-proverbi 2 Saggezza Popolare
Saggezza Popolare attraverso i Proverbi
I proverbi sono tratti dal libro “ Disse l’Anticu : La saggezza popolare attraverso i proverbi …” L’autore ,il Dott. Marcello, nativo di Cortale ,li ha raccolti con amore e pazienza coinvolgendo amici e conoscenti. Si è trattato spesso di braccianti,pastori,contadini,artigiani e poi ancora commercianti ,massaie e professionisti come riportato nella premessa.
AMORE, MATRIMONIO, FAMIGLIA
.. allora il Signore Iddio formò l'uomo dalla polvere della terra, alitò nelle sue narici un soffio vitale e l'uomo divenne un essere vivente (. .. ) Poi il Signore Iddio disse: 'non è bene che l'uomo sia solo' (. .. ) Allora il Signore Iddio fece cadere un sonno profondo su Adamo (. .. ) prese una delle sue costole (. .. ) e formò la donna. (. .. ) Allora Adamo esclamò: 'questa è sì osso della mie ossa e carne delle mie carni ( ... ) Per questo ['uomo lascia suo padre e sua madre"" (Genesi 2,7.-.2,24).
Concezioni bibliche e religiose perpetuano l'immagine della famiglia come punto di riferimento di ogni determinazione umana finalizzata alla procreazione e al vivere civile. Ma le massime proverbi ali ricorrenti sul tema tramandano tale immagine nel suo originale anacronismo e assumono, in tal modo, valore di testimonianza storica in favore della attuale concezione culturale della famiglia.
Oggi la natura del rapporto tra uomo e donna trova riferimenti motivazionali - per la donna - nelle esperienze di figlia, di sposa e di madre riferite alla famiglia patriarcale di ieri; ma anche in quelle di soggetto attivo disinvolto e coinvolto nelle responsabilità del mondo del lavoro; e - per l'uomo nell'essere contestato nei suoi ruoli di 'figlio maschio' mutati nel tempo fino agli attuali modelli che lasciano alle spalle le culture del patriarcato in favore del femminismo.
Cosicchè identità e ruoli tradizionali mal si conciliano con le prassi correnti dell'attuale vivere civile: tantoppiù se essi riguardano il delicato settore dei rapporti di coppia. E di ciò bisognerà tenere conto ai fini di una corretta interpretazione delle massime proverbiali attinenti ai canoni dettati dal mondo della famiglia.
L'Amore, nel passato, è slancio di vita; è supporto biologico piuttosto che sdolcinate effusioni di sentimentalismi manifesti; è dedizione incondizionata coperta dal pudore. E gli atti amorosi sono esclusivi del privato, rigorosamente mascherati dalla pudicizia nel chiuso dell'intimità domestica. Qualsiasi riferimento allusivo è tabù fino a proibire, in certe espressioni, termini come 'fallimentare' o 'magnifica' o, ancora, come 'cavolo'. E certe realtà inconfutabili nella loro obiettiva naturalezza vengono supplite dalla immaginazione di favole fantasiose da raccontare ai più piccini. E, per esempio, i bambini vengono al mondo calati dal cielo in uno splendido cestino di oro zecchino che l'angelo più bello del Paradiso adagia, non visto, sul letto genitoriale.
E la fiaba precede nel tempo quelle analoghe del 'cavolo' e della 'cicogna', con le quali, in tempi più vicini, timidi sistemi 'educativi' hanno inteso spiegare la messa al mondo dei fratellini alla ingenuità dei più curiosi.
Il nudo è proibito persino alle pratiche mediche - le ostetriche sono sempre donne - e alle intimità coniugali: le giovani spose vanno a letto a lume spento, indossando una sottana da notte che le copre fin sotto le caviglie e - si racconta portante sul d'avanti, all'altezza dell'anca, una fessura scucita con tutt'intorno ricamata la scritta ' ... no' 'ppe piacìre mìo, ma pe' offrìre 'n u figghiu a Dio ... '.
Culturalmente il sesso non trascina nei vortici delle passioni carnali e neppure concede piaceri più semplici: i tabù peccaminosi alimentano timori, e i timori propiziano senso di colpa, vergogne, pudicizie vereconde che si sublimano in forze moralizzatrici di autodifesa. Cosicchè il rapporto amoroso è anche groviglio di desideri insoddisfatti, di attrazioni proibite, di conflitti interiori tra contrastanti valenze erotiche, represse persino negli slanci più naturali, e sublimazioni verso il mistico. Le condotte sessuali assumono valori e significati diversificati a seconda che riguardino classi e culture dominanti oppure subalterne o, più semplicemente, uomini piuttosto che donne.
Le stesse unioni matrimoniali, alla pari di certe vocazioni religiose, si pongono come predeterminazioni soprannaturali quasi indipendenti dalle volontà degli uomini:
Matrimuani e viscuvàti de lu Cialu su' distinàti.
Ne consegue l'incondizionata accettazione del marito, da parte della moglie; e dei figli, da parte dei genitori, come provvidenza fatalistica predestinata:
Marìtu e figghi cuamu ti li mànda à' mu ti li pìgghi.
Ciononostante
Amure de' amure vène
e
Amàre cu' no' ti vo' bène è na' paccìa
Amore alimenta Amore; ma amare senza essere corrisposti è follia. E se poi l'Amore è reciproco sentimento spontaneo, non può essere impedito né da forze maggiori
Quàndu dui si vuanu quàttru no' li puanu;
né da legami di parentela
Amure nàtu no' guàrda parentàtu.
Anzi: certi vincoli parentali finiscono per favorirlo, come indica la regola delle 3 C :
Tri 'C' sunu lu perìculu de li spusàti: C ugìni, C umpàri,
e C anàti !
cugini, compari e cognati rimangono, infatti, al di fuori di ogni sospetto. Nel rapporto amoroso, concezioni prettamente maschilistiche suggeriscono, poi, certi approcci interpersonali:
A li cummàri ... à' mu li 'mpàri;
A li canàti ... à' mu li chiàti;
A li cugìni .. à' mu lu 'mbicìni;
A li parìanti ... à' mu lu mìanti.
Scendendo, poi, nel priapismo più istintivo, l'erotismo si può fare volgare, cantato com'è -a volte- senza freni e neppure veli, con libera licenza di schietto verismo che tradisce, persino, il rispetto dovuto all'altrui pudicizia.
L'Amore passionale non guarda direzioni, né legami di parentela: alimenta, bensì, ardori e libidini prepotenti; ma anche fantasiosi pensieri di autoerotismo, che travolgono la consueta pudicizia dei luoghi.
Tu sì de jhùacu ... e io de 'ccà ti vìju: tu ti lu gràtti. .. e io mi lu manìju
senza, tuttavia, reprimere la discrezionalità di certi altri atteggiamenti:
lo de 'ccà ... e tu de 'jhà, facìmu l'amùri ... e nùjhu lu sa'.
Vero è che
La fimmina è bèjha e l'ùamu de 'cchiù ...quandu, assèma, hfànu lu cucurucù
uomo e donna, stando assieme, si esaltano, fieri dello slancio vitale che li anima e del portamento erotico battagliero. Al cuore non si comanda e fare l'Amore non è peccato: ma l'apologia all'Amore è, ancora una volta, in chiave maschilista:
Futtìti, futtìti, futtìti ... ca' futtìre no' n'è peccàtu;
Lu cumànda San Dunàtu:
de duve nescìsti no' trasìre;
Li solùri dàssile jìre;
li cugìni si 'tti pàre;
Tutti l'àtri pàri pàri...
Chi cerca Amore soddisfa le naturali curiosità erotiche:
Aj'ari jìvi mu màcinu a Pìasipu:
tri solùri lavàvanu pànni;
'Eranu 'mpaddàti ‘nzìna a' li mìnni
e li si vidìa lu paparujànni
oppure, va incontro a disavventure boccaccesche, anche a rischio:
Arzìra jìvi a làna e mi scordài lu màntu;
'Aja lu màntu sàntu. !
ca' no 'nda vùagghiu cchiù tramènte càmpu.
l'indumento dimenticato a casa dell'amata dopo un incontro furtivo è chiaramente compromettente; ed è segno, inoltre, che
Pe' la tèsta de sùtta
Perdìsti chìjha de sùpa
le passioni travolgono, contaminandolo, il pensiero lucido.L'Amore, poi, come condotta erotica, fa bene alla salute fisica e mentale,tanto più quando se ne regolano i ritmi.
Na' vòta la simàna ... ògni màle sàna;
Na' vòta a quindicìna ... è medicìna;
Na' vòta a' misàta ... 'ncìgna la calàta
mentre
Ogni matìna ... po' èssere ruvìna ... !
Ma
Si àtru no' n' ài , cùrcati cu' 'màmmata
In tema di 'priapismo' e di 'erotismo', alcuni proverbi vengono espressi in forme volgari non consone al buon gusto delle attuali culture ufficiali. La relativa omissione dal testo di pochi di essi non è stata ritenuta indebita mutilazione deformante. Del resto, in tema di 'fallicismo'. alcune religioni di popoli tribali considerano il 'fallo' entità divina e, come tale, oggetto di culto quale simbolo della forza fecondatrice . Oppure, anche amuleto magico protettivo contro malanni, insidie e, in ispecie, contro il malocchio. Non esorta all'incesto; perchè si dice parimenti
Restàu ... cuamu chìjhu chi 'llu vìtte sulu a 'màmmasa
d'avanti al nudo della madre il giovane figlio inorridisce, umiliato e sconvolto in uno stato di emozioni confuse. L'arte della seduzione è propria delle donne, splendide nel fascino delle virtù femminili e della eleganza dagli effetti erotici assicurati.
Ti mentìsti 'na gunnèdda pizzi , pizzi e rigamàta de capidecàzzi.
Perciò
De fimmini e de màre no' ti fidàre
le insidie delle giovani donne travolgono, come quelle del mare; e la forza del loro Amore è sempre vincente
Tira cchiù 'nu pìlu de fimmina a d' ìrtu ca' nu sciàrtu a' lu pendìnu
trascina più un pelo di donna verso l'alto che non una grossa fune di canape verso il basso. O, secondo altri:
Tira de cchiù 'nu pìlu de fimmina a la sagghiùta ca' dùdici pàra de vùe a la scindùta
è più potente un pelo di donna che tiri in salita, anzicchè dodici coppie di buoi che tirino in discesa; dove 'il pelo' è simbolo del potere della donna; i buoi - animali castrati - sono simbolo di impareggiabile forza bruta. E' come dire: la donna, in Amore, dispone degli uomini a suo piacimento.
I rapporti che intercorrono tra innamorati non sempre sono sereni; anzi possono essere anche di scherno:
Màmmata ti criscìu 'nta la muntàgna guardàndu pìacuri e sonàndu la vrògna (1)
Oppure:
Tu vài dicìanduca' no' mi volìsti ... dìmmi a' la casa tùa quàndu mandài ?
tu vanti di avere rifiutato le mie richieste matrimoniali; ma dimmi: quando mai io ho fatto richiesta della tua mano? E, sotto forma di stornellata:
Oh cùarvu nìguru ... chi vài cercàndu ? 'nta sta' ruga no' 'ne' è fimmina ppe' ttìa ! chìjda chi mandàsti salutàndu ...
chìjha no' nd'à vògghia de tia.
Vattìnde 'nta 'nu scùagghiu de màre e ffàtti 'na stringàta cu' lu sàle ...
Tu mi màndi a dire si 'tti vùagghiu,
ma io no' 'nde vùagghiu chi sapìre de tia ... !
Oh cornacchia nera! Che vai girando? In questo rione non vi sono ragazze per te: quella cui hai mandato i saluti, quella non ha voglia di te. Vatti a lavare su uno scoglio di mare: tu mi mandi a dire se io ti voglia; ma io non ho desiderio di te !
Not I 'La vrogna' è il grugno del maiale o anche il naso bemoccoluto dell'uomo. Nel gergo dei pastori si intende, invece, la brogna, strumento a fiato di pietra incavata a forma di conchiglia univalve che produce suono rauco per il richiamo dei maiali
Atteggiamenti di disistima finiscono nell'ambivalente negazione della propria disponibilità amatoria, proprio per affermarla, secondo le analoghe motivazioni del "chi disprèzza compra"; ma le donne oneste sono tenute sempre in gran rispetto e meritano di essere guardate 'dal basso in alto':
La fimmina ònèsta
la guàrdi prima a li pìadi e pùe ... a la tèsta.
e il loro contegno severo le rende ammirate:
Li mìagghiu fimmini su' li Curtalìsi
ca' cu' la porta chiùsa ti dicinu 'tràsi ';
quandu, pue, si fèrmanu li carrìsi (1) nemmènu, cu' la pòrta apèrta le 'vidi 'ncàsa.
Non sorprende nessuno che le famiglie di qualsiasi rango esultino alla nascita del figlio 'maschietto', piuttosto che alla nascita della 'femminuccia'. Ciononostante la figlia primogenita è di buon'auspicio per il benestare del casato:
Fìmmina prìma càsa chjìna
anche se, più modernamente, figlie numerose, case ruvinose': la nascita di figlie femmine, infatti, comporta per i genitori obblighi anche di natura economica, che richiamano certi costumi dell'orientalismo arabo, anche nello scambio di corredi nuziali tra promessi sposi. Cosicchè del corredo per le figlie sarà bene disporre prima possibile; fin da quando, cioè, esse sono ancora in fasce:
Fìgghia 'nta la fàscia dòta 'nta la càscia
visto che
Fìgghi fimmini e vùtta chìjna càcciale quantu prìma
le figlie siano sposate prima possibile, proprio come ogni vino nuovo da vendere non appena maturo. Del resto
Lafigghia a vint'ànni o la spùsi o la scànni
le esuberanze adolescenziali, tipiche delle ventenni, richiamano numerosi corteggiatori che allertano i genitori responsabili, anche perchè
Furnùti li vint'ànni e trasùti li vintidùi
o ti marìti 'nta l'ànnu ... o no' tti marìti cchiùi
dopo i vent' anni cominciano a svanire le bellezze delle giovanissime, le quali risultano determinanti ai fini del matrimonio, visto che, per la donna non dotata, ogni acconciamento è superfluo:
Lafimmina chi è brùtta pe' natùra pettàntu ca 'nde fa strìca e làva.
E, anche se non risparmia sacrifici per farsi bella,
Cu' bejha si vo' fàre
Gran ndolùre à' de passàre
l 'Carrisi': conduttori di mezzi di trasporto a ruota; coloro che conducono carri a trazione animale; quindi: ambulanti, forestieri, bifolchi.
le richieste di matrimonio, per lei, non fanno ressa
Pettàntu ca ti lisci, o pujdastrèdda, li matrimòna tu no' vànu a' fùdda.
Se poi, l'Amore non è affetto vero, conviene scordarlo
Quandu l' amure no' nèsce de còre
è mìagghiu mu lu fài scordàre
nè servono le rituali sdoIcinature per scuotere i cuori dall'indifferenza:
Pettàntuc ca' 'nde fai rìcci e cannòla ,lu santu chi è de màrmuru nno' 'ssùda.
Anzi, il desiderio di mettersi in mostra comunque potrebbe avere effetti controproducenti:
Quandu viju lu diàvulu no' sehiàntu quandu viju a 'ttia sehiàntu e spavìantu.
E, tuttavia,
Cotrarèjhda, aspètta e sìadi ca lu bùanu tue è arrìadi.
Il sapere attendere con dignità è virtù e saggezza, visto che l'atteso 'Principe Azzurro' deve ancora arrivare. E, d'altra parte,
Cu' sùffre d'amùre no' sènte dolure !
il mal d'Amore è indolore: quasi sempre prevalgono le speranze dell'avvenire, mentre immagini illusorie alimentano la gioia di vivere. La donna è il simbolo dell' Amore, oltre ad essere Amore genuino: ammirata per la sua bellezza, stimata per le sue virtù; ricercata per la sua saggezza; desiderata per le sue grazie
Oh, nìzza mia ... !
Oh, nìzza mia 'nta la sùjha ... !
Oh mia amata! Quanto grande è il desiderio di te ! Magari tra i campiverdi della sulla dai fiori scarlatti. E' l'immagine bucolica del desiderio amoroso espresso secondo la cultura contadina. Ed ogni donna gode dei propri amori:
No' 'ne'è sàbatu senza sùle no' 'ne'è fimmina senza amùre
anche quelle meno dotate fisicamente e persino senza forme:
Pàre ca' San Giuseppe ...
la passàu cu' 'lu chianùazzulu
come se San Giuseppe, prototipo lavoratore del legno, ne avesse levigato il corpo col piastrello. Ma, secondo concezioni arabo-orientali,
E' mìagghiu na' vàcca gràssa
ca 'na mugghière lènta.
E qualche pelosità in più sul corpo delle ragazze non guasta proprio: anzi è motivo di buon gusto
Fìmmina pilùsa fimmina gustùsa
come, del resto, la peluria leggera che può coprire il labbro
Fìmmina baffùta è sempe piaciùta.
Anche se
Dio ci scànzi de l'òmini sbàni e de li fimmini varvùti
il Signore Iddio tenga lontani dagli uomini glabri, privi cioè di barba; e dalle donne che, invece, ne sono dotate. Tuttavia:
Si vùe mu trùavi marìtu tu mènta la càrne… e ijhu lu spìtu
la donna che desidera marito si adoperi opportunamente col partner per raggiungere insieme lo scopo; senza tuttavia volere strafare, rischiando di compromettere, allora, gli obiettivi preposti: La fimmina pe' lu tròppu amurijàre pèrdìu l'Amùre chi bène li volìa. Nel qual caso i giovani innamorati si allontanano con nel cuore l'amarezza della delusione:
Settecìantu si chiamàva e settecìantu innamuràti 'avìa;
ma quàndu vìnne l'ura de lu marìtu nùjhu de li settecìantu la volìa
e nella mente il disprezzo dell'innamorato:
Cu' tutti hfài 'Amùre e cu' 'mia ciàngi …! arrasìti, coddàra, ca' mi tìngi.
amoreggi con tutti e ti lamenti con me solo: allontanati da me per non imbrattarmi del tuo sudicio. Anche perchè:
Fòre de l'ùacchiu fòre de la mènte;
fòre de quantu bène ti volìa
è come ' ... lontano dagli occhi, lontano dal cuore ... ' ; oppure come il nostrano
U'acchiu no' vìde e còre no' ndòle
per chi deve uscire da relazioni fallimentari. Le donne libertine dai costumi licenziosi e dai facili amori sono quasi sempre destinate alla solitudine negli anni senili, proprio come i cavalli che, in gioventù, furono adibiti al tiro del calèsse:
Fìmmina de tutti e cavàddu de carròzza
allègra giovèntù e triste vecchiàia
perchè
Lu bùanu mangiàre stànca pùru lu cumpàre ...
anche i piaceri della tavola stancano gli amanti più focosi, i quali, poi, non possono essere generosi nel donare se non dispongono a sufficienza:
SEGUIRA'.......la seconda parte