La Giornata della Radio

Prima la radio e poi la  televisione sono stati , sino agli anni ottanta, i più "classici" mezzi di comunicazione di massa, i media per eccellenza ed entrambi hanno avuto  numerose caratteristiche che , anche se in forma diversificata , le accomunano ancora oggi differenziandosi per altrettante peculiarità, sia per gli strumenti utilizzati che per il linguaggio o il messaggio di comunicazione.

Con l’avvento del mezzo televisivo si era pensato di assistere  al  progressivo calo decrescente degli ascolti radiofonici ma tanto in verità non è successo anche perché  le persone rimaste ad apprezzare l'ascolto di un programma radiofonico, in forma di ascolto  musicale, d'informazione, politico o di pubblicità , sono rimasti in tanti. Non è la circostanza per spiegarne il motivo ma la Radio ha mantenuto molti lati affascinanti oltre che caratteristici che lo hanno reso più fruibile della stessa televisione. Il Calcio minuto per minuto , Bandiera gialla , Il Giro , il Tour , le competizioni Politiche o Amministrative, le Coppe Intercontinentali, le Radio Locali…hanno rivitalizzato , invece e inaspettatamente , questo mezzo radiofonico che negli anni sessanta  è emerso ancora di più con l’avvento delle Radio a Transistor e successivamente con le Radioline.

 

Il monopolio sulle trasmissioni radio ,che da sempre apparteneva alla Rai di Stato, cesserà ,infatti , negli anni settanta e nasceranno in quel decennio le prime Radio Locali  che diffonderanno non solo musica ma anche tanto altro sulle attività locali.  In fronte a Jacurso Radio Vena  , per ricordare qualcosa di nostro , metteva in onda le canzoni a richiesta ed altri programmini che facevano ascolto . La radiolina diventerà in questo modo sempre più presente nella vita degli italiani, come testimonia anche la sua presenza in tante canzoni. Una tra le tante stava nei brani  di Claudio Baglioni  come  nella  ascoltatissima Poster

Seduto con le mani in mano
sopra una panchina fredda del metrò
sei lì che aspetti quello delle 7.30
chiuso dentro il tuo paletot
un tizio legge attento le istruzioni
sul distributore del caffè
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè.


E da una radiolina accesa
arrivano le note di un'orchestra jazz
un vecchio con gli occhiali spessi un dito
cerca la risoluzione a un quiz
due donne stan parlando
con le braccia piene di sacchetti dell'Upim
ed un giornale è aperto
sulla pagina dei films.

Oggi, solo a posteriori , un po per nostalgia e per apprezzamento siamo propensi a riconoscere   quanto la radio abbia accompagnato i momenti della nostra vita  e  le transazioni sociali che stanno ancora accompagnando la nostra epoca. Il 13 Febbraio è stata istituita  la Giornata per dare il giusto valore a questo mezzo di comunicazione  di massa basato , è bene ricordarlo ,  sulla trasmissione delle onde elettromagnetiche che ,oltre ad avere consentito una comunicazione di massa , è stata determinante per la navigazione sulle rotte migratorie delle Navi , durante i conflitti ed anche nel corso delle missioni spaziali.

Fu inventata alla fine del 19° secolo quando e dopo che Maxwell riuscì a spiegare come le onde elettromagnetiche si possano propagare  nello spazio.

CHI HA INVENTATO LA RADIO ?

La scoperta delle onde elettromagnetiche appartiene a due fisici intraprendenti: l'italiano Guglielmo Marconi ed il russo  Popov anche se a dire il vero i primi a individuare il fenomeno fisico  furono , come detto , lo scozzese  Maxwell, teorico dell'elettromagnetismo nel 1864 e della possibilità di inviare segnali attraverso l'etere. Tanto avveniva nel 1864  , quando , insieme a Maxwell , anche  il tedesco  Rudolf Hertz autore di importanti  interazioni delle onde elettromagnetiche e sulla propagazione alla velocità della luce riceveva il premio Nobel e in suo omaggio veniva stabilita questa misura per le Frequenze  col suo cognome.

Heinrich Hertz


Studiò le scariche elettriche nei gas, i raggi catodici, l'induzione elettromagnetica. Il suo contributo più famoso fu la dimostrazione sperimentale del fatto che le interazioni elettromagnetiche si propagano a velocità finita e uguale alla velocità della luce.

In segno di omaggio a Heinrich Hertz, il suo nome è stato dato all'unità di misura della frequenza del Sistema Internazionale.

Anche a quel tempo nessuno è profeta in Patria e Marconi si trasferisce in Inghilterra per continuare le sue ricerche  ove fonda anche una sua Società. In Italia  , a crederci nell’applicazione potenziale di tale invenzione  resta sempre  Marconi  che a Pontecchio riusciva  a far passare un segnale da un versante all'altro di un'ampia collina. Naturalmente il primo apparecchio non fu molto potente, ma lo stesso Marconi provvide a miglioralo per smentire gli scettici che credevano fosse impossibile utilizzare le onde radio per comunicazioni tra grandi distanze come lo stesso andava sostenendo . Ma come si fa a passare le onde se la terra è curva  ?

Marconi , però , sbalordì gli scettici e gli increduli  quando , riuscendo  a far passare un segnale attraverso l'Oceano Atlantico, nessuno poteva più mettere in discussione la portata epocale di questa scoperta.

Guglielmo   Marconi


Tornato in Italia (dall'Inghilterra ), nel 1929 Guglielmo Marconi viene nominato alla Presidenza del Consiglio nazionale delle Ricerche dopo la destituzione, a opera del regime fascista, del matematico Vito Volterra. La sua vicinanza, anche ideologica, al fascismo è inoppugnabile. E il regime la sfrutta a fini propagandistici.


Figura: Antenna di Poldhu nella forma che ha permesso il collegamento con Saint John’s di Terranova


 

Figura: Posizione geografica di Saint John’s di Terranova e Poldhu (Cornovaglia), i due punti collegati da Marconi nel 1901 con la telegrafia senza fili.

 


Nel 1909 a Marconi viene  assegnato il Nobel  e i progressi nel campo delle trasmissioni attraverso le onde elettromagnetiche  non poterono che determinare impensabili applicazioni sia nelle applicazioni civili che in quelle militari.

L’invenzione della radio appartiene,pertanto ,  al genio italiano anche se il merito di aver scoperto la onde elettromagnetiche  vanno riconosciute ai pionieri già menzionati, Hertz  e Maxwell oltre che al genio di Guglielmo Marconi che , a seguito dei suoi esperimenti, aveva costruito nel 1909 il primo  Radiotelegrafo. Basta riflettere quanto l’invenzione consentì di installare   questo apparecchio  sui piroscafi  del tempo e quanto tornò utile e provvidenziale per segnalare lo stato di tante spedizioni . Come quella di Nobile al Polo Nord. Finita in tragedia ma salvati a merito del S.O.S  lanciato sul Pach dalla radio di bordo ,per loro fortuna , anch’essa precipitata mentre il sommergibile riprendeva quota portandosi via (chissà dove ) gli altri dell’equipaggio ..

Dopo questo necessario e ulteriore  inserimento , bisogna pur ricordare che i primi apparecchi radio  non furono tali a quelli apparsi sui tavoli delle case  e che a cimentarsi con questi segnali elettromagnetici , per primi, furono gli appassionati attraverso  le nostalgiche Radio a Galena .

La Radio a Galena

Ho ascoltato questo raccontare  della Radio a Galena  attorno ai primi  anni sessanta quando  ho prestato attenzione  ai ricordi  narrati nell’ambito di anziani conoscenti ed amici che “  ..ti ricordi quando ..su quell’albero avevamo alzato l’antenna della Radio a Galena “ ma sentivamo poco perchè non riuscivamo a capire bene come si manovrava “. La radio in verità poteva essere poco   “appresa “ nella condizione rurale di gran parte della nostra popolazione e di quanti abitavano i luoghi più “ attrezzati “  che da noi rimanevano  pochi. Catanzaro …Nicastro ..Vibo ?  Anch’esse troppo “ crude “ in fatto di conoscenze tecniche e attrezzature.

Pertanto la radio di quegli anni  avrà accompagnato solo un gruppo di hobbisti e amanti della tecnologia considerando che l’informazione era ancora molto ristretta .

Quando a Jacurso arrivò la Radio

Per le conoscenze arrivate sino alla mia generazione  , per vanto o non so cosa , a Jacurso esistevano tre soli apparecchi Radio . Gli stessi  insieme a pochi altri , a possedere il grammofono e i dischi a 33 giri. Per altro sarà pure possibile scrivere  che la radio , dal nord al sud, a cominciare dagli anni cinquanta ha cominciato ad essere la voce di ascolto soprattutto degli emigrati . Ricordo in particolare  una trasmissione settimanale , per gli emigrati all’estero, che faceva ascoltare,per servizio della Rai , un messagio vocale di un genitore emigrato  , di un figlio verso la famiglia a Jacurso . E a Jacurso di questi eventi ne capitarono almeno due. Fu anche un primo segno per sentirsi parte di una unica Nazione . Perché si ascoltava nella stessa lingua  dal Veneto alla Sicilia ( che oggi per motivi strambi , sappiamo , sono tornati così lontani). Gente che magari sapeva anche leggere e scrivere ma che leggevano certamente poco, con difficoltà e scarso desiderio di stare sulle pagine mentre ascoltare in italiano e con un livello di facile accessibilità  poteva essere un buon motivo per rapportarsi.

Viene da ricordare che ,  sempre nel nostro Jacurso ,al Bar della Signorina ( Bar Sport ), c’era la radio. Alla sette serali , il cappotto sulle spalle arrivano in due o tre “ vecchiotti “ ….appiccia …appiccia  ca  ‘ni sentimu lu cumunicatu ! Abituati al Bollettino durante la guerra si riferivano al Giornale Radio.

Viene anche da riprendere qualche episodio  legato alla radio quando ,durante alcuni lavori di restauro , vengono scoperti in un niccchia,  nascosta e murata , alcuni residui bellici unitamente ad un apparecchio verosimilmente un ricetrasmittente .

Tanto  succedeva nel   periodo della prima transizione  a cui sarebbe seguita quella con la televisione e l’evoluzione da agricola ad industriale ( del Nord ) con le nostre emigrazioni ( dal Sud )  e successivamente a quella dei servizi. Tutto è stato spalmato su più generazione quasi senza percepirlo. O Dio ! Nel meridione del Meridione non si sa bene a quale porre riferimento essendo state tutte trasformazioni  sociali e mai di progresso economico segnate da pacchi e valige con lo spago , valige meno legate e magari senza pacchi e da ultime  da valige e trolley con rotelle ma sempre accessori per  chi parte. Dopo i padri , i Giovani  e poi gli studenti e i Laureati ! Di transizione in transizione non so personalmente quale possa essere raffrontabile con  le altre aree del paese!

 

Riprendendo  “ la Radio “ è corretto  riconoscere  come questo mezzo di comunicazione abbia dato spazio di conoscenza , per esempio , alle spinte del sessantotto ,alle manifestazioni  e lotte  operaie ,a  quelle degli studenti con l’Eskimo  e  a quelle sportive . Tutte con le cronache irradiate e uguali per tutti. Si ascolta molta radio, si balla il twist. Grazie anche alla novità della radiolina portatile a transistor.  Gino Paoli canta “Il cielo in una stanza”, Tony Dallara “Romantica”, Edoardo Vianello “Guarda come dondolo” , Peppino di Capri “Let’s twist again” e  “ Addio Mondo  Crudel , i Nomadi con “ Un Pugno di Sabbia “ . Uno dei fattori con cui doverono fare i conti i progettisti fu il fatto che a causa delle dimensioni ridotte c’era poco spazio per altoparlanti che consentissero uno buona qualità audio.

 

Minore erano le dimensione dell’altoparlante maggiore era il loro gracchiare. I Transistor erano troppo grandi e per produrre una radio portatile bisognava sacrificare qualcosa.

Fu sacrificato l’audio in effetti, almeno nella prima versione. M a da lì in poi molteplici sarebbero state le dimensioni e le fogge delle varie radio, per accontentare un po’ tutti. Se al giorno d’oggi possiamo considerarci letteralmente bombardati dalle notizie, fino a mezzo secolo fa era difficile farsi raggiungere in tempo reale dai media: a meno di non trovarsi in casa propria, magari davanti alla televisione, l’unico modo per conoscere le ultime novità – magari sportive – era attendere il giornale del giorno dopo… a meno di non possedere ed avere sempre con sé una delle tanto ambite radioline portatili!

Grazie a questi dispositivi analogici, si potevano seguire i risultati delle partite nel corso delle tanto attese domeniche sportive… anche durante un tranquilla passeggiata sulla spiaggia.

Mimmo Serratore da Bologna mi ha ricordato la notte di Benvenuti. Era il 1967. La radio " chiudeva " a mezzanotte . Poi andava in onda il " Notturno dall'Italia ". Seguì l'evoluzione di quell'incontro di boxe dalla cuffietta gracchiante di una radiolina "Nivico ". In quel periodo a Jacurso offrivano una radio in prova e se la " tenevi " avresti dato solo cinque mila lire ! La Radio era ancora in promozione.

Quella Radiolina sempre in mano…magari alla Cona ..

Non si vuole  ricordare quella radiolina rossa col Led sempre acceso ma si vuole ricordare per non  dimenticare , per testimoniare un rapporto, creativo, intimo, vero. Interminabili discussioni a qualsiasi ora del giorno e della sera poi via a casa  ma sempre con la radiolina accesa . Che parlava o cantava per gli affari suoi anche quando il titolare comiziava per la pace. Perché non era un fastidio ed anche … dal fastidio si passava al sorriso.  Ovunque

Capelloni, Moda, Inghilterra e Beatles: i simboli della contestazione giovanile nell’Italia degli anni Sessanta

Le trasmissioni Radio (Bandiera gialla, Per voi Giovani, Speciale per voi) / I locali (Il Piper Club, I night club) / Beatles e Rolling Stones / Le canzoni di protesta / I testi delle canzoni / Lucio Dalla, I Nomadi, Formula Tre, I Camaleonti, I Dik Dik, Le Orme  …The Rokers … I Pooh

Negli anni Sessanta, per la prima volta, si prende coscienza di una nuova figura sociale, autonoma, scissa sia dal mondo infantile, sia dal mondo adulto: la figura del giovane. A partire dal 1960, si assiste ad una simultaneità di figure giovanili che si impongono sulla società adulta. Si fa riferimento agli antifascisti di Genova, agli operai meridionali che nel 1962 saranno a capo delle rivolte sindacaliste, ai beat e ai capelloni che anticiperanno di ben due anni la rivolta studentesca. A causa di queste prime contestazioni, i giovani acquisiscono l’appellativo di “ribelli”.

Curiosità:

Le radio costruite in quel periodo che va dal 1953 al 1964 avevano segnalate con due triangoli le frequenze di 640 e 1240 kHz.

In caso di attacco esterno (a quell’epoca si temeva un attacco sovietico) tutte le trasmittenti radio e televisive avrebbero dovuto essere spente, per non dare alcun aiuto ai missili nemici, che avrebbero potuto usare le onde elettromagnetiche per orientarsi verso gli obiettivi.

Palazzo della Radio – via Asiago

Il progetto viene depositato al Governatorato di Roma . Il Governatorato, durante il periodo fascista, altro non era che il Comune di Roma e dal 1926 , si apprende , per la sola  capitale ,  il Podestà veniva chiamato Governatore. Nel ’45 con la caduta del fascismo cessa questa figura e ripristinato il Comune e quindi il Sindaco. Il progetto dell’EIAR a nome del Presidente Marchesi , architetto , viene approvato nel ’36 .Il presidente era fratello al noto Marcello Marchesi che a sua volta era stato Presidente dell’URI ( Unione Radiofonica Italiana ) al tempo del fascismo. L’avventura della radio era cominciata a Torino un po in sordina  dove nel ’24 era sorta l’URI.

La proprietà apparteneva come appartiene  allo Stato mentre la licenza , la Concessione a trasmettere viene data ai proprietari di apparecchi radio che in quel periodo sono solo Inglesi e Americani.  Perché l’apparato fascista non aveva dato peso a questo nuovo progetto sulla diffusione della radio creando di fatto l’assenza  di  aziende italiane in questo settore.Quindi capitale straniero per questo potente mezzo di comunicazione che il regime non afferra nell’immediato ma che  ne farà ampio uso di propagnda successivamente.

Nel giugno del 1933 si diffonde la Radiorurale. Si tratta di un ricevitore a prezzo imposto e con caratteristiche standardizzate promosso dall'Ente Radio Rurale, istituto del Regime per la diffusione della radio in ambienti collettivi e soprattutto nelle zone rurali delle bonifiche agrarie. L'apparecchio è acquistabile solo dagli enti governativi e dagli istituti scolastici o per donazione agli stessi. Oltre tre milioni di scolari italiani hanno cosi' conosciuto la radio e incominciato a conoscere la lingua italiana.

Il Sistema , infatti , con la motivazione di diffondere la cultura attraverso  la radio si adopera a dotare questi apparecchi  in tutte le scuole , anche  rurali, del paese e , nella nostra contada Montana “ Pietro Verre “ , è presente una Scuola istituita nel Periodo Fascista . Tra gli arredi e quant’altro figura inventariato anche  questo apparecchio .Non c’era la rete elettrica ma c’era la radio che funzionerà più tardi quando tutte le contrade saranno elettrizzate. Ma era già Repubblica.

Sulle Radio chi può non aver dimenticato l’Occhio Magico di colore verde ! Regolando l’ampiezza  del colore  riusciva a calibrare la stazione radio .

Le Stazioni Radio

Il Generale Einsenhower

 

Il Mondo dietro a un Vetro

Sul vetro frontale  erano segnate le Stazione e le frequenze di trasmissione  mentre dietro scorreva una asticina utile per sintonizzarsi. Il 6 ottobre del ’24 la prima trasmissione , non ancora pronto il Palazzo di Via Asiago , viene irradiata da un Palazzo di Roma  in Piazza del Popolo. Una buona ora di musica classica , lirica e poi bollettino meteo. Il 1932 debutta  l’usignolo che avverte l’inizio delle trasmissioni preceduto dal sonoro di inizio trasmissioni.. Uno scampanellio armonioso di campane. Alle ore otto dell’Otto settembre 43 , passa per Via Asiago il mezzo scortato del maresciallo Badoglio ed alle ore Otto e Quarantadue  la richiesta di armistizio al Gen. Eisenhower viene comunicata al popolo italiano.Sarà un sollievo per tutta la Nazione che ascolta nelle piazze .

Dal 1955 la radio cambia forma, dal tipico “fagiolo” del dopoguerra diventa squadrata e a sviluppo orizzontale.  Sono presenti almeno quattro tasti e il vetro con la scala delle stazioni diventa di forma orizzontale .

Viene inventato il Transistor e con l’uso di questo componente la radio subisce  la vera svolta. La prima radio italiana a transistor viene commercializzata nel 1957 e potrà funzionare con le batterie.

Due Vetri delle radio a valvole . Onde medie e poi Modulazione di Frequenza

Finita  la guerra è in rovina anche  l’Eiar. L’Ente radiofonico italiano, è allo sfascio, sia dal punto di vista tecnico che politico. Sono stati distrutti tutti i ripetitori e lo stesso Ente, troppo compromesso col regime fascista, viene liquidato nel 1944. Al suo posto viene fondata la  RAI e dal 1945 si cerca di rimettere in funzione qualche trasmettitore .Per alcuni mesi le si trasmette poco e su reti differenti tra il Nord e il Sud sino al  1946 quando nascono  le reti colorate, la Rossa e l’Azzurra.

Nell’ottobre 1950 la Rai lancia il Terzo Programma, che da allora sarà sempre contrassegnato da una valenza culturale. Fin dalla sua nascita il Terzo Programma verrà trasmesso anche, e soprattutto, in Modulazione di Frequenza, una tecnica nuova e rivoluzionaria per allora. Nel 1952, infine, l’ultima trasformazione: la rete Rossa diventa Programma Nazionale (o Primo Programma), la Azzurra Secondo Programma.

Notturno Italiano

E' stato un programma radiofonico curato da Rai Internazionale e trasmesso nel palinsesto notturno di Rai Radio 1. La prima volta andò in onda il 1º luglio 1952 con il nome di Notturno dall'Italia, mantenuto fino al 30 giugno 1968;

Il Notturno italiano era trasmesso sul IV canale della filodiffusione e in onde medie sulle frequenze di 900 kHz da Milano 1 ;  107 kHz da Roma e 657 kHz da Napoli. Sfruttando la propagazione notturna tipica delle onde medie era possibile seguire questa trasmissione in buona parte dell'Europa.

La Radio, la televisione, il cinema, la carta stampata, i libri e adesso il web. Ciascuno col suo modo di comunicare diverso.....................

francesco casalinuovo  jacursoonline  ass. cult kalokrio