
Era fatta di canne a forma di conocchia, era rivestita di carta velina colorata e caricata di tanti bei dolci: caramelle, cioccolatini, animaletti fatti con pasta di caciocavallo. Chi non ricorda il cavalluccio con quelle asticine di canna ?
Le Palme dei bambini erano veramente una nota festosa
Il Calvario , dove ancora esiste , al di la del significato religioso , forse potrebbe rappresentare, ancora, qualche utile elemento dell'immenso patrimonio della civiltà contadina, nella sua infinita varietà di rappresentazioni .
Sono cultura gli usi, le tradizioni e le testimonianze di religiosità che si incontrano ancora nelle nostre campagne , lungo le strade e nelle case piccole e caratteristiche dei nostri contadini che , per tanto tempo, sono state via di comunicazione e di reciproca solidarietà. Affinchè non restiamo tutti "senza memoria" si è voluto scrivere così di questo Venerdì Santo,non troppo frequentato, per mancanza di fede e di persone.
Anche su monte contessa non c'è più questa croce
Natuzza Evolo
francocasalinuovo ass. cult KaloKrio www.jacursoonline