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'Ccà si campa d'aria !

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Arcumannu consumò tante zappe e quanti si incurvarono zappando.

 

 

Lo chiamavano Poerio. Ma si poteva dire On.le Poerio .Non si badava al titolo quanto ad essere parte attiva  con i lavoratori! Insieme all'On.le Poerio un altro On.le veniva da noi .  L'On.le Gullo

Primo Maggio 18

Viste  da Jacurso queste terre sono chiamate “ Tiarri de Sipendina “.Per arrivare in questi luoghi si lasciano le case di jacurso alle quattro di mattina. Il manico della zappa  bilanciato sulla spalla , lu stavajiuccu appeso appena avanti agli occhi  e i piedi scalzi che a memoria vanno liberi verso quei terreni .. Arrivare primi non era la competizione del mattino ma chi arrivava nelle prime posizioni beneficiava del terreno più facile da zappare e avrebbe cominciato ad affondare la zappa nel terreno poco in pendio o meno pietroso. Ogni mattina ed ogni sera si ripetevano ,poi, gli stessi gesti. Acqua nella vozza la mattina  e una rinfrescata  ai piedi la sera. Perché  si andava scalzi e le scarpe si smettevano e si rimettevano a Castanò . Per risparmiarle.


Da Sole a Sole

Era ancora alba quando si puntava per Arcumannu e il sole illuminava le colline che sulla destra guardano Il mar jonio. A sera il Sole li coglieva  ancora sulla destra ma scomparendo all’orizzonte sul tirreno. Dal Sole dell'alba al Sole del Tramonto. Si arrivava a Castanò e dopo una provvidenziale rinfrescata,si mettevano le scarpe un po per dignità e tanto per non  essere “ Scazoni “. La prima fermata era “ La Parisa “ . Frutta, verdura e Vino. Un quarto per rimettere  il buonumore, due parole e poi a casa. Altri si fermavano dalla “ Smelarda “ , altri ancora “ dalla Petrantona “  e gli ultimi “ a Vittoruzza –la chierubina. Erano “Potifhe “ che si incontravano appena vicino casa.

Sotto i Piani di Vena il nostro Pilla si unisce al  Pesipe e più tardi questo fiume , mezzo “ Curtalitu e mianzu  Cilifharcuatu “ si fonde con l’Amato che arriva da lontano. Nei paraggi c’è “Arcumannu “ dove i nostri vanno a zappare la terra dei Bilotta , sindaci a Jacurso tra ‘800 e ‘900 per vent’anni. Più tardi diverrà  il luogo dove  i Zappatori di Jacurso  si uniranno a quelli di Maida, ai  contadini di Vena e Cortale e tanti altri   per occupare quelle terre.

Ad Arcumannu  i contadini, giovani e anziani , si curvarono la schiena, invecchiarono e morirono  attorno ai sessanta. Non di Più.

Per un giorno zappano la terra senza padrone  o guardiano e  gridano “ Volimu la Terra” , ignari di  dare il via al movimento  di lotta per le terre. Succederà anche a Melissa nel Crotonese e Roggiano Gravina nel Cosentino. Poerio  e  Gullo saranno gli animatori di quelle lotte . Entrambi comunisti guidano e organizzano le lotte contadine. A Jacurso Poerio arrivava con il Postale delle quattro  e con un borsa tenuta con ritegno nella mano sinistra. Con la destra stringeva tante mani . A jacurso quella di Gervasino …e tante altre già scomunicate. Mani che al popolo non facevano paura . Si andava tutti ad ascoltarlo perché parlava   il linguaggio semplice  della gente e interpretava le necessità di quel  popolo minuto che era la maggioranza della gente. Salari , emigrazione , pensioni , assistenza , medicine, contributi e camera del lavoro…

Noi ragazzi non capivamo  granché di tutto si ascoltava ma si stava sotto il balcone , cioè sotto la ringhiera. Ma  in prima fila attratti da quel tono di voce robusto esaltato dalla foga e dalla gestualità. Sapere che veniva Poerio non ci lasciava indifferenti , si smetteva di giocare  e si andava al comizio. Era un comunista e innocentemente per noi era già una trasgressione  andare sotto al balcone . E si andava a sentirlo nonostante si andasse  alla dottrina ( in Chiesa ) che ci addestrava verso un altro partito ..pecchì li comunisti sunu mali !.I più eravamo persino chierichetti.

Molto tempo prima , nelle delibere che scriveva il segretaro Elia Panzarella … si legge … sulle tasse che stà arrivando il Dittatore Garibaldi e darà le terre ai contadini ….cosi si dice…concludeva   e starete meglio …o peggio è ancora da saper.

Sono uscito dall'incertezza , solo dopo tanti sforzi, a interpretare la sua grafia poetica, sentimentale,ironica... da che parte stava. ….Oggi che è lo spirante mese di …e cominciava a scrivere sulla bonaria  o turbolenta seduta di Consiglio con i Borbone prima e con i Savoia dopo .

In quell’anno finiva l’era dei  Borbone e con il “Dittatore  Garibaldi “  non arrivarono le terre da costui promesse  ai contadini ma una raffica di tasse savoiarde tra le quali,a Jacurso , la " tassa sui terreni in pendio ". Contadini e piccoli proprietari si ritrovarono tutti in pendio stante che il territorio si erge dai duecento metri della  “ Vota Tunda” ai quasi mille del “ Timpone del Monaco “ . E girarono  “ le cose “ ad alcuni dei nostri che  non mancarono di protestare a modo loro. Si è sempre saputo poco  di questo popolo di Jacurso e poco è stato detto dei nostri, politicamente impegnati , come Cicciu Carvune ( nome di Battaglia ). Passarono per Briganti ma scamparono sempre  per essere passati per le armi . Cicciu Carvune fu quello che  costruì il cannone di legno ma già che in tutte le famiglie bisogna sospettare la pecora nera avvenne che .... ,quando da Maida si spostò un gendarme antisommossa, Cicciu seppe darsi alla macchia informato in tempo dal “ controspionaggio “ fidato.  Ebbe a dire , il gendarme , che l’arma poteva sparare sino a tre volte , poteva far male e che era stata costruita con  arte.

A parte i nostri eroi locali , dimenticati dalla storia ufficiale, le lotte per la difesa e i diritti del proletariato non mancarono ma dovendo scrivere di lavoro fa bene menzionare per ultimo un Parisi che , prima di ogni evento veniva tradotto nel mini carcere del Municipio e recluso senza colpa, per non dar fastidio. Del lavoro faticoso delle donne raccoglitrici di olive non si può dimenticare , oltre alla fatica, tutti gli accessori che comportava quel mestiere.. .

Tanti panari all’ora , sfruttamento , violenze e vessazioni. Un capanno ,  ospitale per due fette di pane a mezzogiorno , veniva apposta chiuso durante le giornate di pioggia.

Frequentavamo le scuole elementari negli anni cinquanta . La mattina arriva il Signor maestro che mantiene in classe le buone maniere e l’igiene della persona in grande attenzione. Mani aperte , mani chiuse sul banco , collo , orecchie , capelli , pidocchi … Trasferite queste attenzioni tra le donne raccoglitrici, la rassegna significa , a fine giornata ... alzare  “la vozzarejha “ e capovolgerla. Non si sa mai ! Le olive potevano finire dentro e sarebbe stato un “ disastro “ economico per quel proprietario !. Ecco. Questo era anche, il lavoro delle donne. Altro che festa!


Jacurso come tutto il Meridione ,dopo la mala Unità , ha conosciuto l’emigrazione. Altrove si è quasi sempre trovata una migliore condizione di vita .Tante sono state anche per Jacurso le vittime del Lavoro in Terra straniera. Nelle miniere dell’Australia e in quelle del Belgio. Sulle ferrovie americane o svizzere .Sulle impalcature, nelle cave, nei cantieri , nei trasporti. E poi ancora altre vittime di eventi atmosferici, fulminazioni…senza risparmiare cioè alcuna attività umana. Nemmeno quelle che hanno indotto tumori e malattie mortali come la silicosi o malattie polmonari.


La condizione del popolo meschino si può apprendere da queste cinque righe

Per chi non ha memoria , la “corrente “cioè l’energia elettrica , a Jacurso arriva il 1932. Bronzi,chi lo ricorda? Muore per fulminazione alla cabina mentre, per fulminazione da fulmine , muoiono tragicamente altre persone.  Perdono la vita sul lavoro durante la conduzione di mezzi altri giovani  e si potrebbe ancora elencare .


Volutamente si lascia la  libertà di commentare le immagini . In ogni immagine si possono appiccicare ricordi personali ma   tutte parlano di lavoro e sofferenza.

Muri di consolidamento al Burrone Castanò. Muore Facciolo Pietro. Serratore Pietro salva la vita protetto da un cestone che si vede sotto

Cestone per scaricare terra da scavo e portare pietre.

Lavoro gratuitamente prestato nelle ore serali


Prodotti della terra . Dalla Produzione alla vendita . Donne di Cortale

Lavori prestati nella Chiesa di San Sebastiano

Manutenzione Icone del territorio

Lavori idraulici forestali

Boscaioli

Zappare era un mestiere  e bisognava sapere affondare la zappata.

Lavoro di smantellamento sotto lo sguardo vigile del Titolare

I lavori iniziano dopo lo smantellamento

Questa immagine rappresenta il mondo antico di Jacurso.La disposizione è spontanea ma non casuale

 

 

 

 



L'Onorevole Poerio .

L'Acqua

L'Olio

Arcumannu

I lavori iniziano il '31. Il municipio sarà agibile il '32


Altra mitica resistenza. Il Telaio e la Conduttrice.

Le lotte all'epidemie.

Si piantano le torri eoliche . Lavori pesanti , pericolosi in condizioni climatiche sempre insidiose.

Il Lavoro silenzioso delle donne Donne dell'Azione Cattolica. Figli e Figlie educati/e senza compensi.

La Cabina.

 

Quà si campa d'aria ! Lo volete capire che quì si campa d'aria! Non abbiamo bisogno di nulla. Abbiamo tutto!  Lavoro , Viabilità, Ferrovie , Trasporti , Aeroporti ,  Porti , Legalità ,Assistenza , Sanità... Ottimi Amministratori. Non ci manca Niente!   Forse Tutto!

francocasalinuovo jacursoonline  ass. cult. kalokrio

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