Il Futuro del Passato

Il futuro del passato. Interventi ad occhi aperti

Ci abbiamo messo la Faccia , la Bocca , le Mani. Finora inutilmente. Ce ne siamo preoccupati sino alla sera prima perchè il "corteggiamento" durava ,ormai ,da almeno cinque anni.            Con uguale apprensione seguivamo e seguiamo tuttora l’evoluzione di altri indifesi testimoni del passato .

Non disponendo di altre risorse possiamo, al momento , solo sensibilizzare le menti di quanti invece dovrebbero e potrebbero . Almeno per non incappare nella sconcertante decisione maturata qualche anno addietro.


Siamo fiduciosi perché tanto non accada ma vorremmo sensibilizzare tutti coloro che non hanno mai reciso il cordone ombelicale verso questo luogo che ci ha partorito e per il quale nutriamo amore e rancore,scappiamo e torniamo ma restiamo ,anche , disinteressati e ostili per alleviare o curare le ferite inferte dall’indifferenza .

 


….un mattino arrivò una “ruspetta “ , un camion e due ,forse tre operai .Saranno state le sette del mattino, l’ora abituale in cui si avvia una normale attività. Normale non fu per chi ,più tardi, transitando conobbe lo scempio prodotto dalla ruspetta ,cioè dal nuovo che avanza . Fu una chirurgia da intervento rapido che durò due giorni appena . Poi una cementificazione che arreda ci lasciò solo un ricordo di quel che era.

Tutti assenti e tutti d’accordo! Erano pietre da muro faccia a vista, scelte,spigolate , brunate dal tempo e ….pronte all’uso vennero caricate con destinazione arredo urbano di qualche “ Villano “ .

Da intendere ,per villano , un residence (come è più accattivante indicare un rustico ristrutturato ).

E finì quasi certamente così, la storia di quelle pietre finalmente posate al posto giusto già che dov’erano sentivano il peso di chi le osservava quasi con biasimo e disprezzo. Un borgo ,quattro case e un forno ,una bella colata di cemento finemente modellata è un di più che arreda,fa tendenza- si disse.

Chiedemmo perché …perchì …bastava sistemare qualche crepa….tentammo di dire con prudenza ma incazzati ! E nel mutismo imbarazzato di quei due o tre operai specializzati ( albanesi o forse locali ) ma sempre specializzati… ci sentimmo ringraziati cortesemente come in questi casi si conviene fare .

Qualche altra persona,forse perché di genere,come si suole chiamare oggi la donna ,addirittura si rivolse più a “ irtu “come si vuole intendere per chi si dirige ai piani alti.

Non successe nulla. Cioè oggi è un bel muro bianco che non desta la voglia neanche di essere imbrattato.

Dopo questa ironica e scherzosa vicenda che riportiamo solo come roba del passato ,vogliamo che la storia non si ripeta.

Quei muri sono proprietà della collettività o meglio COMUNALI. Costruiti con sudore dagli esperti “ mastri “ muratori che avevano la geometria e le leggi della Fisica nelle mani e nella mente .Furono finanziati cioè PAGATI dalla Amministrazione del 1863 che dovette compiere sforzi esosi ;per quei tempi, onde non rinunciare a queste opere, previste nel Progetto Manfredi per la costruzione della Strada Consortile .

Strada Consortile che diventerà in seguito Strada Provinciale e poi Nazionale e che partendo dal Fiume Corace conduceva sino a Curinga. Di competenza comunale furono anche gli oneri, in quota parte ,per la corrispondenza economica dovuta alla realizzazione dei Ponti Pilla con Cortale e Ponte Cotola con Maida.

La Strada Consortile fu un rompicapo incontrarla e trovarsela negli anni come fardello pesante in fatto economico.

" Per il ratizzo della Strada consortile si deliberano lire … "

Jacurso sarebbe stato escluso ,scrissero nei deliberati ,dai commerci e dall’unione con le persone dei comuni vicini. Stante le difficoltà tecniche ,sull’insistenza del comune di Jacurso dacché la strada dovesse passare solo dentro all’abitato gli amministratori del tempo ebbero il coraggio di fare demolire ben dodici abitazioni.

Non erano case di lusso , palazzi ma neanche “ grupi “ . Erano “casiajhi” come lo erano gran parte in quella zona ,fatte da un basso per gli animali e un sopra a due stanze per l’abitazione. Il luogo interessato inizia subito dopo il Pioppo e finisce poco prima la Contrada Beneficio cioè alla traversa Chiesa Nuova. E  "li Casiajhi " è il toponimo che si porta addosso quel luogo. I giovani, se leggono, chiedano ai genitori !.

Sul ponticello, sulla sinistra, insisteva un piccolo muretto che definiva la spalletta ,oggi inesistente, del ponte . Tutti questi muri pagati con la vendita di faggete,tomoli di grano e tramite il ricorso a mutui ventennali ,oggi non meritano una colata di cemento. Noi sappiamo che saranno sistemati ma lo chiediamo con somma urgenza perché le leggi della fisica non aspettano. Agiscono.

 

 

 

Vendita Grano per pagare  I proprietari delle case abbattute

 

Il comune è vero che per dritto è nell’obbligo pagare la tangente dovuta per lo stabilimento del Tribunale di Nicastro ma perché rimonta all’epoca di più anni si presuppone che quanto accorse di spese fu tutto anticipato dal Municipio di Nicastro . Pertanto è necessario dimostrare la somma erogata

Art .1 La vendita delli tomoli 96 grano disponibili del Monte Frumentario,sarà fatta all’asta pubblica e per estinzione di candela vergine

Art.2 L’asta verrà tenuta dalla Giunta medesima costituita in commissione e presieduta da Sindaco ; essa sarà aperta sul prezzo di lire 11,00 per ogni tomolo alla misura napoletana

…sulle operazioni stabilite dalla Giunta Munic nella sua tornata del 30 al caduto ottobre per la vendita di tomoli110 grano del Monte Frumentario misura di maghezzino equivalenti tomoli 96, misura napoletana , facienti parte delli tomoli 348,83/m deliberati a vendersi con deliberazione consiliare superiormente approvata del 3 settembre 1871con in vertenza di fondo onde pagare i proprietari delle case abbattute lungo il passaggio della consortile BORGIA – MAIDA nell’interno di questo abitato ; a tale uopo pone indicare le condizioni medesime che sono del tenore seguente.

 

 

 

 

 

 

Ora la somma che occorre per pagare l’arte per la costruzione dei due ponti di Pilla e Cotola come dal progetto è DI LIRE 115.000che ripartite per anni venti e tra gli altri comuni vicinili in consorzio ( ammettendo la ripartizione dell’Ufficio Tecnico Provinciale ) la provincia invece di concorrere a due terzi della spesa verrebbe ad introitare dai comuni £ 502.240 . In tal caso scomodoso si vede la ingiustizia !

 

 

Or dunque è giusto ed equo che la provincia adempisca gli obblighi a fronte e quindi questo povero comune adempisca al suo convenevole mentre si sa che jacurso per l’addietro è stato il primo a pagare la somma di lire 837,08 annui stabilite in bilancio sul riguardo,somma che oltrepassava il convenevole.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La giunta Municipale rappresentante il Consiglio giusta il disposto dell’art.24 della legge 20 marzo 1863. Intesa la saggia proposta dell’onorevole Presidente.

Considerando che il fine del Governo sul progetto delle stradi consortili tenne presente le comunicazioni di paese in paese ,non mai ebbe in pensiero di allontanarla dagli abitati .

Considerando che il progetto Manfredi ,perché formato sul fine del Governo,venne da questo consiglio accettato e condiscese ad essere ammesso nel Consorzio per i benefizi veniva a fruire passando la strada per dentro l’abitato.

Quanti da fuori vengono per il gelato restano ad ammirare queste opere murarie . Sapremo essere in tanti per l’urgente manutenzione non più procrastinabile e saremo in molti disposti ad opporci per le soluzioni del tipo tocca e fuggi .

Sarebbe competenza altrui che presumibilmente facendo monitoraggio con opportuni sensori mantiene discreta la ricetta tecnica dell'intervento ma il passante comune avverte che è tutta l’area da rivisitare e da porre sotto ponderata allerta.

Sinora si è visto niente e ponderiamo  la considerazione che forse stiamo nel torto . O forse si vede troppo per quanto sarà poi complicato porre rimedio. Noi stiamo fiduciosi ma non vorremmo morire di fiducia insieme ai nostri tanti amici che aspettano nuove.

Intanto "Il futuro del passato " lo stiamo percorrendo a ritroso e scopriamo quanto non siamo attrezzati per farlo. Per amore ,non mancheremo di farci leggere e per chi ne ha voglia di interagire con l'associazione e porci collaborazione e anche dissenso non abbiamo che da cominciare .

Sentiamo certamente l'obbligo morale di onorare ,per questa vicenda, tutti coloro che hanno governato e saputo governare in tempi di gravi difficoltà regalandoci questa Strada di importante comunicazione e queste  imponenti protezioni a difesa del Burrone Castanò.  Il Sindaco del tempo era Gregorio Giliberti

 

continua