Mulino del Principe
Mulino del Principe
Lasciato il mulino DeVito la via dei mulini ci porta al “Mulino del Principe”. Il percorso è breve con un tragitto interamente in trincea sotto la pavimentazione delle case costruite nel tempo sopra la condotta. Questa ,realizzata interamente in pietra ,si ferma sul bordo di via Belvedere che segna il punto più alto del “Timpone”. Era di fatto un “timpone “ che un degrado ripido e scosceso verso il basso. Da qui ,l’acqua,dopo un salto di almeno venti metri, scendeva al “Piano dell’Acquaro” nella nuda terra .L’osservazione del luogo la dicono tutta sulla morfologia del terreno ,visibilmente un dirupo scosceso ,che accelerava con irruenza lo scorrere dell’acqua portandola dapprima nel Piano dell’Acquaro e quindi alle tre arcate del Mulino edificato in questo luogo. Oggi il mulino non esiste più perché abbandonato dal proprietario che trasferì a Roma anche i suoi interessi e demolito negli anni trenta per motivi di sicurezza ed igiene. Della presenza resta praticamente niente e solo “per chi sa “ l’intuito aiuta a scoprire qualche traccia.solo per chi sa della sua L’edificazione resta comunque segnata sulle carte dell’epoca. Il timpone ,successivamente , fu ridotto a due sbalzi e costruiti due imponenti muri di contenimento.
Lasciato il mulino DeVito la via dei mulini ci porta al “Mulino del Principe”. Il percorso è breve con un tragitto interamente in trincea sotto la pavimentazione delle case costruite nel tempo sopra la condotta. Questa ,realizzata interamente in pietra ,si ferma sul bordo di via Belvedere che segna il punto più alto del “Timpone”. Era di fatto un “timpone “ che un degrado ripido e scosceso verso il basso. Da qui ,l’acqua,dopo un salto di almeno venti metri, scendeva al “Piano dell’Acquaro” nella nuda terra .L’osservazione del luogo la dicono tutta sulla morfologia del terreno ,visibilmente un dirupo scosceso ,che accelerava con irruenza lo scorrere dell’acqua portandola dapprima nel Piano dell’Acquaro e quindi alle tre arcate del Mulino edificato in questo luogo. Oggi il mulino non esiste più perché abbandonato dal proprietario che trasferì a Roma anche i suoi interessi e demolito negli anni trenta per motivi di sicurezza ed igiene. Della presenza resta praticamente niente e solo “per chi sa “ l’intuito aiuta a scoprire qualche traccia.solo per chi sa della sua L’edificazione resta comunque segnata sulle carte dell’epoca. Il timpone ,successivamente , fu ridotto a due sbalzi e costruiti due imponenti muri di contenimento.