Cummari & Cumpari

 

Avimu lu Sangiuanni !

 

Il 21 giugno il sole sembra appena  fermarsi per riprendere poi  il 24 giugno quando il giorno e la notte  prendono ad accorciarsi. L’esatto contrario del 21 quando, anche se impercettibilmente, toccano la massima estensione di luce . E’ il Solis statio più comodamente  Solstizio d’estate. L’arrivo dell’Estate, il trionfo del sole , il simbolo dell’energia vitale , dell’allegria estiva giovanile  . Il 24 di Giugno la Chiesa ricorda San Giovanni Battista, unico santo per il quale celebra sia la nascita (24 giugno) sia la morte (29 agosto), onore riservato solo alla Beata Vergine Maria e a Gesù Cristo, mentre le chiese d’Oriente festeggiano , tuttora , anche il concepimento il 25 settembre.

Per chi ancora ci crede, in questa notte si raccolgono le noci acerbe - quelle ancora verdi -, si asporta il mallo ancora tenero  che , condizionato  sotto spirito , si trasformerà nel gradevole  liquore nocino con effetti anche curativi. Sembra che la ricetta del “terapeutico” nocino e del vino “nociato” o  “nocellato”, sia stata portata in Italia dai francesi  durante la dominazione che , insieme a tali ricette medicamentose ,  lasciava nel dialetto  di Jacurso anche, qualche  parola di quella  lingua oltre a quelle greche, arabe ,latine e  spagnole .

Il 24 sarà anche la notte delle Erbe miracolose o meglio prodigiose per le qualità medicamentose capaci , oggi come allora ,  di lenire  alcuni malanni . La salvia efficace contro il mal di pancia, il rosmarino che con l’ortica fortifica e cura le infezioni dei capelli e le calvizie, la menta, rimedio contro l’influenza e mal di gola , l’iperico , i cui fiori durano un giorno (tra il 23 / 24 ) ,  conosciuta  per tal motivo , come “ l’erba di San Giovanni”, capace di  cicatrizzare le ferite e lenire i dolori articolari . Tra queste anche l’aglio selvatico , l’artemisia e la ruta selvatica . Oltre alle citate  di San Giovanni  venivano  raccolte  - quasi nello stesso periodo - anche  le foglie di  Vischio, Sambuco, Aglio, Cipolla, Lavanda, Mentuccia, Biancospino, Corbezzolo, Ruta e Rosmarino, la Ginestra e  le foglie di Alloro.

Oggi ,salvo che in qualche abitudinaria usanza delle poche donne anziane, non se ne fa più ricorso . La farmacia e i traguardi della ricerca dispensano soluzioni immediate e meno laboriose ma ai tempi di Don Lia o Don Bruno Dattilo , lo scaffale  conteneva non uno ma diversi di quei vasi dai contorni  strani, dal colore anch’esso bizzarro e misterioso  dai quali spifferavano gli aromi che emanavano  sensazioni convincenti di trovarsi  tra farmaci e medicine.

E certi farmaci  Don Lia o Don Bruno  le “ aggiustavano con le nozioni di chimica che conoscevano  bene “ oltre al sapere dei principi attivi possedute in quelle tante diverse piante ed erbe selvatiche cresciute spontaneamente nei campi.

L'erba di San Giovanni . E' l'Iperico

Un Fico da pianta selvatica

A San Giovanni l’Iperico è “ al punto giusto cioè pronto ad offrire il principio attivo che sta nei semini. I fiori durano l’arco di una giornata e cominciano a cadere mettendo a vista i semi della corolla. Dai semini, sbucciati e premuti tra le dita, sversa un liquido oleoso di colore rosso che contiene il “ principio attivo “ che i nostri nonni utilizzavano contro piaghe e dolori…

Un po per curiosità e molto per “provare “ , abbiamo “ testato “ sul campo questa  ricetta locale eseguendo l’antica istruzione.

Un quarto di olio di oliva ,  i semini di iperico annegati nell’olio e poi l’esposizione al sole  dentro un  “ Boccaccetto” di vetro appena col coperchio sopra esposto  per trenta giorni alla luce del sole..

Altra ricetta a scopo fitoterapico si preparava con  i fichi selvatici, i cui principi attivi consentivano ..di calmare e curare la tosse  e non solo la tosse . Le piante di fico selvatico nel giorno di San Giovanni sono, ancora oggi  , già grosse ma non mature  per la preparazione di un decotto che nel passato veniva utilizzato contro gli effetti del Diabete.  I fichi  “ duomiti “ , quelle da piante innestate e di varietà, sono ,invece ,  ancora lunghe da venire ! Nei tempi cui non si frequentavano gli ospedali ,mancavano  gli specialisti e le farmacie non erano ancora attrezzate per taluni mali , i decotti ( ‘nu dicuattu ) era il rimedio più semplice e alla portata in tutte le case  perché  poteva prepararsi  con gli ingredienti offerti gratuitamente da Madre Natura dei quali tutte le donne conoscevano bene le proprietà.

Non c’era la terapia di cui si dispone oggi contro il Diabete e ci si affidava a questo frutto selvatico. Oggi le terapie sono efficaci ma il Diabete produce ancora effetti devastanti su tutti gli organi . Tutto questo nella settimana di San Giovanni o meglio nei giorni 23 / 24 giugno. Giorni nei quali , quasi magicamente , erbe e frutti officinali sono  al top dell’offerta  naturale gratuita .

Chi fu questo Giovanni .

La Chiesa ufficiale dice  e quì si trascrive quanto si è appreso leggendo ….Di poco più giovane di Cristo, San Giovanni Battista ne fu il precursore e colui che lo battezzò. Iniziò la sua opera dopo avere vissuto molti anni nel deserto, cibandosi di locuste e miele, coperto da una pelle di cammello e una cintura di cuoio. Ebbe come discepoli gli apostoli Andrea e Pietro e, in un certo senso, lo stesso Gesù. Fu ucciso da Erode Antipa che, per esaudire un desiderio dell’amante e cognata Erodiade, offrì la testa del Santo su di un piatto alla giovane Salomè, figlia di Erodiade. Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, quello della “Strage degli innocenti”, fu anche colui che condannò Gesù dopo la “rinuncia” di Ponzio Pilato,

I comuni  del comprensorio hanno tutti un legame con questo Santo . La comunità più attenta che venera e celebra con una festa rimane però quella di Cortale . A jacurso sappiamo  di sette chiese in un passato un po lontano. Una era certamente quella di San Giovanni e forse anche la più importante e prosperosa cioè ricca. Non per nulla lasciava a beneficio di chi non aveva un pezzo di terra , cioè i poveri , un terreno da coltivare  d’amore e d’accordo. Ancora oggi quel luogo  porta il nome di Beneficio e sta poco avanti dov’era la Chiesa . Più avanti un’altra località ricorda la bontà di quei monaci che amministravano quella Chiesa con la località “ Cumuneria “ e il nome fa intendere la volontà senza mettersi a spiegare.

Resta a testimonianza ,oltre il luogo , la Piazza San Giovanni , la  Via san Giovanni e qualche testimonianza sul luogo (anche notarile ).

Nelle famiglie contadine nel giorno di  San Giovanni , si stringevano legami di amicizia con l’invio di fiori , combinati a mazzetto, e questi legami duravano tutta una vita con un vincolo più forte di quello che esisteva fra parenti. Tradizionale era l’amicizia cercata tra le donne e tra le ragazze giovani in particolare. Un gesto simbolico molto importante che le donne facevano ad altre donne e le prescelte diventavano cummari ‘de mazzettu, chiamato anche ramajjhettu usanza così diffusa che anche le bambine,infatuate ,  lo facevano con le bambole scegliendo la comare di bambola.

La richiesta veniva proposta il Giorno di Sangiuanni e Il dono , se accettato , veniva ricambiato pochi giorni dopo, per la festa dei Santissimi Pietro e Paolo, con altrettanta generosità, ovviamente adeguata alle possibilità della ragazza.

Seguivano altre date di verifica ,consolidamento o scioglimento del Commaraggio o Comparaggio perché ,anche meno  frequente , veniva adottato anche dai ragazzi. Si diventava così Cumpari e cummari de Sangiuanni. Avimu lu Sangiuanni era una frase pronunciata a bocca piena.

 

 

 

 

 

 

 

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