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Filoxenia - Quel che Resta del Bello

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Patrizia Giancotti -Antropologa Scrittice

 

 

Filoxenia di Patrizia Giancotti

Quel che Resta del Bello

 

In greco moderno significa buono. Ma "Kalós", originariamente significava bello, una bellezza da sempre correlata alle categorie dell’opportuno e del giusto, fino a diventarne sinonimo. Ciò che è bello per gli antichi greci è dunque anche buono, giusto e veritiero. Non sembra facile il compito di ritrovare questa concomitanza di valori nell’itinerario magno-greco che ho disegnato in Calabria.

Ci si trova senza fiato di fronte alla bellezza, si incontrano custodi della sua salvaguardia e contemporaneamente si attraversa il triste scenario architettonico del noto “incompiuto calabrese”, che diviene concetto antropologico, storia, chiave di lettura. Che cosa resta, dunque e cosa abbiamo perso per sempre?

Da antropologa itinerante mi porterò dietro questa domanda, iniziando da Reggio Calabria, la città che arriva a stordire per la sua energia contrastante. D’altra parte dopo milleduecento chilometri di corsa proprio qui davanti si scontrano due mari e lo Stretto li contiene espandendosi in profondità fino a duemila metri, mentre la città ci mostra dal suo sontuoso palcoscenico lo spettacolo delle sue acque bizzose, traboccanti di miti.

Tutti sanno che fu l’oracolo di Delfi a indicare ai Calcidesi dell’isola greca di Eubea il posto esatto dove fondare Reghion nel 730 a.C.," Dove l’Apsia, il più sacro dei fiumi, si getta in mare , troverai una femmina congiunta a un maschio: lì fonda una città (…).” Alla foce del fiume una vite intrecciata a un fico selvatico furono il segno profetizzato dall’oracolo. Peccato non resti nulla a raccontarlo.

di Patrizia Giancotti

nella foto Cinzia Costa


 

Sono Libera

Non mi aspetto nulla. Non temo nulla. Sono libera.

Filoxenìa - L'accoglienza tra i Greci di Calabria·Sabato 5 agosto 2017

Tra i vasi policromi e le sirene di terracotta spunta Greta Policheni anni diciassette, che partecipa con il liceo Mazzini di Locri al progetto alternanza scuola lavoro. "Mi piace lavorare qui, scoprire da vicino le cose che abbiamo in comune con il passato magno-greco, l'importanza del ruolo delle donne, ad esempio, la devozione verso Demetra e Persefone, il fatto che Locri, insieme a Sparta, fosse una delle pochissime città greche in cui le donne partecipavano a gare atletiche". Oggi Greta indossa una maglietta con una scritta in greco del poeta Nikos Kazantzakis: "Non mi aspetto nulla. Non temo nulla. Sono libero".

Alcuni pezzi del museo sono indimenticabili: un tenero bacio tra amanti in terracotta, il serpente-gallo con cresta e bargigli attributo della dea Demetra e un'elegante figuretta in bronzo che indossa un peplo morbido e saluta affabile con ampio gesto della mano. La statuetta, parte frontale della maniglia di una porta, era un segno di benvenuto per il viandante che ritrovo nell'accoglienza di Laura Delfino, responsabile dei servizi educativi in collaborazione con la restauratrice Antonella Ursino.

"Dopo uno dei nostri seminari, la più bella soddisfazione è sentire un bambino che dice alla mamma "da grande voglio fare l'archeologo", o constatare l' impegnano dei ragazzi dell'istituto alberghiero alle prese con antiche ricette e laboratori, iniziative anche finanziate con la vendita organizzata dei frutti del nostro aranceto".

Di Patrizia Giancotti

da “Gattopardo” di Luglio

nella foto Greta Policheni


 


Rinascimento d'Aspromonte

 

“Rinascimento d’Aspromonte” l’iniziativa prende il via con il restauro de l’Annunciazione di Gagini

Con il restauro dell’Annunciazione di Antonello Gagini della Chiesa di S. Teodoro Martire di Bagaladi prende avvio il progetto “Rinascimento d’Aspromonte”, promosso dal Comune di Bagaladi e finanziato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, nell’ambito del programma denominato “Miglioramento dell’offerta culturale del Parco Nazionale dell’Aspromonte – Azione 2 – 2015”.

Le azioni del progetto, svolte in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, la Parrocchia di San Teodoro Martire di Bagaladi e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabra e la provincia di Vibo Valentia, sono finalizzate alla tutela e alla valorizzazione delle sculture mariane rinascimentali nonché al vasto patrimonio etnografico connesso al culto alla Madonna, ancora oggi perpetrato dalle comunità che popolano la montagna più Sud della Penisola italiana. I lavori non potevo quindi che prendere avvio dal capolavoro d’arte più significativo del Parco Nazionale dell’Aspromonte: il gruppo scultoreo dell’Annunciazione che si conserva nella chiesa bagaladese.

L’opera, commissionata nel 1504 da Jacopo Verduci per la perduta chiesa dell’Annunciazione di Bagaladi, è da considerare il primo esempio della carriera di architetto di Antonello Gagini, l’artista che inaugurò il Rinascimento nelle terre calabresi. Dopo il terremoto del 1908 il gruppo scultoreo era stato trasferito dalla chiesa dell’Annunziata, proprietà della famiglia Pannuti fin dall’Ottocento, al nuovo edificio ecclesiastico di San Teodoro Martire, consacrato nel 1936.

Da allora l’Annunciazione del Gagini è rimasta ad appannaggio esclusivo di studiosi ed appassionati del settore, lontano dalle mete turistiche più ambite della Calabria, nonostante sia da considerare tra i capolavori d’arte più interessanti che la regioni conservi. Tali circostanze motivano gli obbiettivi del progetto deputati a valorizzare il patrimonio storico artistico rinascimentale presente nelle terre aspromontane, custodi di un corpus straordinario di sculture marmoree, alcune delle quali autografe del Gagini.

In Calabria lo scultore ha infatti lasciato decine di opere, divenute modelli indiscussi nella sua formidabile carriera. E’ il caso del gruppo scultoreo dell’Annunciazione di Bagaladi, prototipo di future e analoghe composizioni in tutta la Sicilia e attualmente al centro di un delicato restauro condotto dalla ditta Materia e Immagine di Pasquale Faenza, con la collaborazione tecnica dei tirocinanti dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila e del CESMA, ente di formazione piemontese specializzato nel campo dei Beni Culturali.

I lavori sono stati preceduti da una attenta campagna di indagini scientifiche, eseguite dal Laboratorio di diagnostica per i beni culturali di Spoleto, centro di eccellenza del MiBACT. La diagnostica aiuterà a comprendere la natura dei pigmenti nonché l’entità delle dorature che in origine impreziosivano la superfice lapidea, esaltata non soltanto dalla gradina e dello scalpello ma anche dai rifessi dell’oro e dalla sfumature dei colori.

Sono questi aspetti di fondamentale importanza per lo svolgimento del cantiere di restauro, pensato per essere fruibile dal pubblico grazie alle visite guidate curate dalla Società Cooperativa Grecale tutti i Sabati dalle ore 11:00 alle ore 13:00 e tutte le Domeniche di Agosto dalle 16:00 alle 18:00. Inoltre, giorno 6 Agosto 2017, è prevista una apertura straordinaria serale dalle ore 19:00 alle ore 22:00 nell’ambito della festa del Gonfalone che si tiene ogni anno a Bagaladi al fine di valorizzare i prodotti agroalimentari tipici della Valle del Tutto.

Ma il progetto promosso dal Parco Nazionale dell’Aspromonte, non si limita al solo recupero del più elegante manufatto lapideo lasciato dal Gagini in Calabria; contempla, infatti, anche diverse attività divulgative e promozionali, come la realizzazione di un documentario sul restauro dell’Annunciazione, ed una serie di puntate radiofoniche condotte dall’antropologa Patrizia Giancotti sugli aspetti etnografici relativi al culto mariano in Aspromonte.

Saranno inoltre predisposti dei pannelli didattici ai lati dell’opera restaurata, curati dalla ditta Stefano Mileto e tracciati degli itinerari turistici, incentrati sulle sculture di Antonello Gagini e sulle opere rinascimentali conservate nei borghi che coronano la grande montagna calabrese, consultabili tra pochi giorni sul sito istituzionale dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte

 

 

il testo di  " Quel che resta del Bello e Sono Libera  " sono tratti dalla pubblicazione dell'Antropologa Scrittrice Patrizia Giancotti che ringraziamo .

Rinascimento d'Aspromonte " è tratto  dal sito Stril/città

 

 

 

 

 

 

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