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Tre Poesie

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La Rosa nel Bicchiere  -  RisbigliamiPrimu Amuri


La Rosa nel Bicchiere


 

Un pastore

un organetto

il tuo cammino.


Calabria,

polvere e more.

Uova

di mattinata

il tuo canestro.


Calabria,

galline sotto il letto.


Scialli neri

il tuo mattino

di emigranti.


Calabria,

pane e cipolla.


Lettera

dell'America

il tuo postino.


Calabria,

dollari nel bustino.


Luce

d'accetta

l'alba

dei tuoi boschi.


Calabria,

abbazia di abeti.


Una rissa

la tua fiera.


Calabria

d'uva rossa

e di coltelli.


Vendetta

il tuo onore.


Calabria

in penombra

canne di fucili.


Vino

e quaglie,

la festa

ai tuoi padroni.


Calabria,

allegria

di borboni.


Carrette

alla marina

la tua estate.


Calabria,

capre sulla spiaggia.


Alluvioni

carabinieri,

i tuoi autunni.


Calabria,

bastione

di pazienza.


Un lamento

di lupi,

i tuoi inverni.


Calabria,

famigliola

al braciere.


Francesco di Paola

il tuo sole.

Calabria,

casa sempre aperta.


Un arancio

il tuo cuore,

succo d'aurora.


Calabria,

rosa nel bicchiere.


di Franco  Costabile

“La rosa nel bicchiere” la poesia di Franco Costabile, calabrese di Sambiase, nato nel 1924 e poi trasferitosi a Roma, dove fu allievo di Ungaretti.

E la Calabria, con i suoi dolori e le sue miserie, con l’emigrazione e la povertà, con la disperazione e l’orgoglio trasmette ai versi la sua asprezza, troncandoli, spezzandoli, lanciandoli in appassionate nostalgie, in dolci illusioni che talora mitigano il risentimento, l’indignazione. Nessuna enfasi, dice bene Bigiaretti, ma una sincerità a volte brutale che dipinge la sua terra e le sue verità. Un dolore che diventa stanchezza e che porta Costabile a togliersi la vita a 41 anni, nel 1965. Ungaretti scrive per lui questo epitaffio: «“Con questo cuore troppo cantastorie” / dicevi ponendo una rosa nel bicchiere / e la rosa s'è spenta poco a poco / come il tuo cuore, si è spenta per cantare / una storia tragica per sempre».

 


....................

 


Liberu Strapuortu

Risbigliami


Risbigliami ,

projiami l’acquazzina

cumu ‘mprimavera

‘a viola l’aspetta

ogni matìna…

Truculiami ,

cumu l’arvulu

quannu ccu ‘u primu suli

‘a nivi scutulìa…

Allumami ,

cumu ‘a luna

fa l’unna d’u mari

argentari…

Rifriscami ,

fammi vularicumu d’ autunnu

‘u vientu arrumma…

arrobba ,

i tanti culuri

di ‘nu tramuntu a mari

picchì a mmìa ‘i vù

rigalari…

Fa’ tuttu chissu ppì mmìa

picchi , ‘u sai , vuogliu a ttìa…!!!

 

di Giuliana Franco

Giuliana Franco è nata a Frosinone, da genitori calabresi. Vive da tempo a Cosenza.

Ha partecipato a diverse manifestazioni artistico-letterarie locali e nazionali, ottenendo premi e riconoscimenti, sia per la poesia che per la narrativa.

 

 

Traduzione

Tu fai di Me…

Tu fai di me

quello che la rugiada

fa alle viole

in un mattino di primavera

e quello che la neve

fa ai monti nelle albe

d’inverno.

Tu fai di me

quello che la luna

fa alle onde

in una notte serena.

Tu fai di me

quello che il vento

fa agli alberi

in autunno

e quello che il sole

fa dell’orizzonte

in un tramonto d’estate.

Tu fai di me

quello che ...voglio.

poesia di Giuliano Franco

....................

 


Primu Amuri

No’ parravi tu a palori,

ma cu du’ occhj tradituri,

chi i varcuni su’ du cori

quandu parranu d’amuri.

Occhj nighiri, ‘i villutu,

chi scavavanu nto fundu:

jeu restavi nzallunutu,

no’ parivi tu ‘i ‘stu mundu.

E chii labbra ancora agresti

chi mi ficiru provari

quandu ‘u primu vasu desti!

Labbra e occhj ‘ncantaturi…

no’ ssi ponnu mai scordari,

no’ ssi scorda ‘u primu amuri

 

 

 

 

Primo amore

Non parlavi tu a parole, – ma con due occhi traditori, – che i balconi sono del cuore, – quando parlano d’amore. – Occhi neri, di velluto, – che scavavano nel fondo: – io rimasi stordito, – non sembravi tu di questo mondo. – E quelle labbra ancora acerbe, – che mi fecero provare – quando mi desti il primo bacio! – Labbra e occhi incantatori… – Non si possono mai scordare, – non si scorda il primo amore

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