Per una Cerasara

 

 

 

La Lunga  Contesa per una "Cerasara"

Non un anno ! Ci son voluti secoli per riprendersi la Cerasara .   In un luogo ancora incontaminato, Jacurso e Filadelfia hanno resistito per secoli, sentenza contro sentenza ,sino a quando è stata posta fine alla disputa .

Alla fine " li cèrasi 'si li cogghjiru ,però,li jicurzani " !

Ne valeva tutto questo dispendio di tempo e denaro ? Certo che sì . Come prima considerazione ,almeno ,per una forma di giustizia verso il più debole .

Bistrattati come "quattru zappaturi " o  " regnicoli "  durante tutte le sudditanze ,sino all'altro ieri l'ex Casale registrava , ancora, all'interno del suo territorio , estesi appezzamenti ,sparsi da Petra Cavata alla Macchiola , di proprietà forestiera .

Ettari di terreni seminativi , erbivori , arborati o a pascolo in proprietà a Signori della vicina nobiltà che in passato avevano saputo ritagliarsi un pezzo di interesse e di potere con modi e mezzi adusi quando si poteva intrallazzare con le amicizie dei baroni , duchi e via dicendo.

Agli inizi ,oltre all'interesse territoriale, quelle terre fertili erano indispensabili per la sopravvivenza di tanti coloni. Oggi quelle terre sono incolte ma ,soprattutto ,ferite dalla "piantumazione " indiscriminata delle  tante torri eoliche che hanno fatto l'interesse di pochi.

E non sappiamo se da qualche Piano di Sviluppo che ogni tanto viene calato ,quasi all'insaputa dei cittadini ,cioè dei proprietari di terreni a vocazione particolare ,considerando l'ubicazione o la disponibilità a programmare qualche intervento privato.

 

Dopo queste brevi note, suggerite e maturate durante le tante  "scorribande " montanare o fluviali si riprende con la vicenda  Jacurso e con Don Ettore Pignatelli ,duca di Monteleone, Conte di Burrello , vice Re della Sicilia e ,in seguito, per lui i suoi eredi

 

Riportiamo la prima parte dell’incarico conferito da Filadelfia all’Istruttore – perito per la verifica sui limiti territoriali che interessavano la vasta area denominata Cerasara , Crete Rosse o Timpe Rosse. Per la tutela dei limiti, in contrapposizione alle pretese di Filadelfia,anche Jacurso nominò, ovviamente , il suo perito che relazionò ampiamente le ragioni sostenute da Jacurso.

 


Una faggeta nella cosiddetta " Montagna Dei Faggi

Pur avendo a disposizione il contenuto di questa perizia ,condotta dall’incaricato Barberio per Jacurso,anticipiamo con questa pubblicazione la visione territoriale della controparte. Soprattutto per osservare e mettere in atto un atteggiamento di equità sulla contesa e per meglio arricchire le conoscenze che ,per interesse di parte, il perito Barberio ,a vantaggio di Jacurso, avrebbe magari omesso di citare.

E’ molto ricca di particolari e soprattutto riporta i toponimi di luoghi ormai sconosciuti e neanche più indicati sulle mappe. Importanti sono le indicazioni stradali che segnano chiaramente i percorsi esistenti per raggiungere località vicine e lontane.

Il Passo di Catanzaro. Nodo importante dell'antica viabilità che   portava a Girifalco e quindi a Catanzaro

Alcune descrizioni sono approssimative soprattutto nel linguaggio,degno per il ricorso a cui si fa per le notizie e indicazioni acquisite. Sicuramente date da qualche anziano contadino del luogo che usa il modo d'esprimersi del tempo e della condizione sociale.

Un modo per descrivere, a modo loro, meglio “la terra “,visto che compare la forma più chiara per determinare uno spazio terriero.

In giallo il territorio di Jacurso. Limite comunale con Filadelfia  e limite provinciale tra Catanzaro e Vibo.

La Contrada Cerasara. E' visibile la viabilità stradale che ricalca quella antica.                                             All'interno dell'area arborata si intravedono  i percorsi sterrati percorribili e di facile fruibilità

 

A    SUA   ECCELLENZA

IL  REGIO COMMISSARIO  PER  LA  LIQUIDAZIONE  DEGLI  USI  ClVlCI

C A T A N Z A R O

Con decreto dal 13 ottobre 1934 XIII,V.

Si compiacque nominarmi Istruttore-Perito per il Comune di Filadelfia (catanzaro) .

Il Sig. Podestà del Comune in parola,avuta conoscenza di tale nomina,richiese a V. E. la sollecita

definizione dell’accertamento dei confini in contrada Cerasara tra il comune da lui amministrato e quello di Jacurso.

E V. E. aderendo a tale richiesta con nota 11.1821 del 26/11/1934 xI11°,mi comunicava di prendere accordi con l'Istruttore - perito di jacurso e di procedere conformemente alla richiesta.

E successivamente con nota 11.1852 del 30/II/1934 XIII°,V.2. dispose il sopralluogo che eseguì con l’istruttore Barberio del comune di Jacurso.

Parte 1^

Origine della Controversia

È stata l’assegnazione della zona fatta dal catastale,nel territorio di Filadelfia.

Nei rilievi planimetrici eseguiti per la formazione del nuovo catasto particellare furono assegnati in questa zona di terreno,i seguenti confini come termini divisori dal territorio di Jacurso.

A Levante una pubblica strada che segue l’andamento di una curva sporgente Nord-Est e Nord con il torrente Gattino e dagli altri due punti cardinali con il resto delle terre facienti parte della Sezione A del territorio di Filadelfia.

Una veduta della limitazione non condivisa


Confinazione che al comune di Jacurso non piacque.

Infatti il Comune di Jacurso,approfittando della esecuzione del nuovo catasto e credendo che in tale occasione avrebbe potuto dare al suo territorio una linea di determinazione differente da quella data dalla formazione del catasto antico ,esimendosi così dal pagamento dell’imposta fondiaria e di altre tasse, adducendo che la via segnata come confine di “Levante “che da Maida conduce a Serra non è quella determinata (in bleu in pianta),bensì la sottostante (in verde in pianta) distante ben 1400 metri dalla precedente la quale ,dice il comune ,divide il territorio di Jacurso da quello di Curinga e dalle contrade Stagliate Silelli ,Vecchio e Cannavolo e che tagliando il Torrente Gattino e la Strada dei Germani prosegue sotto la denominazione di Timpe Rosse e Madama Laura fino al Piano delle Anguille lasciando a Nord est la contrada Madama Laura del Comune di Jacurso.

La qual cosa vuol dire l’esclusione dal territorio di Filadelfia della intera Zona Silelli e Cerasara in atto posseduta dal Comune di Jacurso (se legalmente o meno si vedrà ).

Troppo invadenti i " Toponimi " ma ci sono quasi tutti

Una delle secolari strade "Carrabili ".In questo tratto si  possono osservare le fasce laterali " impietrate per consentire   aderenza sia ai buoi che tiravano che alle ruote per non debordare

I rigidi controlli degli esattori. Qui si trascrive un  pignoramento dei" frutti "...ancora a venire


Ancora una di quelle antiche strade che altrove sono osservate dall'alto.

  • Era questa la prima parte ,ripresa dal testo di archivio, che dava incarico ad eseguire le perizie per la definizione dei limiti territoriali tra Jacurso e Filadelfia

Un passo indietro nel tempo ci riporta all’inizio di questa vicenda che si è appena conclusa

Stiamo per scrivere di assegnazioni avvenute nell’anno 1534 e perciò utili a testimoniare che Jacurso, a quei tempi ,non solo esisteva come popoloso luogo abitato ma disponeva soprattutto di un territorio esteso in modo preponderante nella zona montana (le cosiddette Montagna Parisi e Montagna ) .

Jacurso ,come si vedrà, stava interessato sia alla “Montagna” che alla “Montagna Parisi”.La prima territorialmente più pertinente verso Filadelfia e la seconda ,quasi per intero , a Jacurso verso Cortale.

Si trova nella "Montagna Parisi". E' una delle sorgive che formano    il " Fosso del Pilla "

Cospicua la presenza di coloni,contadini e pastori ( Jacursani ) che abitavano stabilmente in questi luoghi e che vivevano dei frutti delle terre coltivate ma che traevano sussistenza anche dalle mandrie di animali che governavano. Le alture erano anche riccamente alborate e il legname , unitamente al carbone,costituivano un’altra fonte di sussidio non irrilevante.

Una delle testimonianze sui fatti abituali di contese e scazzottate. " Prendendosi forzosamente gli animali dei bovari filadelfiani, che quivi si trovavano al pascolo, conducendoli nel loro Comune e volevano obbligare i bovari ....

Leggendo i verbali della guardia campestre e della polizia demaniale di Jacurso, non poche sono le contravvenzioni che si possono esaminare. Soprattutto per pascolo abusivo a conferma che le mandrie non solo erano consistenti come capi posseduti ma costituite anche da diverse specie di animali quali vacche, porci, pecore,capre e persino asini. Tutti al pascolo ogni giorno !

E nei verbali si legge di 300 o più capi per mandria.

In altre pagine si legge anche delle liti che spesso si trasformavano in autentiche “ risse campali “ per la difesa sia del territorio che del pascolo. E se le mandrie erano numerose,il controllo della “guardiania” comunale veniva espletata in modo oculato ,severo e giornaliera.

E si presero un manipolo di grano dalla " Bica ". Bottino  territoriale ....per invasione di campo

Gli sconfinamenti ,in cerca di pascoli,non potevano essere pertanto evitati come le controversie che ne derivavano alle quali si poneva spesso freno ricorrendo ad azioni di violenza che tra quei figuri non si limitava certo all’approccio verbale.

Da quanto si deduce , costoro ( Coloni, Pastori,Mandriani ) seppero sempre difendere le terre che coltivavano (proprie ma per più lo in fitto ) e non poche risultano le “ animate “ discussioni finite a cazzottate con “gli invasori” che quasi sempre subivano la peggio e che ,dandosi alla fuga, lasciavano sul terreno le loro mandrie. Queste “ catturate “ come bottino dai montanari jacurzani divenivano poi oggetto di ritorsioni da parte del “ Nobilotto “ offeso che, in seguito avremo opportunità di conoscere lo “ status e la provenienza” .

Sono ben 29 gli affittuari che il Comune di Jacurso regolarizza con opportuni contratti di fitto.

E la storia ebbe a protrarsi sino ai tempi nostri perché il vizio del “rosicchio “ pur essendo storia vecchia rimaneva sempre un vizio giovane !

D’altra parte quei coloni o mandriani dovevano tutelare gli interessi dei “padroni “ a rischio diversamente di vedersi “scapilare “ come era uso dire se non mostravi di essere rozzo quando occorreva.

Al momento ,con le conoscenze maturante sul campo, percorrendo in ogni latitudine quel territorio si può confermare che il vizio permane sempre giovane e si rafforza col tempo .

Stante,poi, la pressoché inesistente vigilanza del territorio le condizioni pare siano finanche peggiorate tali da indurre un sollecito piano di intervento con mirate azioni di salvaguardia in più direzioni.

Un contratto .

Per salvaguardare i limiti territoriali,per mantenere attivi gli scoli delle acque spontanee o per tenere saldo il diritto alla viabilità che spesso si trova annullata , confusa o soppressa .

Anche il patrimonio boschivo “ si appella da solo “ per una attenta ricognizione mentre le proprietà in fitto necessitano di attenti riscontri e tutela. Per non incorrere in contenziosi inopinabili ma sempre possibili e per scongiurare anche guasti irreversibili .

La nostra Associazione Ambientalista ,che mira soprattutto alla difesa generalizzata dei luoghi , avverte ,pertanto,la necessità verso un opportuno servizio di “ checkup “ espletato in profondità e interessato ad osservare il territorio anche verso le condizioni geologiche ed idrogeologiche e sulla salute dei boschi in particolare.

Approvvigionamenti di acqua irrigua ,discariche di inerti e materiali, strade a percorrenza carrabile e di accesso a siti interessanti ,saranno argomenti di prossima approfondimento .

Nel presente il “giocattolo “ ,intanto,non si è modificato granchè .

Nel riprendere sulla controversia Jacurso - Fialdelfia, queste note ,pensiamo siano state utili ai lettori per le notizie riferite sul passato e le altre appena soffiate sul presente.

Anticamente la parte interessata al Comune di Filadelfia veniva segnata come “ Montagna “.

Quella pertinente al comune di Jacurso era invece denominata “ Montagna Parisi “.

Della prima facevano parte : il Piano delle Anguille ,Il Faggio Grande (lu jhagu rande ) , Acqua Fredda , Pungiterra, Calamaria e Martello, Cilello ,Scendanu , Fontanelle , (Fhuntaniaji) e ‘Ndo Giùanni .

Trattando della Baronia di Castelmonardo (Filadelfia ), nell’estratto del capitolo di Calabria Ultra ( periodo del regno ) dei Reali Quinternioni della Regia Camera della Sommaria , si trova il seguente periodo :

“ Al detto Giovanfrancesco succede Antonio,per ribellione del quale la Ces. Maestà Sua di Carlo V in anno 1534 avendoli confiscato tale Baronia donò quella a supra consistente ,cioè CastelMonardo, Montesoro e li casali di Polia e Monterosso la donò allo Ill.mo Don Ettore Pignatelli ,duca di Monteleone, Conte di Burrello e suo scrittosi di ragione in questo segno , e Vicerè nel Regno di Sicilia “.

E per immettere nel possesso il nuovo signore ,Carlo V dispose la reintegra delle terre della Baronia di Castelmonardo ,nominando ad esecutore Sebastiano Della Valle ,il quale nella platea del 1546 descrisse i beni e le loro confinazioni.

Nel capitolo “ E Territorium Baroniae “ si legge :

“ ….e per la via pubblica esce allo muraglio e dal detto muraglio corre per un violo antiquo ditto de la Macina,continuando detto violo esce alla via che escie alla chiesa ditta S.Micheli e piglia la via della traversa et escie allo Molino della Ferrera ,et escie alla via della Marca ed esce allo Piano di Scarro e seguendo ditta via escie alla Fonte di Vellisa et seguendo pure pre detta via chi va alla Via delli Misdiali e seguendo in detta escie alla Via Grande alla Strada delli Coppoli et seguendo per ditta Via ad irtu escie allo Passo di Cancello seguendo ,et seguendo sempre la via predetta ad irto delli Silelli ,et escie con l’altra Via Grande ad Homo Morto ed escie alla Serra delle Fia e per la via della Montagna per la quale si va alla Terra di Spatula et escie alla Pietra di Coppari et escie alla Pietra di Pepe , e lo Piano Appendino,escie alli Morarelli e per lo Fiume delli Leggi appendino escie allo Passo della Commare””

Così restarono le cose sino alla promulgazione della legge abolitiva della Feudalità, quando cioè……

……ma quella parte che viene circoscritta dai seguenti limiti cioè dal Levante strada pubblica e dal mezzogiorno il Territorio di Polia,dal Ponente altra strada pubblica che conduce alla Salinella e da Tramontana l'altra metà spettata all'ex Barone facendone i termini divisori dall’une e dell’altre grande un Faggio crocesegnato e sito dalla parte del Levante dal quale scendendosi dalla parte dal Ponente,e proprio alla strada si vengono a passare sulla prima i limiti dette stagliate Furno e Fago Grande,quindi per una fontana fina al luogo detto Concilio si estende alla Via Pubblica transitando i termini divisori della Stagliata Mologna e D. Giovanni.

Tal metà è di tomolate 250 (duecentocinquanta ) , cioè 77 Boschi di Faggi , 11 non coltivabili ,due per uso di strada e 160 coltivabili.””

D’altra parte nella liquidazione dei demani di Jacurso, formante parte dell’Antico Stato di Maida (Feudo ) la Montagna Parisi , con ordinanza Giannattasio del 2 gennaio 1811 ,venne dichiarata Demanio Universale.

Senonchè dei coloni di detto demanio avanzarono reclamo contro l’ordinanza del Commissario del Re – Angelo Masci – il quale con altra ordinanza del 27 maggio – 22 giugno 1811,sospendeva il provvedimento precedente e rimandava le parti davanti al giudice competente

Sulla natura del Demanio Parisi ,se ecclesiastica o universale ,le parti addivennero ad un accordo e finalmente con ordinanza Colletta del 6 novembre 1811 , venne stabilita che la parte incolta e boscosa della Montagna Parisi ,dovesse restare promiscua tra i coloni mentre le colonie dovevano ripartirsi col darsi 1/3 a favore di Saverio Papucci –azionario del demanio in parola – e 2/3 ai Comuni di Cortale e Jacurso.

A questa ordinanza dette esecuzione il Consigliere d’Intendenza D.Fortunato Profumi assistito dall’agrimensore D.Perfetto Venuti ,i quali procedettero al distacco suddetto per come aveva disposto l’ordinanza Colletta.

Si procedette in seguito, con verbale del 12 maggio 1824, alla limitazione del Demanio Parisi nei confini seguenti :

A Nord Demanio Malittoro – A Sud strada pubblica che conduce a San Vito e che lo divide dai territori di San Vito e Polia – Ad Est il Fiume Pesipe che lo divide dai “ Principati di Girifalco e Squillace “ – Ad Ovest strada pubblica ,detta Via grande che lo divide dai terreni appartenenti ai Comuni di Filadelfia e di Jacurso.

Quanto sopra fu sentenziato con ordinanze del sovraintendente Gaetano Capece Minutolo emesse il 17 – 19 e 22 giugno 1826.

Scrupolosamente identificata sul terreno la confinazione ríportata nello stato di Sezione ,sí ha:

La strada pubblica che da Maida conduce a Serra (in pianta in bleu) detta Via Grande,interessante la confinazìone della Sezione A ,è quella che,venendo da Maida,tocca il bivio Strada Passo di Catanzaro,proseguendo lascia a destra il bivio che immette nella strada che mena a Girifalco , attraversa la strada Passo della Rotta per la quale si va a Squillace e Palermiti, per pói congiungersi nella contrada Faggio Grande con l'altra strada detta pure Via Grande,per la quale si va a S.Vito,onde continuare verso Serra;

l'altro Confine è il Torrente di Gattino,il quale formandosi in direzione dell'incrocio della Strada Maida –Serra e quella che mena a Girifalco ad una distanza di circa m 200, direzione formata da un avvallamento di terreno,scende verso valle in un letto in principìo profondo per poi ritirarsi a metà corso,in un piccolo ruscelletto,spostato da chi aveva interesse,per poi dilatarsi nuovamente nel suo letto abituale ,formando un discreto burrone.

Detto torrente lascia a destra e nella parte superiore scendendo,la contrada Madama Laura del comune di Jacurso in buona parte posseduta dagli eredi di Serrao Gregorio , e nella parte sottostante la Contrada Vecchio,mentre alla sinistra lascia le contrade Silelli e Cerasara che vengono battezzate dal comune di Jacurso, come la Contrada Madama Laura del demanio Montagna dei Faggi.

La contrada Cerasara ha una estensione pari a tomolate 536 di terra in parte atto alla semina e del resto ad uso pascolo o alborato di faggi.