Il Platano
Curinga, il primo Comune in Calabria ad iscriversi al FAI, rappresenta uno dei borghi di eccellenza della Regione, per le sue caratteristiche archeologiche,ambientali e paesaggistiche e per il pregio del centro antico che , collocato sulla sella dell’Istmo, si affaccia sul mar Tirreno. Curinga , un comune il cui territorio è successivo a quello di Jacurso , San Pietro a Maida e Maida e un passato di storia e uomini illustri , è all’attenzione nazionale per meriti ascrivibili solo all’ambiente dentro cui un albero, non come altri in quel luogo, è riuscito a scampare al capriccio umano e che diversamente dai medesimi regge il peso della sua struttura maestosa e millenaria .
Trattasi di un platano che compie il suo millesimo anniversario e gode il primato nelle preferenze nazionali e quindi si è rivelato alla conoscenza internazionale. Una condizione che lo ha portato non solo all’apice della notorietà ma a concorrere in una competizione europea.
Il FAI ha avuto una funzione determinante per tale evento anche perchè Curinga è stato tra i primi Comuni in Calabria ad iscriversi a questa Fondazione e rappresenta uno dei borghi di eccellenza della Regione, per le sue caratteristiche archeologiche, ambientali , paesaggistiche e per il pregio del centro storico che, collocato sulla sella dell’Istmo, si affaccia sul mar Tirreno ed un giorno è poco per visitarlo.
F.A.I. : “ Il Fondo Ambiente Italiano è una fondazione senza scopo di lucro, sorta nel 1975 con l'intento di agire per la tutela, la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e naturale italiano attraverso il restauro e l'apertura al pubblico dei beni storici, artistici o naturalistici ricevuti per donazione, eredità o comodato. Promuove l'educazione e la sensibilizzazione della collettività alla conoscenza, al rispetto e alla cura dell'arte e della natura e cura l'intervento sul territorio in difesa del paesaggio e dei beni culturali italiani.”
Nella giornata di Sabato ci siamo portati nella località “ Vrizi ” ovvero nel luogo del Platano per osservare quale e quanta ricaduta avesse avuto la diffusione e la visibilità data al Platano dalle emittenti televisive locali e nazionali . La ricaduta è stata indubbiamente superiore alle attese confermando che qualunque progetto di crescita , da solo , ha poche possibilità di successo se non adeguatamente supportato Curiosi e visitatori non sono quindi mancati anzi erano in tanti e avremmo voluto capire meglio la loro presenza cioè le provenienze , gli interessi e le fasce di età . In un altro tardo pomeriggio venivano da Rosarno gli ultimi visitatori della giornata e perciò la curiosità o l’interesse non ha taciuto le distanze. Abituati a farlo per passione, ci siamo soffermati anche stavolta ad osservare l’approccio di questi curiosi venuti per lo più da località neanche prossime a Curinga al fine di potere cogliere qualunque indicazione nel corso di questo appuntamento.
La Strada
Arrivare alla “ Location “ , come piace dire , presumibilmente non sarà stato complicato pur se la viabilità è quella che si conosce da sempre e cioè sufficiente a soddisfare le esigenze dell'economia agricola o per raggiungere le Frazioni , le Contrade o i Comuni alle falde della Contessa (Monte). Originariamente la strada/mulattiera che conduceva ai pascoli e campi della montagna , percorribile per carri e animali, seguiva sostanzialmente l' attuale tracciato.
I difetti congeniti, i limiti di una esecuzione al risparmio, l' assenza di una continua manutenzione furono in parte risolti con la modifica del tracciato negli anni ’70 e ‘80 e tale adesso rimane soddisfacendo le esigenze del momento.
Diversamente dalla normalità , in questo periodo la strada è stata assai trafficata sino ai “ Piani di Corda “ e lo spazio occupato dalle vetture in una sosta non abituale era purtroppo attuabile solo sui margini laterali nè poteva essere diversamente per la condizione del posto che non usufruisce di spazi alternativi. Il tracciato è infatti orograficamente impegnativo, con lunghi tratti a scarpata ed altri aperti alla visione delle vallate , contrade e paesaggi che si allungano sino al mare .
Sostando negli slarghi che non mancano e opportunamente individuati, si ha la condizione unica di consegnare ai ricordi tramonti indescrivibili nei colori e nelle architetture delle cooreografie che si formano e mutano col cangiare delle tinte quando il sole si inabissa lentamente nel Tirreno dietro le Eolie che , una per una, appaiono retroilluminate così da individuare di ognuna il profilo.
Lo Stromboli in faccia e poi in fila a sinistra Panarea , Salina ,Lipari, Vulcano e in profondità, poco visibili, Filicudi e Alicudi.
Qualche disagio è stato colto sull’area destinata a parcheggio, poco utilizzata per l’approssimazione dello spiano e calpestio , mentre sull’area soprastante sono radicati da secoli i ruderi dell’Eremo , importanti quanti il Millenario Platano . Eremo che paradossalmente usufruiva dell’ attenzione più per merito del Platano che per i propri contenuti storici.
L’evento improvviso certamente giustifica le difficoltà dovute al limitato momento organizzativo ma testimonia pure quanto ancora stiamo disattenti e distratti sulle potenziali attrazioni non soltanto per le negligenze delle Istituzioni ma anche per la inadeguata partecipazione delle Associazioni Locali che, oltre alla volontà e al tempo dedicato , hanno poco per fare e restano escluse di qualunque altra necessaria attenzione e risorsa .
E così i Borghi, ormai quasi dappertutto quasi villaggi , di cui il meridione è orgogliosamente ricco , anche in questo comprensorio restano testimonianze di una antica cultura in veloce declino, silenziose rotture con un mondo che ha perso i connotati e che si scopre di sopravvivere nell’arco di giorni solo perché appena un lampo di pubblicità mirata riesce a destare attenzione .
Una stretta correlazione con gli altri centri storici dimenticati dell’Unione che poco o niente ha mantenuto dai lontani propositi in quel giorno dell’istituzione con i ripetuti proponimenti su Territorio , Viabilità, Aree Attrezzate e Ambiente dentro i quali questi paesi della Fascia Pedemontana Contessa restano intrisi ma sofferenti .
Proseguendo, la strada porta alla vicina Valle della Mula e , attraversando le falde del Monte Contessa è facile giungere a Maida, Cortale o Jacurso per completare un pomeriggio “ esperenziale “ in un paesino ancora attraente , ospitale , aperto sull’Istmo dove si può gustare in tranquillità il Gelato buono di Jacurso.
In tanti, conoscitori del luogo , hanno scelto questa strada ma non pochi hanno rifatto la stessa come via del rientro . Un po per aver finalizzato il viaggio alla sola conoscenza del Platano ma pure per mancanza di informazione dovuta a non saper che fare dopo l’ appagata curiosità.
I borghi come Jacurso hanno sicuramente bisogno di nuovi abitanti ma anche di un nuovo flusso di persone che, riscoprendo queste zone – da Curinga a Girifalco - possa dare vita ad un nuovo movimento, ad una possibilità di riscatto e risveglio.
Il comprensorio Curinga – Girifalco presenta al suo interno molteplici attività, camminate e luoghi ma al contempo non è mai riuscita a valorizzare al meglio queste potenzialità per poter attirare persone. Che mancando, hanno già desertificato umanamente i territori .
Da Monte Contessa : In primo piano la Vallata della Mula e Curinga .Sullo sfondo il Golfo di S.Eufemia che chiude sino a Capo Vaticano
Per poter, in parte, scoperchiare questo problema noi dell’Associazione KaloKrio abbiamo ritenuto utile l’ ubicazione di aree Informative all’interno del nostro Jacurso che sappiano donare le giuste indicazioni su quello che la zona può offrire sotto ogni aspetto, in modo che , allargando il pensiero , ogni Borgo sappia creare curiosità anche verso gli altri, stimolando il cammino tra questi Paesi e quindi un turismo più “in movimento” tra queste realtà.
Ci siamo sforzati , gratuitamente , anche con piccole pubblicazioni , senza alcuna condivisione e senza nemmeno un traguardo verso gli operatori di settore ma solo spinti dalla passione e ci siamo proposti all’occorrenza di dialogare con il forestiero che osserva come da una loggia , il grande dispiegarsi di paesini tra Jonio e Tirreno sul versante pre-silano, opposto al nostro, dove si interrompono le Serre.
Il Golfo di S.Eufemia con la sua insenatura nei pressi dell'aeroporto del quale si intravedono le piste e la piana e sullo sfondo Capo Suvero.
Turisti ” Esperenziali “ interessati all’architettura di una casa , per una scala solo interessante nell’irregolarità della fattura, una grata o una ringhiera forgiata a mano…un muro in pietra a secco con la pezzatura scelta delle pietre …
Quel sabato qualcuno ha chiesto di un luogo dove consumare il necessario riposto nello Zainetto mentre altri non sapevano o domandavano di un posto attrezzato per un pranzo fuori casa. Sulla viabilità ai piedi della “ Contessa “ esistono però ed operano ben tre ristoranti mentre ci siamo resi utili , per i semplici cestini da aprire su un tavolo, consigliando la Pineta Masi o più in su Madama Laura .
Nei pressi delle Gelaterie trovano da sostare Auto , Motociclette e Bici ma qualcuno dei proprietari preferiva consumare il gelato vicino alla propria moto o bici. Poco per comprendere questa scelta timorosa e poco per avvertire questi sintomi di insicurezza anche se il nostro Borgo è tranquillo e ospitale.
Questi ed altri taciuti restano solo alcuni dei segnali captati dalla nostra associazione Kalokrio in una giornata fuori porta e che affidiamo alla attenzione nostra e di chi ci legge, degli operatori commerciali e di quanti intuiscono la vitalità che fa bene in un piccolo paese che sonnecchia sino ad addormentarsi.
In seno alle Associazioni abbiamo colto non solo queste ma molteplici esigenze che ci portano a rafforzare la necessità per una condivisione di interessi comuni con frange sensibili delle comunità e quindi con le Istituzioni del comprensorio con le quali sono già fruttuose alcune nostre collaborazioni e incontri.
Un comprensorio caratterizzato dalla collegiale viabilità che collega i comuni collinari da molto tempo in forte decrescita demografica e sempre più in difficoltà di sviluppo conseguenti alle dismesse attività artigianali ed agricole ma soprattutto per carenza di idee progettuali sia nel privato che nell’ambito pubblico.
Le Associazioni del territorio, come i più dei residenti , conoscono i punti di forza e di debolezza che possono sostanzialmente raggrupparsi in fasce di attenzione e che nell’odierno possibile sono alla ricerca di spazi e ambienti da riabitare con speranza.
La condizione inaspettata di questa pandemia ha smosso inaspettatamente situazioni prima impensabili e forse sarà un evento dello stesso tenore ad aprire prospettive diverse.
Il Mondo alla Rovescia
Jacurso, come tanti altri Comuni , durante l'ultimo conflitto e nel ’45 , ha ospitato profughi , sfollati e gente fragile. Stiamo rivivendo quella guerra e con un nemico invisibile dove gli odierni bombardamenti non ci colpiscono con fragore ma arrivano , colpiscono in silenzio , in qualunque posto e , come in quella guerra, le città sono diventate un detonatore devastante.
Gli anziani ci hanno consegnato il ricordo del bombardamento su Catanzaro, osservando gli aerei da Jacurso che adesso si ripete guardando e ascoltando in questo stesso cielo i viaggi frequenti dell’elisoccorso .
I centri di produzione e la grandi città fanno paura al contrario di questi nostri anonimi paesi dove mia madre e le altre soffrono la solitudine e la carenza di rapporti umani. Un Mondo Morto che accomuna tutti i piccoli paesi dove in gran parte però non abbiamo patito pesantemente, come altrove , la restrizione imposta dall’infezione silenziosa. Abbiamo ascoltato cantare gli uccellini, non si è patita la ristrettezza e il disagio degli alimenti e dei rapporti umani.
Un paese vuol dire , anche , non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
” Noi che abbiamo osservato i frequentatori del piccolo Jacurso e noi pochi residenti e resistenti , abbiamo captato questo piccolo immenso segnale anche in quelli che chiamano ora i Turisti Esperenziali. Quelli che a Jacursoarrivano a fare cross o pedalate in Biciletta e riescono persino a imbrattarsi le mani di terra o a raccogliere un fiore di campo che a altrove non si può.
.........................
La Redazione - Francesco Casalinuovo Ass.KaloKrio Jacursoonline