Le Giornate e il Parco del Reventino
Il 21 marzo si conclude il lungo periodo dedicato alla poesia e, oltre all’ingresso della primavera , questo giorno viene dedicato, insieme all’Ambiente , a tutte quelle persone vittime delle organizzazioni criminali mentre nella giornata del 22 marzo è riproposta l’attenzione sul tema dell’Acqua .
L’arrivo della primavera , come lo scorso anno in anticipo, è quanto a dire che il ciclo naturale che governa il mondo vegetale si modifica in costante progressione. Ci consentiamo , però , di assistere ancora come in questo Pianeta Terra le Piante , gli arbusti , gli alberi , insieme a tanti minuscoli insetti , si mostrano in grande risveglio, sintomo che la natura è ancora in vita .
“ entrammo nel fondo e sentivamo i grilli , le api , le vespe … quando siamo usciti era un silenzio che assomigliava a un cimitero ..” Un esempio di quell’agricoltura assistita nebulizzando uno dei tanti veleni (diserbanti ) che , in progressione, fanno “ male “ in silenzio anche all’uomo e che nell’immediato alterano la catena alimentare e l’ecosistema !.
Camminando sul far della sera e portando a termine un nuovo percorso , non si è potuto trascurare queste considerazioni e , osservando il sole dietro lo Stromboli, abbiamo avvertito qualche vuoto di conoscenze sul ciclo delle stagioni . Equinozi , asse della terra e angoli di inclinazione ci sono sembrate un po annebbiate . Si è convenuto fare qualche ripasso su queste lacune ed è venuta fuori una salutare rinfrescata che potrà essere consultata..in fondo alla pagina.
E’ primavera da due giorni ma ancora senza le rondini che, ogni anno che tornano, diventano sempre meno di numero mentre si notano con frequenza altri piccoli animali morti sulle strade o sui percorsi di campagna . Il più delle volte finiti dalla fame o per i veleni che ingoiano assieme al poco cibo già scarso per nutrirsi . Volatili, faine , volpi , ricci , ghiri , il rospo e persino il tasso che da vivi non sono facili da notare è ricorrente osservarli da morti. Abbiamo incontrate non poche " carcasse " di questi piccoli animali, a volte "pelle e ossa ". Si ammalano , per incuria e indifferenza , assieme agli animali anche le piante d’alto fusto come il Castagno e il Pino mentre le sorgive d’acqua montane sentono sprofondare e diminuire le falde che le nutrono. Queste giornate dedicate alla natura pongono l’attenzione su quanto sta capitando anche al nostro territorio e pertanto si potrebbe scrivere che ..
“ La consapevolezza da parte di un’Associazione e di una Comunità come la nostra, deve riflettere sul proprio patrimonio materiale, sulla storia che gli appartiene , sulle tradizioni e sulle consuetudini , è fondamentale nel desiderio di voler tutelare e salvaguardare l’ambiente mentre la difesa sociale più avanzata dovrebbe diventare soprattutto una difesa culturale, strumento di conoscenza e quindi indispensabile per la sopravvivenza della propria identità.”
Lo stiamo facendo e, insieme all’Amministrazione che ci ha dato ascolto , abbiamo iniziato un percorso di coinvolgimento in tutto il circondario coinvolgendo i soggetti disponibili e che ha fatto diventare il nostro Comune quello capofila per le Amministrazioni e le Associazioni vicine senza l'egoismo del pennacchio. Il Convegno a Jacurso sul " Parco del Reventino " testimonia che si può collaborare e risvegliare, con l’impegno, tutte le coscienze.
Una zona del Reventino appena sopra Lamezia mentre dalla gobba sbuca la sommità del Pollino innevato.
Celebrando il Bicentenario dell’Infinito di Giacomo Leopardi si è chiusa,il ventuno marzo, il mese dedicato alla Poesia mentre altre Giornate hanno proposto l’Ambiente e l’Acqua come beni da tutelare senza sprecare. Su questi temi venerdì 22 si è tenuto a Jacurso un incontro con una delegazione del versante che siamo abituati a osservare ogni giorno. Il Monte Reventino si fa osservare imponente e il suo territorio ha bellezza ed interesse pari al nostro. Per l’inizio del secolo scorso, il XX secolo, già che si era più “ religiosi “ che adesso, su Monte Contessa veniva alzata una Croce che ben si fronteggiava con quella del Reventino. Ne da una straordinaria testimonianza il Sacerdote Don Antonio Panzarella , Arciprete a Jacurso , che tra l’altro ci fa sapere come siano convenute su Monte Contessa più di “ seimila persone “.
I saluti del Sindaco Serratore, Mimmo Dastoli di Kalokrio, Antonio Falcone , Caterina Puzzonia
Mimmo Dastoli di Kalokrio , che ha moderato l’incontro , ne ha parlato convenientemente ma il tema interessava “ Il Parco del Reventino “ e di questo si è parlato con l’introduzione del Sindaco di Jacurso Serratore e del Vicesindaco a cui sono seguiti importanti interventi , illustrazioni e informazioni sui vari progetti in cui si articola il Piano. Interessanti le relazioni di Antonio Falcone Dottore Forestale - Carmelo Perri Capogruppo Ats - Caterina Puzzinia Coordinatrice attività didattiche e della Dott.ssa Sinopoli. Considerato l’interesse comune , ha riferito il sindaco Serratore , non mancheranno altri incontri di collaborazione. Da quello sterminato serbatoio di cultura rurale, socialità diffusa e buone pratiche vissute nel passato, aggiungiamo noi da kalokrio , con impegno e costanza potrebbero essere realizzate buone progettualità.
Tornando al primo tema riportiamo alcune Poesie dando preferenza a Giacomo Leopardi con l’Infinito scritto nell’anno 1819.
L'Infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Leopardi
Esistono anche i versi che raccontano un passato, versi che hanno fermato il tempo e hanno dato un senso a ciò che sembrava incomprensibile.
La terra e la morte
Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l’arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline.
Cesare Pavese
Tre fiammiferi accessi
Tre fiammiferi accesi
uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio
per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.
Jacques Prévert
E Noi Restiamo
E noi restiamo
in questo triste silenzio,
in questo spazio senza tempo,
dove ogni cosa ha il suo peso,
dove il tempo ha incurvato le schiene
e ci costringe a guardare per terra.
Vent'anni son cinquanta
e trenta ottanta:
per le speranze deluse,
per la vita senza domani.
L'esistere è condanna
ed opprime
la pietà che ci umilia,
la povertà che ci offende.
Dover soccombere
non sapendo se convenga rassegnarsi.
Dover sopravvivere
inebriandosi e facendo l'amore,
su umili guanciali,
sotto un tetto di stelle,
dove il susseguirsi delle ore è lento,
come la gallina sull'aia.
AI risveglio,
l'inquietudine riassale
e si vive il ricordo di stanze chiuse,
di sogni ripudiati
di angosce prostrate.
di Ernesto Gaudino (1977 )
la prossima , a comporla non è un Poeta ma un cantautore di casa nostra . A tanti è piaciuta anche come poesia .
- Sfiorivano le viole https://youtu.be/e55CBpnJoAs
L'estate che veniva con le
nuvole rigonfie di speranza
Nuovi amori da piazzare sotto il sole
Il sole che bruciava, lunghe spiagge di silicio
E tu crescevi, crescevi sempre più bella
Fiorivi,sfiorivano le viole
E il sole batteva su di me
E tu prendevi la mia mano
Mentre io aspettavo….
I passi delle onde che danzavano
sul mare a piedi nudi
Come un sogno di follie
venduto all'asta
La notte quella notte
cominciava un po' perversa
E mi offriva tre occasioni
per amarti e tu…
Fiorivi sfiorivano le viole
E il sole batteva su di me
E tu prendevi la mia mano
Mentre io aspettavo…te
Il sole che bruciava
bruciava bruciava bruciava
E tu crescevi crescevi
Crescevi più bella più bella
Fiorivi sfiorivano le viole
E il sole batteva su di me
E tu prendevi la mia mano
Mentre io aspettavo te
Mentre io aspettavo te
Si lavora e si produce,
si amministra lo stato
Il comune, si promette
e si mantiene a volte…
Mentre io aspettavo te
Il marchese La Fayette
ritorna dall'America
Importando la rivoluzione
e un cappello nuovo
Mentre io aspettavo te…
Ancora penso alle mie
donne quelle passate
E le presenti le ricordo appena
Mentre io aspettavo te…
Otto von Bismarck-Shonhausen
realizza l'unità germanica
E si annette mezza Europa
Mentre io aspettavo te..
Michele Novaro
incontra Mameli
e insieme scrivono un pezzo
Tuttora in voga
mentre io aspettavo…te
Rino Gaetano ( 1976 )
Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di etichetta e, a differenza di numerosi suoi contemporanei, evitò di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e critiche alla classe politica italiana e calabrese . Queste sono le canzoni che fanno venire anche la pelle d'oca . Il tratto sarà anche soggettivo ma questa canzone , indipendentemente dal proprio gusto, è pura poesia dove chiunque debba pur provare qualcosa.
I Ricordi dell'Acqua
….alcune memorie legati alla prima gioventù
Non c’era, dunque , l’acqua nelle case e non c’era la lavatrice. Le nostre mamme quando non trovavano un po di “ Trattiagnu * “ e dovevano lavare ‘na cista de panni “ erano costrette a portarci appresso.
E li non è che si trovava il parco giochi. Si andava di malavoglia ed era un luogo duve “ ni ‘ncrisciamu , e basta “. Già il posto metteva tristezza . Non era luminoso ed aveva spazi ristretti soffocati da una fitta vegetazione. La mamma preparava ‘nu gurnale “ e si addobava le pietre per lavare . Ogni Donna , abitualmente, aveva una sua “petra liscia “. Era il suo posto.
* Trattiagnu : trattenere- Si domandava ad una vicina di accudire il figlio/a per un determinato tempo di necessità. Poteva essere breve o prolungato a seconda che la vicina , avendo un figlio di pari età ,li metteva a giocare.
Il Paesaggio
La prima riflessione è che ognuno ha una consapevolezza precisa sul paesaggio che fa a sua volta emergere un elemento peculiare . Il paesaggio è virtualmente conosciuto come una distesa di luoghi che, tra privati e demaniali, appartengono a Jacurso Comune e ai Jacursani.
Il dato negativo rileva, purtroppo , che sono pochi coloro i quali conoscono realmente il territorio e ancora meno quanti hanno consapevolezza sul significato dei toponimi che caratterizzano principalmente le zone montane . Serra Pelata - Serra del Gelo - La Fossa della Neve - Il Passo di Catanzaro ....
Dove si interrompono le Serre , dove si incontrano numerose sorgenti e dove ancora restano i segni degli antichi tratturi e delle strade che formavano quadrivi e si dipartivano verso l’Istmo , per le zone interne delle Serre ( San Vito , Cenadi , Chiaravalle , Serra ) o per la costa Jonica (Satriano …)
Posizione geografica, bellezze naturali , boschi , sorgenti , fiumi , strade . E Faglie .Perchè il nostro è un territorio dove le faglie partono e arrivano sino a Gioia, sul Tirreno e a Stalettì (Caminia ) sul versante Jonico . E non manca la faglia traversale.
Si conosce , pure, poca cosa sui fatti del passato anche se alcuni esiti importanti si sono trascinati sino ai giorni nostri . Ma non c’è da preoccuparsi. Anche gli Amministratori del circondario disconoscono i limiti comunali e ignorano vertenze e contenziosi .
Vicende rilevanti per la tutela degli interessi comunali che nel futuro o già nel presente potrebbero avere ricadute sui destini del territorio. Proprietà e concessioni delle acque e dei terreni che , per citare il più longevo , intentato dalla dinastia del Duca di Monteleone Aragona Pignatelli Cortez e altro dal Duca della Scaletta .
Per l’associazione KaloKrio gli argomenti trattati sono diventati il frutto di un lavoro appassionato e sufficientemente condiviso non solo tra i soci ma dagli amici lettori e altre Associazioni mentre una fattiva collaborazione si è stabilita con l’Amministrazione del Sindaco Serratore che sta già impegnando quanto necessario per la rimozione di quelle che sono diventate discariche diffuse e per il qual motivo Jacurso sta mantenendo il timone di quella Unione dei Comune che ha perso da tempo il senso dell’istituzione.
Le Stagioni
Come nascono le stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno? Cos'è il solstizio? Cos'è l'equinozio? Quando entra l'estate? e la Primavera?
Queste sono domande che i ragazzi studiano a scuola e che ritornano anche in età adulta e sono alla base della vita della terra, per tale motivo è bene capirne il funzionamento.
Sappiamo che la terra impiega un anno a girare attorno al sole (moto di rivoluzione) e nel contempo ogni giorno gira sul proprio asse (moto di rotazione), quest'ultimo però non è perpendicolare al piano di rotazione (piano dell’eclittica) ma inclinato di 66° e 33' (come si vede nell'immagine in basso).
Attenzione, se consideriamo l'asse ortogonale al piano dell'eclittica allora l'angolo con l'asse terrestre è di 23 gradi e 27'. Nel grafico in basso si vede in modo chiaro le due differenze di calcolo.
È proprio l'inclinazione della terra a generare il fenomeno delle stagioni, la differenza tra il caldo d'estate ed il freddo d'inverno deriva dall'angolo con cui il sole colpisce la terra.
Mappa rivoluzione della Terra
Nella mappa in alto si vede come in inverno, per effetto dell'inclinazione, il polo nord e tutto l'emisfero boreale (dall'equatore al polo nord) sono piegati "fuori dal sole" e formano con i suoi raggi un angolo di circa 23 gradi.
Viceversa in estate (nell'emisfero boreale) potremmo dire che la terra risulta piegata verso il sole ed in tal caso i raggi colpiscono la parte alta della terra con un angolo di 70 gradi.
Attenzione il caldo estivo non è dato dalla distanza dal sole (anzi dal 3 al 7 luglio la terra si trova alla massima distanza dal sole, chiamato punto di Afelio) ma proprio dall'angolo dei raggi solari.
Nell'immagine in alto vediamo che se i raggi del sole (possiamo simulare con una torcia elettrica) colpiscono con un angolo vicino ai 90 gradi (quindi quasi ortogonalmente) la terra, l'area illuminata è minore e l'intensità maggiore, mentre nel caso indicato dall'immagine di destra i raggi coprono una superfice maggiore disperdendo l'energia (luce e calore). I fenomeni delle stagioni ovviamente seguono un andamento inverso se si considera la zona boreale (nord) o la zona australe (sud), quindi quando nella parte alta della terra l'angolo sarà al massimo nella zona sotto l'equatore (es. in Australia) avremo l'inverno.
Acque appena cerulee e non propriamente bianche. No, non sono sporche o inquinate. E' la " Pilla " del Pilla. "la pijha ", in dialetto locale, sta a significare una polvere grigiastra che tale diventa asciugando sui bordi del fiume. E' trasportata dall'acqua di cui ne fa parte.
Una sorgiva nel territorio di Jacurso e la presenza di un inquinante frutto del gesto maleducato di un ignorante. Ignorante : Più o meno colpevolmente sfornito delle capacità o delle nozioni richieste, Privo di istruzione o di cultura, incolto. E' necessario istruire e informare ma in televisione si continua a friggere in qualunque ora e mostrare le donne scosciate.
Un alluvione abituale di fine agosto. A Jacurso
Una piacevole escursione di osservazione su iniziativa di KaloKrio e protezione civile con l'Amministrazione.
Parte del Reventino che si vede da Jacurso. Nella gobba sbuca, innevato, il Pollino ?
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franco casalinuovo Ass.Cult. Kalokrio jacursoonline