Inquinamento Luminoso
Luce e Inquinamento Luminoso
La luce per la maggior parte dei sistemi biologici è un fattore vitale, così come l’alternarsi tra il giorno e la notte che ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo , degli animali e dei vegetali per centinaia di milioni d’anni.
Quando si leggeva al focolare
Due candele accese in una stanza erano sufficienti per sferruzzare , rattoppare , stirare o preparare l’impasto per il pane. Abitualmente , dunque , in quelle piccole stanze del Jacurso primo novecento, bastava la lumera per esorcizzare la paura del buio .Una o due candele, più che sufficienti con il tremolante bagliore di luce giallognola capace a far leggere una pagina di libro , di Giornale o il Lunario di Barbanera - per chi sapeva - . Alle spalle il resto della stanza era solo semioscurità. Ma che importava . D’inverno si ingannava il tempo seduti in pace al calore del focolare , le gambe stese a scaldare e trovar sollievo trastullandosi a girare a riattizzare i focosi legni ardenti.
Il fuoco , da sempre , ha l’affascinante potere di far trascorrere tempo solo a guardare i ceppi consumarsi, le fiamme danzare, le braci brillare di un rosso acceso... Un vero e proprio spettacolo dal vivo offerto ai nostri occhi di ragazzi .
In questi nostri giorni, invece, in certi salotti il caminetto , che ha sostituito malamente il focolare , è dotato persino del simulatore di fiamma e del legno scoppiettante.
Alle vampate della legna vera, nel nostro focolare , si aggiungeva anche l’effetto acustico vero: crepitii, sibili , fruscii ,fischi . Rumori delicati che accarezzano ancora le orecchie senza mai disturbare il cervello. Quanti ricordano quel botto dirompente da un legno tosto e , a seguire , le scintille impazzite che arrivavano sulle gambe senza ferire . Dialettalmente li chiamavamo “ Spissijhi “
Quanto all'olfatto, il piacere era garantito: il profumo naturale del legno sotto una panca, in attesa della sua ora, e l'incomparabile odore che fuoriesce da un focolare a fuoco aperto non è facile a dire . Ci vuole un buon naso e un bel respiro . Questo è Pino , “ Cerza “...Olivo … Fagio….Abete …Alloro ….(che profumo aromatico l’alloro!) e tutto sembrava immaginato per la gioia del nostro olfatto.
Ma rilassarsi vicino al fuoco significava e significa anche concedersi una pausa, un istante di vita a rallentatore, con un'atmosfera propizia alla lettura, ai racconti , alla meditazione, o più semplicemente al riposo. E nessun rischio di annoiarsi, il fuoco ha la virtù di essere divertente, reclamando in qualsiasi istante una gradevole attenzione.
Il territorio e ,sotto, Jacurso di notte
Poi arrivò la corrente elettrica e , per la novità di questa innovativa luce bianca, fu tutta un’altra cosa . L’impegno serale si era materializzato per una lampadina appesa a due fili rivestiti con una sorta di calza intrecciata . In cima alla scala una sorta di apertura frontale in tavole di legno portava direttamente al piano che già ,a portata di mano , i due fili attorcigliati aspettavano per essere tirati su dal piano basso attraverso un foro abilmente praticato nel soffitto. Ma quale impianto ! Avere la “ corrente “ in casa era solo questo. Le lampadine fisse nelle stanze con l’interruttore sarebbero arrivate più tardi. Per l’adesso di quel tempo la lampadina “ si svitava “
A Jacurso arrivò nel 1932 e fu distribuita attraverso fili nudi di rame che passavano sotto le tegole e che , su mensole e isolatori ancorati ai muri delle case correvano a portare corrente ai bracci dell’illuminazione pubblica.
Un braccio, una piattina e la lampadina con una lucetta quanto basta .Poi vennero allacciate anche le abitazioni che così potevano usufruire di questo bene serale mai goduto prima . Ma a pagamento .Nelle case, per la cottura dei pasti, il fuoco era ancora il re dell’energia termica adatto ai freddolosi bisogni serali del periodo invernale . La corrente elettrica serviva solo ad alimentare le prime lampadine che “ producevano mirabilmente quella luce bianca e meglio diffusa “ . Per tal uso serale, all’inizio le case venivano allacciate alla distribuzione pubblica cioè in concomitanza della sera quando si dava corrente alla pubblica illuminazione.
Non c’era sperpero e neanche inquinamento luminoso . Poi , durante la guerra si tornò all’oscuramento sia stradale che abitativo e , a stento e porta chiusa, si rischiava la contravvenzione a tenere accesa non la luce ma la candela o la Lumera.
Immancabilmente annerito dalla persistente infiltrazione del fumo che " catramava " le tavole dei soffitti ,non c’era riflessione ma tanto si ignorava e , altro non avendo ,si stava da signori.
La candela
Insieme alla lumera e al Lume , la Candela fu la prima fonte di energia luminosa capace di assegnare anche l’unità di misura a questa nascente e sconosciuta risorsa luminosa.
Candela per metro quadrato (cd/m²) fu ed è ancora l’unità fotometrica di luminanza del Sistema Internazionale e viene utilizzata quale quantità della luce emessa in un area di 1mq. Per render meglio il concetto è facile osservare la figura.
E’ trascorso troppo tempo da quei bracci con la piattina e una luce fioca agli angoli delle strade appena sufficienti per guadagnare la via di casa . Ripensando era più romantico e complice quel tempo ad aspettare, nella penombra e sotto un arco, che si aprisse un portellino…una porta. A Jacurso ,quanto altrove, per i Romeo e Giulietta del tempo, le penombre , gli angoli ,le scale esterne si palesavano gli ideali ripari per promettersi amore eterno !
A raffronto degli aridi messaggini di oggi e alla facilità degli incontri non so quale comparazione possa reggere a quelle amorose fatiche fatte di patimenti nelle serate di freddo e vento . Sacrifici e patimenti che portavano benessere … già che non si avvertiva il peso di quel che si fa per l’ altro . Una condizione astratta di estremo appagamento e felicità a confronto dell’oggi dove , l’aspirazione a raggiungerla, è diventata una condizione normale.
Dall’educazione al risparmio al consumare è Bello
All’indomani delle due Guerre la situazione economica e sociale aveva messo al chiodo tutte le famiglie e con le nuove situazioni di pace tra spesa e risparmio si rese necessario mantenere un ragionevole equilibrio che il buon senso, la natura del lavoro, il poco posseduto, le condizioni famigliari e l’età regolamentavano il modo per come poteva essere guadagnato.
Il risparmio e non lo spreco è stato l’equilibrio fondante che ci ha condotti al Boom economico . Poi la “democrazia del benessere” , che prende avvio negli Stati Uniti , si sviluppa anche da noi a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
Oggi ,considerando gli inquinamenti di cui il capitale umano è stato capace e responsabile, ci porta in crisi con noi stessi , in debito coi paesi sottosviluppati , con il pianeta e con la nostra sopravvivenza irta di disagi come le polveri sottili tra Lombardia ed Emilia.. Che fare ?. Siamo troppo poveri per dare soluzioni ma nella povertà sarebbe davvero sensato che padri e madri comincino a rientrare in famiglia dal loro esilio.
Consumiamo troppa energia
Uno di questi incentivi al consumo di energia ha già prodotto , dunque , un notevole danno all’ambiente per le eccessive alterazioni . Tra queste cattive compagnie si accompagna , con una situazione per l'Italia abbastanza compromessa, persino quello luminoso .
Per iniziativa dell’Osservatorio Astronomico “Serafino Zani” di Lumezzane (BS) e con altri patrocini l’attenzione , per il lungo periodo di trent’anni si è svolta in un sabato di Ottobre mentre da quest’anno 2024 è stata anticipata al 16 febbraio al fine di creare una proficua sinergia con la campagna informativa M’Illumino di Meno, organizzata dalla trasmissione Caterpillar di RaiRadio 2,
I primati dei consumi :
Quasi l’80 per cento della popolazione mondiale vive sotto un cielo inquinato da luci artificiali e La Via Lattea , che si imparava a scuola senza capire tanto , è ormai invisibile a gran parte dell’umanità.
La notizia peggiore , si legge , riguarda appunto l’Italia che, a livello mondiale tra i paesi sviluppati , si colloca con la più elevata percentuale di territorio inquinato dalla luce artificiale. Otto italiani su dieci , pare , non possono vedere il cielo stellato incontaminato. Personalmente, pur nella preoccupazione dell’indifferenza alla quale siamo educati, c’è da cogliere un “aspetto favorevole “ derivante dal nostro sottosviluppo in quanto solo capace a preservare gran parte dei territori da inquinamenti di ogni sorta e tra questi quelli ambientali e paesaggistici .Non di meno a quello meno conosciuto dell’illuminamento diventato eccessivamente “inquinante “ . Ma non c’è da star tanto sereni.
Che cosa è l’inquinamento luminoso
L’inquinamento luminoso è l’introduzione diretta o indiretta di luce artificiale nell’ambiente ed è una delle forme più diffuse di alterazione ambientale
I led e l’inquinamento luminoso
Le lampade a led si stanno ampiamente diffondendo, in particolare nel settore dell’illuminazione pubblica, grazie ai loro bassi consumi. Proprio i led sembrerebbero giocare un ruolo importante nel livello di inquinamento luminoso nella parte blu dello spettro. Questo è legato al fatto che utilizzano luce con forti componenti bianco-blu che viene diffusa molto di più dalle molecole dell’atmosfera rispetto alla luce con una componente prevalente verso il giallo, come quella dei sistemi di illuminazione al sodio alta pressione prima utilizzati.
Ma i led consumano meno. E’ vero. Ma cosa costa distanziare cioè alternare , dopo una certa ora , le fonti luminose stradali e , alla pari , attenuare l’eccessiva visibilità di Palazzi , Monumenti , Piazze… riversando lo spreco con qualche controllo in più.
Spreco di energia e risorse economiche
I Comuni italiani spendono ogni anno un miliardo e 800 milioni di euro di elettricità, di cui due terzi di illuminazione pubblica. Siamo il paese a livello europeo che più spende per l’illuminazione pubblica. Ciascuno di noi consuma 100mila kWh ogni anno, il doppio dei tedeschi, degli inglesi e un terzo in più rispetto ai francesi ignorando che il pianeta ,dei quali siamo ospiti e non padroni ,ha già presentato da tempo il preoccupante stato di salute. Povere generazioni Z e future , se ci saranno.
E , a proposito di generazioni, Francesco Pellegrino e Umberto Ciliberto, Generazione Z ,giovanissimi di Jacurso e animati da una sana voglia di sapere ,si sono spontaneamente avvicinati per recuperare alcuni dati del passato al fine (credo di aver capito ) rafforzare un livello di coscienza comune su alcune tematiche principali quali l’ambiente, i diritti umani , le problematiche sociali che interessano i Paesi africani , le questioni ambientali ,il nostro territorio , l’abitato ed in particolare il cambiamento climatico e l’inquinamento.
Le due Americhe ,L'Europa , India,Russia e Cina .Australia
Lo splendore dell'Italia Settentrionale.
Quando ,nella ruga, si "cummarihjava " alla luce del sole
Personalmente ho compreso che sentono una spinta propulsiva tipica della loro età, motivo per il quale si applicano con dedizione alle più disparate discipline occupando gli spazi vuoti post studio. In Particolare Francesco che si ripromette di impegnarsi a cancellare lo stereotipo appiccicato alla sua generazione e vista in modo degradante che non risponde al vero atteggiamento e “ corregge ” che Rendere la società in cui viviamo più “sostenibile” è considerato un obiettivo importante dalla maggioranza della Generazione Z .
Umberto ,che non è da meno, è capace di selezionare invece i suoi interessi con più razionalità e si impegnerà a caratterizzare aspetti del territorio che si concretizzeranno con un evento finale. . Dal momento che esiste troppa bellezza e troppo sapere da assimilare ,non so bene che cosa augurare a questi due che spontaneamente si avvicinano per farsi consegnare radici e futuro. !
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Franco Casalinuovo - Francesco Pellegrino - Umberto Ciliberto
jacursoonline