Notizie Scorrevoli

ALI SUL MEDITERRANEO

ALI SUL MEDITERRANEO Per il terzo anno co... Read more

Enrico Mattei

  Enrico Mattei Alle 18,40 del 27 ottobre 1... Read more

E' Deceduto

a Portogruaro Antonio Moio Read more

E' Deceduto

Il Prof. Fruci Giuseppe   Read more

Aspetta e Spera

È passato più di un mese dall’alluvione che ... Read more

E' Deceduto

Il nostro concittadino  Pietro De Vito Read more

Tre Poesie

Oggi, in non pochi poeti calabresi che scrivono... Read more

E' Deceduta

La sig.ra Angela D'Amico ved. Braccio Read more

Tre Poesie

Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 

 

 

 

 

 

TRE POESIE

Na bella Rosa  -  Mastru Brunu  -  Vinni apposta mu ti  dicu

Chi dice che ci sono belle donne ,lo dice solo con parole .Perché le donne bisogna amarle e rispettarle  . “Tu sola sembri bella agli occhi miei e cresci come il mare,  onda dietro onda, e tu più cresci e più ti fai bella. “

 

’Nta sta ruga ’nci sta nna bbella rosa


’Nta sta ruga ’nci sta nna bbella rosa

e nnujhu  mu la tocca ché  la mia.


E si ’nc’e ’ncunu chi pretende cosa

mu si la caccia de la fhantasia

la capu chi bba ’nciéilu ’nterra posa

guarda quantu ’nda fhà la… ggelusia!


Ca  pè amare a ttia fhaccia de rosa

no la fhurnu e nnò la vita mia.

 

In questa strada c’e una bella rosa / e nessuno la tocchi, perche è mia/ se c’è  Qualcuno che la pretende / che se la tolga dalla fantasia / La testa che va in cielo, poi posa a terra, / guarda quante ne fa la gelosia, / che, per amare te,faccia di rosa, / non la porto a termine, no, la vita mia

……………………………………………………

MASTRU BRUNU

Mastru  Brunu ,non era di professione un musicante e infatti era mastru scarparu. Nei piccoli paesi tutti erano musicanti ed anche in un piccolo ambito come il nostro chi non suonava uno strumento !

Addirittura avevamo due bande ma come nella tradizione , l’una contro l’altra armata .L’ultima ondata fu meritevole per l’impegno dei giovanissimi che frequentarono la scuola di Musica “ ma ancora prima era arrivato l’impegno del Prof. Teodoro Vallone che non tralasciò un solo ragazzino per avviarlo alla conoscenza delle note e alla capacità di suonare uno strumento.

Nella Via Marconi ,edificio scuole Elementari , era un miscuglio di pipitipù a volte fastidiosi.Trombe,clarinetti ,trombone tutti insieme . Ma nessuno lamentava niente.

E in ogni casa  , strada ,  specie al pomeriggio, scattava l’ora dell’esercitazione dopo aver fatto i compiti o aver messo a posto  gli impegni di campagna ,muratore o falegname.

Di fatto si potevano annotare i progressi e dare i voti al trombone , sassofono,clarinetto

Mastru brunu tirava la vita aggiustando scarpe o “ facendole “  come si diceva , su misura.      Amava la musica e, soprattutto, il gruppo dei bandisti che si era  formato insieme a lui e che con tanto entusiasmo condivideva le feste i paese . La passione per la musica, ovviamente ,  lo induceva ad esercitarsi costantemente e quotidianamente con il suo strumento preferito: Lu Bombardinu. Infatti, prima di partire per una festa di paese, lo si vedeva dietro la finestra a provare e riprovare ripetutamente le marce e i pezzi musicali.

A volte ,però, si creano situazioni imbarazzanti quando queste esercitazioni durano a lungo, diventano ripetitive e turbano ,come si dice oggi , la privacy.

Mastru  Brunu

Mastru brunu nesciu pacciu.
s
'accatiau lu bombardino,
si rivigghia ogni matinu:

pu, pu, pu, pu, pu, pu, pu.

Tt'incumincia cu' li scali,
prima vasciu e doppu atu, .
pua si ferma, pigghia hlatu,
pu, pu
, pu, pu, pu, pu, ru

E pe' uri pupulijia,

piditandu 'ntra 'u bucchinu
de 'stu cazzu 'e bombardinu.
pu, pu, pu, pu, pu, pu, pu.

Li tri amici chi tenia
s'indajiru disperati,

de pernacchi tartassati,
pu, pu, pu, pu, pu, pu, ru

Puru rosa, sventurata,
fidanzata de sia anni
scappau verzu li muntagni
p'o pu
, pu, pu, pu, pu, ru

Cu' diessis e sibemolli
rimbambiu lu vicinatu
,
de la casa fu cacciatu,
p'o pu, pu, pu, pu, pu, pu,

Mo si trova sulu e affrittu,
campa e dorma duva vena,

 

 

 

…………………


 

In tutto il Sud d’Italia  la ‘fujitina’, nome accattivante ,intrigante e simpatico, significava la fuga che due giovani innamorati  “intraprendevano “ per porre l’ufficialità ad un rapporto ancora non legalmente ( e religiosamente ) riconosciuto.

Le motivazioni erano molteplici e ‘Ntuani stava imbrigliato in una di queste   difficoltà.Se ,dopo una notte insonne , arriva a proporre questo espediente  alla ragazza  della quale è innamorato avrà pensato a “ scapparsela “ ed è ansioso a proporre la soluzione.

A volte  presi dalla incoscienza dell’età ,a volte invece, per sposarsi in fretta e furia, magari perché la famiglia non approvava l’unione, perché vi erano dei contrasti tra congiunti, o perché la ragazza si ritrovava incinta. Ma non solo.

“Perché , più anticamente , questo fenomeno di costume riguardava anche i ceti più abbienti, e, soprattutto, non era una pratica che veniva portata avanti di nascosto, bensì molto spesso organizzata in concerto, con parenti e genitori. Questo perché una volta, le famiglie erano notevolmente più numerose; le prime a sposarsi erano le figlie, poi i maschi, in ordine d’età.” E con cinque / sei figlie femmine ...il turno per i maschi non sarebbe arrivato mai....se non ricorrendo alla fujitina . In questo caso si sarebbe trovato 'Ntuani " . E , se messa in atto , si sarebbe potuto dire " si lu 'scappàu "  . Pettegolando alle fontane si conoscevano, infatti ,  tutte le storielle del paese (specie quelle amorose ) e stavolta sarebbe  stata  " Lei "  , se più determinata e vogliosa  , a risolvere l'ardore de 'Ntuani " con la fujitina.

Non bisogna  dimenticare che la dote era  “ la Robba “ fondamentale per fare un matrimonio e ricordare che un matrimonio spesso “saltava “ per una “Coddara “ o per una " Quartucciata di Terra " promessa e non mantenuta.

I maschi ,inoltre , erano forza lavoro per la campagna ed egoisticamente conveniva tenerli a casa.

Le famiglie abbondavano di figli e non tutti si potevano permettere ancora altra  dote e neanche un altro  matrimonio. Pensare a una famiglia con otto o dieci figli/e giustificava il detto “ Figlia ‘nta la fhascia , ..dote ‘ntà la cascia “.

Entrava, allora , in campo la ‘fuitina’, una maniera molto funzionale che avrebbe consentito alle proprie figlie femmine una posizione da maritate senza dote e spese  e mettere a tacere i pettegolezzi di paese.

Normalmente, alla ‘fuitina’ occorrevano solo poche ore perchè era stata articolata bene e quindi era solitamente breve con il coinvolgimento di parenti o amici  prossimi che offrivano alla giovane coppia il luogo dove  rifugiarsi … molto spesso vicino casa.


 

Vinni apposta ‘mu ti dicu

Passaru li vindigni e li simienti *

e Ntoni non volìa sapiri nenti.

Pigghjiava mu mbene  lu Natale,
ma ijhu tostu, cchjù di nu cuzzune . *

A Peppi, poi, li vinne nta la ricchji
ca ihìa pemmu fhà li scaddatiajhi *

lu jornu doppu, all'arva la matina,
pe' jhà lu furnu di cummari Nina
.

Li fhici longa posta nta lu vicu, e jhà

li dissi: "Vinni apposta mu ti dicu

c'a mu tagghjiamu chista cancarena,
cumbene mu ni fhacimu la fujìtina!
",

Ijha, ciangiendu pe' la mala sorta,

mi disse: "Non lu fhazzu mancu morta!

Si ‘nza mai Dio non ti maritarìa,
pe' lu cummentu pigghjiarìa la via!

Quantu ti vuogghjiu beni non lu sai,
ma chissu passu non lu fhazzu mai"
.

Peppi, cu fhare tantu scumportatu,

li rispundìu: "Non sugnu rassegnatu!".

Sentenu la novena di luntanu
ed ijhu duce  li ten
ìa la manu;

prima mu vai pe' li scaddatiajhi

pe' strina li dunàu dui ricchìini *

* stagioni agrarie * testardo (cresta rocciosa di una collina)   *frittelle tipiche natalizie intrecciat * orecchini a forma di cerchi

Banner

Banner
Ora Esatta
Immagine casuale
jacurso-6.jpg
Chi è online
 34 visitatori online
Sondaggi
Quale sezione ritieni più Interessante