Pitagora - seconda parte

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Pitagora –                                                                                                           Storia di un bambino diventato immortale -  --- seconda parte -

L'anziano maestro aveva organizzato una scuola famosa frequentata da giovani studiosi di grande talento . Li egli fu introdotto alle conoscenze astronomiche e alla geometria. Prima l'anziano maestro Talete e poi gli allievi Anassimandro e Anassimene, aiutarono molto Pitagora nella sua formazione e alla fine Talete gli consigliò di viaggiare alla volta dell'Egitto.

Al rientro a Samo, Pitagora vi trovò una novità. Policrate, il ricchissimo mercante, aveva instaurato la tirannia sull’isola. Sin da subito, il tiranno comprese l’importanza di quel giovane concittadino colto, poliglotta e preparato, e tentò di coinvolgerlo nella sua cerchia. Ben presto però si rese conto che il carattere di Pitagora mal sopportava la tirannia. Così decise, per ottenerne poi riconoscenza, di dargli un aiuto.

In quel periodo Policrate stava stringendo alleanze e rapporti stabili con l’Egitto. Vista la voglia di Pitagora di visitare quel paese, scrisse una lettera al faraone Amasi perché accogliesse quel giovane samiota che aveva tanta voglia di conoscere il mondo.

Nel giro di poche settimane Pitagora partì per l’Egitto, dove soggiornò poi per circa vent’anni. Lì fu introdotto ai culti dei templi fino a diventare lui stesso sacerdote. Perfezionò gli studi aritmetici, astronomici e cosmologici. Imparò i geroglifici egizi e analizzò profondamente le loro credenze religiose sulla vita, sulla morte e sui culti sacri. Quei lunghi anni in Egitto permisero così a Pitagora di diventare un uomo di grande cultura.

Pitagora, ormai già famoso, giunse poi a Babilonia, capitale dell’impero persiano, alla corte dell’illuminato re Ciro il Grande. Lì fu subito compresa l'importanza del personaggio che così poté muoversi liberamente per confrontarsi con i sapienti persiani.

La Persia era da poco diventata uno dei più grandi imperi del mondo. Migliaia di studiosi la frequentavano e vi coltivavano tutti i campi del sapere umano. La vicinanza del Medio con l'Estremo Oriente favoriva un vivace scambio di idee che colpirono Pitagora.

In quegli anni di metà del sesto secolo a.C., chiamato dagli storici per la sua importanza il secolo assiale, cioè l’asse della storia, giungevano dall'Estremo Oriente voci di nuove dottrine che si diffondevano rapidamente. Siddhārtha, il Buddha, aveva dato origine al buddhismo. Jain Mahavira al Jainismo. Più a Est, Lao Tze fondava la dottrina taoista e Confucio diffondeva il confucianesimo in Cina.

Nel Medio Oriente invece, dove Pitagora si trovava, oltre all’ebraismo si sviluppava un altro pensiero religioso, quello di Zarathuštra, lo Zoroastrismo, con la dottrina dei due Dei del Bene e del Male in eterna lotta tra di loro. Mentre dalla Tracia l’orfismo iniziava a penetrare nella cultura greca. ---

Pitagora già da anni cercava di decifrare con logica matematica il senso della vita, le ragioni del comportamento umano e il grande mistero della morte, che egli pensava di risolvere con la metempsicosi, ovvero la trasmigrazione delle anime da un corpo a un altro. Le dottrine asiatiche erano per molti aspetti in linea con alcune sue riflessioni, ma egli sentiva che mancava qualcosa. La vicinanza poi con Zarathuštra e gli zoroastriani fu senza dubbio per lui una novità, ma non lo appagò perché predicava l'impossibilità di vincere definitivamente il male.

Così come i rapporti avuti con i Caldei e i Magi furono per lui interessanti, ma non convincenti. Lo stesso accadde successivamente anche con la sua visita a Epimenide di Creta. Egli era ancora alla ricerca della verità, di una dottrina di valore universale in ogni tempo e per ogni popolo.

Così, dopo aver conosciuto genti, culture e apprese conoscenze in ogni dove, decise di far ritorno a Samo. Al suo arrivo ritrovò il calore della famiglia e dei suoi affetti che lo riportarono all’infanzia, quando bambino vagava per i sentieri ponendo domande su domande ai maestri e soprattutto a se stesso.

Ma la felicità del ritorno durò ben poco. Infatti, il tiranno Policrate, con il suo carattere autoritario e opportunista, non era compatibile con l’immensità del pensiero di Pitagora, che intendeva organizzare un centro di studio sull’isola, un emiciclo al quale far partecipare gli studiosi per diffondere il suo sapere e dare risposte alle sue domande rimaste irrisolte. Policrate tentò nuovamente di coinvolgere l’illustre Pitagora, che però si sentiva oppresso e controllato dalla scomoda figura del tiranno.

Pitagora amava la libertà, la giustizia e spesso, per trovare calma e serenità, si rifugiava nelle grotte ancora esistenti tra le rocce granitiche della montagna di Kerkis, a Nord dell’Isola. In quel modo non poteva andare avanti.

A Samo non sarebbe mai riuscito a mettere in atto il suo grande progetto universale, quello di creare una Scuola dove far confluire tutto il sapere e dare al mondo una visione nuova per una vita pacificata e serena.

 

Dopo aver riflettuto e parlato a lungo con i suoi cari e gli amici intimi, prese la decisione di partire. Questa volta per una meta che sarebbe stata la sua vera casa, il luogo dove fondare la sua Scuola e una nuova società. Nella sua mente riaffiorò allora quell’amore dell'infanzia che lo aveva tanto colpito durante il primo viaggio col padre e che portava sempre nel cuore: Crotone d’Italia.

La città di Crotone era ormai diventata punto di riferimento per tutte le colonie greche ed era famosa per il suo clima salubre. Ma quello che di più attirava Pitagora era in realtà il lato italico di Crotone.

Ora finalmente capiva: quei valori che da migliaia di anni erano diffusi tra le genti dell’Italia corrispondevano al modello etico e comportamentale che egli stesso aveva elaborato e che intendeva trasmettere al mondo tramite la sua Scuola.

Capiva che a Crotone gli abitanti avevano uno stile di vita elevato proprio grazie all'influenza delle madri italiche, che vi avevano portato i valori italici corrispondenti al suo modello.

Nel 532 a.C. Pitagora, intorno all’età di cinquant’anni, in una splendida giornata di sole sbarcò per la seconda volta a Crotone, accompagnato dal suo fido aiutante e amico Zalmoxis. Appena giunto si relazionò con la famosa scuola medica di Crotone della quale Alcmeone era il rappresentante più eminente. Dopodiché non perse tempo e mise subito in atto la sua strategia.

La sua fama e reputazione era già diffusa nel Mediterraneo. Le sue doti e le esperienze di vita lo facevano apparire come uno dei più grandi sapienti del mondo. Perciò i crotoniati accolsero con piacere l’arrivo del maestro in un momento tragico per la città, il peggiore dal tempo dalla sua fondazione. Infatti, la cocente e inaspettata sconfitta subita contro Locri presso il fiume Sagra aveva bloccato le mire espansionistiche verso Sud e provocato migliaia di vittime tra i giovani combattenti crotoniati.

A Crotone Pitagora dapprima parlò alle donne e ai giovani. Poi, accolto dal Consiglio dei Mille, incantò con le sue parole l’intera platea politica della città spiegando a fondo e con cura il suo progetto.

Per la prima volta nella storia dell’umanità si udì nel corso del suo discorso la parola filosofo, l’amante della sapienza. Spiegò che l’amore per la sapienza non era un insieme di conoscenze astratte e teoriche, ma era l’arte del saper vivere. E a Crotone, forse senza neanche rendersene conto, gli abitanti vivevano meglio che altrove grazie alle consuetudini italiche di libertà e amicizia.


: Pitagora – storia di un bambino diventato immortale © 2019 Nuova Scuola Pitagorica – tutti i diritti sono riservati

Redazione a cura di Marco Tricoli

Copertina a cura di Giuseppe Santoro www.nuovascuolapitagorica.org

Ai pitagorici si attribuisce la conoscenza del fatto che un piano si può ricoprire soltanto con triangoli equilateri, quadrati ed esagoni regolari. Ad essi si fa merito della scoperta dei cinque poliedri regolari convessi, da loro denominati "figure cosmiche" perchè facevano corrispondere il tetraedro, il cubo, l'ottaedro e l'icosaedro rispettivamente al fuoco, alla terra, all'aria ed all'acqua, riserbando il dodecaedro a rappresentare tutto il cosmo.

Ecco cosa ha  scritto Mongiardo sulla STELLA PENTAGONALE

Tra questi significati c’è pure ciò che potremmo denominare la “Stella di Crotone” o la “Stella di Pitagora” e dei Pitagorici … risultato di calcoli matematici e di categorie filosofiche che ci facciamo spiegare dal dottore Salvatore Mongiardo, filosofo di Soverato (CZ), attuale primo fondatore e scolarca della  Nuova Scuola Pitagorica di Crotone.

Pitagora adottò la stella pentagonale come simbolo della sua Scuola chiamandola Igieia, la salute o salvezza. Lo stesso nome aveva anche Igea, la Dea della salute, da cui la parola igiene. In sostanza si tratta di un cerchio dentro il quale è iscritto un pentagono regolare all’interno del quale poi, unendo i cinque vertici con linee rette, emerge una stella a cinque punte. Al centro degli incroci emerge di nuovo un pentagono regolare con un procedimento che può andare all’infinito. Per Pitagora e i suoi allievi la stella significava essenzialmente ARMONIA-SALUTE-DISCIPLINA come risultato di regole certe e immutabili che generavano una stabilità salutare.

 


PROPORZIONE AUREA: rapporto fra due segmenti di cui il più grande è medio proporzionale fra il più piccolo e la loro somma.

Graficamente, la proporzione aurea può essere rappresentata da un segmento diviso in due parti a e b, tali che il rapporto tra l’intero segmento a+b e la parte più lunga a sia uguale al rapporto tra la parte più lunga a e la parte più corta b:

In altre parole, l’intera linea è 1,618034 volte più lunga del segmento più lungo, e il segmento più lungo è 1,618034 più lungo del segmento più corto.

Questo numero, o questa proporzione geometrica definiti anche “proporzione aurea”, “numero aureo”, “rapporto aureo”, “sezione aurea”, “divina proporzione” sembra possa rappresentare lo standard di riferimento per quanto riguarda la perfezione, la grazia e l’armonia sia in architettura, scultura e pittura, sianella stessa natura

La proporzione aurea si può evidenziare in tutti i regni della natura, perciò questa sua polivalenza la fa assurgere all’altezza di “archetipo”.

Storicamente le prime applicazioni del Rapporto Aureo risalgono agli antichi Egizi. Nella stele del re Get, proveniente da Abido (antica capitale dell’ Egitto nel periodo predinastico) ed oggi al Louvre, si osserva al centro un rettangolo aureo, nella cui parte bassa il quadrato costruito sul lato più corto, sezione aurea di quello più lungo, contiene la città mentre nella parte rimanente, che per quanto visto sopra è ancora un rettangolo aureo, è riportato il serpente simbolo del re. Il reperto risalirebbe alla prima dinastia, quindi a quasi 5000 anni fa.

La base della grande piramide è un quadrato di 230,45 metri. L’altezza è di 146,73 metri. Da questi valori, usando il teorema di Pitagora, ricaviamo per l’ipotenusa del triangolo AOT una lunghezza di (s) 186,54 metri. Perciò s/a= 186,54/115,22=1,618.

La sua imponenza e bellezza rende questo antico monumento uno dei luoghi più insoliti di tutto il pianeta. Essa era costituita in origine da quasi due milioni e mezzo di blocchi di pietra. Il peso medio di ogni blocco è di circa due tonnellate e mezzo. I suoi lati sono perfettamente allineati in direzione nord-sud e est-ovest (l’errore dell’allineamento è di solo 3′ e 6″). Il piano di appoggio è perfettamente orizzontale: l’angolo sud orientale è appena dodici millimetri più alto di quello nord occidentale. Se a questi dati si unisce il fatto che essa fu costruita verso il 2500 a.C., non si può che esprimere meraviglia.


Pitagora, nato intorno al 570 a.C. nell’ isola di Samo, nel Mar Egeo (al largo dell’Asia Minore), ed emigra fra il 530 ed il 510 a.C. nella colonia dorica di Crotone, nell’Italiameridionale (Magna Grecia) dove muore nel 522 a.C..

Ha coniato le parole “filosofia” (amore per la sapienza o per la saggezza) e “matematica (ciò che si apprende). Filosofo era colui che “si dedica alla scoperta del significato e dello scopo della vita….e alla comprensione deisegreti della vita”.

Intorno a Pitagora ed alla sua confraternita di iniziati esisteva un velo disegretezza, comunque si tende ad attribuire all’uno ed all’altra alcune importanti scoperte matematiche che includono il rapporto aureo e l’incommensurabilità.

Il Significato del Pentagono e del Pentagramma per i Pitagorici La Scuola Pitagorica fu la prima a fornire la più importante formulazione teorica del Significato del Numero Cinque, del Pentagono e del Pentagramma.


Il Numero Cinque era considerato l’Unione del Numero Due, il primo numero pari e femminile, con il Numero Tre, il primo numero dispari e maschile.
Anche Leonardo da Vinci affrontò nelle sue opere teoriche il rapporto esistente tra il Pentagono, i Solidi Platonici e i problemi della Prospettiva.


L’interesse dei matematici greci per il Rapporto Aureo, ovvero per il Numero Irrazionalephi”, era dovuto alla possibilità di avere un sistema semplice per la costruzione del Pentagono regolare, dato che il rapporto tra la sua diagonale e il suo lato è pari a “phi”. Il Pentagono regolare può essere suddiviso in tal modo in tre Triangoli.

 

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CAMMINO DELLA PRIMA ITALIA Prima mondiale di un cammino etico

Venerdì 4 settembre 2020 è partito dal Lido di Squillace il cammino che in tre giorni ha percorso strade, tratturi e viottoli attraverso i Comuni di Squillace, Borgia, Amaroni, Girifalco, Cortale, Jacurso e Curinga.


La Premessa -  Prima che iniziasse il percorso

Dal Monte Contessa a Jacurso si ha la visione incredibile di tutto l'istmo compreso tra i due mari Jonio e Tirreno: è in quella terra che migliaia di anni fa nacque la Prima Italia, come la chiamarono gli antichi storici di lingua greca. Il cammino durerà tre giorni in questa prima edizione che tiene conto della situazione sanitaria, e terminerà sulla spiaggia di Curinga domenica 6 settembre. Prenderemo acqua del Tirreno che
uniremo all'acqua dello Jonio prelevata a Squillace, in segno di unione di tutta l'umanità. Il cammino è stato tutto esaminato metro per metro da Riccardo Elia e altri esperti per renderlo fruibile anche a chi, da solo o in compagnia, vorrà affrontarlo in seguito . Sono previsti due pernottamenti in hotel o B&B , cene e pranzo sissiziale a Curinga.


Sono molte le informazioni che vi daremo in seguito, ma intanto desideriamo informarvi per riservare le date. La partecipazione è libera a tutti i maggiorenni col solo obbligo d'iscrizione all'UISP, al costo di 6 euro, per avere la copertura assicurativa. Abbiamo detto che questo cammino si distingue per essere un cammino etico: esso, difatti, ripercorre il territorio dove nacque l'Italia, un evento tra i più importanti della storia umana. Gli Itali, migliaia di anni prima di Cristo, vivevano in quella terra praticando cinque principi, quegli stessi che Pitagora comprese e pose alla base della dottrina etica sulla quale nacque la Magna Grecia: libertà, amicizia, comunità di vita e di beni, dignità della donna e vegetarismo.

È straordinaria la coincidenza tra la pandemia Covid 19 e la riproposta dell'etica italico-pitagorica come rimedio possibile all'umanità che ha bisogno di un cambiamento radicale della politica, della finanza e della visione stessa della vita. Festeggiamo pertanto quest'anno la nascita dell'Italia proponendo ai popoli l'Italia come patria universale, basata su quei cinque principi necessari per la vita felice e la pace nel mondo.

Tremila anni di storia, piena di stragi, guerre e conflitti di ogni genere, dimostrano che  principi etici hanno valore universale e matematico: non si possono cambiare. Chiunque verrà al cammino lo farà in rappresentanza di tutta l'umanità: paesaggi, rovine, resti archeologici, monasteri e boschi vi trasmetteranno una visione del passato che è promessa di un futuro migliore.



NUOVASCUOLA PITAGORICA
Presidente: Marco Tricoli
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335 7967230

 


U.J.S,P. Comitato Territoriale
Catanzaro Aps
Felice Izzi - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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