Son Tornati gli Uccellini

Le campagne sono piene di Uccellini

“ Le campagne sono pieni di uccellini “ ha scritto Mimmo nel vederli saltellare tra i rami del Ligustro che gli sta davanti casa. Il pettirosso, invece, che nelle notti d’inverno trova comodo sonnecchiare sulla plafoniera del suo terrazzo gli era “ volato “ solo da poco verso luoghi lontani e più freddi .

 

Quando si abita nei piccoli paesi , dove gli spazi ancora esistono e resistono , da dietro i vetri si può distrarre lo sguardo alla campagna vicina e, allungando appena la prospettiva, si guadagnano variegate macchie cromatiche come il verde delle querce , il violaceo intenso dei castagni o il multicolori degli arbusti che esaltano le sfumature della macchia mediterranea dove non mancano il sughero e li corbezzolo.

In questi boschi ,che scendono ripidi   nell’ampia vallata Rodio,  da sempre “ è residenza e territorio di caccia  “ per  altri uccelli che predano , si cercano di notte e , chissà, sonnecchiano di giorno. Per chi  ha la fortuna di abitare in un paesino come Jacurso, basta aprire la finestra per ascoltare i melodiosi richiami d’amore che in questo periodo, quarantena per noi e liberi  loro , per i volatili  ha coinciso  con  il tempo  degli amori e della riproduzione. Ambiente e moltiplicazione del mondo animale e vegetale che ancora succede “in un abitat quasi primitivo come in tanti altri luoghi della Calabria e del Meridione ”.

E’ In questo periodo che  variegate specie di uccelli, tante ma non tutte,  mandano e si scambiano  armoniosi messaggi  amorosi , si cercano , si corteggiano e  quindi si riproducono . Un richiamo ripetitivo e ammaliante per alcuni  che si intreccia,  spesso , con quello di altri uccellini  dove  non sempre  è il maschio ma a volte la femmina a cercare il compagno per  l’accoppiamento  . E così ,  in un cielo terso, esaltati  dal calore del sole, Cince, Passeri,  Merli ,  Scricchioli, Ballerine , Cardellini  o Rondini compongono ogni mattina melodiosi concerti naturali di corteggiamento  . Non mancano,poi ,  quelle specie  più visibili  come le  Cornacchie , le Gazze o le Tortore che non cantano allegramente come i fringuelli ma emettono brevi suoni gutturali appena ” accettabili “ in quanto certamente poco melodiosi ma carichi uguali di curiosità e bizzarria  .

E dal bosco non manca  il segnale della femmina  del Cucolo,  della Civetta ,del Gufo o del Barbagianni diversa dal gorgheggio del maschio che, sul far della sera , nella penombra del  bosco e nell’oscurità della notte, iniziano a  mandare i loro  richiami assai differenti , brevi , a volte cupi e misteriosi . I gorgheggi delle Tortore  che fanno : “tu-tuuu-tu “  “ Tu- tuu-tu “  - " tu-tuu-tu"  il cui suono é composto da tre sillabe delle quali la seconda, quella centrale , è più lunga della prima e della terza.

Quella della civetta  si ascolta d’inverno e assomiglia ad un ululato stridulo  mentre  quello del cuculo fa:  cu-cù  ….   cu-cù …    cu ..cù ed è molto conosciuto avendo prestato il verso agli orologi a muro.

In pochi giorni , inaspettatamente , sono mutate le nostre abitudini e , mai come ora  , anche i nostri interessi verso nuove conoscenze come queste mentre sui balconi d’Italia , tutti cantanti e strumentisti si scopriva l’Unità. Nei paesi come Jacurso oltre all’inno e alla bandiera sul balcone  , tanti uccelli , meno timorosi e predatori in libertà ,dove pensi mai di avvistarli, si posano sull’inferriata ,sulla balconata , sui fili del telefono o saltellano aspettando le briciole o la granella che qualcuno smanetta .

Questa pandemia ci ha trovato davvero impreparati nelle emozioni e colpevolmente sprovveduti sulle paure che hanno messo a nudo talune nostre debolezze e che  abbiamo saputo diffondere un po dappertutto. Ci ha scovato anche  privi dei presidi sanitari attrezzati  e , mai educati ad una cultura ambientale o di autotutela sanitaria  ,  si è continuato a idealizzare le capacità di fronteggiare  l’ostacolo e persino eravamo e siamo ancora illusi in una Protezione Civile che ci assicura alle spalle.  Ma quando, con le prime vittime , l’avversario stava per cacciarci davvero in una  guerra  , solo allora ha iniziato in tutti  a farsi  strada la paura . In quei giorni gli uccelli si sono ripresi la Campagna mentre noi riparavamo  tra le mure di casa la nostra vulnerabilità.

Può sembrare strano ma ho letto da qualche parte che , in caso di pericolo, la paura diventa nostra amica solo sapendola gestire perché, quando  diviene dominante , ci renderà  fragili ed emotivi. Angoscia , tristezza ,ansia  e persino qualche attacco di panico potrebbero essere  le comprensibili risposte emotive. Dobbiamo riconoscere  che  questi pensieri pessimistici ci hanno infastidito nei momenti  di debolezza , cioè nel tempo in cui siamo stati inoperosi per costrizione  e, con maggiore frequenza  , si ripresentano durante la notte.

E di notte,  quando nella testa  senti battere il chiodo...si gira attorno al chiodo che punge fin quando si idealizzano ipotetici e fantasiosi rimedi che riescono  magari a pacificarci ; cioè il solito dire he ” la notte porta consiglio” . Ma la realtà  , ormai da  tre mesi, sembra portarci solo  interrogativi che, prima di prendere sonno, ci fanno rimanere apprensivi come capita da settimane  . E così, nel silenzio più assoluto, può arrivare l’insonnia  stando a  pensare e ripensare alla “cosa”  che per taluni comincia ad essere e per altri  è già preoccupazione. Diventa angoscia il lavoro che non c’è, la lontananza dai figli , una terapia che si interrompe  e , in balia a tali tormenti, riprender sonno  diventa quasi sempre irrequietezza.

Ma svegliarsi di buon mattino , può accadere anche  quando sono assenti questi pensieri nocivi . Può capitare  senza  motivo  e,  se succede,  poi viene ricordata come una esperienza che tuttavia  non è dispiaciuta. Guardare la solitudine nelle strade da dietro i vetri , qualche finestra che si  illumina , il paese ancora che dorme  e già il sole che si è alzato quieto dietro i monti di  Tiriolo mentre si spengono i lampioni.  I passeri passano le notti sui rami del ligustro  e sono in tanti .Puntualmente alle cinque parte il primo  cinguettio del capo – passero e tutti i singoli gorgheggi  poi diventano un coro fin quando , finite le prove  e l’adunata, in uno sbattere d’ali  puntano verso la campagna dalla quale torneranno sui rami del ligustro alle cinque di sera e solo per passare la notte . Son passate dodici ore finalizzate solo all'alimentazione e allo svago. Tutti gli animali vivono per alimentarsi e riprodursi .

Le campagne adesso “ danno da vivere e da mangiare a sufficienza “ a tanti uccellini e altre  specie. Avvertono  certamente meno paura . Colpa dell’epidemia, quest’anno niente diserbanti, niente concimi e nemmeno anticrittogamici. E niente Spaventapasseri che “ le fabbriche “ stanno chiuse. Si sta bene come una volta e gli uccellini sono in tanti che si era pensato agli spaventapasseri  di fortuna ma , quando la “ cosa” era cominciata  a farsi, si lasciò libertà per  necessità e magari ciliegie, nespole, fragole vennero raccolte tutte in una volta a scanso dei passeri e delle cornacchie che di essi sono ghiotti .

Le rondini hanno grande  abilità come volatori  ed ogni mattina ci si carica di buon umore a sentirli garrire o vederli in picchiata scendere in volo, quasi fino a toccare il terreno, per catturare gli insetti che si trovano a poca distanza dal suolo.

Il pericolo maggiore , per loro , proviene ,oltre che per la mancanza di insetti ,  anche  dalla migrazione. Oltre a superare il rischio della distanza, che può arrivare a 15.000 chilometri , gli stormi che arrivano in Africa – si è letto – che devono affrontare il deserto del Sahara, la cui estensione, a causa del riscaldamento globale, cresce di anno in anno.

Parlando di Ambiente è diventata una vera e propria “ barriera ecologica” difficile da valicare per un uccelletto di appena 17 grammi. I ritmi della natura , però , restano immutabili nel loro dna   ed ogni mattina  riprendono a vivere. Riprende ogni mattina anche la nostra vita come  la vita delle rondini che , allegre , garriscono e volano basse . Quando comincia ad albeggiare saranno, le cinque del mattino,  i cantanti della notte stanno per cedere  il palcoscenico a questi uccellini  che ancora riposano chiusi in un batuffolo di piume arrotolato  .

Alle primi luci , a  farsi sentire sono ancora  i rapaci notturni che, ignari anch’essi  del drammatico momento epidemico , sembrano divertirsi a lanciare versi, canti e vocalizzi come nel cuore della notte. Veri concerti  anche da parte loro ma con richiami  meno soavi e festaioli. Pochi pigolii  intervallati da lunghe pause. A volte sembra di sentire un lamento  se ascolti  la Civetta o il Barbagianni . Qualcuno ci ha detto che, per gli “ antichi “ , erano gli uccelli del “ malaugurio “.La “ Pivula “ era l’uccello annunziatrice di lutti !  Naturalmente, dietro questo comportamento di richiami , ci sono rituali nuziali, comportamenti di difesa di un territorio o di un nido, dispute tra maschi per la conquista di una femmina  . Un elemento che per via naturale  varia a seconda che si vive  in campagna, in un piccolo borgo  o in città. Il merito sta  nella riduzione del rumore ambientale dovuto al traffico e agli aerei, ma anche agli spostamenti limitati che hanno donato nuovamente uno spazio alla natura e meno , ovviamente , alla razza umana.

Azzardiamo a dirsi che gli spaventapasseri , fermi  agli occhi degli uccelli, spaventavano i contadini più che che gli uccellini  (passeracei ) che due giorni dopo pigliavano già confidenza  .

Al Sud questo “ viaggio nella pandemia “  è stato meno vistoso   perché , vivendo in un territorio fortunatamente desertificato sia nell’industria che negli abitanti, la qualità dell’ambiente regge  quasi come   ai valori antichi. Le discariche, qui da noi , sono state conosciute intorno agli anni sessanta quando  al Nord  “ era scoppiato ”  il  Boom Economico  , quando ancora  gli avanzi alimentari , già scarsi , servivano  ad alimentare gli animali domestici quali  il maiale , il cane , il gatto …le galline. Non doveva essere sprecato nulla . Quanto di altro non si consumava , la tovaglia tra briciole e poco di altro , veniva “ scotulata per abitudine “ sulla strada e   poteva diventare  scarto per le galline o residuo di niente  finendo agli angoli delle strade e sulla stessa strada. Rovistato  da cani e gatti   ,  sarebbe stato  ammucchiato dal vento e dall’acqua  tale da  diventare causa di fetore e il veicolo di possibili infezioni  che sempre si manifestavano oppure utile per trasformarsi lentamente in   concime .

Passato il tempo degli immondezzai di quartiere , le  prime discariche comunali  sarebbero diventate in seguito   anche il punto di ritrovo  per altri  animali dove si riusciva a trovare di che alimentarsi. Cani randagi , volpi , cinghiali  ed immancabilmente gatti allo stato selvatico o topi dove venivano strapazzate ed aperte  buste ancora  piene di alimenti non consumati. Ogni tanto prendevano a fumare o si infiammavano ( le discariche ). Pasquale che raccontando mi passava il testimone di una vita laboriosa mi spiegava che “ era  Gas  naturale “. Aveva ragione quando si cominciava a parlare del buco nell’Ozono ma lui , purtroppo , non c’era più per riparlare di quelle esperienze vissute in comune.

Dismesse le discariche comunali , le strade , le scarpate , i fiumi sono divenute i luoghi di abbandono di ogni scarto tanto che adesso si possono osservare  in uno stato di incivile DEGRADO  . Se ciò succede, la situazione irrisolta potrebbe essere spartita a metà tra il sevizio di raccolta ,le Amministrazioni e  la negligenza dei cittadini che a volte , non sanno come o dove e quando conferire certi rifiuti. Si sa dei servizi “ preposti “ ma tra burocrazia e negligenza …il risultato sta in mostra dappertutto il territorio .

Questa epidemia , relegando  la specie umana in quarantena , ha consentito  alle altre specie ( oltre a quella umana – titolare del Pianeta Terra )  la libertà di riprendersi gli stessi diritti che sul  pianeta spettano ad ogni essere vivente  e ciò ha consentito , ad esempio, di osservare alcune specie marine mai prima osservati   in certe aree solo perché disturbati dai natanti , dagli sversamenti e dalla  plastica che sono diventati gli elementi mortali della vita marina .

La Paura di ammalarsi , l’insicurezza di un reddito  , la  Disoccupazione

In una situazione  in subbuglio e confusione tra il rischio epidemico e  quella del lavoro, la ripresa della produzione è prevalsa sulla salvaguardia e la  necessità di riprendere quasi tutte le attività ha avuto il sopravvento nella volontà generalizzata  sostenuta  nella comunicazione sociale dove  l’ uso   della  parola “Pragmatismo “ veniva  abbondata in   qualunque dibattito politico e di normale informazione quando a dominare gli argomenti  era  sempre “Il pragmatismo del sistema neoliberista “.

Frase combinata dal significato non facile a capire che  per i digiuni di Economia , come l'autore di questo scritto, consigliava un necessario approfondimento .  Che era utile a farsi  e  ciò è avvenuto  anche per capire qualcosa sui nuovi sistemi di imprenditoria , produzione industriale, globalizzazione e sistema neoliberista ) .

Pragmatismo

Corrente filosofica sorta negli Stati Uniti nella seconda metà del sec. XIX e fondata sulla connessione fra conoscenza e azione; insiste sulla funzione del pensiero come produttore di credenze da sottoporre al vaglio dell'esperienza e della prassi o sull'utilità sociale e religiosa dei nostri sistemi di credenze .

E ancora :

Atteggiamento improntato a una visione realistica e pratica, finalizzato a ottenere, talvolta anche in modo spregiudicato, risultati concreti.

Ed è con queste premesse che giunge all’ attenzione sociale “ La giornata dell’Ambiente “ che arriva in un particolare momento storico , veramente inedito, quando  la nostra vita  diventa quasi paralizzata , la produzione industriale crollata e con essa ovviamente anche l’indice del prodotto lordo , i consumi , il tasso di disoccupazione e il Pil l'assillante PIL che deve sempre crescere . Ma se tanto di storto si è intromesso nel sistema produttivo, altrettanta favorevole  ricaduta si è manifestata sulla situazione ambientale   cioè sulla qualità dell’aria , dell’ inquinamento e dei rifiuti  … cioè sulla qualità della vita che dovrebbe appartenere alla gente del mondo e siccome tanto è conseguenza di scelte economiche ristrette  no a tutti i governi del mondo ma a pochi di questi , nel piccolo si ha pure la libertà di porsi qualche domanda.

Sono necessariamente in contrasto produzione e ambiente ? In questo momento faticosissimo verso la  ripresa è opportuno pensare al dramma economico e finanziario che ancora non abbiamo visto nel suo preoccupante quadro di insieme ? L’ambientalismo deve essere, pertanto ,  più pragmatico ?  Ma cosa dovrebbe dire essere più pragmatici .Mettersi da parte ? Dove sta messo  il sistema col pragmatismo ?

Durante la pandemia , oltre al risveglio della natura animale , ho cercato di promuovermi dentro  una riflessione sul come e perché sono nate le condizioni perché si arrivasse a questa pandemia.Conclusione: la pandemia è anche frutto di determinate politiche , scelte economiche , e la riflessione ha condotto alla consapevolezza su come buona parte dell’informazione ha cercato di distogliere l’attenzione sui punti che erano cruciali per capire l’origine di questa infezione .  Adesso, più che in altri situazioni che non dovrebbero ripetersi , si rende opportuno portare la situazione ecologica ad un punto più attraente , rivolta cioè a tutti e mirata verso una ecologia più popolare cioè che possa o debba partire necessariamente dai territori per essere  capace di parlare a tutti i cittadini .

Per Territorio è opportuno ripensare al nostro territorio locale e domandarci se esiste una specificità del nostro comprensorio , della  Calabria e del Mezzogiorno   VERSO L’ECOLOGIA contro la nocività mentale dell’aspetto ambientale.

Si parte, infatti ,  da un assunto dove la cultura ecologica non esiste , magari solo in una forma apparente e per chi proviene  da una cultura di sinistra sa , cioè  è consapevole , che nel migliore dei casi è stata solo attenta allo sviluppo nella direzione primariamente   industriale . Pensare che non esiste un Partito Ambientalista è già poco. La questione ecologica magari  potrebbe apparire come dei ritocchi  da farsi giusto per mantenere una condizione di consensi cioè crederci tanto continuando a pensare all’eolico che ormai ha devastato devastando ancora  tutt’oggi la nostra bella collina / montagna e il nostro unico e incomparabile istmo per i suoi colori , i suoi “ pendini” , la cangiante morfologia e i suoi tanti misteri storici .

E’ su questa riflessione si potrebbe  lavorare per stimolare un interesse per l’ambiente e cioè non mediare a livello popolare sui soliti esperti che mediano tra lo sviluppo industriale e quello ambientale ma che sia una ecologia che appartenga a tutti per rivendicare un diritto alla vita , alla salute e alla qualità dove si sceglie di vivere. Su questo c’è tanto lavoro da farsi per arrivare a  trovare una reale cultura ecologica che nella formazione intellettuale di sinistra è praticamente mancata e ancora assente . Addirittura cieca in quella dimensione capitalista di altre forme di pensiero e di appartenenza politica e , se vogliamo citare un intellettuale - scrittore che approfondendo si è avuto modo di incontrare , non fa male  leggere qualche riflessione , poi ritornare a leggere per confrontare  e magari ripensare e meditare .

Lagosce”  ha scritto  : “Grande cecità in cui si spiega come l’ambiente non è considerato un valore , nel mondo intero , perché accecati gli uomini da quelli che sono le condizioni di profitto e di sviluppo che caratterizzano la nostra storia “  . Quindi una critica rivolta al tardo capitalismo , si potrebbe  capire di aver letto  . Il Covid diffuso al Nord , inquinato dal capitale , si può dire ? Potrebbe dimostrare  il precario equilibrio di oggi  cioè l’impossibilità di far   coesistere una realtà antropica con un benessere sociale diffuso ?  Dall’altra questa brutta parola inglese "lockdown"  che nell’immediato pare abbia  abbassato i livelli infettivi con l’industria ferma e che poi sono ripresi a  risalire. E’ il caso della Lombardia e di altre zone altamente inquinate come  spagna francia inghilterra  usa  brasile  cina.. .

Ho letto che “ Bisogna agire locale ma pensando globale “ e mi è pure piaciuto  e , per quel che si scriveva prima, potrebbe essere la corretta interpretazione del vissuto pandemico. La cura dovrà essere  quindi planetaria con azioni locali capaci di portare a quel cambiamento che il virus ci ha mostrato e che quasi inutilmente si pensa di attuare. C’è tuttavia  tutta una condotta di pensiero su questi temi che arrivano con soddisfazione dai paesi dell’America latina e Africa soprattutto  .

L’informazione  alla quale siamo abituati , pare, tuttavia non spingere nella direzione di un nuovo e diverso sviluppo da quello nostrano in quanto tutti si riesce a pensare che Il capitalismo le ha già  considerato terre di conquista dove  su quelle terre i titolari intendono  attuare altri piani di sviluppo coinvolgendo i loro  Governi  che magari sarebbero disposti a pensare , pur nella consapevolezza della prigionia in cui si sono purtroppo già cacciati da anni . Con i loro stupidi armamenti , guerre tra etnie , il  potere e la corruzione . Ma chi ha insegnato loro questa strategia ?

Intanto percorriamo la nostra “ bella montagna “ ( sino a quando? ) dove in questi giorni sono arrivate betonierate di cls . Quasi quaranta  metri cubi a piattaforma ,pare . Moltiplicate per quante piatteformi  ?  Chi vuole bene al nostro territorio è una domanda che stiamo proponendo incontrando solo difficoltà e da svariato tempo. Non abbiamo più voce davanti ad interessi e speculazioni . In questo comprensorio Non si parla  , non si sente  , non si vede . Forse occorre andare a scuola di Pragmatismo  e  adattarsi all’idea che l’Ambiente non è un Valore in nome  dell’interesse . Salti chi può.

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fonti :radioTre

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francesco casalinuovo  jacursoonline    ass, kalokrio