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I Mestieri di una volta

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I mestieri di una volta

Tra i mestieri che non son mestieri ma una  valida opportunità ,una invenzione  per  intascare qualche lira c’era  (e adesso non c’è più) :  Il faccendiere e  Lu mastru fhjrma.

Faccendiere :    mestiere svolto da una persona maschile senza arte  che si prestava a piccole incombenze . Favori in qualche modo retribuiti. Andare a prendere le medicine,portare un fagotto ad una commare,un paio di scarpe dal calzolaio. In cambio si otteneva un bottiglia di vino o di olio,grasso ,una salsiccia o qualche soldo a seconda i favori o il lavoro prestato. Spesso pulire un locale da robaccia ingombrante , sporco  oppure spostare legna ecc.

Mastru fhirma. Con  l’avvento delle pensioni si inventò questo espediente per intascare qualche soldo. Per riscuoterla bisognava avere due testimoni. Poteva svolgerlo chi sapeva scrivere il proprio nome e cognome. Ci si “appostava” di buon mattino vicino la Posta e si aspettava la chiamata…’a cumpà me la mintiti ‘na fhirma…’ca  cuamu ‘nò cummare mia. Qui ci scappava l’obolo in soldi …di quelli appena intascati

Acquaiola : non avendo la possibilità di usufruire dell’acqua in casa (sino al 1968)alcune donne trasportavano per l’intera giornata acqua  con particolari recipienti (vozze e varrili)

Benestante    : nei registri del comune allo stato civile  si riscontra…di professione   …benestante

Casalinga : abitualmente le donne lavoravano. Restavano in casa le mogli e figlie femmine dei proprietari  o chi viveva di rendite. Uomini e donne potevano dichiararsi  “civili “

Civile : Vedi casalinga. Quando la famiglia godeva di un buon patrimonio e quindi con redditi che consentivano una vita meno pesante si dichiaravano “civili”ostentando un titolo che non avevano

Cochera : di donna abile nel saper cucinare. Per particolari momenti era chiamata per far bella figura . Prime promesse, matrimoni  e battesimi erano le occasioni tra i benestanti.

Fanghera: donna che impastava paglia e argilla per fare blocchetti per  costruzioni

Ricamatrice :tutte le ragazze imparavano il ricamo. Forse non proprio tutte tra quelle che abitavano o lavoravano in campagna. Chi andava alla maistra (poche) lo diventava.

Tessitrice :non tutte le donne potevano fare la tessitrice. A chi proprio piaceva e poteva farsi fare il telaio imparava a tessere le coperte di lana o le lenzuola di lino o jinostra.

Attendente a casa : di professione …attendente a casa si trova nei registri del lo stato civile. Una voce strana ma pronunciata dal dichiarante. Aspettava a casa ,benestante,il matrimonio.

Lavandara : Si nota nelle famiglie che potevano permettersi questo comodo. Mancando l’acqua le mogli dei benestanti si facevano lavare i panni dalle lavandare all’acqua pulita del fiume Pilla o di Rhodio. Benestanti erano pure le mogli con il marito  in America

Manganatura : il mangano,arnese per sfibrare il lino o la ginestra,dà il nome a questa professione esclusivamente femminile. A questa si accoppiava anche la Cardatura (uso del cardo)

Mammana : tipica figura femminile che assolveva alla necessaria assistenza della donna partoriente . Il termine si protrasse anche quando ormai la Levatrice e poi L’Ostetrica avevano sostituito questa figura così importante per tante generazioni

Maistra  Sarta :questa professione suscitava ammirazione e interesse. La maistra  cuciva su misura le gonne,i corpetti ,i bustini,le gonnelle,il Panno e tanti altri addobbi delle donne. In particolare creava l’abito della  sposa  e si distingueva ai matrimoni quando dopo averlo cucito lo faceva indossare alla ragazza che andava in sposa

Mestieri  Maschili

Bandiari : Era colui che avvertiva la popolazione di una notizia. Poteva essere  “lu trajinu  ‘de li pisci o il mercante de li panni. Poteva scapparci la diffida a non tagliare alberi “…saranno denunziati senza riguardu “. Il bandiere poteva essere anche privato. Quello pubblico dipendeva dal Comune

Benestante : si diceva così o meglio quando un soggetto  dichiarava alla voce …di professione ….Praticamente non aveva professione perchè …stava bene.

Bracciale : colui che non aveva professione ,o meglio ,mestiere. Aveva di fatto le braccia per svolgere un lavoro. Più tardi diventerà manuale oppure operaio

Conciapelle : conciava le pelli degli animali. I cacciatori erano tanti e le pelli di certi animali come la volpe  e la lepre erano abbastanza utilizzate.  Principalmente si conciavano  le pelli delle capre,capretti e bovini.

Critaru : saper costruire arnesi per il fabbisogno famigliare con la creta Pignate Tiastu e Piatti , Piriatti, ,Vozze e Vozzarejha ,Lancejha e Giarri

Colono  o celunaru : A chi  i benestanti e proprietari fittavano o davano a coltivare la terra

Mastru fherraru –  (fabbro ) : un mestiere duro per la natura del lavoro. Fuoco e ferro erano i compagni  di viaggio per tutta la giornata. Dalla zappa alla serratura,dalla ringhiera alla grata della finestra .La bottega era un luogo piacevole di compagnia durante l’inverno.  Il Fuoco scaldava l’ambiente ed una mano ogni tanto  necessitava.

Massaru : Figura tipica del mondo contadino.  Era colui che possedeva una buna disponibilità di terreni destinati a diverse colture. Seminativo, pascoli, alberato , boschivo , vigneto ecc . Quindi una buona produzione per  grandi raccolti da ammassare. Buon partito per una ragazza in cerca di marito. Spesso però i figli dei massari si sposavano tardi per non disperdere facilmente il patrimonio del genitore  . Salvo che si combinavano matrimoni tra massari .In tal caso erano pure precoci per la fretta di ingrandire i patrimoni terrieri e potenziare la ricchezza e il prestigio sociale

Mastru murature : il mastru muratore costruisce principalmente le case. Socialmente non è una figura eccelsa ma si eleva al di sopra dei bracciali e si colloca tra le persone di rispetto essendo “ Mastru “ cioè titolare di un mestiere di professione.

Mastru Sartu :Rispetto sociale come per tutti i “ Mastri “ .A Jacurso veniva così chiamato , diversamente come negli altri paesi vicini ove spesso si chiamava anche mastru custuriari. Cuciva pantaloni , giacche di fustagno e mantelli.

Mastru Falegname :sempre col rispetto di essere mastru,si interessava a costruire casce  e   casciuni  per  le case del paese e di campagne in particolare .Richieste erano    anche  le tavole da pranzo ,gli armadi o spuntuniari per i matrimoni. Provvedevano anche alle casse da morto per le persone decedute.

Mastru d’ascia : Figura non meno apprezzata del falegname ,il maestro d’ascia era di fatto un …fa-legname. Colui che faceva concretamente il legname ricavandolo dai tronchi degli alberi. Sapeva fare anche decorazioni e modellare il legno per tanti usi come per i mulini per esempio o mobili particolari come una poltrona.

Mastru nquatrature : Altra figura interessata alla lavorazione del legno .Svolgeva la sua attività a lavorare il legno grezzo e ottenere le tavole dai tronchi che si tagliavano nei boschi. Altro gran lavoro consisteva nella preparazione dei tronchi d’albero che servivano a costruire il tetto  ed i solai in legno delle case

Mastru scarpellinu : Lavoratore della pietra si adoperava con maestria a cesellare le colonne degli ingressi per i palazzi,chiese o le soglie dei balconi . Le macine dei mulini e la loro manutenzione,le croci in pietra erano il loro saper fare opere d’arte.

Spaccapiatri : lo spaccapietre andava di passo con lo scalpellino preparandogli il masso da scolpire. Preparavano anche le pietre per la costruzione delle case riducendole a pezzature sopportabili per le donne che li trasportavano sulla testa o in cestoni sempre sulla testa.

Mulinaru : Professione molto in auge nel mondo contadino era spesso un mestiere di tradizione famigliare. Chi aveva il mulino faceva del figlio il suo successore e perciò a jacurso erano tre,quattro famiglie  “de mulinari “.Caduti in disuso negli anni ’50 i mulini ad acqua ebbero grande merito nel lontano passato provvedendo ad alimentare le popolazioni che si nutrivano soprattutto di farine prodotte dai mulinari. Si moliva di tutto. Il grano,l’orzo,l’avena,i ceci,i lupini,il granone (mais) ‘ndiano,la ghianda ecc. I mulinai ebbero vita dura durante l’ultima guerra ma furono determinanti a produrre la farina di notte per sfamare la gente.

Machinisti : l’olio veniva prodotto nei frantoi o troppiti. Gli operatori a queste macchine idrauliche erano chiamati “ machinisti “.Facevano turni di lavoro massacranti,lavorando anche di notte. Il lavoro era pesante lavorando spesso in ambiente non sufficientemente  luminosi ,umidi e sporchi per l’olio  che ,di per se ,non consentiva un ambiente adatto a farsi pulire..Mangiavano sul posto di lavoro e la loro dieta era essenzialmente a base di faggiola,cipolla ,pane e patate, oltre l’immancabile olio. Tutto prodotto a chilometro  zero e rigorosamente genuino.

Sehjaru : il trasporto avveniva essenzialmente a dorso d’asino e cavallo. Sia le cose da trasportare,praticamente roba sfusa (nelle cesti),attrezzi da lavoro come la zappa ,pertiche ecc .Il contadino sopra “ lu mbastu” e la moglie sul dorso,cioè dietro al marito.  Per questo si costruiva la sella “ lu mbastu “ . A farlo era  questo nostro mastru Sehjaru

Seggiaru : Costruiva le sedie. Fatte con legno di castagno o faggio,il sedile impagliato con maestria e decorato con fantasia e colori ,  era rigorosamente fatto con  lamine ,di particolari vegetali ,intrecciate e raccolte nelle zone umide.

Pignataru : faggiola,ceci ed altri legumi erano bolliti al fuoco in particolari “commidi “ che localmente erano costruiti da questo artigiano che di professione svolgeva l’attività principale di contadino o altro non essendo remunerativo fare solo” pignate “e altri “argagni”.

Coddararu : Questa figura a Jacurso no L’ho mai incontrato alla voce …di professione…. Quasi certamente veniva svolta come lavoro accessorio da altro professionista come il ferraro. Si incontra tuttavia in alcune descrizioni perciò si comprende come non fosse attività principale come quello del “pignataru” e dell’”ombrellaru”.

Umbrellaru : poco usato nel lontano passato,veniva svolto nel primo novecento. Come per il mestiere di “Coddararu”era un mestiere accessorio  .Spesso erano forestieri a fermarsi una mezza giornata per le riparazioni. Giravano nel paese  “…Jettavanu lu bandu …passa lu coddararu …passa l’ombrellaru “

Crastature : mestiere non principale. Era esercitato dai contadini particolarmente portati per questa  …” Operazioni a crudo “ sui maiali. Operazione necessaria per almeno due buoni motivi. La crescita e il sapore della carne senza il  “sentito  “ di urina. Tra contadini era abituale  lo scambio di queste cortesie quando la solidarietà era ancora un valore.

Sampavularu : solo qualche emulazione nel nostro paese. I sampavulari venivano da fuori e d erano una forte attrazione per vedere i serpenti. “Ciarmavano “ le persone contro i morsi dei serpenti e allontanavano questi  ultimi dalle case

Carvunaru : a jacurso “ LI Carvunari“sono esistiti sino agli anni 50 e tramontati  negli anni 60 con l’avvento di altre fonti di calore. Tutt’oggi ,tuttavia,alcune anziane donne utilizzano  il carbone che portano i carbonai di  Cenadi.

Zappature : i Trattori meccanici dagli anni 60 hanno sostituito l’immane lavoro degli zappatori. Questi partivano prima del sorgere del sole e tornavano dopo il tramonto .Da buio a buio. A piedi all’andata e a piedi il ritorno ,scalzi e con la zappa addosso. Scriverlo non costa fatica ma andare a Bongioanni , Curcello , Galiano e  “ a li chjani de Vina “ sarà stato ogni giorno pesantissimo …eppure…si faceva..

Putature : non era una professione giornaliera. Si svolgeva  quando era tempo di pota. Si esercitava pertanto unitamente ad altra professione quale quella del contadino

Varviari : Non era una professione giornaliera :spesso si esercitava insieme alla professione di sarto. Nel mondo contadino si svolgeva  in solidarietà tra quelli della stessa contrada

Capihjaru : Veniva esclusivamente da fuori.  Da Maida e da Pizzo. Prendevano capelli di donna scambiandoli con ferretti,ferrettini, pettini,aghi.

I seguenti ultimi mestieri erano svolti in modo secondario da uomini che avevano come attività principale quello del contadino

Carriari : avevano il mezzo di trasporto principale per quei tempi: il carro. Trasporto di persone e cose a secondo le necessità. Si trasportava la sabbia per i muratori. Si trasportavano i generi alimentari da Pizzo e da Nicastro. Si andava a mare a Pizzo .Trasportavano la dote quando le distanze erano consistenti. I carrari erano abitualmente contadini o massari.

Mulattiari : Abitualmente di professione bracciali (poi manuali ) arrotondavano ,con questo mestiere ,la professione trasportando  materiali come pietre ,sabbia e legnami nelle zone impervie dove la forza dei muli  era determinante.

Ciaramitaru : le tegole abitualmente si prendevano fuori da Jacurso col carro.  C’era , tuttavia, qualcuno che li faceva sul posto non tanto ricco di argilla

Ciucciaru : Per lavori di mezza fatica veniva usato l’asino. Trasportare frasche ,carbone e materiali poco pesanti era l’animale più adatto dopo il mulo .I contadini lo utilizzavano per andare in campagna

Bovaru :  Oggi il trattore ha fatto dimenticare questi animali infaticabili. I terreni venivano rivoltati  esclusivamente con l’aratro trainato dai buoi. Successivamente era la forza dello zappatore  a rivangare il terreno

Vaticale : In questo mestiere era ancora la forza paziente dei buoi a esercitare lavori pesantissimi come quello di trainare tronchi pesantissimi in salite e viottoli impervi dei burroni. Era la forza  muscolare  del collo e delle zampe a sollevare e trascinare gli enormi tronchi

 

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