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Per Non Dimenticare gli Albanesi

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Una Storia di Emigrazione e di Ospitalità

Oggi era  il 7 Agosto di trenta anni fa ( 1991 ) quando nel  porto di Bari la “Vlora “ attraccava quasi indifferente alle attenzioni delle motovedette che l’affiancavano.

 

 

La Storia Siamo Noi

Da li a poco sarebbero scese più di ventimila  persone in fuga  dall’Albania…  ...Il profilo di un mercantile alle cue  corde si intravedevano giovani aggrappati  e poi tutto l’altro spazio della nave ricoperto da una immensa “ macchia “ umana stipata  come formiche una all’altra .

Non si potrà dimenticare quanti di quegli esseri umani si lasciarono  cadere in acqua frettolosi di guadagnare “ la Terra Promessa “ ma anche per la necessità di levarsi lo zucchero di dosso  che la nave trasportava. Perché quel mercantile , al momento “ dell’assalto “  aveva appena terminato il trasbordo   dello zucchero che da Cuba portava in Albania. Quella era la circostanza escogitata e l’occasione  per allontanarsi dalla miseria e soprattutto dalla prigionia nell’Albania di Hoxha, il feroce dittatore dagli irriducibili ideali comunisti. Fu un momento chiave della ribellione del popolo albanese, in particolare dei giovani, decisi a rinunciare a quel regime totalitario.

 

Lo sbarco

Un ragazzo intercettato per caso da un  cronista  …gridava alla telecamera  pazzo di gioia ..“ Io Limusine …” .Ora gli si avverava la libertà almeno di poter sognare quella Limusine  , di coltivare un sogno. Liberarsi dai vestiti fradici ,stracci … anche quello era il suo sogno e magari incontrare la strada della fortuna , poter acquistare la sua Limusin … e poi tornare in Albania da vincitore. Come i tantissimi “ ventimila e ventimila “ italiani  meridionali  scappati nelle Americhe magari  da clandestini ma con lo stesso sogno della Limusin.


 

La “ Vlora “ , un quasi relitto arrugginito di nave, venne sequestrata a Durazzo da più di quei ventimila  mentre scaricava zucchero proveniente da Cuba . Salirono a bordo al massimo della capienza che più non si poteva e si puntò subito per l’Italia. Quel giorno del 1991 , troppo presto dimenticato  nel nostro Paese, segnava per l’Italia il nuovo esodo dell’Emigrazione che da Paese di emigrazione diventava Paese di Immigrazione. Nazione da dove più di trenta milioni di “ Italiani Fragili “ erano già scappati per avere inizialmente un paio di scarpe e qualcosa anche da mangiare. E , per chi non sa, da Jacurso e dai tanti paesini simili al nostro dell’intero meridione si scappava  prestando i soldi per il  biglietto del viaggio.  Si impegnava quanto poteva essere riscattato  con il prestante il denaro … un pezzo di orto , due – tre camere di casa  e poi il resto da pareggiare col guadagno americano.


La Vera Storia della Vlora .

 

Chiedono pane e acqua. Sono assettati in quella  giornata caldissima di Agosto e Il Vlora è una latrina maleodorante. Sono ammassati sulla banchina dove si sta male. La polizia, poi ,  dirotta tutti verso il vecchio stadio di calcio, in attesa del da farsi. Il presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, detta da Roma questa dichiarazione:  “Non siamo assolutamente in condizione di accogliere gli albanesi che premono sulle coste italiane e lo stesso Governo di Tirana è d'accordo con noi che debbono essere rinviati nella loro Nazione”. Allo stadio scoppia la guerriglia. I più giovani divelgono le gradinate e tirano sassi alla polizia. Scontri duri per tre giorni, i più violenti domenica 11 agosto, con 40 feriti tra le forze dell'ordine e un numero imprecisato fra i manifestanti. Gli esuli vengono sfamati e dissetati dal cielo, con sacchi lanciati da elicotteri.

II Governo Andreotti di allora, dopo l’abituale indecisione iniziale tutta italiana, …vediamo , osserviamo, ascoltiamo gli altri, valutiamo …..organizza la più poderosa operazione di rimpatrio della storia repubblicana. Vi partecipano 11 aerei militari C130 e G222, assieme a tre Super80 dell'Alitalia e a motonavi come la Tiepolo, la Palladio e la TizianoAll'inizio, molti non sanno che torneranno a casa. “E' vero che ci portate a Venezia?”

I rimpatriati furono 18 mila 400. Rimasero in Italia in 1.800, che avevano fatto domanda di asilo politico .Altri erano riusciti a scappare nella prima fase dello sbarco per la grande confusione creatasi. Gianni De Michelis, ministro degli Esteri, volò a Tirana a illustrare un piano di aiuti italiani: 90 miliardi di lire per alimenti, 60 per il decollo industriale, forniture per far riaprire a ottobre le scuole, e cooperazione nell'ordine pubbliche per impedire nuove partenze.In Parlamento ci furono polemiche sulle brusche modalità, se non brutali, per questa operazione.

Protestò  il PdS  e restò appena una protesta ,ma la storia del Vlora fu solo questa.


Luci ed ombre –

Solidarietà tanta dai cittadini baresi  che portarono al Porto  acqua ,  pane , viveri , vestiario . A questa prima solidarietà  seguirono ,utilizzando i Bus o Camion della Polizia  , i trasferimenti  con destinazione  lo “ Stadio della Vittoria “ pensando ad una soluzione solo molto provvisoria . Ed invece ? Invece divenne una soluzione  stabile ,quasi prigionia , perché comprensibilmente non si era preparati per tali eventi  e per una logistica a dir poco imponente da fronteggiare in modo del tutto impreparati . Non era facile neanche mostrare eccessiva disponibilità per questa improvvisa marea di persone sbarcate addirittura su un mercantile che avrebbe fatto da " prova " per repentini altri sbarchi.

E le cose cambiarono, infatti , quando quei tanti sfuggiti ai controlli cominciarono a fare " le prime  monellerie per arrangiarsi " . Si deteriorarono  i rapporti con la gente del luogo per  i furti, le risse… tanto che cominciò a calare  la solidarietà anche per gli sbarchi . Una colpa  se la erano guadagnata ,però, anche gli albanesi  che , già logorati , repressi e imbruttiti al peggio dal regime  di “ Rocha “, un Governo cioè  senza regole ma solo fatto di repressione. Si era facilmente scatenato l’odio razziale anche nella gente pugliese  che in seguito fu poi cavalcato dal  Leghista Formentini …a Milano   nel 97  “ Un voto in più a Formentini …un albanese in meno a Milano ..

Agli albanesi toccò ascoltare e subire tutti gli insulti  e il disprezzo che anni prima era stato costretto a subire l’emigrante popolo del sud Italia sia per bocca e azioni dagli stessi Lombardi , Piemontesi , Veneti appartenenti alla Patria Italia e fuori dai confini peggio ancora dagli americani , svizzeri , inglesi , francesi ,australiani , belgi …

Qualcuno ricorda ancora  che nei quartieri limitrofi allo Stadio i poliziotti giravano con i manganelli,  quelli lunghissimi . Nella confusione delle decisioni il Sindaco del tempo , democristiano,  si prodigò tantissimo ed ebbe a dire che erano persone , che andavano aiutati , che non si potevano mandare indietro e soprattutto  non si dovevano  ignorare le impellenti prime necessità come quelli dovuta all'igiene personale  levando di dosso a quelle persone gli stracci che vestivano . Il presidente Cossiga ebbe a dargli in pubblico del  “ Cretino ” . Insomma furono rimandati a casa loro e trattati pure male . Molti tra quelli rimpatriati son tornati, forse , per vie poco chiare e desiderosi di libertà si sono dedicati a lavori umili o altri a lavori  più impegnativi. Una ragazza  ha fatto anche l’università ed ora lavora in Banca a Milano.

Oggi le statistiche ci raccontano di quanto quegli albanesi , anche se non tutti , siano diventati imprenditori , professionisti , lavoratori…anche onesti capaci di rispettare le regole in uno Stato Libero e democratico che contribuiscono al PIL italiano , pagano le tasse e concorrono alla riscossione della Pensione per tanti lavoratori o professionisti italiani.

Dopo tanto rimane  la curiosità di sapere che fine avrà fatto il sogno italiano di quel ragazzo che voleva  la Limusin. Ancor più , noi di Jacursoonline insieme ad altri vorremmo sapere  di quel ragazzo venuto a Jacurso scalzo ,un pantaloncino ed una canottierina addosso  ospitato per mesi durante la guerra  in Bosnia, Jugoslavia … insieme ad altri ragazzi e ragazzine e qualche persona adulta.

Quella sera, erano le prime ombre e avanti il Palazzo del Municipio partirono da Jacurso ,che li ospitava , a bordo di due Pullman della Polizia. Era finita la Guerra e tornavano alla loro Terra,nelle loro famiglie e tra la loro gente. Erano Contenti ma anche tristi perché lasciavano a Jacurso un pezzo di vita. Un Ragazzo , con il pull che si muoveva si sporgeva  dal finestrino per urlare… Ciao Jacurso …Ciao Jacurso e piangeva….

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francesco Casalinuovo  Ass.Cult. KaloKrio  jacursoonline

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