La Ciciarata
a ... “ C I C I A R A T A ”
A Maida (antico feudo ubicato nella provincia di Catanzaro) ancora nel terzo millennio si perpetua un’originale tradizione che ha origini storico-culturali molto antiche: la “Ciciarata”.
Come tutti gli altri anni, senza soluzione di continuità, dal 1470 c.a. chi si reca presso il Convento di Gesù e Maria (o Convento S.Francesco) può assistere a questa sagra di pasta e ceci.
La fondazione del convento risale all’anno 1469 con l’assistenza di Padre Francesco Maiorana, inviato a Maida, da San Francesco,per la realizzazione dell’opera . Nel convento, nel corso dei secoli, i frati svolsero la loro opera al fine di aiutare i più deboli e a sfamare i poveri diffondendo ed affermando in Maida il culto di San Francesco di Paola.
Per ricordare ed affermare i valori della carità cristiana professata da quegli umili frati, il 2 aprile di ogni anno, nella ricorrenza delle festività del Santo, viene celebrata dai maidesi la “Ciciarata” con la distribuzione, presso il convento, di pasta e ceci ( e pane ) a tutti i fedeli convenuti.
Si rivive cosi, in questa festa del 2 aprile, l’opera di aiuto e carità, verso i più poveri e deboli, operata dai frati Francescani.
La manifestazione ,pare, abbia avuto origine da un miracolo avvenuto in occasione della visita al convento da parte di S. Francesco di Paola ,santo calabrese (allora e ancora oggi ) molto venerato in tutta la regione. In quell’occasione, si tramanda come il Santo guarì una donna da un male alla gola che l'affliggeva da tempo. Un miracolo tra i tanti di questo Santo.
una Ciciarata " antica "
I frati francescani che prestano da secoli la loro opera rivolgendosi in soccorso dei più bisognosi, in particolare, vollero ricordare il miracolo nel giorno della ricorrenza della festività del santo (che si celebra appunto il 2 aprile) al fine di enfatizzare i valori della carità cristiana.
...ed una più " moderna"
In occasione di tale ricorrenza, molto sentita dal popolo maidese a da tutte le persone che si dedicano alla preparazione e alla distribuzione della pasta e ceci per i fedeli, non mancano i devoti o comunque coloro che sentono il legame con queste tradizioni ,alcuni dei quali arrivano da altre città o dal comprensorio , dal nord Italia e dall' America .
Può capitare, infatti, che i maidesi residenti all'estero si organizzino in comitive per ritrovarsi a Maida il 2 di aprile. Nella lontana America ,dove un nutrito gruppo di maidesi risiede nella stessa zona, si è soliti ,per devozione, organizzare anche lì la Ciciarata .Mancherà solo il convento ma non la ritualità .
stesse casseruole per una ciciarata piovosa o di sole
uno dei comitati spontanei per mantenere la tradizione
...e qui al lavoro quando si da fuoco alle "coddare".Da mezzanotte in avanti questi " eroici " hanno insegnato mestiere e tradizione alle nuove generazioni.
Purtroppo questo spirito di appartenenza , in nome delle radici , va scemando o è di già scemato ,per l'estinzione generazionale degli emigrati i cui figli ,nella quasi totalità, tranciano il legame affettivo con il luogo primordiale delle loro origini per sentirsi yankee o cosa del genere.
Per i maidesi di Maida, invece, è diventata una festa importante perpetuata negli ultimi anni da una confraternita che, con grande sacrificio di tempo e denaro distribuisce, dopo la benedizione impartita dal sacerdote, pasta , ceci e pane a tutti i presenti (non più solo ai poveri).
La preparazione inizia il giorno prima e richiede una notte di veglia. Come si evince dalle foto, le persone si accalcano, portando capienti pentole che si fanno riempire da appetitosa pietanza di pasta e ceci fumante, per poi consumarla insieme a tutta la famiglia, ai compaesani e agli amici in una lieta e festosa atmosfera nelle zone circostanti il convento, appositamente predisposta con panche e tavole, all’ombra degli ulivi.
Anche i Jacursesi, devoti a San Francesco, vogliono essere presenti a questa manifestazione che ricorre ogni anno a Maida, partecipando ad ogni fase della festa ed alla distribuzione della pasta e ceci, dotandosi già alla partenza di contenitori, casseruole e quant’altro per ricevere la pietanza e consumarla seduti su di una zolla di terra, su di una pietra ,un gradino ,una panca ma in compagnia. In questa occasione, come in tutta la manifestazione, ai nostri giorni ,non mancherà il desiderio di scattare qualche foto ricordo da conservare e poi rivedere dopo tanto tempo.
...e poi rivedere dopo tanto tempo ... arch. Mimmo Mazza da Jacurso ...
...e jacursoonline per mantenere vivo l'interesse in tutto " il Feudo " e non solo .