Per non Dimenticare

3 Agosto 1860

La cosiddetta "Impresa dei Mille" fu nient'altro che una riuscita operazione di copertura della conquista coloniale anglopiemontese delle Due Sicilie.


Garibaldi in Sicilia - La Storia  " vista " da Sud

La prima grande ‘stronzata mafiosa’ di Garibaldi in Sicilia.

il 3 agosto 1860 il pro-dittatore garibaldino, Agostino de Pretis, impose alla sicilia lo “statuto albertino” vigente in Piemonte. Fu un atto vessatorio, illegittimo ed in puro stile colonialista

Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu ricordano che oggi ricorre il 154° anniversario dell’ ”Atto” con il quale il Pro-Dittatore garibaldino AGOSTINO DE PRETIS – anche questi futuro “Padre” della Patria italiana – estese alla Sicilia l’applicazione, “pari,pari”, dello STATUTO ALBERTINO, vigente – com’è noto – nel Piemonte e negli altri territori del Regno Sabaudo (ufficialmente: Regno di Sardegna).

Fu, questa, un’iniziativa vessatoria, miserabile, illegittima ed anche di difficilissima applicazione. Insomma: un ATTO di sapore e di stile COLONIALISTA, con il quale si “MARCAVA” il possesso della Sicilia, che, peraltro, ancora non era stata completamente “conquistata” dall’Armata ANGLO-PIEMONTESE-GARIBALDINA-CAMORRISTICA-MAFIOSA ED UNGHERESE.

L’oltraggio al Popolo Siciliano fu tanto più grave in quanto il cosiddetto “PLEBISCITO” – per l’ANNESSIONE della SICILIA al costituendo Regno d’Italia – si sarebbe svolto soltanto il 21 ottobre del 1860. Fermo restando il fatto che si sarebbe trattato di un PLEBISCITO falso, bugiardo, illogico, arrogante ed estremamente illegittimo.

Anche perché il Regno d’Italia non esisteva ancora, neppure giuridicamente, e sarebbe stato proclamato soltanto nel marzo del 1861.

Con il provvedimento in questione, il DE PRETIS confermava ciò che avrebbe voluto negare. E cioè che – nell’agosto del 1860 ed anche successivamente – il Popolo Siciliano non voleva sentire parlare né di Garibaldi, né di Vittorio Emanuele, né di Unità d’Italia, nè tantomeno di ANNESSIONE al nascituro Regno d’Italia (che poi di fatto sarebbe stato il Regno dell’Alta Italia). Bisognava, pertanto, che una qualsiasi adesione avvenisse comunque. Meglio se con un “decreto” dittatoriale …

E’ pleonastico ricordare a noi stessi che anche questo atto, offensivo per la dignità dei Siciliani, nella mitologia risorgimentalista viene citato come un momento glorioso ed esaltante della STORIA D’ITALIA. Povera Sicilia!

Insomma: le menzogne sul Risorgimento italiano in Sicilia sono tali e tante ed il fenomeno dell’ALIENAZIONE CULTURALE imposta ai Siciliani è così grave che non si può ulteriormente soffocare o sviare ogni tentativo che miri a fare chiarezza sulla CONQUISTA della parte Continentale dell’Ex Regno della Due Sicilie e della stessa SICILIA nel 1860, nonché sulla successiva riduzione in COLONIE di sfruttamento INTERNE allo Stato Italiano. Senza trascurare le tante vicende tragiche che ne seguirono (e ne seguono).

In questa ricorrenza ci limitiamo a fare rilevare quanto sarebbe opportuno – oltre che necessario – che il Popolo Siciliano recuperasse la VERITA’ STORICA o, per meglio dire, il proprio diritto alla VERITA’.

Un diritto ancora oggi “negato”, che però rimane un diritto fondamentale, irrinunciabile ed imprescrittibile. Un diritto senza il riconoscimento del quale diventa pressochè impossibile guardare con adeguata consapevolezza al nostro presente e/o programmare il nostro futuro.

da Link Sicilia -Giornale online

e da Partito del sud blogspot