La Plaga di Santa Fhèmia
La Plaga di Santa Fhèmia
Nella passato della Calabria antica cosi la chiamavamo , le leggende non erano meno della storia stessa e il mito di Lamia ci interessava da vicino perché questo Dio infernale viveva nella plaga ed era ,dunque ,il dio della palude ,della malaria e della morte.
Da questa divinità , chiamata Lamo, sarebbe derivato Lamato e poi Lameto, il nome del fiume più importante che sfocia nel golfo.
La leggenda è sempre frutto di qualcosa di vero e di vero c’era che la piana era il luogo della grande palude dove governava la malaria , figlia delle condizioni malsane di quel suolo . In quel luogo inospitale e invivibile non poche furono le persone che si ammalarono e soffrirono per aver contagiato la malaria .
Per lunghissimo tempo non era stato possibile alcun insediamento motivo del mancato sviluppo di quella vastissima piana.
Lamia di Herbert James Draper (1909)
Prima di ricordare un “grande “ della comunità jacursese , menzionato a proposito del Comitato di Soccorso del 1905 , è parsa necessaria questa premessa per la descrizione della vasta area pianeggiante che principia ,anche, nelle parti basse del territorio jacursano da dove è stata ,pure, intrapresa la grande opera di Bonifica .
L'atto in cui si delibera per la piana
Bonifica estesa per tutta la Piana che ha interessato simultaneamente tutte le aree malsane con opere di prosciugamento e canalizzazione dei ristagni .Allo stesso tempo ,in ben diciassette Torrenti e Fiumiciattoli venivano costruite briglie e reggimentati gli argini.
Il territorio di Jacurso si innalza dai duecento metri e si porta sino a quasi mille dove finiscono le Serre Calabresi . “ Sipendina “ , dove si incontrano il Pilla,il Pesipe e L’Amato era considerato “ terra di marina “ , termine che identificava i terreni sino almeno ai 400 metri s.l.m.per poi essere classificati di collina e quindi di montagna .
Una escursione notevole che ,dalle paludi infestate con la malaria , si portava alle zone dalle fresche acque e dell’aria frizzante di Madama Laura e Fossa del Lupo.
Una delle ultime in salute...comincia ad ammalarsi gravemente
Queste ripide escursioni erano la principale cagione della piana “ ammalata “ destinata a soccombere a causa dei continui dissesti idrogeologici che avvenivano nelle alture.
Nel mezzo , l’Istmo separa il Tirreno dallo Jonio e Nicastro, oggi Lametia Terme, era e resta il centro più importante. Anche dopo il 1860 rimaneva solo un centro agricolo che , seppure importante ,continuava a mantenere i caratteri economici poveri , uguali in tutta la calabria .
Un freno per qualunque attività come scrive l’Abate di Saint-Non che, arrivando da Sud e provenendo da Pizzo, arriva a Nicastro attraversando la Plaga paludosa e malarica.
le acque scendono irruenti
Più di cinquemila ettari venivano descritti come terre disordiniate a causa dello sconvolgimento idraulico venutosi a formare nel tempo per la formazione di acquitrini e paludi conseguenza del mancato riversamento a mare delle acque provenienti dalle alture a Nord e a Sud dell’istmo.
Il Pilla , il Pesipe, il Cottola , Tre Carlini ,l’Amato , il Cantagalli , il Torrente Bagni…. Formando pantani ed acquitrini , rendevano impraticabile e malsana una vasta estensione di terreno. A valle della ferrovia di S.Eufemia Biforcazione si trovava il pantano Risi e nei pressi della stazione il pantano Manchetta.
Perché i torrenti ,i fiumi e i piccoli corsi d’acqua stavano all’origine dei mali della piana ?
spesso il fiume si " regolamenta " con argini Spontanei. Pietre ed alberi di traverso
L'idrografia superficiale di questa parte di Calabria appare spesso complicata ed é interessata da una moltitudine di sorgenti che danno luogo a corsi d’acqua che spesso confluiscono tra loro ed altre volte si esauriscono dopo un breve percorso dando luogo a zone umide e paludose .
Il corso più importante è certamente il fiume Amato che nasce nella zona soprastante Soveria e compie un lungo tragitto durante il quale si alimenta con altre sorgive per giungere a Marcellinara e proseguire verso la piana dopo essere stato ingrossato dal Pilla e dal Pesipe nel territorio di Maida.
Gli altri corsi d’acqua , invece, presentano un percorso non eccessivamente sviluppato , si alimentano con altri rivoli e acquistano velocità per la ripidità dei terreni e anfratti entro i quali scorrono.
Si ingrossano e le acque arrivano in pianura con un andamento certamente non pigro ma sicuramente dinamico tale da esercitare una continua forza di erosione per il quale motivo le vallate tendono a diventare anche profonde.
Era questo lo scenario disastroso in cui versava la Piana e già con i Borbone si stava attuando un Progetto imponente per regimentare le acque dei corsi montani costruendo sbarramenti sulle alture e incanalando gli argini verso il mare.
Il grande lavoro richiedeva , consapevolmente, grandi risorse ma già durante il Regno delle Due Sicilie si era , almeno , nell’ordine delle idee che il disordine della pianura era anche una conseguenza del dissesto idrogeologico dei bacini montani.
Con l’unità d’Italia non si concretizzò nulla anche se la Bonifica della Piana di S. Eufemia fosse stata considerata opera rispondente a un grande necessità igienica- Sanitaria oltre che di carattere economico aprendo la pianura inospitale a forme di vita civile .
Bisognerà aspettare l’Era Fascista per osservare l’ impegno concreto con cui fu seguita ed eseguita la Bonifica della Piana .
Il territorio interessato costituiva , geograficamente, l’ asse di sviluppo tra le due coste e tra queste e l’importante area agricola della Campania e divenne un interessante progetto condotto dall’Avv. Massara prima e successivamente dal senatore Maraviglia il quale aveva contatti personali con Mussolini.
Presenti e Assenti. Per chi sa il passato ...basta riflettere sui cognomi
Le capacità imprenditoriali di Gio: Battista Dattilo , da Jacurso, completarono le rimanenti esigenze per dare inizio alla trasformazione radicale della Piana portando a soluzione i problemi dell’area stravolta e dell’intero territorio montano verso sud.
I lavori ebbero inizio nel 1928 e trasformarono geograficamente il territorio anche con opere imponenti, se rapportate a quel periodo , sia per disponibilità economiche che di mezzi e infrastrutture.
Sorsero nella piana i villaggi di S. Eufemia , San Pietro Lametino , San Pietro del Littorio ,Acconia diventò un centro agricolo , vennero costruite strade ed altre infrastrutture.
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Amato, Curinga, Feroleto Antico, Filadelfia, Francavilla Angitola, Gizzeria, Serrastretta, Maida, Marcellinara, Nicastro, Pianopoli, Pizzo, Sambiase, Sant'Eufemia e S.Pietro a Maida furono direttamente interessate nella Piana mentre Jacurso ed altri Comuni ( Jacurso e Cortale ) ottennero una ricaduta positiva con la costruzione degli invasi , briglie , strade e acquedotti irrigui.
Dopo la bonifica nella Piana si formano i Villaggi e le case cosiddette Padronali. Sono dotate di almeno quattro/cinque stanze. Due stanze di abitazione ( cucina e stanza letto ) ,una stalla, un locale deposito ed un altro per la trasformazione dei prodotti ( vino- olio - grano)
A questa trasformazione è legato il nostro concittadino Giovambattista Dattilo che risanò tantissime aree dagli acquitrini , paludi e stagni in condizioni igieniche – sanitarie quasi proibitive.
La malaria , più che le paludi costituivano una insidia spesso mortale e gli stessi imprenditori ebbero da temere per i loro operai tanto da chiedere le opportune informazioni e la prevenzione sanitaria.
Ma cos’era e cos’è ancora la Mal Aria considerando che , ritenendola debellata, ai giorni appena trascorsi, i casi di malattia sono riemersi con la dovuta preoccupazione?
La malaria, ovvero "Mal aria", definita così perché si credeva venisse contratta a causa dei miasmi malsani emanati dalle paludi, è una malattia grave causata da parassiti trasmessi all'uomo da zanzare del genere Anopheles, al tramonto e durante la notte in particolare .
La malaria è , dunque , una malattia infettiva causata da un parassita e si trasmette esclusivamente attraverso le punture di zanzare infette del tipo Anopheles che non è presente in Italia .
Nel corpo umano i parassiti della malaria si moltiplicano nel fegato e quindi dopo una incubazione variabile infettano i globuli rossi.
Una lettera del Cav. Dattilo
Quanto a Jacurso in questa opera di bonifica la SACA costruì tantissime Briglie che ,oggi, pur senza manutenzione, reggono stancamente i fastidi del tempo e , con difficoltà , le forze delle acque . Costituiscono una mirabile opera del lavoro e dell’arte associando una forte considerazione per le difficoltà di accesso a quei luoghi quasi impenetrabili..
Per sanare la Piana c’è voluto il particolare interesse sostenuto durante il l’Era fascista e sicuramente il Massara e l’imprenditore Dattilo meritano una menzione particolare anche se non mancarono altri validi protagonisti.
Nell’area lametina prese forza la coltura della barbabietola e nel villaggio di Santa Eufemia venne costruito lo zuccherificio che operò per un ventennio sino agli anni ’60 trasformando le bietole che arrivavano anche dalla piana crotonese.
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Lo Zuccherificio .
Oggi lo Zuccherificio resta solo una promessa mancata come quelle successive mentre , nella piana , sono sorte molte aziende agricole . Le opere di bonifica montane stanno per cedere alla incuria del tempo e in qualche caso alla disattenzione o cattiveria distruttiva dell’opera umana .
Senza cure , visite mediche e medicine...si muore : E' questa la relazione dell'amico escursionista Peppino Maiolo nell'ultima rivisitazione del Pilla,delle briglie e dello stato di disattenzione in cui si trovano queste opere.
La carenza di manutenzione appare evidente e , mentre si discute di Protezione Civile, ci sembra assurdo non rivisitare tutti gli alvei dei Fiumi e dei Torrenti che hanno tante cose da raccontare e interventi necessari da chiedere.
L'immagine proposta è di appena qualche giorno addietro.
L'associazione Kalokrio e il Volontariato di Protezione Civile di Giuseppe Maiolo , non mancano di monitorare il territorio e le Opere di Bonifica che mostrano i danni provocati, con indolenza, conseguenza di azioni sconsiderate che stanno trasformando il corso fluviale in troppi posti.
La forza della natura ha già cominciato da tempo a slegarsi dal freno delle briglie e dai percorsi tortuosi costruiti a moderare le piene .
Non si intravede ,inoltre, alcuna possibilità di resistere all'incuria umana mancando una qualsiasi perlustrazione istituzionale e, ancora peggio, di un salutare piano idrogeologico.
Dell'antico Mulino Del Duca , pare non pervengono buone notizie , ci sono rimaste con buona sorte , le immagini dell'ultima escursione.
Ci teniamo solo i ricordi e non scriviamo di più.
pare si sia arreso ....portandosi sopra tanta fatica e il segreto della ...fine
f casalinuovo per kalokrio jacursoonline