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Sono pervenute alcune richieste in merito agli eventi sismici che hanno interessato questo territorio nel passato. In particolare nel 1638 , 1783 , 1905 , 1908 si sono verificati eventi disastrosi che hanno colpito il nostro piccolo paese.

 

 

Sappiamo del 1783 e meglio del 1905 e 1908. Nono sono stati così disastrosi ( a Jacurso ) come altrove ma  nei comuni prossimi al nostro come Girifalco e Borgia, gli abitati sono stati rasi del tutto nel 1783 .                                                                                                                                                                            Nel 1905 e 1908 ,nel nostro abitato ,abbiamo subito molti danni alle abitazioni e pochi sono stati i danni alle persone  ma tantissimi i disagi alla popolazione. Le conseguenze alle persone non sono state numerose solo perché la  struttura ridotta  ,soprattutto in quanto alla elevazione in altezza , non ha consentito demolizioni totali ma soprattutto lesioni gravi alle pareti mentre la consuetudine di edificare con continuità sul muro esterno ha puntellato notevolmente la fragilità del solaio .

Ma i danni ci sono stati e qualche ricordo si è mantenuto sino agli anni ’50. Tra gli ultimi due ,il più importante , sia come magnitudo che conseguenze materiali, è stato quello del 1905. Non per nulla tra la toponomastica abbiamo "Piazza Otto Settembre " mentre nella comune identificazione degli abitanti è più abituale dire "Il Comitato ".

Fu infatti un "Comitato di Milano " ,assimilabile ad un ente di assistenza odierno , che si rese disponibile a portare aiuto materiale alle necessità abitative . Lo stesso ,congiuntamente, operò nel comune di Martirano che aveva subito più danni e dove l'intervento iniziò prima che a Jacurso.

I professionisti che studiano questi fenomeni conoscono bene il ripetersi cronologico di questi avvenimenti naturali che ,pare accertato, si manifestino almeno ogni cento anni e gli anni ,come si sa ,son già passati da tempo.                                                                                                                                          Noi siamo sempre ospiti di questo pianeta ma pensiamo di dominarlo e sottrarci alle leggi della natura. Da come sta succedendo ,invece ,il pianeta ci domina senza avvisi e sarebbe necessario per tutti attrezzarci soprattutto con la predisposizione mentale e poi tecnologica. Jacurso , poi,non è messo granché bene in quanto a zona sismica essendo collocato nella fascia più alta ed è pure interessato da più faglie che passano sotto casa. Una di queste inizia da questi luoghi sino a Stalettì. Un’altra ,sempre da questi luoghi,arriva a Vallelonga e qualcun’altra ci taglia di traverso. E’ opportuno saperle queste cose come pure sapere che abbiamo due punti segnalatori individuati nella zona Inpiano di San Pietro a Maida e altro nel luogo Verosene nel territorio di Cortale.

Solo per la conoscenza di chi non sa riproponiamo all’attenzione del lettore la lettera del Dott. Giliberti, medico a jacurso in quegli anni, che lasciò questa meritevole testimonianza.

Terremoto delle Calabrie dell’ 8 settembre 1905

(Baracca ospedale per feriti ed infermi per Jacurso)

Illustrissimo Signor Medico Provinciale della Provincia di Catanzaro

Il terremoto che ha colpito violentemente le Calabrie non ha risparmiato questo piccolo paese, il quale è tutto in completa rovina.

I fabbricati sono quali crollati, quali crollanti e quali pure inabitabili per le molteplici lesioni riportate.

Il recente fabbricato delle Scuole è pure gravemente lesionato, e quindi non più adatto allo scopo.

La popolazione è in aperta campagna, desolata e piangente, senza tetto, senza vesti e senza pane. Quella notte fatale si ebbero in questo paese due morti e sei feriti.

Da qualche giorno sono incominciate a  manifestarsi delle malattie a carico dell’apparato respiratorio e locomotorio.

Urgerebbe l’impianto di una (baracca ospedale) con qualche letto per gli infermi più gravi.

A fianco di tale baracca potrebbe costituirsi il piccolo Ufficio dell’Ufficiale Sanitario per il sevizio relativo. In parte gli infermi sono lontani dall’abitato, e per conseguenza non possono avere quell’assistenza che vi richiede.

Le partorienti si trovano in condizioni di miseria, dovendo partorire in aperta campagna; e come le puerpere insieme ai loro nati siano sottoposte ad ogni sorta di disagio e a tutte le possibili infezioni.

Se sarà possibile fare in modo affinchè  si possa costruire una baracca apposita, vicina a quella degl’infermi e dei feriti.

Comunico  inoltre che il pane, finora qui giunto per opera del governo, è quasi tutto ammuffito ed avariato tanto che il medesimo somministrato agli animali non è stato da essi mangiato.

Per questa ragione credo opportuno far sospendere l’invio di tale alimento, potendosi in parte rimediare qui stesso trattandosi di un piccolo  comune (1700 abitanti).

Urgono al momento legnami, chiodi ed uomini, con relativi strumenti, per la costruzione di baracche da collocarvi gli infermi con malattie acute e croniche, i feriti e le puerpere.

In risposta al telegramma del Signor Prefetto della provincia di Catanzaro datato 28 Settembre 1905, concernente a) le condizioni sanitarie del paese; b) lo stato del paese; c) ed i bisogni più urgenti del medesimo mi pregio di comunicare alla S.V. Ill.ma che i sette feriti sono in via di miglioramento e qualcuno e anche guarito.

Quantunque ancora non si sia manifestata alcuna epidemia vi sono pure molti infermi con infezione gastro-intestinale sospetti.

Molti ve ne sono con malattie dell’apparato respiratorio e pochi altri con forme reumatiche.

Riguardo allo stato del paese, i fabbricati sono quali crollati, quali crollanti e quali resi pure inabitabili per le molteplici e gravi lesioni riportate.

La popolazione è ricoverata parte in aperta campagna , parte nei piani terreni e parte anche a fianco alle macerie.

In questo stato di cose è necessario, per primo e immediatamente, costruire una “baracca- ospedale” capace di sistemare i feriti e gli infermi di malattie acute e croniche, destinando una camera per i maschi ed una per le donne; una terza camera si destinerebbe alle partorienti ed alle puerpere. Una diecina di letti per i più gravi e bisognosi potrebbero per ora bastare.

A fianco della “baracca-ospedale”, o vicino ad essa, si potrebbe costruire  una stanza ufficio per il Medico Ufficiale Sanitario, il quale è senza casa e senza risorse e non ha di che vivere o di che vestirsi, causa il crollo del tetto della propria casa.

Molti altri fabbricati presentano pericolo alla vita, per cui non si può transitare in paese se non con audacia e temerarietà. Da due o tre giorni si sono iniziate le demolizioni; ma bisogna inviare più uomini (dieci soldati e qualche manuale non sono sufficienti, attrezzi (scale, picconi ecc.), legname e soprattutto denaro per sopperire a tanti minuziosi e molteplici bisogni che sarebbe lungo enumerare.

Si sono terminate due stanze di una baracca si attendono notizie per la loro destinazione medesima, la S.V. riceverà rapporto opportuno per il bene pubblico di questo disgraziato paese.

Ill.mo Signor Medico Provinciale della Provincia di Catanzaro, in data 15 ottobre 1905, a circa più di un mese del terribile terremoto che ha devastato il nostro Comune, date le attuali condizioni di vivere di questa popolazione, sarebbe un’audacia ed imprudenza a parlare di vaccinazione per questa sessione autunnale.

Le famiglie sono malamente alloggiate e piene di guai e di miseria e sparpagliate, in gran parte nelle campagne, altri pensieri in questo momento tengono preoccupata questa popolazione.

I bambini sono purtroppo malamente tenuti, buona parte mal vestiti e con condizioni di grande disagio ricoverati, in questa difficile condizione dovrebbero essere circondati da tutte le attenzioni da parte dei genitori o da chi ne fa le veci sia per tenerli costantemente puliti, sia per usar loro tutte le premure per quanto eventualmente potrebbe loro succedere.

La mancanza poi di un locale idoneo per eseguire le vaccinazioni e date queste circostanze si rende evidente la necessità di rimandare tali operazioni alla sessione primaverile, quando, speriamo anche con l’aiuto delle Autorità, la popolazione si sia calmata dallo stato nervoso provocato da questa situazione precaria e difficile, con il solo pensiero a soccorrere gli abitanti del paese ed entri in tutti la calma  e la tranquillità.

Per la troppa lentezza nella esecuzione dei lavori le baracche, nonostante non siano complete e carenti riguardo l’igiene e quindi la loro abitabilità, verranno consegnate fra un paio di giorni.

Dovranno, esse, essere soggette alla visita igienica da parte dell’ufficiale Sanitario con la presenza dell’ingegnere capo incaricato a seguire i lavori.

Nei giorni: 12, 19, 20 e 21 Novembre di codesto anno 1905 hanno avuto luogo le pubbliche sedute di rivaccinazione quasi completamente  deserte. L’ambiente destinato come locale di vaccinazione è stata una baracca.

Nel terremoto dell’otto Settembre decorso molte case sono crollate per effetto del sisma, una di queste è stata proprio la casa dell’ ufficiale Sanitario di questo comune, dove gran parte del tetto è crollato riversandosi all’interno dell’abitazione seppellendo di macerie diverse masserizie, mobili e molti altri oggetti come libri e carte della biblioteca personale.

Fra queste ultime si trovava il Decreto di nomina triennale ad Ufficiale Sanitario di questo Comune, pertanto si richiede una copia al Signor Prefetto della Provincia di Catanzaro, affinchè lo stesso possa effettivamente e regolarmente espletare le funzioni di incarico.

Ma torniamo alle condizioni della popolazione, dopo il terremoto dell’otto Settembre, il mese di Dicembre del 1905 si apre con una grave infezione gastro-intestinale, a forma epidemica, che colpisce prevalentemente i bambini con sintomi notevoli di vomito persistente e diarrea, purtroppo con il decesso di una bambina di undici mesi.

Intanto si procede con la costruzione delle baracche in legno, sia per le abitazioni, sia a scopo di pubblici edifici, come la costruzione di quattro ambienti che sono stati adibiti da questo Signor Sindaco al servizio delle Scuole (maschile e femminile). Essi ambienti difettano notevolmente di luce, ed a porte chiuse si è quasi al buio. Oltre a ciò i bambini, specie i malvestiti e senza scarpe, intirizziscono anche dal freddo. Le baracche sono state impiantate in quattro località, ed in tutto sono quindici, cioè trenta stanze, risultando ciascuna di due ambienti.

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