Salute e Sanità
Di quei lontani anni ,quelli non troppo remoti dei nostri nonni , abbiamo appreso che , se pur priva di “ piaceri e divertimenti “ , la vita scorresse meglio che oggi. Epoca di progresso, oggi , benessere e abbondanza.
E’ vero e non è vero ! Si stava Meglio quando si stava Peggio o Si stava Peggio quando si stava Peggio ? Non possiamo affermarlo ma nemmeno smentirlo . Solo perché non c’eravamo ma, sappiamo con certezza, quanti limiti sono stati superati , affrontate con successo tante malattie e, per quelle ancora non debellate , almeno si proverà a farlo.
Il sette di questo mese è stato "Il giorno della Salute" . La Salute della Persona .Di recente, è stato pubblicato sul nostro sito “ Uno per Tre “ e si è scritto di “ Un giorno per Tre Eventi “ . Certamente importanti da porre alla coscienza della collettività ma le giornate “ dedicate “ cominciano a diventate troppe per mantenere attenzione quasi ogni giorno..
L’età media di vita ( appena prima dei nostri nonni , fine '800) si attestava attorno ai quarantacinque / cinquanta anni . Un corpo male alimentato, logorato dal lavoro e dai malanni .Chiamavano “Malanno “ la malattia perché si era abituati a morire per un malanno . La malattia ,infatti, oggi si cura mentre il Malu annu , il più delle volte , si concretizzava con una evoluzione di sofferenza e decesso. Ha finito di soffrire ." Fhinìu de pénijare “ si aspettava a dire come una liberazione solo a poterlo dire.
L’ambiente in cui si viveva era decisamente migliore ma solo relativamente a quanti , la maggior parte, abitavano nelle campagne , molto più frequentate che l’abitato. L’abitato non è stato mai granché esteso , come si potrà constatare dalle immagini, e pertanto le famiglie , numerose per figli, erano costipate in piccoli spazi abitando in locali , certamente insufficienti e , a volte, prive delle necessarie condizioni igieniche .
D'altra parte perchè le ragazze si sposavano giovanissime ? Si è parlato nel " Il Pagliaio delle Mele " ma anche in altri momenti come " Si Adocchiavano" . A parte che bisognava " sfoltire " casa e figliolanza, uno dei motivi stava nella consapevolezza che la vita era breve.
Morivano per banali malattie (oggi ordinarie ) ragazzi e ragazze giovanissime. Di Tifo , Ileo-tifo, Infezioni , Meningite, Morbillo... Le testimonianze, che tutti abbiamo tra i ricordi, dovrebbero indurci ,ogni tanto,ad ascoltare la voce della coscienza che ci apre verso qualche Salutare riflessione . Mancava l'antibiotico , mancava il Chinino, non esisteva l'antitetanica.... e si diceva addio alla vita!
Da quanti grandi mutazioni siamo stati assistiti in un passato appena recente !
Merito della ricerca , dei grandi processi della medicina ma merito, localmente , anche , delle Amministrazioni Locali di inizio novecento che hanno stravolto la condotta giornaliera di tutte le famiglie jacursane. Igienica e sanitaria in particolare. Strade , Acqua , Fognature le infrastrutture realizzate insieme ad una sorveglianza igienica sia tra la popolazione che nel mondo animale. Perchè a parte le stalle in paese alcuni animali convivano " in casa ".
Nel nostro primo austero Municipio ( che altri comuni non hanno mai avuto ) una lapide ricorda l'illustre Medico Michele Bilotta. Se ne andò il giorno prima di ferragosto morendo per il morbo che stava combattendo e di cui erano sofferenti i suoi concittadini. Che lo infettarono.
Nelle documentazioni sono riportate le considerazioni di un altro illustre nostro medico. Il Dottore Giliberti il quale fotografa la situazione di Jacurso Abitato-Abitanti. " La gente è abituata per costume scaraventare fuori " materiale escrementizio " che le strade restano imbrattate".
"Al mattino si aprono le finestre per cambiare l'aria puzzolente dell'ambiente ma l'aria è insalubre..."
Le considerazioni del Dott. Giliberti. Siamo nell'anno 1931.
Quanta dedizione , capacità amministrativa e intellettuale in quei lontani anni in un Jacurso popolato da analfabeti !
Oggi con una sorta di tristezza assistiamo ,purtroppo, alla destinazione mancata dell’immobile serbato ad Ambulatorio Medico e declassato a deposito mentre resta poco o niente conosciuta l’intraprendenza e il travaglio che c'è voluto per usufruire di un servizio di Guardia Medica limitato ai soli festivi.
Il locale che doveva essere Ambulatorio sta per " Cadere ", il servizio di Guardia rimane una sola provvidenza mentre il Servizio di Ufficio Sanitario soffre delle stesse incertezze . Con una sanità non assistita , malata di egoismi , di risorse umane e finanziarie , questo è il degrado assistenziale dei piccolo comuni. Figlia di tale colpevole decadimento, anche l’Assistenza convenzionata che si è polverizzata negli anni .Ma resta il minore delle inefficienze . Per merito di un medico che assicura l’assistenza giornaliera, Ambulatoriale e domiciliare, si può fidare di una presenza medica adeguata alle necessità della popolazione. Di una parte della popolazione.
Meriterebbe , anche , di qualche assistenza il locale dell'edificio , non di prestazioni sanitarie ma di minute manutenzioni di ordinaria gestione .
Ogni tanto sensibilizzare la nostra collettività potrebbe essere un dovere anche delle Istituzioni , soprattutto verso la parte giovanile, decisamente orfana di memoria storica e disimpegnata a non voler prendere alcun “ testimone “ in una comunità , sempre elevata tra quelle vicine, che oggi soffre purtroppo di ricambi ed egoismi.
Di nostro manteniamo quasi ogni giorno l’attenzione che si può prestare verso il debole e da tempo notiamo che a mostrare evidenti segni di debolezza e sofferenza resta coinvolto ,oltre a cittadini , anche il territorio.
Da tempo non è in condizione ottimale la salute di alcuni nostri campi e delle nostre acque. Si percepisce ma si ignora l’inquinamento elettromagnetico e quello del Paesaggio, le malattie di alcuni nostri boschi , delle fauna locale e di passaggio.
I nostri corsi d’acqua non stanno , poi , granché bene mentre le tante Briglie sono ammalate gravi da molto troppo tempo:Soggette all’incuria del tempo e in modo indolente dall’azione di certe attività umane nonché delle disattenzioni degli Enti che potrebbero o dovrebbero prestare qualche cura alle loro malattie . L’abitudine di sversare rifiuti d’ogni sorta è anche sotto l’osservazione di tutti.
Di tutti ? Dalla busta alimentare Conad e Carrefour alle piastrelle o lastre di eternit .
Anche di ingombranti metallici non mancano ; carcasse, gomme e materassi. Bisognerebbe sedersi tutti e farsi qualche riflessione perché quanto si osserva risponde al mal comune che interessa l’intero comprensorio.
Quanti tipi di inquinamento riescono a scorgersi ?
Geometricamente perfetta nella " Falla ",resiste solo per leggi della Fisica
Un Piano Operativo, pensato per una Protezione Civile diversa dal concetto che dovrebbe essere interessata solo alle ipotetiche scosse o diluvi ma soprattutto a quella protezione che, distrattamente, si ignora. Come l’abbandono dei rifiuti che mette alla scoperta troppe disattenzioni il che vuol dire che tante cose non girano per il verso giusto.
Dall’ Educazione Civica dei cittadini, alla sorveglianza del Territorio con un necessario impegno anche delle Amministrazioni e di altre Istituzioni preposte .
E ancora verso le persone malate di solitudine , ai sofferenti soli , ai servizi alla persona.
Torniamo in Calabria:
qui ogni cittadino sborsa 1.875 euro l'anno per la sanità pubblica, di cui 126 euro se ne vanno per pagare il conto presentato da altre Regioni, del Nord in particolare , dove i compaesani calabresi sono andati a curarsi.
Quell'immigrazione sanitaria consente, ai lombardi soprattutto, di spendere “solo” 1.877 euro per una sanità , però, d'eccellenza, risparmiandone 54 di euro . Pagati appunto dai migranti calabresi in cerca di cure.
Le cause principali del fenomeno migratorio (che si traduce in forti disagi per i malati e squilibri economico-finanziari per tutto il Sistema sanitario) vanno ricercate nella limitata dotazione di posti letto nella regione ma soprattutto nell’insufficiente qualità clinico - gestionale. Anzi in tutte e due le cose messe colpevolmente insieme.
Non possiamo introdurci nel malessere sociale che vive ciascuno di noi ma siamo consapevoli che , a fianco del personale medico e paramedico che opera con altruismo e competenza esistono zavorre di parassitismo , a volte accompagnate da sconcertanti comportamenti di scorrettezza e altro.
Di mezzo la Politica compie il resto o l’inizio del disastro spetta solo alla politica con dirigenze quasi sempre incapaci e infelici , fatti di nominati, presenti nei salotti delle cortesie e assenti sul “ Posto di Lavoro “.
Il più grande ospedale della Calabria?
È fuori regione . E’ illusorio trovarlo qui. Come succede all'incirca per Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia e Sicilia. Tutto il Regno.
Noi ,portando la bandiera dell'inefficienza, gridiamo,però, proclami di incatenamenti ,pianti e strazi per la propria gente...poi ci quietiamo e continuiamo ad allinearci per il degrado del Sud incapaci di affrontare le difficoltà per raggiungere gli ospedali , per usufruire della prestazione di un infermiere, per un diritto che è ormai solo a pagamento. Intanto ci " arrangiamo " e mangiamo la pagnotta.Cioè quelli che hanno la pagnotta . Quelli che pensano , quelli che a lavoro si recano mai o tardi.
Dal 2010 la Calabria non ha un assessore alla sanità regionale. La Sanità , conseguenza , anche, di incapacità gestionali maturate negli anni è stata commissariata ma questo provvedimento ,pare , abbia solo attivato processi infruttuosi di ragioneria che ,di fatto, hanno ridotto le cure e la tutela della salute dei cittadini del lametino e della Calabria in generale.
Questa gestione , si scrive, pare abbia però comportato un debito , per il 2016 , di 88 milioni di euro contro i 54 previsti e per il 2017 è andata ancora peggio. Il che vuol dire ancora tagli e viaggi della speranza .
Se vogliamo , la distanza della salute ,per chi lo può fare, si potrebbe a scelta calcolare in Km o in anni di vita. In chilometri, tra Lamezia e Milano sarebbero quasi 1.200 ,in aspettativa di vita quattro anni in meno e in soldoni ..tanti rispetto agli italiani del Nord .
L'Ospedale Calabrese
Malati o pazienti costretti ad aspettare ore ( anche una giornata ) nei pronto soccorso, poi ore di barella nei corridoi tra sofferenza , mortificazione e imbarazzo . Trasferimenti in altri ospedali per carenza di posti letto. Come se tutti possano recarsi comodo a Castrovillari , Paola o Palmi.
Ad una nostra concittadina le è stato comodamente detto ! “ Signora se lei ci segue in macchina, noi trasferiremo suo marito a Palmi..perchè a Lamezia non c’è posto “. Comodamente e sul far della sera.
Liste d’attesa annuali che prodigiosamente , invece , si riducono a zero se anziché rivolgersi alla struttura pubblica si ricorre, potendo, ai medici ospedalieri che , privatamente, operano in regime di intramoenia.
Personale carente , assunzioni che ritardano e concorsi che non si espletano. Tutte mancanze , insieme agli altri disservizi , che non provengono da un destino interessato ma di cui qualcuno, con gli opportuni distinguo, dovrebbe pure avere la responsabilità.
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Cinque pagine di nati . Dieci per ogni pagina
Quarantacinque nati e quattordici morti. Dai due ai nove mesi
Tanti bambini nati e tanti morti. Con la crocetta i bambini morti nello stesso anno
Una tabella di decessi per tubercolosi o malattia polmonare
Femminile -Da un registro di Morte : di anni trentatrè di professione bracciale
Maschile : di anni cinquantatrè di professione calzolaio
di mesi otto ----
Spulciando nel passato erano pochissimi a ricorrere alle cure ospedaliere. "Lu Spitale " infondeva paura e rispetto allo stesso tempo. Insomma una cosa seria , cioè importante.
A “ lu spitale “ era già difficile arrivare e c’era anche ritrosia . Alle quattro la mattina , poi lu postale de li quattro. A Mariuzza!, cuamu stà , si aspettava alla Cona per dire queste quattro parole.
E allora come ci si curava?
Il medico locale faceva un gran lavoro curando la salute degli abitanti e assisteva anche al parto delle donne. Spesso,sempre, era impegnato nelle epidemie che erano abituali e mortali.
Un giorno al Cimitero, qualcuno chiese come mai le croci per terra erano così vicine . "Ma ierevu tutti curti ? ! Ma no , erano solo bambini e neonati. Risposi. Perché la natalità e la mortalità infantile era alta. Si moriva per dissenteria, di pertosse, soprattutto polmonite,meningite ,tifo.."li si asciucau lu fhigghiualu " per un neonato soggetto a diarrea...
Tanti ricorrevano ancora alla medicina tradizionale utilizzando le erbe. Erbe che ancora esistono, che cominciano ,però, ad essere dimenticate e non più conosciute. A breve ,sul sito , una pubblicazione sulle Erbe riporterà alla memoria quelle tante erbe dimenticate che già venivano utilizzate a fini alimentari e curative.
Che vi devo dire ! Disse Don Vito Provenzano e si girò sconsolato verso il Padreterno !
Potremmo dire anche noi , come disse don Vito. Ma quelli erano altri tempi !
Liberare la mente ...
Le piante della salute e quelle commestibili
Si utilizzano ancora adesso ma solo dalle persone che hanno dimestichezza. Alcune potrebbero far male per la loro tossicità. i nostri nonni e le nostre nonne sapevano farne un uso parsimonioso per curare tanti acciacchi . Infusi , decotti e pappe da spalmare sul corpo.
Tante " minestre " erano le abituali preparazioni alimentari che arrivavano direttamente, in padella, dal campo.
Rape selvatiche - sapore amaro per mollicata con posa povarejha locale
La Vurrajina -Boraggine . Frittate aromatizzate
Cicoria - Tarassaco - è arrivata in Paese " na fhressura de cicuari "
Stocca e jungi :ottimo fertilizzante
Napitejha - Impacchi , carbonchi, pustole e tant'altro
Ligaruse - " Frittata cu corini de ligarusa "
Lupino selvatico - Pianta da medicamento
Di queste erbe, si scriverà nella prossima pubblicazione.
francocasalinuovo jacursoonline e ass.cult. Kalokrio