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San Giovanni

Una tradizione di paese , attiva sino ai primi anni cinquanta  che ormai non  si tramanda  più da quando le generazioni  hanno perso la tradizione degli eventi di paese. L'emigrazione ha accelerato la scordanza.

Da quando , cioè , le comunicazioni sociali non erano "disturbate " dal tempo televisivo  che ha educato ad assistere anzichè  creare dando così inizio all'impoverimento di tutte le culture popolari.

In quel periodo televisivo, che indubiamente creerà nuove conoscenze modificando in positivo i costumi dell'intero Paese , nel nostro Jacurso l'immagine avrà un ruolo determinante nella vita di tutti condizionando gusti , mentalità e comportamenti sociali.

Avete mai sentito parlare dell'Acqua di San Giovanni?

Noi ,per questo santo , avevamo a riferimento la vicina Cortale .  Oltre che per la fede si andava anche per la buona Fiera dove  si incontravano venditori e compratori ma ,oltre a tanto sia a Cortale quanto a Jacurso o Maida  si aspettava questo periodo per preparare " Comparaggi e Cummaraggi "  essendo la notte di San Giovanni ,per la credenza popolana , una notte magica. Si preparava , tra le altre cose , l'acqua magica che ogni ragazza desiderava per la sua bellezza. Acqua profumata  in attesa di rugiada che solitamente si preparava durante il tramonto della giornata del 23 giugno, giorno che precede la giornata di festeggiamenti del santo omonimo, e che nasce con il presupposto di percepire tutta l'energia luminosa del Solstizio d'estate.

Perchè il Solstizio d'Estate sta proprio quì ed oggi son date ed eventi che, se pur importanti , si lasciano all'ignoranza.

Come si preparava ?

Tra le tante piante ed erbe ,nel nostro territorio  abbiamo:  ginestra,menta,papavero,fiordaliso, rose , sambuco per citarne alcune .

Tutte  “ magiche” con il solstizio d’estate insieme anche a queste  :

Arteniisia, Asparago, Iperico, Erica , Ginestra , Menta, Verbena, Lavanda, Fiordaliso, Mentuccia, Alloro, Timo, Camomilla, Rosmarino, Ruta , Salvia, Noce,  Rosa , Aglio,  Felce , Chiodi di Garofano, Ribes, Calendula, Sambuco , Sorbo


A partire dal tramonto del 23 giugno la natura era stracolma di questi fiori ed  erbe aromatiche  che occorrevano  per preparare  l'acqua magica .Quanta semplicità ! Depositate con garbo e armonia in un piattello con poca acqua di fonte ,sarebbe stato posato a dimora sul davanzale aspettando la preziosa rugiada di San Giovanni e già il 24 mattina ci si poteva inumidire le mani compiendo una sorte di rito propiziatorio che le anziane donne tradizionavano a dire  "propiziatori di amore,fortuna  salute  ". Sarà perchè non più credibili a queste nuove generazioni , continuiamo ad osservarli nei servizi di antropologia in popolazioni ancora lontane nel tempo mentre già negli anni sessanta , altro che acqua di San Giovanni ! Si andava in minigonna, senza regiseno  e si " urrijava " col " Ciao "e i balli della mattonella.

A Jacurso avevamo anche la Chiesa di San Giovanni. E’ vero dell’esistenza di questa Chiesa come da alcune note riportate dove sta scritto che “Dalla Chiesa Matrice dipendevano fino al 1726 la chiesa di S. Giovanni Battista, la chiesa della Concezione della Beata Vergine Maria, la Chiesa di S. Maria di Monte Carmelo e le confraternite del SS. Sacramento con sede nella stessa Matrice e di S. Barbara”.


 

" Lu Ramajjhiattu "

La ricorrenza del 24 giugno era per i calabresi la festa dell’amicizia, della grazia e dell’abbondanza. Inviare dei mazzi d’erba di San Giovanni era segno di buon augurio e voleva essere un gesto di pace e di fratellanza, i legami che si stringevano con l’invio di questa erba fiorita potevano durare tutta la vita e unire le famiglie con un vincolo più forte di quello che esisteva fra parenti. Da qui infatti nasce il termine Sangiuanni per indicare il comparaggio/commaraggio.

Il rito era molto semplice e gentile: ci si scambiava un mazzetto di fiori con l’eventuale aggiunta di qualche dono. Chi accettava la proposta contraccambiava la visita e il mazzetto di fiori dopo pochi giorni, e precisamente il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo. Si diventava, così, cumpàri o cummàri de mazzéttu.

A Jacurso , si diventava cummari de mazzettu con l’invio del mazzetto di fiori, chiamato ramajjhettu, usanza così diffusa che anche le bambine lo facevano con le bambole scegliendo la comare di bambola. Anche qui con i fiori si portavano piccoli doni personali come “Pettinisse “ e “Ferretti “  (fermagli per i capelli), Nastrini o un Fazzolettino ricamato dalla commare stessa, posti sulla guantiera, un vassoietto preparato per l’occasione. Da quel momento le giovani donne erano unite in un legame anche più forte di quello di sangue, una vera sorellanza d’altri tempi. Sempre nel giorno di San Giovanni, un tempo, due amici che avevano sentimenti affini instauravano tra di loro u Sangiuànni: un legame che apparenta le persone nel nome appunto di SanGiovanni. E diventava , rispetto , aiuto, fratellanza …

 

 

Streghe , Guaritrici , Maghe , Fattucchiere e Papesse

Religione e superstizione si intrecciavano in questa ricorrenza molto sentita dal popolo romano. Secondo le tradizioni popolari, si credeva che le streghe in quella notte magica si dessero appuntamento nei pressi della basilica per un  grande Sabba e andassero in giro per la città a catturare le anime , anche quella di piccoli appena venuti al mondo.

Le streghe venivano chiamate a raccolta dai fantasmi di Erodiade e Salomè, dannate per aver causato la decapitazione di San Giovanni . Sebbene abbia perso importanza per alcuni anni, la celebrazione della festa di San Giovanni è ora ripresa a merito di associazioni culturali


La Papessa Giovanna

Fu proprio donna. Buttò via ’r zinale

prima de tutto, e s’ingaggiò sordato;

doppo se fece prete, poi prelato,

e poi vescovo, e arfine cardinale.

E quanno er Papa maschio stiede male,

e morse, c’è chi dice, avvelenato,

fu fatto Papa lei, e straportato

a San Giuvanni su in sedia papale.

Ma qua se sciorse er nodo a la commedia;

ché sanbruto je préseno le doje,

e sficò un pupo lì sopra la sedia.

D’allora st’antra sedia ce fu messa,

pe tastà sott’ar sito de le voje

si er Pontecife sii Papa o Papessa.

G.G. BELLI

Su faceva chiamare Giovanni Angelico ma di fatto non era un Papa Maschio . Nelle storie ufficiali non se ne parla, ma diverse fonti medioevali narrano di una donna che riuscì a diventare papa. Nelle Cronache dei pontefici e degli imperatori (XIII secolo) si concorda nel raccontare l’elezione a pontefice di una donna di nobili origini, inglese ma nata a Magonza. Questa si sarebbe innamorata di un monaco benedettino e, travestendosi da maschio, lo avrebbe seguito ad Atene e poi a Roma.

Sempre facendosi credere un uomo, e grazie alla sua cultura, sarebbe poi salita al soglio pontificio dopo la morte di Leone IV, nell’855, e avrebbe regnato col nome di Giovanni VIII per oltre due anni.Durante una processione sarebbe stata colta dalle doglie e partorì adagiata all'angolo della strada !

Altrove , cioè lontani da Jacurso si rinnovavano altri riti.

E San Giovanni Battista ? Pare corretto ,dopo altre storie , scrivere di questo santo che nell'abitudinarietà sappiamo poco non frequentando neanche normalmente la chiesa , le liturgie e la vita dei santi che già vengono considerati un extra dopo Gesù Cristo.

Giovanni Battista, cugino di Gesù, è stato l’ultimo profeta che annunciò l’arrivo del Messia, fu imprigionato da Erode perché accusato di sovversione. Erode aveva una figlia molto amata, Salomè. Era una ragazza bellissima e un’abile danzatrice, spesso danzava per il padre e per tutta la corte. In seguito ad una sua esibizione, il padre le chiese cosa volesse in dono. Lei istigata dalla madre Erodiade chiese al re la testa di San Giovanni Battista servita su un vassoio perché inorridita al pensiero di toccarla.San Giovanni Battista morì dunque decapitato per volere di Salomè. Così viene infatti raffigurata, col vassoio in mano, Salomè, nei vari famosi dipinti che la ritraggono, come quello di Caravaggio.


francesco casalinuovo   Ass Cult KaloKrio   www.jacursoonline

 

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