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Tre Poesie

Oggi, in non pochi poeti calabresi che scrivono in  lingua dialettale ,traspare  un velo quasi nostalgico del passato dopo una indigesta abbuffata del modernismo  cominciata con gli anni cinquanta .

 

 

 

Ricordano le tradizioni perdute, i valori ormai scomparsi, le conviviali emozioni nelle famiglie per un matrimonio , durante le feste o una buona annata di raccolti.

Anche  i ricordi indelebili per le persone scomparse ,  la ricchezza dei sentimenti , la solidarietà nei periodi tristi del dopoguerra ,la fuga dal paese . Momenti faticosi  ma che  portavano  fiducia nella Provvidenza.
Ai nostri giorni sta sorgendo un nuovo modo  da preoccuparsi perchè v’è una maggiore povertà superiore a quella dei tempi passati, in quanto manca la solidarietà e la fiducia in quella Provvidenza  troppo evanescente e bugiarda.

Un tempo il contadino era povero però poteva, avendo  fame, ricorrere ai frutti dell’albero , agli altri prodotti della terra ,agli animali che venivano governati in quel mondo agricolo.
Nella società moderna, invece, chi è povero, nel deserto della disoccupazione e della crisi economica, vive veramente in un profondo stato di disperazione.

A ttia de pua *

Parru cu ttia chi nno ssi generatu,

chi nta lu mundu ancora hai de venira.

Ricordati de mia chi ssu passatu,

leja sti scritti, si li vua lejìra.

Lèjali pemm'appuri cu su jjìo,

cu su li ggìänti chi tti generaru,

mu sai ca nta stu tìämpu ch’è lu mio

penzammi puru pe lu postaram.

Ti dassu šcritti l'usi e li custumi,

chi ngiru sunu nta li tìämpi mia,

ca puru chisti puanu dara lumi,

dunara cchjiù sapira puru a ttia.

È bberu ca tu si cchjiù šbiluppatu,

si cchjiù patruni de la canuscenza,

però si ssi a nnu statu cchjiù avanzatu,

ncunu prima de tia ncignau mu penza.

Perciò si bbua cchjiù mìägghjiu mu camini,

li canusciänzi tua mu sunu tanti,

mu scìägghji a cquala strata mu ti mini

girati arrìädi e ppua camina avanti.


di Giovabambattista Vono  da Curinga

 

Mi rivolgo a te che non sei stato ancora generato, / che ancora devi

venire al mondo. / Ricordati di me che sono vissuto prima di te, / leggi

questi scrittisono le persone che ti hanno generato, / per sapere che in questo

tempo che è il mio I abbiamo pensato anche per le future generazioni.

/ Ti lascio scritti gli usi e i costumi / che si usano in questi miei tempi,

/ ché pure questi possono dare lumi, I possono dare più sapere anche a

te. / È vero che tu sei più progredito, / sei più padrone della

conoscenza; / però, se ti trovi in una condizione più avanzata, /

qualcuno prima di te ha cominciato a riflettere. / Perciò, se vuoi

camminare con maggiore sicurezza, / le tue conoscenze siano tante, I

ma per scegliere [bene] la strada lungo la quale camminare / voltati

 

indietro e poi cammina avanti. .

 

 

 

 


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