Il Monte Frumentario

Il Monte Frumentario

La Strada Consortile era stata costruita facendo ricorso alle risorse  del Monte Frumentario e della Congregazione di Carità .

Le Faggete , i Castagneti e i boschi di Madama Laura e Timpe Rosse       avevano ,tuttavia ,sopportato e sostenuto la spese maggiori.

" Acchè la strada deve passare solo da di dentro all’abitato " Le tasse ,invece ,erano state solo applicate alle Mano Morte.

 

 

 

 

Alcuni nomi e toponimi , incontrati durante la lettura sulla narrazione della Strada Consortile ,per lo più poco conosciuti, facendo seguito ai   suggerimenti pervenuti ,saranno ripresi e meglio portati ad una più ampia conoscenza.

Trecento anni e più di storia che ci appartiene non possono essere compiutamente trattati in un arco temporale così limitato in quanto gli eventi del passato sono stati tutti ricchi di significati e andrebbero riletti uno per uno.

Il Monte Frumentario

Non aveva la stessa valenza del monte KaloKrio che significava la " Montagna ", altro rompicapo da chiarire e spiegare, ma era molto più importante. Soprattutto per i giovani ,donne e anziani che si spaccavano la schiena in campagna sotto il sole dell'estate e i rigori dell'inverno.

Oggi le pagine sono mestamene vuote e non si sta scrivendo nessuna buona pagina di addio pur  se la consapevolezza dell'impoverimento  alberga in ogni residente.

 

Il Monte Frumentario

“ A Jacurso il grano vendevasi a grana 50 il tomolo; e quindi ne comprarono cento tomole dalle terre della chiesa , e lo immisero nel suo addetto luogo, alla traversa sopra il Piano del Palazzo prossima allo Stretto di Sotto.

 

Che sotto di questo umile titolo aprivasi il Monte co’ necessarî regolamenti, e lo dissero Monte Frumentario.

Questa è appena una prima notizia di come nacque il Monte Frumentario di Jacurso che, insieme a quello di Curinga , era divenuto molto attivo e importante per l’economia locale.


...alla traversa Sopra del Palazzo  e prossima allo Stretto di Sotto

E tale Stabilimento ,d’incalcolabile bene ai contadini , creato veniva dalle premurose cure di que’ cittadini che allora reggevano l’amministrazione del paese.”

Se oggi si possono leggere e trascrivere queste note che arrivano da lontano….un merito va riconosciuto a quegli Amministratori che certamente non mancarono di considerare prioritarie  il lavoro ,l'economia e le difficoltà giornaliere di quei tanti che trovavano sostegno attraverso il costante impegno giornaliero dove il ritmo era incessante dall'alba al tramonto..

I Monti Frumentari

Furono una istituzione benefica sorta a favore dell'elemento più povero della classe degli agricoltori : i contadini .

Una sorta di “Banca Agricola” che anticipava le sementi, soprattutto di grano e granturco (Frumentario ) con l’impegno di restituirlo al momento del raccolto.

Se ti impresto un tomolo e tu ne produci dieci ..sarà comodo restituire il tomolo con qualche interesse. Tutto qui ! “

Sulle Misure

 

A quei tempi le misure agricole erano diverse da quelle che conosciamo oggi . Erano quelle in uso nel Regno di Napoli e variavano anche tra paesi vicini .Spesso solo per convenienza dei proprietari locali .


Il tomolo, unità di misura agraria molto adoperato e conosciuto, poteva essere usato come tomolo napoletano o tomolo della Calabria Ultra II della  quale provincia jacurso faceva parte nel distretto di Nicastro.


In quegli anni (anni del 1700 e 1800 ) a Jacurso …”il grano vendevasi a grana cinquanta il tomolo “ mentre per la “fronda “ ( le foglie del gelso ) l’unità di misura in uso era il rotolo e c’è ne volle per mettere d’accordo proprietari e consumatori jacurzani.


I proprietari dei fondi tiravano al rialzo sin quando una ribellione degli acquirenti venne calmierata dagli uomini dell’Amministrazione che stabilirono convenientemente, per le parti, il prezz

Tomolo Napoletano: usato a Napoli e uguale in altre Province passava dagli 8.516 mq nella Provincia Ultra II  ai 1.091 mq nella Provincia di Messina Multipli  del tomolo erano: la salma, il sacco,. A jacurso si dice ancora …” ‘na sarma de terra “


Rotolo : unità di peso


 

 

Le Antiche Unità di Misura per Granaglie e Legumi utilizzate in Calabria

...erano simili a quelle in uso nelle altre aree del Regno di Napoli, venivano adoperate per la misurazione delle granaglie (grano, granone , orzo ,avena etc.) o dei legumi (fagioli, ceci, piselli, fave, in particolare.), ma anche per la misurazione di qualunque altro alimento per uso umano o animale, in grani o sfarinato, come ad esempio le ghiande o le castagne.

Erano suddivise in cinque unità principali, che in alcune aree potevano arrivare fino a sei.

Il sistema adoperato era molto semplice e prevedeva il raddoppio della capacità da una misura all’altra; realizzato con dei piccoli tini circolari in legno, tranne per il Tomolo, che era l’unità di misura di maggiori dimensioni, che per ragioni pratiche non veniva realizzato fisicamente

Il Tomolo corrispondeva a litri 50,5

Il Mezzo Tomolo corrispondeva a litri 25,25 (1/2 Tomolo)

Il Quarto corrispondeva a litri 12,625 (1/4 di Tomolo)

Lo Stuppello corrispondeva a litri 6,3125 (1/8 di Tomolo


Le unità di misura in periodo borbonico

 

All'epoca le unità di misura non erano unificate, e potevano variare da luogo a luogo pur conservando lo stesso nome . Di seguito vengono trascritte le principali misure utilizzate nel Regno delle Due Sicilie, nel Periodo Borbonico.

 

Miglio: misura itineraria equivalente a ca. 1480 m;

Passo napoletano: misura itineraria equivalente a ca. 1,86 m;

Canna: misura di lunghezza corrispondente a 2,65 m;

Rotolo: misura di peso del valore di ca. 890 g; in alcune località era pari a 3 Libbre meno 3 once (ca. 810 g);

Libbra: misura di peso del valore di c.a. 480 g;

Pesi

per pesare veniva sempre usata la "Stadera " ,nome chiaramente spagnolo, per la facilità d'uso

 

1 rotolo =900 gr.
1 oncia =27,27 gr.
1 cantaro =90 Kg
1 tomolo =raso 48 Kg, colmo 56 K


 

Misura di Superfici

 

Misura Agraria Tomolata = 900 passi

corrispondente in ettari = 0,336486 ( 1/3 dell’ettaro )

Fattore per trasformare gli ettari (ha) in misura agraria = 2


I civili ,gli artigiani e i contadini sono tutti “regnicoli “ cioè nel Regno di Napoli e fanno parte della Calabria II ultra.

 

L’unità monetaria di cui sopra è il “ grano “ che alla corrispondenza odierna in euro corrisponderebbe a 0.50 di euro. Un tomolo di grano sarebbe costato, dunque, 25 euro.

 

Che sotto di questo umile titolo aprivasi il Monte co’ necessarî regolamenti, e lo dissero Monte Frumentario.

“ E tale Stabilimento ,d’incalcolabile bene ai contadini , creato veniva dalle premurose cure di que’ cittadini che allora reggevano l’amministrazione del “paese.”

I civili rappresentavano quei paesani che non attendevano a nessun lavoro perché …. si desume godessero di tale condizione in quanto "fortunati " di stare in una famiglia presumibilmente benestante .

E questa era anche una di quelle poche condizioni nella quale si adagiavano i figli giovani di un numero ristrettissimo di famiglie. Per le giovani donne …si dicevano attendenti a casa. Non si sa compiutamente cosa attendessero ma è intuitivo che stessero in attesa di …un civile . Per fa pari almeno le condizioni famigliari.

 


Il Monte Frumentario


“ A Jacurso il grano vendevasi a grana 50 il tomolo; e quindi ne comprarono cento tomole dalle terre della chiesa , e lo immisero nel suo addetto luogo, alla traversa sopra il Piano del Palazzo prossima allo Stretto di Sotto.

Che sotto di questo umile titolo aprivasi il Monte co’ necessarî regolamenti, e lo dissero Monte Frumentario.


La Chiesa locale godeva di molte terre ,alcune lasciate dalle Mano Morte allargavano i confini del patrimonio terriero . Queste terre erano date soprattutto in fitto e rendevano ,nelle buone annate ,una discreta produzione di grano che abitualmente veniva commercializzata con abilità dagli economi della parrocchia.

I Monti Frumentari

Furono una istituzione benefica sorta a favore dell'elemento più povero della classe degli agricoltori : i contadini” .

Una sorta di “Banca Agricola” che anticipava le sementi,soprattutto di grano e granturco (Frumentario ) con l’impegno di restituirlo al momento del raccolto.

“Se ti impresto un tomolo e tu ne produci dieci ..sarà comodo restituire il tomolo con qualche interesse. Tutto qui ! “

Sulle Misure

A quei tempi le misure agricole erano ben diverse da quelle che conosciamo oggi .Variavano anche tra paesi contigui e spesso solo per la convenienza dei possidenti e proprietari locali

Il tomolo,unità di misura agraria molto adoperato e conosciuto,poteva essere usato come tomolo napoletano o tomolo della calabria ultra nel quale territorio jacurso era compreso.

In quei tempi ormai lontani (anni del 1700 e 1800 ) a jacurso …”il grano vendevasi a grana cinquanta il tomolo “ mentre per la “fronda “ ( le foglie del gelso ) l’unità di misura in uso era il rotolo e c’è ne volle per mettere d’accordo proprietari e consumatori jacurzani.


Misura di Superficie

Misura Agraria Tomolata = 900 passi Superficie corrispondente in ettari = 0,336486 ( 1/3

Nel modo spicciolo dei contadini si riempiva “ lu tuminu “ (50,5 litri ) e il terreno utilizzato per spargere questi sementi corrispandeva alla “ Tuminata

Tuminu e Tuminata erano ,perciò, le più importanti:

La denominazione spesso cambiava da località a località, soprattutto per la Minnula

Variazioni della Denominazione

Il Tomolo era quasi sempre denominato Tùminu;
Il Mezzo Tomolo era denominato Mienzu Tùminu o Menzarola /Menzalora;
Il Quarto era denominato quasi sempre Quartu;
Lo Stuppello era denominato quasi sempre Stuppiajhu,

 

Curiosità

 

Spesso si è soliti confondere queste unità di capacità con unità di peso, pensando ca ‘nu stuppìajhu corrisponda a circa 6 kg e un quarto a 12 kg; in realtà, il peso era variabile in base al peso specifico di ogni alimento misurato, che a sua volta poteva ulteriormente cambiare in base alla stagionatura (fresco, stagionato, mezza stagionatura).

Nello stabilimento,chiamiamolo magazzino, dove operava il Monte Frumentario tutte queste misure ,per  osservanza del regolamento ,dovevano essere annoverati tra gli arnesi del magazzino .

Dovevano! , ma i nostri contadini ,ad occhio ,si regolavano meglio senza il ricorso agli arnesi di misura !

In quegli anni lontani (anni del 1700 e 1800 ) a Jacurso ,come già detto ,…”il grano vendevasi a grana cinquanta il tomolo “ mentre per la “fronda “ ( le foglie del gelso ) l’unità di misura in uso era il rotolo e c’è ne volle per mettere d’accordo proprietari e consumatori jacurzani.

Intervennero gli Amministratori comunali che pacificarono le parti calmierando le pretese dei proprietari conciliando le difficoltà di chi aveva necessità di comprare la " Fronda .

Di fatto i consumatori finali , erano i voraci vermi detti bachi i quali trovavano spazio a compiere li loro ciclo vitale  in qualunque abitazione di paese o campagna .

Adagiati su opportune superficie si stendevano “ le cannizze “ . Una  sorta di superfice legnosa ottenuta con canne intrecciate che risultava molto adatta per le  diverse caratteristiche .                La leggerezza,l’aerazione,la duttilità e soprattutto le proprietà isolanti  che mantenevano una giusta temperatura all'ambiente.                                                                                                                                                 Produrre la seta,a Jacurso, costava  fatica ma ogni ragazza desiderava disporre nella dote “qualcosa “ che fosse di seta. Si produceva il convenevole e l’altra magari si vendeva.

Chi disponeva di gelsi ” tirava “ al massimo per il fitto o per la vendita diretta della fronda e fu necessario, come già riportato, emanare un calmiere sul prezzo ….Grana al rotolo.          Ed anche di questo si interessava il Monte Frumentario. Non era un cereale ,la fronda , e neanche un frumento ma pur sempre un prodotto dei contadini.

Il Rotolo era l’unità di misura del peso. La Grana l’unità di denaro.

 

La condizione dei contadini :

(che giustificava l’istituzione del Monte frumentario)


La «classe sociale » dei lavoratori della terra, nonostante fosse quella che lavorava più di ogni altra categoria, era la meno agiata tra tutte e si trovava sempre a vivere in condizioni estremamente misere.

«Cosi l'Agricoltore che con l'opera sua produce gli oggetti più necessari all'esistenza, come le biade per gli animali ed altri alimenti per il nutrimento umano (grano ,ceci,faggiola ) sono premiati più meschinamente di un calzolaio, di un sarto, di un muratore o simili artigiani.>

Padula ( nostro conterraneo ), scriveva:

«Il proprietario gli dice: Tu hai i bovi, io ho la terra: io ti dò la terra, e ti anticipo le sementi. Le terre sono di dieci moggiate, ti dò dieci moggi di grano, e tu lo seminerai.

Alla trebbiatura io mi prevelerò dalla massa i dieci moggi di grano, che ti ho anticipato: più, dieci quarti come frutto dell'anticipazione; più trenta moggi come terratico, e il resto si dividerà.

Questo contratto è immoralissimo, e nei paesi dove i galantuomini , non divertiti da studi letterari ,attendono ai campestri ,è cagione d'immedicabile miseria!

Levatene tre di terratico, uno ed un quarto di semente, dividete a due i tre ed un quarto che rimangono, e vedrete che per un anno di fatica personale, e per frutto di quella dei buoi il massarotto non ha più d'un e tre quarti!

Questa misera condizione di cose ha dato origine al proverbio:

"Il povero s'affatica pel ricco"». oppure   "'lu poveru 'tene lu riccu "

 

Sul Monte Frumentario – Qualche cenno storico

Monti Frumentari

"Erano ,dunque , provviste, scorte, viveri come frumento, orzo, granoturco ecc.

Venivano raccolti in magazzini e strutture adatte; se ne distribuiva poi la quantità necessaria per la semina ai contadini disposti a restituirla.

In tempi di carestia si veniva in aiuto delle famiglie affamate facendo ricorso alle scorte di cibarie conservate.

Si viveva ,dunque,solo di agricoltura e il sistema di sfruttamento era praticato “ senza riguardo “ verso la parte più debole della società jacurzana che,considerate quelle poche attività artigianali,traeva da vivere essenzialmente conducendo i fondi agricoli.

Molti in fitto,i più da coloni e pochi in proprietà.

 

Ovunque e pure a Jacurso , i manovratori del Monte ,si intuisce, non tentarono di adoperarsi per il bene collettivo e dei contadini in particolare. ”Forse “ si adopravano prima per il loro e dopo per  quello altrui …sino al punto che più manovre di aggiustamento si resero necessarie per “limitare “ lo strozzinaggio e l’usura in particolare.

 

 

Pensiamo al giorno del raccolto. Giovani e anziani,anche donne,hanno la schiena curva a falciare il grano e poi a “ pesarlo “ nell‘aria davanti al casolare ( si diceva così per il modo di sbucciarlo dalle spighe ).

 

Seduto a guardare è venuto l’incaricato del Monte. Il cavallo è legato alla frescura di un albero e i contadini hanno provveduto a fornirgli del buon fieno.

Un buon pranzo è stato preparato anche per il “daziere”. Il pranzo dei contadini non sarà uguale. Non siederanno neanche insieme a mangiare ma come capiterà e deciderà la stanchezza .

Poi il daziere “deciderà” quanto e si farà portare a schiena d’asino o su carro i tomoli di grano dovuti.


Che bella vita fare l’amministratore o il daziere del Monte! A casa tornerà ogni giorno a pancia piena …lui , il cavallo e le giberne che stanno piene a cavalcioni su cavallo.

 

Fu necessaria una restaurazione del Monte ,anzi, più d’una.

Con la restaurazione i “Monti Frumentari” furono regolamentati da un decreto regio emanato il 29 dicembre 1826 da Francesco I di Borbone: prevedeva severi controlli di gestione.

I Monti frumentari vengono creati per «…somministrare grano agli agricoltori da seminare e da mantenersi colle loro famiglie, tagliando così in pari tempo le gambe all’usura». E venne istituito anche un “ Monte Pecunario

 

Il “Monte Pecuniario” prestava invece somme di danaro ai contadini per le spese del raccolto ad un tasso vantaggioso per sfuggire alla piaga degli strozzini.

 

vengono nominati i rappre3sentanti comunali per il Monte

 

Inizi '800  .Sindaco Jlario Giliberti del Decurionato.  Si chiedono rendiconti sul Monte frumentario

 

 

seguirà : la fine del regno di Napoli e le conseguenze a jacurso - l'avvento dei savoia e la fine del monte frumentario

- Fatti e  intrallazzi nel  Monte Frumentario di Jacurso  e in quello di Curinga