Notizie Scorrevoli

ALI SUL MEDITERRANEO

ALI SUL MEDITERRANEO Per il terzo anno co... Read more

Enrico Mattei

  Enrico Mattei Alle 18,40 del 27 ottobre 1... Read more

E' Deceduto

a Portogruaro Antonio Moio Read more

E' Deceduto

Il Prof. Fruci Giuseppe   Read more

Auschwitz:Quando Tutto cominciò con le parole

Ciò che apparve chiaro fu che l’ascesa al pote... Read more

Buonu Capudannu

  Buonu Capudannu Superammi capudannu E brim... Read more

E' Deceduto

Vincenzo  Gigliotti ... Read more

Ci ha Lasciati

Pietro  Lagani Read more

Buonu Capudannu

Buonu Capudannu Nui no’ simu primitivi Ma, gient... Read more

E' venuto a mancare

  Antonio Fodaro Già Direttore di Poste a Jacur... Read more

Auschwitz:Quando Tutto cominciò con le parole

Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 

Ciò che apparve chiaro fu che l’ascesa al potere di Hitler e le politiche che portarono all’olocausto si svilupparono attraverso tappe calcolate. Anzitutto si cominciò con l’uso di un linguaggio settario contro una minoranza. Poi gli altri di cui avere paura ,da combattere , da eliminare diventarono gli EBREI ed altre categorie di persone.

Imparando da ciò che è stato, e non è mai così tardi, dovremmo  avere coraggio di condannare qualsiasi forma di razzismo che in giro è davvero sempre  più anche  preoccupante.

C’è razzismo ed esclusione anche nel nostro piccolo  paese che ..fa male  e   induce a ricordare le parole di qualche Papa "aprire, anzi spalancare, le porte" a chi fugge da tremendi disagi e persecuzioni inflitte da guerre che tutti, in fondo, consentiamo siano messe in atto. Quanto quelle che ogni sera ci propinano anche aggiornate in diretta i servizi televisivi. Le guerre sulla sofferenza altrui a volte diventa pure spettacolo.

Quello che fu definito “Campo di concentramento “ era di fatto una sorta di realtà plurale potendo variare la sua funzione che , semplificando , diveniva Campo di Lavoro, di Transito , per Prigionieri di Guerra , di Sterminio e Misti.

Anche più d'uno  dei nostri giovani soldati (di Jacurso ) ebbe la sventura di essere deportato in questi campi di concentramento . Due di questi fecero ritorno . Qualcun altro fu meno fortunato. Dachau – Birkenau -, Mauthausen

Auschwitz

"Vi siete mai chiesti quanti bambini nacquero ad Auschwitz? Vi siete mai chiesti quante donne partorirono il frutto delle violenze subite all'interno dal lager?

Un numero preciso non siamo in grado di fornirlo ( ho letto ), perché non fu tenuto conto nell'anagrafe del campo di questo dato proprio perché molti di loro vissero solo pochi minuti.

Grazie alla testimonianza di Stanisława Leszczyńska, furono circa 3000 i nati vivi a cui ella prestò personalmente assistenza. Di questi circa la metà furono soppressi immediatamente dopo il parto dal personale del campo, annegati in un barile. Un altro migliaio circa morirono di fame freddo e malattie.

Era una pratica diffusa bendare il seno alle puerpere proprio per impedire loro l'allattamento, in questo modo era possibile testare la resistenza dei bambini prima di morire di fame.

Un'altra pratica adottata ad Auschwitz (per esempio da Irma Grese), era quella di legare le gambe alle donne durante il travaglio, per assistere alla loro sofferenza e alla morte lenta di mamma e bambino.

Alcuni più fortunati, grazie alle loro caratteristiche somatiche, furono destinati all'adozione di coppie tedesche aderenti al Progetto Lebensborn.

Di quelli che purtroppo rimasero al campo, solo una trentina riuscirono a sopravvivere, insieme alle madri fino a che non arrivarono le truppe alleate.

La registrazione delle nascite avvenne a partire dalla metà del 1943. Prima non era consentito a nessun neonato di sopravvivere ad Auschwitz. Da quella data in poi, sopravvissero solo i neonati destinati ai campi per le famiglie. In questo caso al nuovo nato veniva assegnato un numero, tatuato sulla pelle.

Una volta iniziata la liquidazione del campo, si cercò di uccidere tutti i bambini nati ad Auschwitz. Solo in rare eccezioni riuscirono a salvarsi. È per questo che possiamo affermare con certezza che la quasi totalità dei bambini che nacquero nel campo, perirono nel campo.


Vorrei riportare qui di seguito la testimonianza di un sopravvissuto ad Auschwitz, Roberto Riccardi, che nel suo libro "Sono stato un numero" racconta cosa veniva fatto ai bambini nati da poco. La brutalità di queste parole non ci può lasciare indifferenti:

«Un giorno io e un altro prigioniero ci trovavamo vicini ai carretti per il trasporto dei bambini. Dovevamo farne salire a bordo alcuni, fino a completare un carico. Una SS si avvicinò, indicò con il dito un bimbo di un paio di mesi e disse al mio compagno di lanciarlo sul carretto. Per rendere l’ordine più chiaro, mimò il gesto con le braccia, disegnando un volo molto ampio. Lanciarlo? chiese il mio compagno, sbigottito. Il tedesco insisté. Gli puntò contro il fucile, urlò, e a lui non rimase che eseguire. In un istante che durò un’eternità, la SS sollevò la sua arma, prese la mira e sparò al piccolo mentre era in aria, come fosse al poligono di tiro. Lo centrò in pieno. Un suo collega, che osservava la scena da vicino, imprecò. Meno male, pensai, c’è ancora qualcuno che ha nel cuore un po’ di umanità.

Ma presto quello che aveva brontolato si calmò, si mise una mano in tasca e prese dei marchi. Accennò a un sorriso sforzato, strinse la mano all’altro e gli consegnò il denaro. Impiegai un po’ per capire. Su quel tiro avevano scommesso, ecco spiegata la delusione del perdente.

Lo vidi fare più volte. Ogni volta eravamo noi a dover portare i bambini ai loro carnefici. Noi a lanciarli in aria, sotto la minaccia delle armi, con le SS che si esercitavano a colpirli mentre erano in volo».

La liberazione – Cosa fu per le donne?

Il giorno della liberazione di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, delle ragazze ne erano sopravvissute circa una quarantina. Per loro la fine dell'incubo fu anche l'inizio di una nuova, pericolosa odissea per tornare a casa (sempre che ci fosse ancora una casa ad attenderle), esposte al rischio di essere stuprate da quegli stessi soldati russi che le avevano liberate. Ria Hans, che aveva lavorato nell'infermeria di Josef Mengele e aveva assistito a esperimenti su cavie umane, facendo di tutto per salvare il maggior numero di ragazze possibile, percorse a piedi oltre mille chilometri. Al suo arrivo, nell'agosto del 1945, pesava trentanove chili. Fu una delle poche a trovare i genitori ancora vivi. Moltissime ragazze, appreso che la loro famiglia semplicemente non esisteva più, preferirono emigrare, disperdendosi un po' ovunque nel mondo


Oltre ad alzare la voce, dovremmo anche sforzarci di insegnare ai nostri figli le lezioni del passato perché le statistiche dicono che circa il 60% dei nostri adolescenti oggi non hanno mai sentito parlare di Auschwitz , di nessun altro campo di sterminio nazista e rimangono indifferenti a tante persone in fuga senza terra e senza  di che nutrirsi.

Spetta a noi insegnare ai nostri figli ad amare prima che altri insegnino loro a odiare.

 

Se questo è un uomo

“Voi che vivete sicuri

nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

il cibo caldo e i visi amici:

considerate se questo è un uomo,

che lavora nel fango,

che non conosce pace,

che lotta per mezzo pane,

che muore per un sì o per un no.


Considerate se questa è una donna

senza capelli e senza nome,

senza più forza di ricordare,

vuoti gli occhi e freddo il grembo

come una rana d’inverno.


Meditate che questo è stato:

vi comando queste parole.


Scolpitele nel vostro cuore,

stando in casa andando per via,

coricandovi alzandovi;

ripetetele ai vostri figli.


O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca

i vostri nati torcano il viso da voi.”


 

Primo Levi

 

----------------

francesco casalinuovo  jacursoonline

 

Banner

Banner
Ora Esatta
Immagine casuale
jacurso-12.jpg
Chi è online
 58 visitatori online
Sondaggi
Quale sezione ritieni più Interessante