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Tre Poesie

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Un Battito della Nostra Vita

A ttìa  de Pua

E' Giunta l'Ora

 

 

Un battito della nostra vita

Strani desideri,

strane sensazioni.

Paura di andare a fondo nelle cose,

paura di sprofondare in fondo al mare.

Giorni disole,

giorni di buio.

La vita, riserva il futuro sconosciuti).

A volte è come un regalo scartato

o è il regalo che ti scatta la sorte.

A volte, e negli astri che ci affidiamo,

pensando, che le stelle possano leggere

i misteri della nostra storia.

Attendiamo l'infinito

ma 1' infinito è dentro noi,

quando abbracciamo la quotidianità

ed amiamo senza confini.

I secondi non sono un calcolo

ma un battito della nostra vita...

di Ilenia Caabrò

Ilenia Calabrò nasce a Reggio di Calabria il 23 agosto del 1974 e in questa città compie gli studi scolastici. A Milano consegue il titolo di Tecnico dei Servizi Sociali, presso l'Istituto Superiore Paolo Frisi di Milano, approfondendo in campo pedagogico e lavorando principalmente con minori normodotati e disabili. Attiva per molto tempo in Associazioni di volontariato a Reggio Calabria servizi di strada , centri d'ascoIto, disabilità, presta servizio all'interno dell'Istituto Penitenziario di Reggio Calabria in collaborazione con Caritas e UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) forrnandosi e vivendo per diversi anni l'esperienza a diretto contatto con i detenuti .

Assieme ad altri volontari collabora all'apertura di “Progetto amico” un laboratorio dove gli ospiti riuscivano a trascorrere momenti di attività libera realizzando oggetti manualmente molto belli costruendo un momento favorevole per staccarsi dalla prigione dei pensieri. Questa forte esperienza durata circa tre anni con costanza e impegno permette di realizzare un profondo legame con una realtà sociale nascosta e coinvolgente.

Grazie a questa profonda esperienza scrive la poesia “L*uomo Giudica Lfuolno” con il quale nel 2011 partecipa al Concorso Internazionale “Il Federiciano” a Rocca Imperiale ,il Paese della poesia. Successivamente pubblica nel volume XIII Habene Artem la poesia “Non vivere su questa terra”; Pubblica all'interno del libro " Poesie del nuovo millennio”.

……………………………………..

A ttia de pua *

A ttia de pua

Parru cu ttia chi nno ssì generatu,

chi ntà lu mundu ancora hai de venira.

Ricordati de mia chi ssu passatu,

leja sti scritti, si li vua lejìra.

Lèjali pemm'appuri cu su jjìo,

cu su li ggìänti chi tti generaru,

mu sai ca nta stu tìämpu ch’è lu mio

penzammi puru pe lu postararu.

Ti dassu šcritti l'usi e li custumi,

chi ngiru sunu nta li tìämpi mia,

ca puru chisti puanu dara lumi,

dunara cchjiù sapira puru a ttia.

È bberu ca tu si cchjiù šbiluppatu,

si cchjiù patruni de la canuscenza,

però si ssi a nnu statu cchjiù avanzatu,

ncunu prima de tia ncignau mu penza.

Perciò si bbua cchjiù mìägghjiu mu camini,

li canusciänzi tua mu sunu tanti,

mu scìägghji a cquala strata mu ti mini

gìrati arrìädi e ppua camina avanti.

 

di Domenico Vono (  Curinga )

Mi rivolgo a te che non seistato ancora generato,/ che ancora devi venire al mondo./ Ricordati di me che sono vissuto prima di te,/ leggi questi scrittisono le persone che ti hanno generato, / per sapere che in questo tempo che è il mio I abbiamo pensato anche per le future generazioni./Ti lascio scritti gli usi e i costumi / che si usano in questi miei tempi,/che pure questi possono dare lumi,/ possono dare più sapere anche a te. / È vero che tu sei più progredito,/ sei più padrone della conoscenza;/ però, se ti trovi in una condizione piùavanzata, / qualcuno prima di te ha cominciatoa riflettere. I Perciò, se vuoi camminare con maggiore sicurezza, / le tue conoscenze siano tante, / ma per scegliere [bene] la strada lungo la quale camminare /voltati indietro e poi camina ' avanti.

*

III° premio al concorso di poesia “Città di Mileto", se li vuoi leggere. / Leggìli per sapere chi sono io.

Nota introduttiva

Piccolo imprenditore commerciale per professione e poeta [quasi] per vocazione familiare, come egli stesso ama definirsi, DomenicoVono si mette in gioco nell'unae nell'altraveste, affrontando il non facile mercato editoriale calabrese con questa nuova pubblicazione, che raccoglie poesie composte tra il 1993 e il 1997.

Lo scopo dichiarato delllautore èguello di salvare dall'obliovocabbuli perduti dell"antico dialetto del suo paese, nella speranza di meritarsi per questo, se non l"immortalitàconcessa ai grandi, un piccolo posto nella memoria delle nuove generazioni: sti vocabbuli mpoisiaIvi li dassu cu nnu dittu, I ncuna vota puru a mmia / mi penzati pe stu šcríttu.

In realtà, Vono, quali che siano state le sue intenzioni originarie, sa bene [e non importa qui di vedere quanta consapevolezza ci sia in questo "sapere') che proprio in guanto lingua viva il dialetto si trasforma continuamente e che la scomparsa di alcune parole è determinata anche dal mutare delle condizioni…..

del Dott.Pietro Monteleone

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E' giunta l’Ora

E' giunta l’ora

del commiato, amici.

Nessuna lacrima

Non chiedete dove andrò:

non lo so.

Non porterò nulla con me.

Lascero al tempo

sogni dispersi.

L’amore per la 'vita

solo rimane.

Da qualche parte spunterà

una stella lucente.

 

versione originale in grecanico

Irthe i ora

na chorístò,fili

Tepore daclía.

Mi arotate pu pao :

den to scero.

Den perro tipote methemu

Afinno ston kerò

ta oníra charrtimena.

I agapi ja ti zoì

manachì meni.

Pucambù vjenni

en’asterí lamburistò

di Salvino Nucera

Salvino Nucera (Chorio di Roghudi 1953)

A Salvino Nucera si deve un innovativo ampliamento degli orizzonti compositivi con un percorso che Tema di coniugare una lingua molto arcaica dall’aspro e talvolta ristretto bagaglio lessicale con nuove esigenze espressive. Nascono cosi alcune raccolte poetiche come Agapao na graspo (Amo scrivere) ed il più recente Chimàrri (Rivoli). Sempre a Salvino Nucera si deve il primo romanzo in greco di Calabria Chalonero. Struggeme la lirica che segue sull‘addio estremo.

 

per jacursoonline  - ass. Kalokrio

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