La Grazia

Il Primo del mese di Luglio ricorre la giornata religiosa dedicata alla Madonna delle Grazie. La tradizionale venerazione a questa Madonna si tramanda chissà da quante generazioni e resiste ancora oggi anche se manca lo spirito e la devozione dei tempi passati.

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Per i jacurzani era la jiornata de 'la Grazzia. Tutti i paesi vicini si davano appuntamento già all’alba presso questa piccola chiesetta. Il tempo per assistere alla Messa ,la benedizione e si ritornava al proprio paese e al proprio lavoro.

In questo luogo si andava a piedi e a piedi si tornava giusto per una sorta di sofferenza da offrire alla Madonna. Da Jacurso passavano “li Curtaliti “ i fedeli da Cortale e si aggregavano i nostri che a Maida si congiungevano con i “ Majisani “.Ogni gruppo ,più o meno ,rimaneva integro ma si camminava vicini ed era una marea di donne che cantavano e pregavano. Non mancavano i giovanotti che coglievano l’occasione per avvicinare le giovanette lungo tutto il tempo della traversata.

Alle Grazie si giungeva ,prima dell’alba ,stanchi e assetati.

Da Cortale si era partiti verso mezzanotte e da Jacurso un’ora più tardi.

Cantavano le cicale e faceva un gran caldo. Qualcuno vendeva un bicchiere d’acqua per qualche spiccio. Si trovava da comprare l’uva, le prugne e i fichi. Tutta roba locale ,primizie che facevano guadagnare qualche soldo ai contadini.

Qualche cenno

Ai piedi del Bosco Rizzello in zona S. Maria esiste la chiesa denominata «La Grazia».

Questa faceva parte di un antico Cenobio denominato di S. Maria delle Calcare, nome derivato da alcune fornaci esistenti in quei pressi per la produzione della calce. Il complesso viene fondato presumibilmente intorno al 1531. Il Fiore in «Calabria Santa» parlando della comunità religiosa del Cenobio dice: «Professava la regola di S. Agostino; rimane disciolta nel 1653. La duchessa Ippolita Ruffo moglie di Nicola Ruffo ricostruì la chiesa delle Grazie l’anno del terremoto 1783».

Padre Francesco Russo «La diocesi di Nicastro» a pag. 162 scrive: «Papa Innocenzo X con la costituzione Instaurandae disciplinae regolaris del 15 ottobre 1652 con la quale sopprimeva le case religiose non formate cioè con meno di sei membri ... Nella diocesi di Nicastro furono chiuse una quindicina di case religiose e fra queste quella degli Agostiniani di Curinga».

Gioacchino Murat firmò il Decreto del 1809 che soppresse le corporazioni religiose incamerandone i beni. In seguito a questa disposizione i pochi conventi superstiti riaperti durante la Restaurazione, furono nuovamente soppressi in tutta la Calabria e fra questi S. Maria delle Grazie di Curinga degli Agostiniani (ed anche quello di Jacurso).

Nell’interno si notano resti di tombe, dove si suppone siano stati sepolti i patrioti caduti nella battaglia detta delle Grazie durante gli scontri fra Nazionali e Regi avvenuto il 2 giugno 1860 fra i due ponti Torrina e La Grazia sul la strada Nazionale.