Muri di Pietra e di Sangue

In parecchie provincie del regno il bisogno delle strade rotabili sta forse al di sopra d’ogni altro. In tali provincie non si potrà mai raggiungere quello stato di floridezza che è il fattore principale di benessere per le popolazioni e di ricchezza per la nazione, finché non si abbia una rete di comunicazioni la quale valga a fecondare ogni sorta di industria e di transazioni commerciali.

 

Però la costruzione d’una estesa rete di strade, non potendo essere che opera assai lenta, deve con maggior ragione venire, per quanto è possibile alacremente iniziata

Tratto da il …. («Giornale del Genio civile», parte ufficiale, 1869, p. 316).

 

 

Dello stesso parere furono i nostri amministratori che certamente non ebbero la possibilità di leggere quanto veniva scritto dal Giornale del Genio Civile appena ripreso nella parte dell'anno 1869

Le parole, riprese da una circolare ai Prefetti, inviata dal ministro dei Lavori pubblici, esprimono una delle più amare constatazioni successive all’unificazione, quella relativa allo stato delle strade, che nel Centro-Sud erano in condizioni molto peggiori rispetto al Centro-Nord.

Il trasporto a cavalli ,da noi , era ancora la soluzione per spostarsi. A Pizzo si andava al porto con i carri. Si tornava carichi di generi alimentari (sarde , baccalà, zucchero , sale ‘…) o prodotti essenziali come il petrolio ,candele, cuoio ,verghe di ferro..).

Le diligenze postali e i calesse consentivano ,invece,la corrispondenza e lo spostamento delle persone espletato da abili stallieri e postiglioni.

 

Nelle delibere del tempo abbiamo avuto anche la percezione che  i nostri amministratori superano in pensiero quanto appena letto .Riporta ,infatti, il cancelliere Panzarella che ..."la strada deve facilitare i commerci e unire le popolazioni."

E’ il grande impegno che il Consiglio Comunale ,con il Sindaco dell’epoca Giliberti Gregorio,portano avanti con sacrifici e determinazione . Sacrifici che leggerli oggi appare una semplice lettura  ma a pensarlo costarono come si disse “ sangue “. E in queste pietre che formarono i muri c’è ancora quel “ sangue “.

 

La strada pertanto era una necessità da non perdere e nelle discussioni consiliari qualcuno la vuole larga e piana come quella che va da Rugliano a …Cusenza ..

Sulle difficoltà di far passare una strada larga vengono ,a ragione ,evidenziate le poche ragionevoli soluzioni ma  basta un Consiglio Comunale per decidere all’unanimità .. che la strada si passa dentro all’abitato .

Ai nostri amministratori ,che viene proposta una strada da non passarsi più per l’abitato dopo aver aderito al consorzio , scatta l’orgoglio di non sentirsi ..miseri “come scrissero  e diranno  no alla variante o si esce dal consorzio.

Per farlo sarà, però, necessario abbattere DODICI CASE e alzare muri difficili al Burrone Castanò.

Non sappiamo se questo ,almeno per le case ,oggi sarebbe stato possibile mentre per i muri,considerata l’odierna precaria stabilità chi lo sa !

Le famiglie che saranno private della loro casa per far passare la rotabile sono state ;

Michele Ciliberto , Francescantonio Dattilo , Pietro Ciliberto, Pasquale Serratore , Fortunata Maria Ciliberto , Francesco Buccafurni , Vincenzo Buccafurni , Pietro Bilotta , Michele De Vito, Raffaele Graziano , Giuseppe Chiriano e successivamente ancora una “…con i quali il consiglio si è accomodato al bonario …”

Le immagini, dopo queste verità che arrivano dal passato ,sono proposte senza commento

 

 

 

 

 

L'area. resa libera .per far passare la strada. Dodici case demolite

il tracciato della Strada Consortile

Il Tracciato  e il luogo che ostruiva il passaggio

 

Vista aerea di quel luogo. A sinistra il fu Burrone Castanò.

La Fontana dei Tre Canali. Da qui la variante ,che portava la Strada al Piano della Malia ,non  avrebbe  attraversato  l'abitato all'interno come ,invece, era nel volere e nei patti con gli amministratori.

 

 

"Il Muro Principiante pel il rialto ..".scriveva preoccupato il Cancelliere verbalizzando le parole di Gregorio Giliberti

 

 

la lesione che si estende sin sopra il Rialto e prosegue sul piano stradale

Tre lesioni che si alzano preoccupanti.

 

un particolare delle crepe di cui sopra

 


 

 

 



Sul  fondo, la zona dalla quale  iniziarono le dodici demolizioni. Oggi " li Casiajhi " il nome di allora

Non c'era ancora uno stradario. il luogo era conosciuto come " li Cezujhi " per la presenza di due gelsi

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 



 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui ,in questo posto, in quell'angolo superiore destro ,cessò di vivere Facciolo Pietro. Sepolto insieme a Pietro serratore ,dal Cedimento del terreno ,non ebbe scampo. protetto dal cesto il Serratore si salvò

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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