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Io e Te,Meridione

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“  Ecco, / io e te, Meridione, / dobbiamo parlarci una volta,  / ragionare davvero con calma, / da soli /, senza   raccontarci fantasie / sulle nostre contrade.

 

 

Ecco,

io e te, Meridione,

dobbiamo parlarci una volta,

ragionare davvero con calma,

da soli,

senza raccontarci fantasie

sulle nostre contrade.

Noi dobbiamo deciderci

con questo cuore troppo cantastorie.


Franco Costabile


 


A cinquant’anni di distanza, la poesia “sociale” di Costabile continua a colpire, a chiamare, a scuotere gli animi, benché i suoi temi e le sue situazioni siano quelli di un mondo scomparso, fuori della memoria, al meno di quella visiva ed immediata,

Jacurso : Manifestazione per il lavoro

Il Sud

Bisogna trovarsi al Sud per scrivere sul Sud. Non perché bisogna cercare chissà quale ispirazione, ma perché solo entrando fisicamente dentro le sue contraddizioni è possibile cogliere del Sud la natura contorta, senza farsi trascinare dalle immagini da cartolina che troppo spesso condizionano l’atteggiamento di colui che da lontano vorrebbe aprire un discorso sulle ‘sue’ terre.

Riportiamo quanto scrive  Tommaso Greco su «Laboratorio Camenzind» dedicato a Maledetto Sud. del prof .Vito Teti


Così scrive Tommaso Greco

Le contraddizioni del Sud sono quelle che è possibile sperimentare quotidianamente nei luoghi bellissimi deturpati dalla spazzatura, oppure nella grande capacità di donare e di ospitare manifestata da gente che, nel medesimo tempo, alimenta coi suoi comportamenti pratiche ai limiti della legalità. Ma ci sono dietro contraddizioni strutturali, che vengono da lontano. Ne parla con passione lacerata e lacerante Vito Teti nel suo libretto Maledetto Sud, pubblicato nel 2013

E’ trascorso pochissimo tempo da quando sul nostro sito ci è parso doveroso riportare  il pensiero  del nostro conterraneo Franco Costabile attraverso alcune sue poesie. Scriveva, anche ,  il poeta calabrese di Sambiase : “Ecco, / io e te, Meridione, / dobbiamo parlarci una volta, / ragionare davvero con calma, / da soli, / senza raccontarci fantasie / sulle nostre contrade. / Noi dobbiamo deciderci / con questo cuore troppo cantastorie”.

Forse il grumo sanguinante ed amaro del Sud è tutto qui, nel significato di questi versi aspri e malinconici. Forse la questione meridionale, oggi, sta proprio nella mancanza di dialogo vero tra gli uomini del Sud, da un lato, ed il loro mondo, dall’altro. Così scrive Francesco Bevilacqua .Un mondo – quello dei paesi, delle campagne, delle città del Meridione – troppo idealizzato e, nello stesso tempo, troppo denigrato.

In balia delle ultime vicende politiche , si riportano questa volta , le riflessioni di un altro grande di San Nicola da Crissa : Il Prof. Vito Teti

 

La sinistra, la questione meridionale e il grottesco Pd calabrese

Da anni era ormai chiaro che bisognasse cambiare radicalmente politiche, parole, progetti e gruppi dirigenti. Non è stato fatto. Non sono state mai ascoltate le voci critiche di chi pensava a una nuova sinistra che interpretasse, rappresentasse, esprimesse i bisogni, le paure, i desideri dei ceti più poveri, dei ceti medi impoveriti. A una crisi “ideale” e “ideologica” che comincia con il crollo del Muro si è risposto con scelte neo-liberiste; a una crisi economica mondiale con comportamenti corrotti; a un vento di destra e xenofobo – con tentazioni autoritarie e antieuropeiste, nazionaliste – con risse interne, lacerazioni, divisioni, guerre intestine. Chiamiamo le cose con il loro nome: questo è l’esito di una lenta agonia, di un suicidio da tempo perpetrato. Pd, Leu e altri sono i responsabili di questa sconfitta che però parte da lontano.

Quanto è accaduto in Calabria, dove solo tre anni fa Oliverio è stato eletto quasi con un plebiscito, è comico, grottesco, vergognoso. Un Pd che si è diviso, lacerato, frantumato per mere logiche di potere e per interessi di clan e di famiglie ristrette. Un gruppo di irresponsabili, boriosi, ignoranti che hanno giocato con il malessere dei calabresi.

E perché non dovrebbe starci il voto di protesta, di ribellione, di liberazione di quanti hanno pensato di mandare tutti a casa con il voto ai 5 stelle? E quello che più fa male è vedere che nella Calabria insultata e denigrata Salvini raccolga molti consensi.

La Le Pen manda un messaggio di avvertenza all’Europa esultando per il successo della Lega e per il trionfo dei 5 stelle. Mi sembra il migliore commento. Hanno vinto nel loro insieme le forze populiste, variamente colorate, e questo va detto senza disconoscere anche le giuste istanze e motivazioni concrete di chi ha fatto questa scelta. Le due Italie (al Nord la Lega e al Sud i 5 stelle) si sono disunite o si sono incontrate anche nella paura dell’altro? Chi ha sempre voluto il cambiamento a favore della gente si è trovato sempre dinnanzi a un “che fare”: già, che fare?

Che fare ? Prendere atto di una sconfitta tenacemente perseguita, in un mondo che vira a destra e in crisi, congedare definitivamente i gruppi dirigenti, nazionali e locali, degli ultimi venti anni, avviare un processo lento di ascolto e di rigenerazione politica e morale. Se resta un sussulto di dignità e di memoria di sinistra nei protagonisti di questa disfatta (da Renzi a D’Alema a Bersani) è giunta l’ora che si autorottamino loro e non pensino lontanamente a partecipare al governo.

La sinistra (larga) stia all’opposizione, lontana dal potere, dagli affari, dalle banche, dalla corruzione e faccia pratica di astinenza, digiuno, sobrietà (siamo in Quaresima) per meglio capire chi soffre e ha bisogno.

Chi ha vinto deve governare, senza dubbio. Chi ha preso i voti della gente del Sud non può che indicare una possibile via di soluzione per la “questione meridionale”. Su questo terreno deve incalzare una nuova sinistra, nuovi soggetti democratici, che esistono e non si sono riconosciuti né in chi ha vinto né nei dirigenti che hanno, con disagio, votato. Una sinistra di opposizione, plurale, antiliberista, se esiste, deve fare un bagno di umiltà e di purificazione, deve ripartire dagli ultimi, dalle schegge, dagli scarti e deve essere capace di fare immaginare un futuro. Forse è tardi, forse non c’è più tempo, ma la storia non si è mai fermata e le scelte vanno compiute giorno per giorno, mai una volta per sempre.

Di tutto questo bisogna ragionare con pacatezza, senza rancore, con sguardo prospettico, ma intanto ognuno di noi è un partigiano, un testimone, che può – nella società, nella vita, nei paesi, nelle periferie – che può contribuire a costruire nuove pratiche politiche e piccole utopie quotidiane.

Non ci resta che partire da quello che resta di tante rovine e macerie e, con nuovi materiali, nuove pratiche, con nuovi uomini  e con altri compagni di strada, riprendere il cammino .

Anche nelle periferie  e nei piccoli paesi. Anche a Jacurso


 

tratto da :        Redazione Altro Corriere 5 marzo 2018


Pesca :Nord e Sud ...ad armi pari

Ecco,

io e te, Meridione,

dobbiamo parlarci una volta,

ragionare davvero con calma,

da soli,

senza raccontarci fantasie

sulle nostre contrade.

Noi dobbiamo deciderci

con questo cuore troppo cantastorie.

Franco  Costabile

 

 

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