Per non Dimenticare Don Adolfo

Arciprete     Don Adolfo Guzzo

 

Per non Dimenticare

Arciprete Don Adolfo  Guzzo - da Vena di Maida


Nel Cinquantesimo della morte

18 Giugno 1968 – 18 Giugno 2018

 

 

Nel Cinquantesimo della Morte

 

Nella prima stanza ,in fondo a destra del breve corridoio l’orologio che chiamavamo sveglia, era appeso al muro sopra la tavola delle “ Particole ” e da poco aveva segnato all’incirca le 11,20 .

Era ora di tornare a Santa Maria e lasciare la cura del giardino.

Un fatale frainteso tra “… tirate la spina e l’ interpretazione errata di Annuzza “  rimase per mesi l’angoscia   per quella  tragedia. Perchè tale  fu l’interpretazione  dalla gente di Jacurso nell’immediato sbigottimento.

Don Adolfo aveva appena terminato di innaffiare le sue piante con l’acqua di quel pozzo riempito con acqua irrigua. Il resto era affidato ad una piccola pompa elettrica che utilizzava allo scopo.

Sarebbe dovuto andare a Santa Maria dove l’aspettava un impegno atteso da tempo e da qualche tempo  con grande interesse. Avrebbe dovuto fare ritorno per l’ora di pranzo .

Quel giorno erano iniziati i lavori per la costruzione dell’asilo Parrocchiale e già di buon mattino , dopo l’abituale funzione delle sette , l’Arciprete con la ciurma dei chierichetti , di cui chi scrive faceva parte , era passata giubilante su Via nazionale sotto lo sguardo lieto , soddisfatto , appagato dei tanti che salutavano soddisfatti l’Arciprete.

Eravamo equipaggiati con tutte le attrezzature ecclesiastiche .  Acqua Santa formato messa solenne, la  croce piccola ma elegante, stola  e l’immancabile macchina fotografica a fisarmonica , soffietto ,autoscatto e treppiede. Ognuno aveva un ruolo.

 

Don Adolfo con i suoi primi chierichetti . Quelli della prima ora


Sotto l’attuale Santuario, una trempa, lo “ scilicature” molto usato incosciamente per fare slittino, rovi ,qualche deposito di inutili misere suppellettili avvinghiati tra le spine di una disordinata  siepe di confine e sulla destra un paio, forse tre paletti (tùacci)  dove si legavano i porci. La prima gioventù e la società allora cresceva così.

La ditta era di Catanzaro , gli operai lo salutarono , si fece avanti con un inchino un signore dignitoso per la giacca e le scarpe lucie che illustrò come si stava procedendo . Poi la benedizione ma niente spumanti e pasticcini. Non si usavano. Andammo a scuola con qualche nota di disappunto di qualche professore… dopo aver riposto l’attrezzatura.

Don Adolfo ha da poco fatto restaurare la chiesa . Mostra la targa a ricordo

 

Fu l’ultima missione e l’ultima volta di Don Adolfo.

Nella bacheca ,all’ingresso del Santuario , restò per molto tempo ancora il foglio ingiallito del telegramma originale ….Comunicasi finanziamento di lire….per Costruzione Asilo Parrocchiale.  F.to Presidente  Casmez  Pescatore .

Nessuno ebbe il pensiero e la voglia di levarlo.

Finiva tragicamente l’epoca di Don Adolfo Guzzo che più nel bene che nella confusione dei pettegolezzi , lasciava una impronta tangibile nella società di Jacurso.

A questo prete , venuto da Vena , riconosco la emancipazione delle donne di ogni età , l’evoluzione  dell’ intera collettività ,la vicinanza verso le famiglie bisognose , lo stile  e il modello di rapportare la collettività col mondo esterno . Siracusa , Pompei , Anno Santo a Roma … Alberghi , Pullman ,il Traghetto, il Mare… Signorine , Giovanotti ,Mamme e Nonne … tutte ebbero un ruolo nell’Azione Cattolica e nella Chiesa di don Adolfo. Aspiranti, prejù , fiamme bianche , angiolette , donne di A.C.  ...... Noi chierichetti conoscemmo il mare ...su una Topolino marrone....

 

L’emancipazione cominciava in quegli anni ed erano gli anni del dopoguerra , della miseria , della fame , dell’emigrazione dentro la quale fu tangibile la presenza di questo prete giovane che in guerra aveva perso anche un fratello. A jacurso portò dietro il Padre Don Rosaru , la madre Anna e più tardi Rosarino.

Se passi da quì e leggi questo nome… fermati un momento e dìci una preghiera . Questa è mia Mamma “  lasciò scritto a margine dell’atto di morte di sua mamma.


Di questo ed altro si parlerà in una delle serate dedicate  alla programmazione estiva

 

 

Oggi me lo immagino ancora in viaggio «I morti sono esseri invisibili ma non assenti.>>   "  Noi non li vediamo , li dimentichiamo presto , facilmente e nulla ci aiuta per quel  che hanno fatto " .

La morte , assieme all’amore  , è il più grande mistero della vita.. La morte non aspetta. Arriva anche quando non sei pronto E quando la incontri, come è capitato a Don Adolfo, ti fa  scoppiare dentro  una grande voglia di vita .Aveva dei progetti, voleva  fare altre cose  per le chiese  e la sua vita.. Tutto finito in un.... soffio.


Particole: le ostie da consacrare  - trempa: burrone scosceso    Scilicature un viottolo sconnesso e ripido dove si scivolava da seduti    Tuacciu : paletto per legare il Porco

franco casalinuovo  jacursoonline   ass. cult. kalokrio