Per Non Dimenticare Aldo Moro Impastato e Livatino
A Jacurso , nel mese di Maggio e in questo periodo particolarmente , il cielo è solitamente sereno e quel giorno , ricordo , era di un azzurro avvolgente .
Da qualche settimana , dopo i tempi morti di ordinaria burocrazia, i ricorsi , da una decisione all’altra, da un parere all’altro, si stava dando corso alla costruzione di un’opera che nel tempo sarebbe diventata l’ infrastruttura portante capace cioè di mediare il rapporto tra attività economiche e aree del territorio ancora svantaggiate . A tale progetto si accompagnava anche l’auspicio orientato allo svecchiamento edilizio esistente e quindi l’individuazione di nuove aree per attrezzature e servizi finalizzate per una riqualificazione urbana.
L’idea politica si prospettava necessaria anche per consentire ai cittadini di poter vivere la quotidianità in nuovi spazi e ambienti più salubri , confortevoli e pensati al soddisfacimento delle nuove esigenze dell’abitare. Oggi quei proponimenti e progetti restano un esempio di aree attrezzate e autosufficienti anche all’avanguardia nel contesto del comprensorio. Quella infrastruttura viaria, determinante in quel periodo, ha segnato nell’immediato del periodo soprattutto l’accessibilità e la valorizzazione per altre aree collinari limitrofe mentre le zone montane venivano contemporaneamente dotate di servizi, impensabili prima , con una viabilità minore molto bene articolata.
Ci siamo già occupati solo in parte di questo aspetto in un incontro pubblico ma la nostra associazione, di concerto con l’Amministrazione, come allora, riproporrà un secondo incontro su quei temi di sviluppo e le infrastrutture mancanti che l’Amministrazione , rappresentata dal Sindaco Serratore , riteniamo non mancherà di illustrare avendo solo annunciate, il Sindaco , alcune delle nuove progettualità in corso di espletamento.
Quest’ultimo argomento non era in mente da trattarsi ma Il maggio di quel 1978 era lo stesso e fa ancora parte di quegli anni vissuti come intenso periodo di rinascita per il nostro Comune e foriero, però, di altri eventi poco felici dei quali uno capitava nell’immediato e l’altro si avverava dopo qualche anno appena.
In quel primo pomeriggio la luce era quella del nostro meridione, libera da polveri, inquinanti , fumi e puzze da ciminiere e nell’uliveto si rifletteva diffondendo particelle luminose in ogni dove tra i rami degli ulivi che, a malincuore , cadevano a terra. I lavori erano partiti , infatti , con l’espianto previsto di almeno centocinquanta piante di ulivo presenti sul tracciato e, mentre si provvedeva all’abbattimento contro voglia, qualcuno , non ricordo come , venne a riferirci di quella notizia diffusa alla radio sul ritrovamento di Aldo Moro già prigioniero delle BR. Del corpo senza vita di Aldo Moro .
Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, ucciso il 9 maggio 1978 dalle Brigate Rosse. La fotografia di quel corpo esanime, accartocciato su sé stesso nel bagagliaio di una Renault 4 e ritrovata in via Caetani, fece il giro del mondo. Ancora oggi, rappresenta il simbolo degli “anni di piombo” e della lotta armata : l’apogeo di una guerra civile strisciante, perché tanto fu , e che segnò l’Italia degli anni Settanta e Ottanta. Fatta di centinaia di attentati, stragi e morti. Di un universo incontrollato, ingarbugliato, di movimenti politici che superarono fatalmente i confini estremi dei loro schemi teorici. Di ruoli mai fino in fondo chiariti soprattutto in alcuni apparati dello Stato.
Mantenere la prima memoria per l’orrendo fatto di sangue in cui perdeva la vita lo Statista democristiano , è necessario alle future generazioni quanto ai cittadini di ogni età per il tempo in cui viviamo ma , nelle commemorazioni e nei ricordi del rapimento e tragico epilogo, non devono passare inosservati, quasi fossero una nota a margine , quanti invece perirono durante la prima fase del rapimento.
Gli stessi terroristi, oggi liberi di parlare, di rilasciare interviste dalle loro case, non fanno menzione di quei cinque uomini trucidati e privati alle loro famiglie , come se si fosse trattato non di esseri umani, ma di oggetti da eliminare sul percorso della ‘rivoluzione’. Almeno tale appare ancora oggi la logica dopo le dichiarazioni o gli atteggiamenti di quei protagonisti “ in negativo “ di una brutta storia italiana.
Quel 16 marzo 1978, il giorno dell’agguato , cinque uomini della scorta di Aldo Moro furono massacrati in via Fani senza pietà . Cinque uomini della scorta: Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi che meritano di essere ricordati sempre come servitori dello Stato , come lavoratori e padri famiglia . Altro che debitamente risarciti!
Moro e Impastato: uccisi lo stesso giorno
Impastato , siciliano di Cinisi , viene ucciso lo stesso giorno del ritrovamento di Aldo Moro. Il corpo dilaniato dal tritolo viene trovato sulla linea ferroviaria Trapani-Palermo. Moriva a trent’anni la più coraggiosa voce giovane per la lotta contro la Mafia .Purtroppo anche nel silenzio dei mass – media perché nello stesso giorno veniva ritrovato il corpo di Moro.
La morte di Peppino Impastato venne comprensibilmente offuscata (ma non cancellata ) per il clamore dell’assassinio di Aldo Moro, ma nei vent’anni successivi il suo nome sarebbe stato riscoperto per il suo impegno sociale e politico. Come il Giudice Livatino , Piersanti Mattarella o Pio La Torre, anch’essi vittime della mafia e della politica , insieme a tanti altri , il cui ricordo e la mancanza fisica sta solo nella sofferenza delle famiglie.
Per Moro restano , invece , tanti lati oscuri che non sono stati mai aperti alla verità dalla stessa politica che l’ha prodotti. Tra noi ci siamo ricordati di quei tempi e delle tante trasmissioni televisive e poi niente più.... anche se negli anni tante inchieste non hanno portato a nulla.
L’esito delle bobine sugli interrogatori dei brigatisti - Il volantino su Lago della Duchessa - Il mancato pedinamento di alcuni rappresentanti delle autonomie - Il perché dei tanti uomini della P2 ai vertici dello Stato ….. Troppe domande e troppo silenzio .
E poi la linea della fermezza scelta da Andreotti e Cossiga da parte DC e quella più aperta di Craxi per la trattativa . Situazione che voleva Moro …morto sia da Est che da Ovest nella visione delle potenze di allora . Una trattativa che , all’interno del nostro Paese, poteva rappresentare un cedimento dello Stato anche se poi lo Stato “ cedeva “ in altra situazione quasi simile, come per il rilascio di Ciro Cirillo , democristiano quanto Moro o il figlio di De Martino , Socialista .
E poi ancora l’incontro con gli americani venuti a consultarsi con organi dello Stato Italiano. Rappresentati ,si scrisse , da iscritti a logge massoniche come la P2 . Ma la condizione del sequestro e l’evoluzione della trattativa pare non stesse bene neanche a Est oltre che ad Ovest al punto che in fondo apparve allora chiaro che i due politici , Moro e Berlinguer , avevano sfidato americani e sovietici. “ Dopo la mia morte cambierà tutto ebbe a scrivere Moro “ che sulla sua pelle aveva compreso delle volontà politiche.Effettivamente non aveva torto perché se gli uomini delle BR dovevano portare in Italia un governo comunista in effetti si generò quasi presto un Governo pentapartito mentre in seguito a scendere in piazza, per la difesa delle istituzioni democratiche, furono gli operai sani con le lotte e le manifestazioni civili e democratiche.
il Giudice Livatino
Un particolare riferimento al 9 Maggio va fatta al 43° anniversario della morte di Peppino Impastato mentre lo stesso giorno nella cattedrale di Agrigento il giudice Livatino sarà beatificato per i suoi meriti cristiani oltre che per la sua attività di Magistrato .
Il 9 maggio del 93 Giovanni Paolo II ebbe a gridare :
“Convertitevi, un giorno verrà il giudizio di Dio”.
E il 9 maggio di quest'anno sarà reso beato quel Giudice , coraggioso e preparato , troppo in fretta definito, non si sa con quale intendimento , " Giudice Ragazzino " da qualche politico che forse tanto sapeva.
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francesco casalinuovo jacursoonline Ass. Cult. Kalokrio