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Una Passeggiata in montagna

I percorsi sul territorio montano

Madama Laura

Dieci minuti di macchina bastano per arrivare ai 900 metri del Timpone del Monaco,una località appena dopo  Monte Contessa.

 

 

Oggi ,inspiegabilmente, queste località non compaiono spesso sulle carte topografiche recando grande nocumento agli amanti della natura . Ai percorsi naturalistici ,infatti, queste omissioni di informazione comportano  difficoltà e confusione tanto è vero che la nostra Associazione Kalokrio sta pensando di segnalare sul posto ,su rudimentali pannelli di legno,le località più importanti del territorio  montano e non solo.

 Da Monte Contessa si arriva comodamente al Timpone del Monaco percorrendo la strada che si snoda  “all’aperto” consentendo di spaziare con lo sguardo da un mare all’altro .Prima di raggiungere l’altura si passa da Serra Pelata così chiamata per il terreno “pelato”senza cioè un solo albero.Questo luogo, offrendo un paesaggio  mutevole e variegato , distrae il camminare con la visione  dei paesini  che scorrono sul versante  opposto e si offrono  alla vista spaziando da Catanzaro a Santa Eufemia.

Più avanti la strada è costeggiata da una doppia fila di alberi dai quali si dipartono le abetaie di Madama Laura fino alla località Fosso del Lupo. Rami di alberi, di specie diverse,intrecciano lungo il percorso le loro gemme che l’incipiente primavera comincia a colorare mentre ai bordi si apre la campagna con i tipici terrazzamenti rifatti come quelli di una volta quando la virtù e la saggezza contadina si metteva in atto con la zappa e la stanchezza delle braccia.

Poi , con l’avvento dei “trattori” ,venendo meno il pesante lavoro manuale,si è pensato solo a “spianare” a spese del trattore dimenticando la zappa e le conoscenze del saggio contadino.Quì è stato necessario tornare all'antico per salvaguardare il terreno dagli smottamenti e per  reggimentare le acque meteoriche verso gli anfratti scoscesi che portano al fiume . In basso la colorazione rosastra degli “azanari” ( gli ontani) distinguono le zone umide e c’è grande quantità di acqua che va ad alimentare il corso  del Pilla il quale  principia più in alto nella zona Sambucaro sotto  il Fosso del Lupo .

Il cammino ,distogliendo il percorso dalla strada principale,può proseguire verso queste basse zone umide tra alberi e cespugli ognuno dei quali comincia ad offrire infiorescenze colorate dai profumi intensi . Ai margini del sentiero fiorellini bianchi ,gialli e zolle colorate di un verde gradevole , rendono piacevole  il cammino mescolando i profumi della natura che invitano a respirare la fresca essenza dei pini dilatando i polmoni. La brezza del vento si attenua  dolcemente mentre si scende verso il fiume . Il canto degli uccellini distingue  le diverse famiglie a cui appartengono ed è mutevole  in un concerto armonioso di cinguettìì. Tra i rami di un albero una cinciallegra risponde al messaggio d’amore  spedito  nell’aria dal suo compagno che la chiama da un pezzo .Altri uccellini saltellano  tranquillamente sul terreno umido beccando  continuamente alla ricerca di cibo mentre nel cielo svolazza un gruppo di falchetti.Sulle pareti del sentiero tante piccole tane distinguono la presenza notturna di piccoli roditori mentre altri nascondigli appartengono al tasso  e alle volpi.  Nelle zone fangose del sentiero le impronte dei cinghiali lasciano pensare al loro girovagare notturno in cerca di cibo.

Si avverte un chiaro messaggio di vita e si percepisce tanta,tantissima calma .

Risalendo la stradina sterrata ,si rientra sulla strada asfaltata e sulla via del ritorno Maria Francesca col marito,avvocati a Roma ma escursionisti a Jacurso, si fermano a salutarci .Si ripropongono una passeggiata lontano dai palazzoni della capitale e riprendono  la marcia in macchina. Lasciato il Timpone del Monaco ,con il maestoso palo eolico immerso in un banco di  nebbia , ci appare il pendio di Monte Contessa con le geometriche colture del noceto,le stradine ordinate e le felci aride, battute e consumate dal vento freddo dell’inverno.Sui bordi ,arbusti spinosi sono sopravvissuti ai rigori dell’inverno e mostrano dei fiorellini gialli simili a quelli delle ginestre. Lasciato il luogo dove si interrompono  le Serre Calabresi,si intravede il lungo canalone tra Jonio e Tirreno,l’altura della pre-Sila catanzarese con i tantissimi paesini.Sulla sinistra Lamezia Terme e Catanzaro sulla destra contrassegnano la presenza dei due golfi mentre tra la gobba del reventino si intravede la cima di un monte lontano. Da quì il buio della notte fa anche intravedere i bagliori dell'Etna.

La camminata sta per cedere al rientro. Lungo il percorso incontriamo altri naturalisti tra i boschi. Un accogliente rifuggio ospita alcuni  amici al caldo del focolare e di un comodissimo tavolo fatto da rustico tavolato di pino e comode panche . Allegramente hanno consumato un buon piatto di pasta e ceci e altri piacevoli prodotti della terra. Il rientro a Jacurso  si capisce quando i rumori ed i silenzi della natura vengono sostituiti dal vociare di alcuni bambini che giocano in una piazzetta .

 

  

 

 

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