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La Gràzzia

Curinga è un Comune nella provincia di Catanzaro facente  parte di un comprensorio che comprende altri Comuni quali San Pietro , Maida , Jacurso e Cortale  . I  territori sono anche limitrofi e confinanti tra loro soprattutto nella zona montana.

 

In questi giorni , una sua Contrada sita in località “ Le Grazie “ torna all’attensione per via di una tradizione religiosa che in passato era meta di  Pellegrinaggio nei giorni 1 e 2 luglio e che di fatto celebrava l’incontro  delle comunità dei paesi limitrofi. Come in tutte le manifestazioni religiose  vi si svolgeva una fiera oggi notevolmente ridotta con la presenza  di qualche commerciante  extracomunitario per via delle mutate esigenze sia delle popolazioni che delle attività lavorative. Quest’area , come tutte  del meridione , purtroppo , non ha più le generazioni del lavoro e cominciano a ridursi anche le fasce delle persone in attività attività saltuarie . Tanto non ci tormenta , tuttavia , per voltare il pensiero ai ricorsi di quando nel nostro comprensorio i pellegrinaggi sono stati importanti momenti di evasione , socializzazione e condivisione. Sono state , cioè , al di la dell’aspetto religioso   anche tappe importanti  utili e necessarie alla vita di comunità e la memoria di questo cammino non è ancora andata perduta.

Ci sono i racconti di chi non saltava un anno. Principio di Luglio. “Bisognava fare la squadra che “ partiva per La Grazia “  e la gioventù, che allora c’era ,aspettava questi momenti di aggregazione per utili espedienti molto comprensibili. I Curtaliti  passavano per primi e di buon ora che erano le tre del mattino

Si aggregavano dietro a loro  i Jacurzani  e la strada era lunga . Ogni tanto si cantava , ogni tanto si procedeva in gruppi e magari spesso in due nelle retrovie.. Però  si raggiungeva la Grazia cioè la chiesetta dove si entrava a pregare ,ascoltare la messa e poi tornare …sempre a piedi.

Cantavano anche  le cicale e faceva un gran caldo. Qualcuno vendeva un bicchiere d’acqua per qualche spiccio. Si trovava da comprare l’uva, le prugne e i fichi. Tutta roba locale , primizie che facevano guadagnare qualche soldo ai contadini del posto

Nell’ultimo periodo si era però perso il senso del sacrificio, l'offerta della sofferenza e si tornava magari in macchina. Nel dire che prima prima le macchine proprio no c'erano e per devozione si andava a piedi ( e si tornava ) anche in altri pellegrinaggi  come Torre Ruggero.

Qualche cenno

Ai piedi del Bosco Rizzello in zona S. Maria esiste la chiesa denominata «La Grazia».

Questa faceva parte di un antico Cenobio denominato di S. Maria delle Calcare, nome derivato da alcune fornaci esistenti in quei pressi per la produzione della calce. Il complesso viene fondato presumibilmente intorno al 1531. Il Fiore in «Calabria Santa» parlando della comunità religiosa del Cenobio dice: «Professava la regola di S. Agostino; rimane disciolta nel 1653. La duchessa Ippolita Ruffo moglie di Nicola Ruffo ricostruì la chiesa delle Grazie l’anno del terremoto 1783».

Padre Francesco Russo «La diocesi di Nicastro» a pag. 162 scrive: «Papa Innocenzo X con la costituzione Instaurandae disciplinae regolaris del 15 ottobre 1652 con la quale sopprimeva le case religiose non formate cioè con meno di sei membri ... Nella diocesi di Nicastro furono chiuse una quindicina di case religiose e fra queste quella degli Agostiniani di Curinga».

Gioacchino Murat firmò il Decreto del 1809 che soppresse le corporazioni religiose incamerandone i beni. In seguito a questa disposizione i pochi conventi superstiti riaperti durante la Restaurazione, furono nuovamente soppressi in tutta la Calabria e fra questi S. Maria delle Grazie di Curinga degli Agostiniani (ed anche quello di Jacurso).

Nell’interno si notano resti di tombe, dove si suppone siano stati sepolti i patrioti caduti nella battaglia detta delle Grazie durante gli scontri fra Nazionali e Regi avvenuto il 2 giugno 1860 fra i due ponti Torrina e La Grazia sul la strada Nazionale.

 

 

 

 

francesco casalinuovo      jacursoonline

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