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Il Sapore dell'Acqua

Il sapore dell’acqua .

Nel nostro territorio  siamo abituati ad osservare lo scorrere dell’acqua un po dappertutto nel territorio . Il  passato non ha poi, consegnato ai racconti particolari casi di siccità ma  quell'acqua , anche se allora molto più disponibile di oggi, veniva utilizzata in modo molto accorto e parsimonioso.

Ed è vero che i campi venivano messi tutti a coltura ma i ventuno chilometri quadrati , escludendo boschi e zone impervie , irrorati a sufficienza, riuscivano a produrre abbondantemente.

 

E’ vero, anche, che tanta buona acqua finiva addirittura nei “ giardini “ di Maida mentre flussi considerevoli subivano “ deviazioni  “ , non troppo democraticamente attuate nella zona Parisi , verso i campi della vicina Cortale.

Di acqua nel nostro territorio ne sgorga ancora tanta e molta si perde in rivoli che si riversano negli anfratti per finire e ricongiungersi tutti insieme nel Pilla.

Sotto questa visione l’acqua appariva una risorsa illimitata ma soltanto in apparenza, aggiungiamo oggi ; le risorse idriche naturali, infatti, stanno diventando sempre più scarse, sia a causa del cambiamento climatico che dai comportamenti irresponsabili dell’uomo. Scriviamo ,pure, per l'incuria ,la mancata sorveglianza e la dovuta manutenzione dell'Ente Comunale.

Non si vuole esagerare alcuna informazione ma molti sanno delle saracinesche irrigue prive di volantino o leve a mano ,presumibilmente , in mano a privati più scaltri che spesso dispongono anche degli erogatori.

 

E sarebbe utile che , tra i molti che sanno, ne facciano parte anche gli amministratori ,quantomeno per porvi rimedio nei confronti di coloro che aderiscono al progetto "La Posa In tutte le Pose " -torniamo contadini  - rivolto ai giovani che non trovano rimedio ad una occupazione diversa .

.

 

L’abbondanza di sorgenti, corsi d’acqua, e infrastrutture di distribuzione rende estremamente difficile la percezione di questo bene in pericolo, il cui venir meno a noi di Kalokrio pare non essere preceduto da segnali tali da scongiurare situazioni di emergenza improvvise.

Percorriamo il suolo sino ai limiti territoriali e avvertiamo quanta attenzione bisognerebbe prestare ai beni demaniali dove la scarsa sorverglianza ha già prodotto danno .

Nel documento che segue ,di antica data, si può prendere visione e coscienza della importanza data alle copiose sorgive del Pilla , alle loro utilizzazioni …e ai loro padroni.

Jacurso era il casale più piccolo del feudo di Maida e pur , disponendo di questa preziosa risorsa , era paradossalmente sottomesso ai voleri decisionali dei signorotti del Feudo. Divenuto Comune , i signori ex privileggiati del feudo, tentarono di mantenere tali privileggi che oltre che danni,recavano umiliazioni ai nostri dignitosi contadini sia nella terra di maontagna che in quella di marina. Terra di marina era considerata la zona di Scannizzi per dare una connotazione a questo termine, considerando l’altitudine.

I nostri antichi amministratori seppero interpretare il ruolo assunto e tirarono fuori tutti i diritti e gli interessi favorevoli alla popolazione e al territorio con la grinta e l’impegno che fu necessario.

Tale impegno si protrasse sino agli anni novanta. Poi un declino amaro si contrappose alla figura distorta di sentirsi a capo dell’amministrazione che di fatto portò alla disconoscenza dei luoghi , alla salvaguardia dei beni patrimoniali ,alla ricchezza e bellezza del territorio e che resiste con l’attuale periodo amministrativo.

Noi dell’Associazione che percorriamo costantemente il territorio, avvertiamo la fragilità e la disattenzione e non possiamo ,civilmente e amichevolmente , sottrarci a denunziare questa incuria e abbandono.

Intanto diamo spazio alla lettura per soddisfare questa prima curiosità.

…..contestazione sorta tra i comuni di jacurso e maida ,circa l’uso del fiume Pilla .Una sorgente di acque bastantemente voluminosa nell’està è abbondantissima nell’inverno .Ha la sua origine nella Montagna detta Parisi in territorio di Cortale e di Jacurso in diversi fondi di particolai, i quali nella maggior parte corrispondono una prestazione annuale alla Cassa comunale Cefaly di cortale . Tali acque che sono il complesso di tanti parziali rigagnoli ,dei quali trentatrè sono i principali che confluiscono per accrescimento di volume e si riuniscono al così detto “ Passo dei Munghi “.

…Mercè un cammino difficile e tortuoso un ramo si intromette nel giardino dei Cappuccini di Maida ed indi per un antico acquidotto di fabbrica va ad animare tre molini ,dopo di chè le acque vannoa scaricare nei sottostanti giardini ed irrigano circa novanta moggia di terreno.

L’altro che mena a Jacurso serva ad animare quattro molini nonché ad irrigare nell’està sicentosessanta moggia di terreno.

Per antico costume

Fina dai tempi del feudalesimo le acque anzidette sono addette ,tutte intere,per cinque giorni la settimana animare i tre molini del feudatario di Maida dopo di che passavano ad irrigare i sottostanti giardini e per due giorni cioè il mercoledì e il sabato per i bisogni di Jacurso previo però compenso che per il Mercoledì veniva corrisposto al Feudatario e per sabato per due terzi a Maida e un terzo a Jacurso.

E come che due soli giorni di acqua la settimana non eranno sufficienti ai bisogni di Jacurso,quei naturali erano costretti a comprare l’acqua a un così detto tegolo al giorno dai mugnai di Maida ed altro dai particolai di Maida stesso e delle volte qualche nottata dai medesimi mugnai .

Un tanto abuso che faceva rivivere i tempi del feudalesimo diè luogo a positive contestazioni giuridiche in via contenziosa tra i due Comuni … che per parte di Jacurso si eccepiva essere le acque medesime di esclusiva sua proprietà perché proveniente dai fondi comunali ,commessi ad enfiteusi, e posto nel medesimo territorio.

…risulta ancora che le acque del fiume Pilla sono a riputrasi l’anima dell’agrecoltura del comune di Jacurso ,essendo un paese meschino, e se si volesse per poco privare di esse quelli abitanti soffrirebbero un gravissimo disappunto e sarebbe lo stesso che far mancare l’industria , esseno quelle acque le uniche che vivicano l’agricoltura in quel paese ,non essendovo che una sola piccola fontana per gli usi della vita.

La portata del Pilla

…..di centosettantadue pollici cubici nell’atto che l’acqua necessaria per animare i mulini e di pollici centoquarantasei pollici cubici nel tempo di un minuto per animare i rigagnoli dell’agricoltura…

Nell’Ottocento ,periodo a cui si riferiscono queste vicende,non si godeva di strade, cellulari e vetture fuori strada. Un giorno degli anni duemila ci siamo imbattuti in una particolare situazione che sembra opportuno riportare per introdurre gli argomenti che seguiranno.

Si stava riguadagnando la strada “ Grande “ tornando dal “Passo di Catanzaro ” e sulla sommità , per noi che salivamo dal Pilla , stanno immobili due figuri che certamente aspettano il nostro arrivo.

Senza nessun attacco di panico si prosegue a salire ma debitamente si stringe a dovere ,negli ultimi metri, il rampone di legno, compagno fedele.

A tu per tu scopriamo due persone che ci salutano. Una ragazza e un giovane con tanto di borsa che aspettano per informazioni.

L’ansia cade per terra e ci si ferma per le prime cordialità “tra calabresi “.

Arrivano da Reggio. Dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Sono due ricercatori. Cercano la contrada Dattoli , la località Cerasara e l’altra Cerasarella. A fare cosa ?

Per monitorare le sorgive in queste tre località che da tempo e periodicamente indagano e monitorizzano con attenzione per studi di carattere idrogeologico.

La stanchezza era sparita , la disponibiltà tanta e ci siamo ritrovati a ripercorrere in direzione Cerasarella e poi le altre. Come si faceva a lasciarli soli …venuti da Reggio !

Al Comune non avevano saputo dare indicazioni. Con le carte erano ,almeno , arrivati a Petaca.

Alla prossima … Il sapore dell’Acqua continua appassionatamente

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