Il Calore della Pelle
Per milioni di anni, quando la Terra era ricoperta di foreste, gli uomini sono stati prima cacciatori , dopo agricoltori e le donne esperte raccoglitrici di piante , erbe e frutti.
Precedentemente , si scriveva , che il fondamentale progresso dell'umanità si era avuto con l'uscita dei primi uomini dai boschi i quali , scoprendo la coltivazione dei vegetali , hanno pensato necessario creare spazi liberi, eliminando (col fuoco ) enormi estensioni alberate e creando la condizione per coltivare la terra.
Poi sono stati capaci ad addomesticare una buona parte di animali selvaggi, riuscendo persino ad allevarli per le esigenze alimentari e , pare , riuscendo di combinare incroci inesistenti in natura . Magari saranno capitate per caso e poi continuate per convenienza . Se il cavallo ha accompagnato l’uomo segnando il suo progresso, l’asino e il mulo non sono stati da meno per la mole di lavoro compiuto al suo servizio.
Infine esperienza , conoscenza e desiderio avranno consentito la manifattura dei primi ricoveri , delle capanne …dei primi ripari, più sicuri, costruiti in pietra.
E poi sarà passato davvero tanto …ma milioni di anni solo per farci raccontare dalla storia che le liti , gli interessi , le guerre , le discriminazioni tra uomini e uomini e tra uomini e donne sono certamente esistiti da sempre.
Oggi possiamo dire di essere al massimo ? Le cronache che ogni giorno scrivono o informano delle violenze tra uomini e uomini armati, delle violenze degli uomini sulle donne, delle violenze degli uomini sui minori , delle violenze sugli animali , delle violenze sull’ambiente … dovrebbero condurre l’uomo molto Sapiens a sane riflessioni su tutte queste violenze ! Meditare sulla necessità di fermarsi , riguardare indietro e riconquistare qualcosa che s'è perduto in nome di un progresso non più a misura di Uomo Sano , Sapiens e Intelligente..
Scopriremmo , magari , che l’epoca d’oro non sta poi tanto nell’uomo Super Sapiens di questi giorni ma in quello delle foreste che viveva al pari delle bestie ma che, conoscendo il Fuoco ,cominciava a differenziarsi da queste con le quali condivideva eguali la notte , il giorno e il modo di nutrirsi. Poi Prometeo , per il desiderio di esaltare l’uomo , scatenò l’ira di Zeus che si sarà infuriato e… pure a ragione. Uscendo dalle foreste , però , il concetto prevalente riconoscerà che nei millenni l’uomo non ha perduto proprio nulla anzi ci ha soltanto guadagnato tanto.
Potremmo oggi immaginare un Pianeta quasi completamente ricoperto da boschi , foreste e grandi oceani ? Forse che no perché mai riusciremmo a vederlo così con gli occhi dell’oggi. Ma semmai riuscissimo a pensare il nostro pianeta più piccolo di quello che è con le devastazioni ambientali senza appello , ci saremmo già resi conto dei guai già apportati alla nostra sopravvivenza. Disponendo , invece , di un Pianeta ancora grande da distruggere , possiamo ripiegare mestamente sul pensiero che ci vorrà solo ancora tempo …ma non infinito.
Acqua, estratti vegetali naturali, tempo e … tanta mastria.
Al tempo delle tre macellerie di Jacurso , la pelle animale era un prodotto di scarto della macellazione. Se non fosse stata riutilizzata dalle concerie, sarebbe marcita e poi diventato un rifiuto da abbandonare …ai cani . L’ingrediente fondamentale perché questo non succedesse e la pelle utilizzata, era il Tannino che poteva essere estratto generalmente dalle piante di Mimosa, Castagno e Quercia .
Attraverso il processo di concia, la decomposizione della pelle viene, infatti , bloccata. La pelle acquista le caratteristiche di resistenza, elasticità e morbidezza che la rendono adatta alle successive lavorazioni. Le pelli più utilizzate sono quelle di bovino, di ovino ed altri animali piccoli. Un tempo tutti animali allevati a scopo alimentare e nessuno ucciso col solo fine di utilizzarne la pelle. Oggi gli allevamenti animali stanno togliendo alberi dappertutto e questo è anche diventato un motivo degli incendi boschivi a livello globale , frane , cementificazione e inondazioni urbane . Le concerie, che non utilizzano prodotti vegetali, continueranno, invece , se non depurando, ad inquinare i corsi d'acqua.
La concia al vegetale non prevedeva ( e non prevede ) l’utilizzo di sostanze tossiche e, di conseguenza, riduce il rischio di allergie legate all’utilizzo quotidiano di un determinato oggetto. Ogni pianta, di qualunque specie, forma o dimensione, contiene tannino. La sua presenza è frutto dell’evoluzione naturale: le piante, infatti, sono esposte a numerosi rischi e in caso di pericolo (animali, ambienti che diventano insalubri, agenti atmosferici quali forti piogge ( acide ) o vento) non possono certo spostarsi per cercare riparo. Senza la presenza del tannino, la vita vegetale sarebbe costantemente sotto attacco: il suo compito, infatti, è proteggere tronchi, fusti, foglie e frutti dall’assalto di funghi, batteri e virus ma anche da erbivori ed altri animali che si cibano di piante.Oggi sono sempre più invedenti nuove specie di insetti e predatori vegetali difficili da contrastare. Vedi punteruolo che ha annientato la presenza delle palme .
Il Tannino dei Castagneti
Ad esempio, nella produzione di tannino di castagno, il legno viene sminuzzato e lasciato macerare in acqua calda, diffondendo nell’aria un aroma intenso anche se agre. Il tannino si libera a poco a poco nell’acqua in maniera del tutto spontanea. Non c’è alcun bisogno di forzare questo processo, che avviene naturalmente, né tantomeno è necessaria l’aggiunta di sostanze chimiche. Quando tutto il tannino viene rilasciato nell’acqua, si è già in presenza di un estratto naturale pronto per essere utilizzato in forma liquida. Gli scarti legnosi dell’estrazione venivano utilizzati al focolare. Questo procedimento rappresentava anche un esempio di economia circolare ( al tempo sconosciuta perché non necessaria) . Di tutte le lavorazioni delle pelli, la concia al vegetale con il tannino è ancora quella che vanta le origini più antiche. Si ritiene infatti che risalga addirittura all’era preistorica, quando gli esseri umani, proteggendosi con pelli di animali, appresero a trasformare le pelli degli animali uccisi in indumenti ….che ,però , puzzavano .
Per gestire il Presente occorre conoscere il Passato
Anche se le vie di comunicazione erano poche , l’analfabetismo molto diffuso e il reparto agricolo mantenesse una conduzione tipicamente feudale , prima del l’unificazione, le regioni meridionali non erano arretrate rispetto a quelle osannate del Nord . Tuttavia nel nostro estremo meridione pre-unitario, unitamente ad altri , erano anche questi i freni posti allo sviluppo e alla crescita sociale . Difficoltà che tuttavia non avevano dato inizio ai movimenti migratori che tuttavia arriveranno . Jacurso , in questo periodo storico , registra famiglie numerose anche con dieci figli che portano la popolazione a 1.800 abitanti. E le abitazioni sono anguste , disagiate e poco salubri.
Per Jacurso , anche con dati incompleti ma approssimativamente attendibili , c’è tuttavia da supporre , tra ‘800 e metà ‘900 , l’esistenza di un discreto equilibrio economico tra le attività agricole , commerciali e artigianali tale da far coesistere il giusto rapporto tra la domanda e l’offerta in termini di lavoro , occupazione , reddito ed esigenze di vita.
La preminente attività agricola era , per tutto ciò , necessariamente accompagnata da altre presenze lavorative come quelle artigianali e commerciali . A Jacurso almeno quattro furono le falegnamerie importanti , una segheria a nastro (azionata da energia idraulica ) , due le concerie e ben undici i mulini . Oltre alla manifattura della lana , del lino , della seta e la lavorazione a telaio delle tele , da non trascurare restano i Troppiti e le Macine delle Olive che , situate tutte ai margini dell’abitato, bastavano alla molitura per il giusto prodotto fornito dal territorio coltivato ad uliveto e cereali . Il teritorio , prevalentemente montano , non consentiva ne potrà consentire una coltura generalizzata dell’ulivo a quote superiori ai cinquecento metri. A meno che il sovvertimento climatico in atto riuscirà ad operare uno sconvolgimento impensabile da fine del mondo !.
Quanto alle Concerie queste sopperivano al bisogno del pellame e cuoio necessario ai calzolai locali che , sempre in attività di “ Bottega “ , saranno stati almeno in cinque . Viene da pensare …quanti scarponi per i contadini ! Contadini che “ Sotto Castanò “ , andando per Arcomanno a zappare quelle terre , le scarpe era abitudine levarsele alla “ Fontana di Castanò “ mentre si riempiva la vozzarella dell’acqua. Per decoro li calzavano uscendo da casa mentre le donne non avevano bisogno di farlo in quanto già vi arrivavano scalze. Qualche gioventù che starà a leggere… cosa penserà di quelle scarpe calzate a risparmio e di quei piedi nudi delle donne !!!
E invece sino agli anni cinquanta era proprio così . Diventava solo dopo i “cinquanta “ un contento comprare le scarpe da tennis della Superga ! Si diceva da tennis.
Opere Murarie costruite dalla SACAL- Impresa del Cav . G.B.Dattilo - Sono Opere d'arte da recuperare prima che una pietra ..tiri l'altra. Finora nessuna attenzione e nessuna attenzione per la piccola che minuta manutenzione. Sulla Sinistra sorgeva il Mulino " Principe della Scaletta " - purtroppo demolito . Costruito sulla " Via dell'acqua " Ridava l'Acqua" ad altri TRE Mulini ". Con la rivalutazione dei borghi, meglio dire dei piccoli paesini , Jacurso vive un buon momento mantenendo le peculiarità del passato .
Scarpe , Boschi e Acqua
Le Concerie
Il Conciapelle - La sua bottega era maleodorante e pericolosa a causa dell’utilizzo di sostanze corrosive utilizzate per il trattamento dei pellami. Le nostre due concerie facevano ricorso alla calce viva per eliminare il pelo sulle pelli. Ma sempre naturale era...Oggi le lavorazioni sono esclusivamente industrializzate cioè utilizzando anche acidi ...che a differenza del prodotto bio non lasciano traspirare la pelle comportando l'odore sgradevole (ai piedi ) che si conosce oltre agli inquinamenti che ne derivano ai corsi d'acqua .Il suo lavoro infatti era umile e poco diffuso. Nella " Conza" del Largo Acquaro lavorava " 'ntonuzzu " unitamente alla mogli . Una conduzione familiare che lavorava a tempo pieno ed esportando le pelli anche per la qualità riconosciuta. Successivamente le pelli le abbiamo viste portare via da una Azienda lametina ( Porcelli ) e poi niente più.
E’ ancora esistente la fabbrica di quel Laboratorio che pure si mantiene in discreto stato di conservazione . Anche le vasche ed alcuni arnesi , utili per la lavorazione . Ho avuto modo di osservare l’acqua che ancora scorre nei cunicoli originari e che portano alle vasche. La sorgiva è ancora prigioniera del manufatto e scorga con regolarità.Qualche “ arnese “ del mestiere è rimasto appeso ad una trave e sul lato delle vasche restano penzolanti alcuni listelli di Castagno. Servivano certamente per appendere la grande pelle di un vitello. Dell’altra Fabbrica non esiste più traccia se non i resti ammassati di pietre rimossi nell’ultimo ventennio. Ma esisteva e rimane segnata sulla mappa oltre che tra le attività commerciali di quel tempo.
Tralasciamo di descrivere l’interno ed altro del locale per restituire più attenzione ai boschi dove il conciapelle riusciva ad approvigionarsi della materia prima che in questo caso ci porta al Tannino .
I cuoi venivano preventivamente puliti dal grasso dagli stessi macellai, stirati e mantenute aperte con asticelle di canna esposte al sole o affummicate ( di inverno si bruciavano erbe non completamente asciutte ) quindi sufficientemente seccate .
Le concerie di Jacurso . A sinistra dell'immagine la zona di espansione dell'abitato tra la fine dell'ottocento e primi anni del novecento dovuto al risanamento del Burrone Castanò e la costruzione della " Consortile ". In colore giallo la località dove sorgevano le Conce. Le concerie dell’antichità erano generalmente relegate ai margini degli insediamenti urbani, e per quanto fossero repellenti per i residui delle lavorazioni , svolgevano almeno un paio di ruoli fondamentali per l’intera comunità: producevano cuoio e pelle, indispensabili per la vita quotidiana dei nostri antenati, e contribuivano allo smaltimento dei liquami cittadini riciclando urina e feci.
Il Bosco
Per la lavorazione delle pelli era necessario il “ Tannino “ e questa essenza sapete da dove veniva ricavato ? Come si raccontava sopra, l'attività della concia a Jacurso era favorita dalla considerevole presenza di boschi e di acque correnti sul proprio territorio. L'estensione boschiva consentiva la scelta del legno dalla cui corteccia sarebbe stato estratto la materia base occorrente ai conciapelli di Jacurso.
Il Tannino
La Quercia : la corteccia e le foglie ricche di Tannino
E’ l’essenza base per conciare le pelli animali e si trova concentrata in numerose tipologie di alberi e piante E’ presente sia nella corteccia che nelle foglie, nel legno o anche nei frutti e nelle radici. Proprio a difesa dell’ albero dagli attacchi dei parassiti , dai funghi e altri predatori, addensandosi in prossimità di un punto di lesione,di uno squarcio e in una qualunque parte della pianta , anche di una foglia. Provate a guardare , anche nel nostro abitato ma dappertutto , un ramo di quercia o castagno...tagliato male ! Ha una ferita che "sanquina " : sarà anche la linfa e saranno magari pure gli anticorpi perchè nessun essere vivente accetta di morire..anche nel mondo vegetale che corre a difendere la ferita. Lo scopo “ Biologico “ escogitato dalla natura è anche quello di rendere meno gradevole e appetibile la pianta stessa per via del sapore amarognolo e sgradevole. Avere la qualità anche astringente è caratteristico proprio dei tannini e tanto è dovuto alla loro capacità di incidere sulle proteine. Una delle piante utilizzata per la raccolta dei tannini era il castagno, la quercia e la pianta di sughero.
Nell’antichità ci si era accorti, forse per puro caso, che le pelli esposte al fumo o immerse in acqua ricca di materia vegetale in decomposizione (che contiene dosi variabili di tannini) duravano di più e non subivano il processo di putrefazione tipico della pelle fresca. Nella conceria di Jacurso, osservando una fornace con sopra una vasca di terracotta, ho appreso che nella prima fase le pelli venivano introdotte in questa vasca e lasciate in ammollo per impregnarsi della massima quantità di Tannino. Nella vasca veniva riversata una opportuna quantità di corteccia , a volte anche pezzetti dei rami di castagno o quercia e successivamente, riempita d’acqua e portata a forte bollitura.
Dopo questo processo, lasciando decantare il liquido della bollitura e immergendo le pelli , queste si sarebbero impregnate del tannino il quale agendo con le proteine della pelle animale avrebbe evitato che l’azione degli enzimi potesse compromettere lo stato fisico della pelle.
Occorreva , cioè , conciare la pelle, trattarla per renderla virtualmente inattaccabile dalla putrefazione e impermeabile modificando la sua struttura proteica.
In forma semplificata mi son fatto spiegare, tanto per capire meglio , che ruolo svolgono i tannini a dare alla pelle conciata quella caratteristica di unicità , di morbidezza che la rende così particolare, così immediatamente distinguibile da altri tipi di pelli conciate industrialmente: il “profumo di cuoio”, ad esempio, è qualcosa di irripetibile, unico al tatto che da una sensazione inconfondibile.
Il Tannino estratto dal castagno era particolarmente adatto per la concia di pelli pesanti ed , in particolare, del cuoio per suola, in quanto permettevano e permetterebbero di ottenere un alto rendimento in peso, un cuoio “ fermo “, compatto ma contestualmente flessibile, elastico, di buon colore, resistente alla luce e con buona impermeabilità all’acqua. Quello che occorreva ai nostri Jacurzani. Uomini e Donne . Mi ricordo di Mastro Vito , Calzolaio di qualità che con la sua tipica espressione sorridente e convincente...ti piegava la suola e la " Tomaia ".... chista è "Sola " e " Vacchetta " e per le donne e signorine ..."sola leggera " e " tomaia 'de Capretto " per dire eleganza , cura nella lavorazione cioè delicatezza per chi indossava quelle scarpe . Abitualmente nere o testa di moro.
Il lavoro in conceria non era per i deboli di stomaco: l’aria era costantemente satura di odori disgustosi dovuti alla decomposizione del materiale organico e per gli ingredienti utilizzati nelle varie fasi di lavorazione. Ma ….
Scriveva nelle sue relazioni il Dott. Giliberti , medico Condotto , che “ essendo ancora l’abitato intero privo di Fognatura a Caduta “ e che solo alcuni riversano nelle cunette dove urine e liquami ristagnano facilmente , di far riversare i tannini della conceria tale da favorirne lo smaltimento riciclando feci e urine ..
Quando Jacurso si " fermava " al Burrone Castanò ".La Strada Consortile ( adesso Via Nazionale/Provinciale ) non realizzata e l'abitato Storico che finiva alla " Cona ". In bianco il luogo delle due Concerie: l'Acquaro e Sotto Castanò - Sorgive e Smaltimento nei due fossi -Non producevano rumori quanto le macine dei vicini mulini ...ma le emissioni olfattive erano nauseanti .L’aria,infatti , era costantemente satura di odori disgustosi dovuti alla decomposizione dovuto al materiale organico delle pelli.
Le Concerie di Oggi e La verità sulla pelle: Indossare crudelta'
'Ntonuzzu Serratore conciava pelli di capra e vitello.Per le suole e le tomaie di Uomini e Donne che ,a Jacurso , non conoscevano sfilate di moda .
Ho trovato un video in rete, che mi ha fatto rabbrividire e ho tratto qualche immagine di inizio poco cruenta .Poi è stato impossibile continuare a vedere.
L’uomo non merita di stare su questo pianeta e… dovrebbe davvero provare sulla sua pelle ciò che la sua crudeltà fa vivere a quelle povere creature.
L’era in cui la pelle e la pelliccia degli animali era necessaria è passata da qualche centinaio di anni, continuare quindi a scuoiare povere bestie indifese per creare degli accessori moda o dei capi d’abbigliamento è pura crudeltà.
Adesso ...Si potrà chiudere con una scossa da brivido ?
Da brivido si, ma mai nulla di più trasparente, visto che quella pelle o quella pelliccia proviene proprio da un animale.
Le pellicce stanno bene solo alle bestie
" Ecco il resto della vostra pelliccia”
A volte la verità è cruda in tutti i sensi.
E' un Coccodrillo. Sta per essere scuoiato vivo. Sotto... la vostra Borsa
Un giovane Montone . Sta patendo la scuoiatura a caldo . Sotto : Stordimento dell'animale per la scuoiatura da " Vivo " con un elettrodo nell'ano e l'altro in bocca. Non per farlo soffrire di meno . No ! Solo per non rischiare di compromettere quello che diventerà il vostro collo di pelliccia.
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Un saluto ai nostri amici che ci seguono e hanno letto da :
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CANADA :Lachine Burnaby Guelph
AUSTRALIA :Adelaide
Grazie
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Un Libro . ricordare e riflettere
Ma vi sono persone che non hanno il potere di impedirsi di pensare.E che anzi pensano tanto più, quanto più lo si proibisce loro.
In questo modo si sbarazzano delle false ragioni e anche della vera, se non ne trovano delle ragioni solide. Si nascondono fra la folla e invocano in loro soccorso... il numero.
L’autorità. Regola della vostra credenza non dev’essere aver sentito dire una cosa e nemmeno dovere prestare fede a qualcosa,senza esservi messi nella condizione di chi non ne avesse mai sentito parlare. È il consenso di voi a voi stessi e la voce costante della vostra ragione e non di quella degli altri che deve farvi credere. Credere è importante! Cento contraddizioni sarebbero vere .
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francesco casalinuovo www.jacursoonline.it ass. cult. Kalokrio - Ha collaborato Arch. M.Mazza