Emigrazione -a cura di Mimmo Mazza

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Jacurso e l’emigrazione nel primo decennio del 1900

 riceviamo dall'arch.Mimmo Mazza questa ricerca che pubblichiamo integralmente ringraziandolo del contributo dato.

 

Il fenomeno dell’emigrazione, che ci ha visto protagonisti in passato ed oggi ci vede protagonisti dell’immigrazione, ha interessato dal 1876 al 1976 circa 26 milioni d’Italiani, sei milioni diretti verso l’America del Nord, cinque verso l’America del sud, tredici nei paesi europei e oltre 428 mila in Australia. Già le cifre ci danno una visione diretta di questa tragedia nazionale che è stata l’emigrazione di massa, cioè una classe contadina emarginata dalla società, gravemente presa da una situazione di estrema povertà, di sfruttamento, e che cerca nuove mete con la forza della disperazione, con la speranza di costruire un futuro migliore. Per quanto riguarda le nostre zone ed i paesi del lametino è compito arduo ricostruire la storia dell’emigrazione, sia perché la documentazione è molto scarsa, sia perchè il fenomeno assunse il carattere della clandestinità; le prime notizie sono state rintracciate presso la Questura, la Prefettura e l’Archivio di stato di Catanzaro. I nominativi che vedremo in seguito abbracciano un periodo molto ristretto infatti sono relativi alla classe 1880-1885. Sono giovani braccianti o operai non qualificati, senza capitale e cultura, poco più che maggiorenni, abbandonano il paese natio per recarsi, nella quasi totalità, nell’America del nord, con qualche eccezione verso il Brasile, l’Africa settentrionale e l’Europa. La scelta degli Stati Uniti come luogo d’espatrio dopo il 1887, e non più l’Europa, il Brasile o l’Argentina dove era indirizzata tutta l’emigrazione transoceanica, fu determinata dall’aumentata offerta di lavoro e dai salari alti del mercato nordamericano, dalla scoperta delle miniere d’oro, dal crescente sviluppo industriale, dal fabbisogno di manodopera e soprattutto dalla legislazione estremamente favorevole ai movimenti emigratori. Il fenomeno emigratorio nel nostro circondario aveva per lo più carattere temporaneo: l’emigrato generalmente tornava nel paese d’origine (dove aveva lasciato i suoi familiari, ai quali inviava denaro e derrate durante l’espatrio) munito di capitale accumulato all’estero e di una qualificata capacità lavorativa, contribuiva attivamente con le proprie iniziative al benessere economico del Paese.

Ecco l’elenco dei nominativi di emigrati Jacursesi nel primo decennio del 1900:

nominativo                                 luogo e data di nascita                                  espatrio

Pileggi Giuseppe                       Jacurso 22-08-1883                                      New York   01-03-1910

Papatolo Domenico                   Jacurso 25-01-1883                                      New York   21-10-1905

De Vito Domenico                     Jacurso 15-12-1881                                      New York   20-01-1905

Graziano Giuseppe                   Jacurso 02-06-1881                                      New York   31-01-1906

Bilotta Giuseppe                        Jacurso 18-06-1881                                      New York   06-02-1905

De Vito Ferdinando                   Jacurso 04-07-1881                                      New York   17-12-1908

Ciliberto Antonio                        Jacurso 18-12-1881                                     New York   03-02-1905

Pellegrino Giuseppe                  Jacurso 09-06-1880                                     New York   18-02-1905

Serratore  Antonio                     Jacurso 03-07-1882                                     New York   05-11-1904

Moio Giuseppe                          Jacurso 21-03-1882                                     New York   21-06-1912

Pirritano Francesco                   Jacurso 10-02-1884                                     New York   14-12-1908

Tutino Francesco                     Jacurso 21-07-1885                                      New York   15-01-1910

Catozza Domenico                  Jacurso 25-11-1885                                      New York   05-11-1907

Mazzei Vincenzo                     Jacurso 28-04-1883                                      New York   05-04-1909

Zingrone Antonio                     Jacurso 14-05-1884                                      New York   03-03-1909

Esposito Alessio                      Jacurso 06-06-1884                                      New York   08-04-1909

Pirritano Francesco                 Jacurso 10-02-1878                                      New York   18-06-1913

 

 

 

Questo è l’elenco o manifesto dei passeggeri per l’ufficiale all’immigrazione degli Stati Uniti in porto di arrivo. Richiesto dal Segretario di Commercio e Lavoro degli Stati Uniti in base al regolamento in atto approvato dal Congresso il 3 marzo 1903, da consegnare al funzionario statunitense all’immigrazione da parte del Comandante della nave NECKAR. Considerazioni dell’Ufficiale di navi con passeggeri a bordo in porto negli Stati Uniti. Vela da Napoli 2 marzo 1905 arrivo al porto di New - York 15 marzo 1905.

 

In questo elenco ufficiale sono presenti all’arrivo a New – York tre nostri compaesani Jacursesi: Antonio Serratore, Rocco Facciolo e Antonio Ciliberto destinazione la città di Pittsburgh e due Maidesi:  Antonio Corrado e Vincenzo Scalfaro destinazione la città di Philadelphia. Il primo, Antonio Serratore, è il mio bisnonno (il padre di Serratore Pietro, mio nonno materno, nato nel 1912 in America).

 

 

 

Fra il 1880 e il 1915 approdarono negli Stati Uniti quattro milioni di italiani, su 9 milioni circa di emigranti che scelsero di attraversare l'Oceano verso l’America. Le cifre non tengono conto del gran numero di persone che rientrò in Italia: una quota considerevole ( 50/60%) nel periodo 1900-1914.

Le motivazioni che spinsero masse di milioni di italiani (soprattutto meridionali, ma anche settentrionali) ad emigrare furono molteplici.

Durante l'invasione Piemontese, operata senza dichiarazione di guerra, del Regno delle due Sicilie, i macchinari delle fabbriche furono portati al Nord dove in seguito sorsero le industrie del Piemonte, della Lombardia e della Liguria.

Le popolazioni del Meridione, devastato dalle guerra con circa un milione di morti, da cataclismi naturali (il terremoto del 1908) depredato dall'esercito, dissanguato dal potere ancora di stampo feudale, non ebbero altra alternativa che migrare in massa. Il sistema feudale, ancora perfettamente efficiente, permetteva che la proprietà terriera ereditaria determinasse il potere politico ed economico, lo status sociale, di ogni individuo. In questo modo, le classi povere non ebbero praticamente alcuna possibilità di migliorare la propria condizione. Da aggiungere ai motivi dell'esodo la crisi agraria dal 1880 in poi, successivamente l'aggravarsi delle imposte nelle campagne meridionali dopo l'unificazione del paese, il declino dei vecchi mestieri artigiani, delle industrie domestiche, la crisi della piccola proprietà e delle aziende montane, delle manifatture rurali.

Gli Stati Uniti dal 1880 aprirono le porte all'immigrazione nel pieno dell'avvio del loro sviluppo capitalistico; le navi portavano merci in Europa e ritornavano cariche di emigranti. I costi delle navi per l'America erano inferiori a quelli dei treni per il Nord Europa, per questo milioni di persone scelsero di attraversare l'Oceano.

 

 

Domenico Mazza