Illuminiamoci...di Meno
Illuminiamoci …di meno
Nel corso della sua evoluzione l’uomo ha cambiato drasticamente abitudini. Un tempo si lavorava solo con la luce del giorno e – una volta arrivata la sera , quando ormai non si poteva vedere più nulla – le attività cessavano e ci si abbandonava al riposo notturno.
In seguito – con l’invenzione della luce artificiale – le attività notturne sono aumentate . Ed è stato anche grazie a questa scoperta che adesso siamo un popolo progredito ma…
Al giorno d’oggi – purtroppo – passiamo sempre meno tempo all’aria aperta e di conseguenza siamo sempre meno esposti alla luce naturale. E ovviamente questo fenomeno altera il nostro organismo. Purtroppo queste informazioni non sono mai state divulgate a dovere ed è un dettaglio che tuttora viene trascurato. Con tutti i problemi di salute che ne conseguono.
La luce , per la maggior parte dei sistemi biologici è ,infatti,un fattore vitale, così come l’alternarsi del giorno con la notte .Questo ciclo che ha accompagnato l’evoluzione della razza umana ,degli animali e dei vegetali per centinaia di milioni d’anni, continua ad essere la necessità prioritaria per ogni forma di vita e per la vita del pianeta che abitiamo. L’illuminazione è dunque uno degli elementi più «scontati» del nostro ambiente. Per produrre , per vivere, per divertirsi .
STORIA DELLA CANDELA
Utili espedienti durati millenni sino a quando, scoprendo le qualità dell’olio, se ne fece uso per mezzo di un filo in esso imbevuto. Era olio extravergine di oliva quello usato le cui qualità ,oltre che alimentari, si scoprirono essere anche quelle di un liquido infiammabile . Fu l’avvento che durerà anche per lungo periodo delle lampade ad olio che consentiranno, al pari delle torce , una luce artificiosa . La datazione resta comprensibilmente incerta quanto l’invenzione della candela che però rimarranno entrambe le prime fonti di luce artificiale.
Tra quelle illustrazioni che accompagnavano di solito il nostro imparare, sulle pagini del Sussidiario, ricordo la goffa rappresentazione di quell’uomo primitivo ,tangozzo,goffo e pieno di peluria con la torcia in mano.
Più tardi ,in epoche medievali, ad esempio ,ancora le torce proteggevano il Signore del Castello non solo dall’oscurità ma da altre insidie legate a storie di ogni sorta che succedevano all'interno delle mura.
Prima di quella Artificiale ..la Luce ... fu Artificiosa
Fu un artificio infatti combinare questi due elementi che,insieme combinati ,riuscivano a produrre un sistema artificioso capace di produrre "luce " . Con l’avvento della candela si contribuì ,poi ,a portare meno buio nei piccoli ambienti delle case e fu anche il periodo per procurarsi luce con espedienti e apparecchi come i Lumi , le Lumere e successivamente costruendo sorgenti luminose anche a Gas . I primi carburanti non potevano che essere prodotti naturali e l'olio e la cera d'api lo furono con tutta la loro semplicità.
Quanto al Gas fu un prodotto successivo ai primi due.Non era ovviamente il gas che conosciamo per il riscaldamento odierno , sempre gas ma “prodotto sul posto”. Le lampade funzionavano bruciando acetilene, gas generato in particolari contenitori e ottenuto dalla reazione del carburo di calcio con l’acqua. Per mantenere costante la reazione e il flusso d'acetilene alla lampada , si richiedeva ovviamente l’opera di una mano esperta. Anche per tale motivo questo sistema fu utilizzato solo per l’illuminazione esterna delle strade curate da un addetto.
Abitualmente era più comodo e semplice far ricorso alla candela fatta con cera d’api e con lo stoppino in fili di cotone . Per qualche risparmio ,si poteva utilizzare il grasso ricavato degli animali macellati - il sego –che però produceva fumo e, peggio ancora, emanava odore pesante. Puzzava.
Quando la luce non mancava mai ma le candele erano un lusso
Un’altra fonte di luce era realizzata utilizzando olio e il calice dei fiori appartenenti ad una pianta selvatica molto comune. La Ballota . Un dischetto di sughero, ottenuto facilmente a galleggiare , forato al centro e infilato questo calice rovesciato del fiore, va fatto galleggiare su uno strato d’olio in un bicchiere d’acqua . Questo lumino assorbirà olio lentamente e si disporrà a produrre una fiammella. La particolare forma di questi calici, la loro consistenza e la loro pelosità, risultano , all’occorrenza, dei perfetti stoppini vegetali. Lo ricordo bene quando, pur con l’avvento della Luce Elettrica nelle Chiese , lampadine al posto delle candele sugli altari , era tradizione illuminare votivamente con questi lumini ,le statue dei Santi .Duravano giorni e giorni e con luce costante. Di sera al buio si poteva camminare nella penombra.
Adesso ,in nome, della modernità e del consumismo ,nonchè dello spreco ,basta inserire la moneta e ti si accende la lampadinetta che però funziona a tempo e con energia elettrica. Tutto purtroppo monetizzato e finalizzato a qualche tipo di consumo.
L’energia è luce, è movimento , è calore, è vita. E’ il 1932 dell’Era Fascista e Umberto Giliberti , podestà , sottoscrive con la Società Elettrica delle Calabrie il contratto per la costruzione di una Cabina Elettrica destinata all’impianto per l’illuminazione delle strade. Di tutte le strade e i vichi del paese Jacurso.
La Cabina Elettrica conferirà per sempre col tempo anche l’indicazione di quello spazio aperto ma appartato dove saranno impiantati due capaci pali atti a sostenere un piccolo trasformatore alimentato da una linea che proviene da Maida . Centrale di smistamento ,assistenza e manutenzione a Maida .
Negli anni cinquanta ,su quella cabina e nel corso di una manutenzione perderà la vita l’elettricista Bronzi . Uno della manutenzione di Maida che però è nativo di Nicastro. Non fu il solo. Braccio ,che era di Jacurso, non ebbe a subire un infortunio mortale ma qualcosa di brutto ad una gamba per il qual motivo zoppicava.
Una parte dell’energia servirà le lampade dei bracci a muro e una porzione riservata alla illuminazione delle case che , su domanda , saranno allacciate sulla rete pubblica. Disporre di energia nel solo periodo di buio fa capire come la sola lampadina era capace di funzionare e che nessun altro apparecchio aveva ancora varcato le soglie delle case.
Ad eccezione del focolare sino a quegli anni trenta le case di abitazione a Jacurso e ovunque , non erano predisposte per alcun tipo di servizio destinato al benessere della persona . Acqua corrente e servizi igienici se pur nei pensieri rimanevano ancora molto lontani.
Il fuoco era invece sinonimo di famiglia. Intorno a quel camino c’era tutta la vita familiare: ci si scaldava, si cucinava, si recitava il rosario, si parlava, si ascoltavano le storie dei nonni, si raccontavano le fiabe ai bambini. C’era il passato, il presente e la speranza del futuro. Bisognava alimentare quel fuoco, era un’incombenza importante.
Quando “arrivò” la corrente ,ovviamente l’impianto elettrico non era nel concetto come il focolare e non tutti presero subito voglia a questa nuova forma di luce. Qui non c’erano comprensibilmente elettricisti che su richiesta per i primi “ allacci “ arrivarono da Maida.
Rigidi e neri erano i due fili che passavano all’interno dove sul muro c’era un aggeggio di porcellana chiamato “la tabacchiera”, che serviva da valvola di sicurezza.
In pratica era una scatolina di porcellana biancaa, si toglieva il coperchio, dentro, ai due lati, c’era un filo sottile di rame, che si bruciava qualora capitava un guasto.
Tutto questo mi è stato raccontato perché io l’illuminazione l’ho vista quando però ancora gli interruttori erano di porcellana bianca ed erano chiamati “la chiavetta della luce” perché ruotavano da una parte all’altra per dare il via all’accensione della lampadina.
Dentro le abitazioni di persone povere, che non avevano la possibilità di pagare, c’era l’illuminazione definita a “forfè”, vale a dire che si poteva accendere una sola lampadina, o meglio , le lampadine che stavano nelle stanze ( Tre stanze ? ) potevano essere accese, una alla volta. Per il funzionamento a forfè si avvitava o svitava la lampadina di Tre Candele e abitualmente si faceva salire o scendere nel vano della scale in legno ( una sola rampa ) o praticando un foro tra i legni del pavimento. L'impianto elettrico ? Mancava nei concetti ,non c'era il materiale e neanche la figura dell'elettricista,
Il contatore della luce, per quanti non avevano contratto a forfè,stava dentro casa, in genere collocato in una parete dell’ingresso. Tutti i mesi passava l’addetto a leggere il contatore, ricordo che aveva un grosso libro dove scriveva quanto segnava il contatore .In pratica il consumo.
La Candela , Il Lume , La Lampadina
Furono il progresso nelle nostre vite e ci hanno dato molto più di un fascio di luce. Ma chi ha inventato le candele? E chi lo potrà mai dire ! . Considerata la loro semplicità ,un po’ per intuito e un po’ per caso , anche gli uomini primitivi sarebbero stati capaci di impastare il grasso animale con erbe secche come la canapa.
Comunque sia avvenuto le candele sono i più antichi sistemi di illuminazione e sono state usate in tutte le epoche della storia, da quando sono state inventate migliaia di anni fa.
Alla candela fu ,infatti , assegnata l’unità di misura della luce .La candela (simbolo cd) è ancora una delle sette unità di misura base del Sistema Internazionale delle unità di misura.
Per render meglio il concetto è facile osservare la figura. La candela sta all'interno di una Scatola e la luce prodotta fuoriesce propagandosi sul foglio come dall'interno di un "Angolo Solido " del quale se ne rende atto nella figura di destra.
Una candela è definita l'intensità luminosa che una sorgente emette su un’area di 1mq.
La luce di una candela è sempre stata fioca e tremolante . Molto in quelle case dove fessure e spifferi non mancavano anche se il motivo vero stava e sta nel fatto che la fiamma genera calore , l'aria circostante si scalda e , diventando più leggera, tende a salire.
Salendo lascia sotto di se un vuoto che tale non può restare e infatti viene subito occupato da aria un po' più distante e quindi più fresca, che a sua volta si avvicina, scalda e sale. Il fenomeno si ripete all’infinito. Questo movimento dell'aria che fa tremolare la fiamma si chiama "convezione".. . Sono leggi brevi della Fisica che, quando osservate come in questo caso , citarle non fa male. Ma lafiammella tremolava anche per gli spifferi.Con la conoscenza dei Lux adesso si potrà meglio capire come due candele, accese in una stanza 3 x 3 , bastavano per stare a tavola . Più uniti, vicini, con più armonia . Capaci ,le due candele ,a gettare un alone di luce gialla e tremula ,grande abbastanza per compiere piccole necessità ;per posare gli occhi su di una pagina di libro o per sferrettare una calza ,un maglione lasciando il resto della stanza nella semioscurità. Tranne gli scolari, gli alfabetizzati adulti erano però ben pochi . Bisogna dirlo .Pochi dotti . Il maestro , medico , farmacista , il prete e penso quasi più nessuno .
Nelle serate fredde dell’inverno lo spazio limitato dell’ambiente il più delle volte non consentiva a tutti il benessere del focolare con le mani aperte al caldo sollievo e, avanti alla legna ardente, ci si scaldava quasi a turno già che un fuoco “ troppo ardito “ finiva ad essere persino di fastidio. Il tepore dell’aria calda ,intanto , si alzava negli strati più alti e lentamente permeava anche l’ambiente superiore destinato al riposo notturno.
Nel corso dei secoli l’uomo ha potenziato sempre di più questo suo strumento alla ricerca di una maggiore autonomia dalla natura e di un potenziamento personale. Perchè l’uomo sin dalla creazione è parte della natura , da sempre vive in simbiosi con essa e nel corso dei secoli ha dovuto in ogni tempo adattarsi e destreggiarsi per sopravvivere. Ha potenziato sempre di più questo suo strumento alla ricerca di una maggiore autonomia dalla natura e di un avanzamento mirato al miglioramento personale.
Tempi Andati
Al tempo delle torce Jacurso era un Casale del Feudo di Maida .Pochi fuochi e poche case , poche vie , corte e strette. Quasi nascoste di giorno , inarrivabili di notte. Era “ La Citatejha.” dove Il buio era totale e solo il chiarore della Luna, quando c’era , bastava a far trovare la porta del vicino. E in mancanza, bastava la luce di un tizzone acceso. Di quel vissuto così troppo lontano sui testi scrive qualche Storico che di quel Casale sono accesi appena sei fuochi.. Per dire di sei capanni , tuguri cioè nuclei consolidati che vivevano e si ritrovavano attorno al fuoco per lavorare , nutrirsi o riposare .
Adesso le lancette del tempo e quelle epoche da dove siamo partiti han compiuto un lungo tragitto sino ai giorni nostri dove scopriamo che la nostra è una società malata di iper velocità. Perché anziché avere più tempo libero da dedicarci siamo diventati schiavi del tempo al punto che la notte non è più fatta per dormine ma buona per produrre, divertirsi sino a chiederci : … dov’è finita la Notte?
Quando si faceva Maglia e Calze al Focolare
La spropositata Luminanza ,dalla Liguria al Veneto , rivolta verso il cielo. Sotto ,sulla fascia tirrenica i bagliori di tre città .Sulla destra adriatica una continuità sui litorali sino in Puglia. La buona condizione della Basilicata,Calabria ,Sardegna e Sicilia.
Regolamentre l'illuminazione notturna , Pubblica e Privata, si può e non si fa. Pur conoscendo debiti e le scarsissime risorse. Quelle energetiche in particolare.
Napoli , Salerno e le Città del Sud.Nell'Istmo ,nella parte più stretta, si notano disposti in orizontale le città , a sinistra , Lamezia e Catanzaro a destra
Associazioni per la tutela della salute , dell’ambiente o amanti dell’astronomia lamentano come è sempre più difficile trovare luoghi da dove osservare le stelle o puntare i telescopi nel cielo notturno per un motivo sempre più uguale . La quantità di luce riflessa verso l’alto dall’insieme di lampioni, fari, insegne pubblicitarie fa scomparire le stelle. Persino la Via Lattea (che mi riempiva di fantasia alle elementari ) non è più facile osservarla.
Ancora pochi anni e non potremo più ammirare il cielo stellato. Spento dall’espansione esagerata della pubblica illuminazione e dell’inquinamento luminoso da essa prodotto . Non abbiamo più bisogno della candela né la necessità di mandare su e giù il cordino con la lampada da tre candele . Siamo gaudenti dall’Automazione e dalla Domotica... .ma quando arriva la “bolletta “ … Il consumismo è un vizio. Un vizio nuovo, sconosciuto alle generazioni che ci hanno preceduto risparmiando e facendo certosine economie.
Forse che esageriamo ? Si ,ma nelle disattenzioni e nel superfluo. Col guaio che si è arrivati oltre agli altri inquinamenti anche all’inquinamento luminoso , con il guaio delle emissioni dei gas serra e della nostra dipendenza energetica .
Cos’è quest’altro Inquinamento ?
L'inquinamento luminoso è la presenza di luce artificiale indesiderata, impropria ,eccessiva: non solo è uno spreco ma ha effetti negativi su uomo ,animali e ambiente.
Oggi questa elettricità diffusa sta provocando sconvolgimenti evidenti che sollecitano un serio ripensamento. Quanto ai nostri territori , alla nostra Regione in particolare ,si scrive e si colpevolizza la Calabria perché produce poco energia .
Un Lume e un Ferro per Stirare, ancora funzionanti, ma utilizzati con altra energia non elettrica
Nel territorio di Jacurso, ove è impiantato non un solo Parco Eolico, si produce energia che il Sud non consuma ma che viene utilizzato nelle Regioni del Nord. Personalmente ritengo che si potrebbe ,nel nostro territorio,produrre energia da diverse fonti energetiche Rinnovabili . Tre Differenti Fonti che però hanno bisogno delle giuste figure a vestirsi nei panni da Amministratori locali. Punto. Perchè è una terra difficile e il sottosviluppo pesa per le troppe difficoltà accumulate nel tempo.
Ed è meglio non aprire questa pagina per dire anche Italia , Italia Differenziata dove le colpe andrebbero additate non solamente ai tanti Giuda meridionali ma anche alle tante Amministrazioni espressione di un elettorato disattento e acquietato .
Le mie esperienze, maturate nell’attuazione di cura dei beni comuni , da sempre mi portano a credere alla fattiva creazione di gruppi pubblico/privato finalizzati a un Patto di Collaborazione per la conoscenza e la cura del territorio, del proprio quartiere , per l’attenzione alla cura dell’ambiente come interesse generale da tutelare.
Anche nella gestione di eventi calamitosi di origine naturale come gli ultimi che hanno colpito soprattutto la viabilità primaria del Comune di Jacurso. Credo che da parte amministrativa sia ancora ignorata o manca la quantificazione dei danni subiti alla viabilità comunale o proprietà e che tali collaborazioni potrebbero portare alla reale conoscenza.
Va ricordato, ad esempio, l’allarme lanciato dall’astronauta Paolo Nespoli, in cui una sua fotografia dalla stazione orbitale mostra un’Italia "sprecona" invasa da luminarie notturne in modo incomparabilmente maggiore dei vicini nordici in Germania. Per capire tentiamo di compiere mentalmente un passo indietro al tempo del Covid (non troppo lontano ).
Durante il lockdown sul nostro sito abbiamo pubblicato qualcosa riferito a quella circostanza sotto il Titolo “ Son tornati gli Uccellini “. Ero rimasto colpito da diverse cose. Senza traffico, senza cacciatori e il canto degli uccelli ha prevalso in quella particolare quiete. L’aria era fresca e senza il solito rumore . Eppure la sera ,la notte , le luci artificiali alle rotonde , di tutti i paesi presilani brillavano. Brillavano per “ nessuno “ considerando la totale chiusura di ogni attività.
Una situazione simile in tutta Italia e se vogliamo ,in momenti uguali , anche in tutto il mondo. Questo dovrebbe essere un forte richiamo allo spreco cui siamo talmente abituati che non ci pensiamo nemmeno. Incuriosito per la conoscenza dello spreco e sugli effetti negativi, sono stato a consultare varie fonti e ho appreso che :
L’inquinamento luminoso è un grosso problema, non solo per l’energia e il denaro che rappresenta ma anche perché diversi studi e inchieste hanno dimostrato che lo spreco di energia e denaro è enorme; solo negli Stati Uniti questo ammonta a 3,3 miliardi di dollari e un rilascio non necessario di 21 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
Di maggiore preoccupazione sono gli impatti devastanti che l’ eccessiva illuminazione e l’inquinamento luminoso stanno avendo sulla salute umana, su altre specie e sugli ecosistemi del pianeta.
Ho letto del “ Ritmo Cicardiano , a me sconosciuto . Il ritmo circadiano, noto anche come “orologio biologico”, è un ciclo interno al nostro corpo, che regola molte funzioni vitali.
I ritmi circadiani degli esseri umani sono interrotti dall’esposizione alla luce artificiale durante la notte, rendendo chi fa servizi di guardia, lunghe ore o in turni, predisposti a malattie come cancro, diabete, obesità,malattie cardiovascolari e disturbi gastrointestinali. Quanti alberi esposti alla luce naturale e artificiale tra giorno e notte !
Milioni di uccelli migratori si disorientano a causa delle luci artificiali che li fanno schiantare anche contro le torri eoliche , mentre le tartarughe marine e gli uccelli migratori che usano da sempre quale orientamento la luce lunare e le stelle , subiscono difficoltà dovuto al disorientamento
L'area circolare in basso è la sola zona illuminata 1- 2 - 3 sono le direzioni della luce riflessa E' cioè Luminanza che pouò dare fastidio
La quantità di luminanza verso il cielo propagata dall' illuminamento di uno Stadio
E'chiaro che abbiamo rapidamente bisogno di alternative ma è Invece vero che anzicchè ridurre l’inquinamento luminoso le nuove tecnologie LED in realtà lo hanno aumentato.
Le Statistiche
Più dell’80% della popolazione di Molise e Basilicata può vedere un cielo stellato ragionevole dal luogo dove vive (stelle almeno di quinta magnitudine), ma la percentuale scende a due terzi in Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Calabria, circa metà in Sardegna, Abruzzi e Umbria, un terzo nelle Marche, un quarto in Piemonte, Friuli - Venezia Giulia e Sicilia, un quinto in Toscana e Puglia, meno di un settimo in Veneto e Lazio, solo un decimo circa in Emilia-Romagna, Campania, Liguria e meno ancora in Lombardia. Queste percentuali non dipendono solo dallo stato del cielo ma anche dalla distribuzione della popolazione nel territorio.
La regione con la maggior frazione di superficie con cielo molto buono è la Basilicata con l’81% del territorio mentre quella con la minor frazione è il Veneto con meno di un quinto del territorio, probabilmente solo le montagne vicino al confine con l’Austria. In termini assoluti è la Sardegna la regione con il più ampio territorio con cielo molto buono.
Per poter ammirare nella sua interezza uno dei più grandi spettacoli della natura, oggi quasi sempre è necessario fare spostamenti di centinaia di chilometri.
l cielo notturno in Italia è molto più degradato di quanto si creda normalmente. Gran parte degli Italiani del centro nord non si rende conto ( dal Piemonte al Veneto ) di quanto sia peggiorata la percezione del cielo stellato.
A Jacurso si può ancora godere con un buon + 80% ma è opportuno continuare l'attenzione per la nostra area montana. “ Tutelare “ perché le pale eoliche non son ben sopportate dai visitatori e amanti della natura che pure potrebbero venire sulle nostre colline .Alcune comitive hanno già rinunciato proprio per la presenza delle pale che già inquinano la schiettezza del territorio e allontanano il volo degli uccelli.
Oltre a quelli già menzionati, volendo si potrebbero ancora sommare altre conseguenze quali i Potenziali Disturbi alla salute e l'Impatto paesaggistico. Anche la Riduzione del Valore Immobiliare , Il problema del Rumore, quello Elettromagnetico , il Rischio per la Fauna locale e, sul finire , la Rimozione delle Torri allorquando arriverà il fine vita di queste strutture.
Tra Monte Covello e Monte Contessa , bisogna ricordarlo, sono almeno due le rotte migratorie accertate e monitorate per gli esemplari dei volatili che arrivano dai lontani paesi del Nord Europa .Quasi sempre sono predisposti per attraversare il mare nella zona dello Stretto per poi proseguire per tanti chilometri ancora sino al Sud Africa.. Orientamento ,pare, anche magnetico oltre che stellare.
Nell'ultimo periodo questo comprensorio è stato interessato da un forte processo alluvionale mai prima tanto distruttivo. Le frane sono state le immediate conseguenze dei danni alla sottostante Prov 162, determinate in parte da una cattiva gestione delle strade interpoderali , montane/collinari,che sono divenute fiumi di acque meteoriche incontrollate per l'assenza di fughe laterali verso i fossi. Ad aggravare i danni hanno contribuito non poco anche i suoli e i terreni incolti .
Percorrendo alcune di queste aree, si avrà ancora modo di osservare quanto le condizioni di degrado siano peggiorate e che non possono essere più disattenzionate . C'era il Guardabosco/Guardacaccia/Guardiacampestre.... a piedi. Tre in Uno. Adesso viabilità e mezzi preposti all'uso di servizio non è il caso di utilizzarli. E' assente la manutenzione minima Pubblica e privata non solo per carenze di risorse se si considera ,ad esempio, che per accedere al Pilla, ove abitualmente viene "intestata " e incanalata l'acqua per irrigazione , è del tutto mancante l'ultimo accesso . Ma ,prima di arrivarci il suolo della stradella è infestato da arbusti ormai diventati adulti e copiosi alberelli. Per tanto sono anche inaccessibili e ispezionabili le Briglie necessarie ,più che prima, a regolamentare lo scorrimento delle acque.
Perchè i guai , capitati a valle cioè sulla viabilità provinciale , appaiono anche conseguenza della non ispezione di questi processi naturali che non possono essere ignorati .Fossi abbastanza compromessi e caditoie ostruite compresi. Disattenzioni che hanno peggiorano negli anni la viabilità comunale e la regimentazione abituale delle acque .
Bisognerebbe chiedersi perchè tanto è successo e i rimedi da attuare. Francamente viene da domandare se qualche sopralluogo sia stato pensato e responsabilmente compiuto per la conta dei danni . Danni che andranno a sommarsi con i prossimi eventi ormai solitamente impetuosi .
Il nostro è un territorio interessante per tanti validi motivi e ha bisogno ,quanto gli altri, di Amministratori con la necessaria competenza , conoscenza delle capacità positive e al contempo nelle sue fragilità . Di quelli ,insomma , che la politica si fa col cuore , con la testa e con passione . Chi amministra deve rappresentare, deve cioè portare idee, indirizzi e orientamenti che non sono solo i suoi, ma della collettività.
La vanità e il pressapochismo è purtroppo un difetto assai diffuso dell'ultimo periodo e forse nessuno ne va del tutto esente. Un nemico assai frequente, figlia del nostro tempo e ben troppo nemica mortale di ogni effettiva dedizione al bene collettivo.
Il cielo notturno in Italia è molto più degradato di quanto si creda normalmente. Gran parte degli Italiani del centro nord non si rende conto ( dal Piemonte al Veneto ) di quanto sia peggiorata la percezione del cielo stellato.A Jacurso si può ancora godere con + 80% ma è opportuno continuare l'attenzione per la nostra area montana. “ Tutelare “ perché le pale eoliche non son ben sopportate dai visitatori e amanti della natura che pure potrebbero venire sulle nostre colline .
Alcune comitive hanno già rinunciato proprio per la presenza delle pale che già inquinano la schiettezza del territorio e allontanano il volo degli uccelli.
1 Un traliccio dell'elettrodotto che attraversa il nostro territorio con "destinazione Nord ".In secondo piano le Torri Eoliche del secondo parco Eolico che disturbano non poco il paesaggio. Dietro al traliccio la cima del Monte Contessa e,appena dopo, quella del Timpone del Monaco. Due toponimi legati alla leggenda di San Bruno. La legenda è sempre figlia di qualche verità. 2 E' quasi sera e , a dsestra, questo è il cielo sopra il nostro territorio
Due isolatori ancora integri sul supporto Il foro per il saliscendi della lampadina dentro un'antica abitazione
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francesco casalinuovo jacursoonline
10.03.2025
dedicato al ricordo di Cesare Cesareo da Curinga
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