Quando i Negri/Bianchi eravamo Noi
Tre Ottobre
Giornata nazionale delle vittime dell’immigrazione.
In particolare è’ il giorno per ricordare le vittime di quella che fu la strage dolorosa di vite umane avvenuta nelle acque avanti a Lampedusa nella notte tra il due e tre di ottobre del 2013.
La “nave “ stracarica o , più giusto , il barcone non resse il mare e , affondando, si portò dietro circa quattrocento persone , trecento sessantasei accertati, e da allora di persone ne sono morte almeno altre dodicimila.
Una ferita che resta aperta anche per noi , gente del Sud , dove l’emigrazione è stata la beffa subita per quella mala unità. Prima non avevamo conosciuto il mare per emigrare ma per navigare e costruire navi .
Come l'Amerigo Vespucci proveniente dai cantieri di Castellammare.
Donne, uomini, bambini. Quasi sempre di umili origini, ma di grandi speranze. Furono loro i protagonisti del periodo d’oro dei grandi transatlantici che partivano da Napoli o da Genova . Clandestinamente da altri porti italiani e da Lione in Francia.
E fummo protagonisti anche del progresso di altri popoli che , sul lavoro degli italiani del Sud, costruirono il futuro della loro nazione.
Nel Male non mancammo di distinguerci anche in tante attività dove la criminalità creava anche ricchezza ma con attività che di legale avevano solo la nazionalità meridionale.
La nostra associazione “ KaloKrio “ si sofferma spesso su questi temi e riesce a mantenere viva la memoria con i nostri che vivono nelle Americhe, in Australia o nella vicina Europa , seguendo quanto pubblichiamo in termini di contenuti documentali , cronache e immagini.
Siamo riusciti a ripristinare anche “ collegamenti “ con i figli di quegli emigrati ed alcuni sono anche venuti a conoscere la terra dei loro padri e delle loro madri.
In questi giorni sono presenti i figli argentini di coloro che partirono due generazioni or sono e pensiamo che non resteranno i soli a rifare questo viaggio al contrario considerato che altri sono stati ben accolti!
Con le fotografie , i racconti e le testimonianze siamo riusciti a ricordare momenti di vita nascosti dal tenue velo della dimenticanza, la bellezza spontanea degli incontri familiari, dei luoghi in cui si lavorò duramente per raggiungere un certo benessere economico oppure degli spazi dove si svolse la loro vita sociale, educativa e infantile e giovanile prima della grande traversata.
Quando i migranti eravamo noi
Loro muoiono nel Mediterraneo.
Quando gli emigranti eravamo noi, si moriva nell’ Atlantico.
I nostri morti gettati nell'oceano
"Buttarono nell'Oceano alcune donne , un bambino e alcuni vecchi che non avevano resistito alla traversata. La terza classe era male sistemata e noi avevamo il posto vicino alle caldaie dove era faticoso respirare . Così raccontava un nostro “paesano “ imbarcato per l’argentina".
In campagna , a lavorare , ci dicevano… ' coma esto, gringo de mierda', mangia questo. … pane e carne acida.
La casa degli emigranti , quando arrivammo in America , (la chiama Hotel!) aveva una forma strana, sembrava una fabbrica munita di finestre ma si stava male … per l’acre odore che si respirava e non si riusciva a sopportare il tanfo sgradevole che proveniva dal pavimento viscido e sporco.
Sulle tavole dove si dormiva .. le tavole avevano dei segni …più vivi di quel doloroso passaggio.
Vi erano nomi di santi , date, nomi di donna , frasi d'amore, imprecazioni, ricordi, oscenità …scavati sulla vernice o segnati con la matita, talvolta intagliati nel legno con il coltello che non si sa mai …poteva magari servire.
Ogni intelligenza, ogni maleducazione ,la bontà avevano lasciato il segno ma il disegno più ripetuto era la nave.
" Il loro pensiero guardava indietro! ". Ed era un pensiero condiviso tra quelli che si erano portati dietro la figurina del Carmine e da quelli che si erano portati ,invece , il coltello per abitudine .
E’ un ricordo , conclude , di quel passaggio in quarantena ad Ellis Island . Poi qualcuno “veniva ‘mbarcato indietro “ ed erano guai ! Ci guardavano in bocca, gli occhi , le mani...
Da un’altra testimonianza apprendiamo che …Lo feci emigrare da clandestino perché con la guerra me lo avrebbero ammazzato…ed allora meglio un figlio lontano ma vivo …e non vicino sottoterra…si riferiva alla guerra 15-18 .
E non furono pochi che scapparono da migranti clandestini ….Di loro non si seppe più nulla. In verità i familiari sapevano eccome.
Quando a morire per mare erano i nostri emigranti
Molti annegano, e per questa povera gente, il sogno di vivere una vita migliore resta una triste chimera.
Le grandi masse migratorie che si spingono dall’Africa verso Lampedusa per raggiungere l’Europa cioè Germania ,Inghilterra , Svezia …ripete il sogno della gente del Sud verso le Americhe.
Siamo stati quelli che .... adesso loro sono !
E’ inutile nascondere che , purtroppo , siamo ancora tutti emigranti ed pare impossibile pensare di poter bloccare anche i nostri ragazzi che, laureati , riprendono la via dei Padri .
E previsioni azzardate , che la politica concepisce con progetti sull’ economia o con la stupida xenofobia, tentano di mitigare le ansie e le paure che ormai albergano nelle famiglie impoverite e anche in quel ceto medio distrutto.
Milioni di disperati dall’Africa e dall'Italia scappano...Dall'Africa per fuggire dalle guerre, dalla miseria e dalla disperazione attraversano il mare in barconi fatiscenti, rischiando la vita con la speranza di un domani migliore in Europa così come abbiamo fatto noi e riprendiamo a fare .
Molti annegano, e per questa povera gente, il sogno di vivere una vita migliore resta un triste inganno.
Tra i milioni di emigranti italiani, che nell’800 e poi nel ‘900 si sono trasferiti in Nord America, Sud America, Australia e Canada, nella ricerca di un lavoro, moltissimi erano anche e soprattutto settentrionali.
Poi ,dopo la “mala unità “il flusso migratorio” si capovolse e il popolo meridionale , gli africani di adesso , cominciarono a subire le stesse tragedie che questi esseri umani , come noi, patiscono ora.
Le donne violentate , le donne incinte , le prigioni in Libia , il traffico di questi esseri umani , ripropongono tale e quali le vessazioni patite anche dal popolo meridionale perché tanta parte del Sud emigrava anche da clandestino.
Tra i naufragi accaduti agli italiani che si trasferivano in America, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, vanno ricordati quelli drammatici relativi all’affondamento delle navi passeggeri, bastimenti e piroscafi che trasportavano i nostri connazionali oltreoceano, che costarono la vita a migliaia di emigranti italiani.
Nel 1880 affondò il piroscafo “Ortigia”; nel 1891 naufragò “l’Utopia”; nel 1898 il “Bourgogne”; nel 1906 il “Sirio”; nel 1927 il “Principessa Mafalda”.
E dopo tante altre ..ultima l’Andrea Doria con due morti ,pare, di Caraffa nel ’56.
La responsabilità delle tragedie in mare delle navi che trasportavano gli emigranti italiani furono causate ,in alcuni casi , dalla trascuratezza degli armatori e , altre volte , dalla mancanza di controllo da parte delle autorità competenti addette a visionare queste navi passeggere e da trasporto commerciale.
Insieme alla ricorrenza per ricordare quanto accadde in quella notte tra il due e il tre di ottobre di tre anni fa, abbiamo ritenuto non dimenticare anche le nostre tragedie , figlie dell’emigrazione , che tanto ci accomunano .
Si andava in Argentina e in Brasile , si vendeva tutto o si prestava il denaro abbagliati da quelle promesse che arrivavano ad un popolo poco istruito e appena analfabeta. Case , terre , guadagni convenienti ... furono solo una promessa incontrollata.
Oggi nel mondo anche ingannevole delle nuove tecnologie l’immagine del paradiso arriva anche per loro e come i nostri …ci credono.
La loro Terra Promessa L'Europa
La loro Terra Promessa : La Merica
Centocinquanta anni dopo, i nuovi migranti inseguono in Europa il posto migliore
dove vivere.
Memori dei tanti figli lontani il grosso dei disaggi viene sopperito soprattutto dal nostro popolo sempre pronto e disponibile perché figlio , a sua volta , della Filoxenia che tanto abbiamo dentro ma del cui valore nessuno parla o scrive.
Come associazione abbiamo voluto dare questo contributo inteso per non dimenticare sentimenti, persone e luoghi già scomparsi.
”un profondo senso di gratitudine va verso le persone che ci hanno raccontato , nel tempo , la propria storia e che hanno messo a nostra disposizione i propri ricordi dei quali scriviamo».